FIRENZE - Ha aperto al Museo degli Innocenti di Firenze, l'istituto che per secoli ha accolto gli orfani della città, una particolare mostra dedicata ai segnali di riconoscimento che, spezzati a metà, hanno accompagnato i bambini al momento del loro ingresso in istituto, spesso lasciati nella ruota.
Esposta, una selezione di circa 71 dei 40.000 oggetti ancora conservati.
Tra questi per la prima volta è visibile il bigliettino più antico conservato in Istituto e mai mostrato prima, quello di Tommaso Domenico lasciato il 21 dicembre 1449.
La rassegna, intitolata 'E l'altra metà serberò io...', dal memento che facevano a se stessi i genitori che erano costretti ad abbandonare i figli, di solito erano le madri, è focalizzata sui segni di riconoscimento. Sono così esposti i piccoli oggetti lasciati ai bambini al momento del loro affidamento all'istituto al quale erano consegnati con l'intento di assicurarne la sopravvivenza. La rassegna sarà visitabile fino al 31 gennaio all'interno della sezione storica del museo e, nel dettaglio, propone la visione di monete e medaglie, ma anche accessori votivi, quali rosari, medagliette e croci, o oggetti di uso generico come monili, bottoni e nastri. E' pure evidenziato che dall'Unità d'Italia, emerge un certo patriottismo nelle immagini raffiguranti Garibaldi e Vittorio Emanuele II e coccarde e nastri tricolori.
Gli oggetti esposti sono quasi tutti spezzati perché i segnali costituirono fino al 1875 il solo 'documento d'identità' in grado di poter far ricongiungere, forse in un futuro, i genitori ai figli.
L'Archivio degli Innocenti ne custodisce oltre 40mila, da cui sono stati selezionati quelli in esposizione, corredati da pannelli illustrativi, rigorosi dal punto di vista scientifico ma accessibili anche al grande pubblico perché l'obiettivo dell'esposizione è la divulgazione. Per la presidente dell'Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida, la mostra "rappresenta un vero viaggio nella storia e porta con sé un carico di emotività importante". Per l'assessore al welfare Sara Funaro "la storia degli Innocenti ha un enorme valore così come il suo presente ed è molto importante che sia conosciuta".
Ansa
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