Per la seconda volta in tre anni e mezzo faccio uno strappo alla regola: invece di partire da una notizia ambientale che proviene dall’estero prendo spunto da un evento regionale. Che in realtà rimanda a uno più ampio: l’unico settore economico che cresce continuamente (e con % importanti) da decenni è il turismo; ogni anno si spostano nel mondo oltre un miliardo di persone.
Hanno parlato di turismo lento e di cammini sulla Francigena a un convegno svoltosi ieri a Monteriggioni tra numerosi sindaci e rappresentanti della Regione, anche in vista del 2025, anno del Giubileo, in cui ci si attende un aumento di visitatori. Analisi di varie problematiche (soprattutto gestionali), testimonianza di buone pratiche, confronto su potenziali ricadute a vari livelli; un’iniziativa complessivamente utile.
Dato che questo blog cerca di alimentare lo spirito critico sulle questioni ambientali, mi permetto di sollevarne alcune in merito:
– chi cammina lo fa di solito in mezzo alla campagna. In Toscana poco meno del 40% delle aziende è già biologico: è possibile portarlo al 100%, così che il sinonimo “Toscano= Biologico” diventi un dato di fatto? Secondo me sì. Magari ci vorranno altri 10 anni, interventi di sostegno diversi e molta assistenza tecnica, ma si può fare. Riuscire a essere la prima regione 100% Bio in Italia mi sembrerebbe una buona cosa anche per la sua valorizzazione turistica;
– il turismo equestre, tra le varie forme di vacanza, è rimasto il fiore mai sbocciato nelle campagne della regione. Per più motivi: tenere cavalli costa (pensate solo alle cure veterinarie e alla ferratura degli zoccoli) e per montarci sopra occorre una buona forma fisica, che con l’invecchiamento progressivo della popolazione viene meno (anche per questo motivo, negli USA, stanno calando gli iscritti ai golf club). Eppure molti terreni sono in abbandono e molti contributi UE sono finalizzati a mantenere prati e pascoli: cosa meglio quindi dei cavalli? Una riflessione seria sulle criticità e sulle potenzialità di questa nicchia di turismo lento sarebbe più che opportuna;
– chi cammina ammira il paesaggio e anche gli insediamenti umani. Avendo negli ultimi mesi ripreso a fare trekking (e avendo dato per 4 anni pareri sui Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale), anch’io ho fatto più attenzione ad alcuni aspetti, che ritengo preoccupanti. Esempio: è aumentata l’installazione di tettoie e altri piccoli annessi attorno ai casolari e ai borghi per vari fini (parcheggio auto, ripari vari). Il risultato è che, in alcuni casi, non si riesce più ad apprezzare la visione integrale del casolare o del borgo, “rosicchiata” da questi piccoli annessi. Non si capisce perché non possano essere spostati di 10-15 metri più lontani, e/o perché non siano schermati da piante;
– dal convegno è uscito un forte richiamo al coinvolgimento di associazioni del volontariato per contribuire a gestire il sistema della Francigena: ottimo. Ci rendiamo però conto che la pandemia e i ben 7 anni trascorsi per mettere a regime la (discutibile) riforma del terzo settore hanno creato ferite profonde? Anche qui occorre evitare i luoghi comuni e impegnarsi in modo forte e innovativo per facilitare la partecipazione delle persone. Che, tendenzialmente, possono trovare nella valorizzazione delle vie e dei luoghi dove vivono un fattore di identità e di attrazione notevole.
toscanachiantiambiente.it
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