La guida. Verso Santiago, un cammino con cento storie dentro

 Un crocifisso con la mano tesa, la campionessa mondiale del polpo à la gallega, la pellegrina pioniera. Al Cammino di Santiago chiunque ha fatto un pensiero, almeno una volta nella vita. Dal dire al camminare c’è di mezzo un sacco di fatica, ma di certo nelle sue infinite ramificazioni ed estensioni ognuno può trovare i suoi luoghi del cuore: Dario Corradino, giornalista e camminatore, offre una selezione per tutti i gusti nel suo Cammino di Santiago in 100 storie, appena pubblicato da Gribaudo (200 pagine, 10,90 euro).

È una vera e propria guida, di quelle che non sostituiscono lo smartphone ma lo completano, e consentono di pregustare il viaggio prima di partire. Tra i 107 luoghi segnalati ci sono particolari insoliti dei luoghi più noti, ma soprattutto suggestioni che aiutano a uscire dagli itinerari obbligati alla ricerca del “proprio” cammino. Chi scrive ne ha selezionati a sua volta tre, che danno l’idea dei tesori che nasconde questo battutissimo lembo di Spagna.  Il primo ci porta a Furelos, sul Cammino francese: la principale attrattiva del luogo è un ponte romano, che sazia la maggior parte dei pellegrini e finisce per lasciar ignorata la chiesetta che c’è subito dopo, dedicata a San Giovanni. Semplice, al suo interno conserva un crocifisso ligneo, di un artista locale: chi lo vede non lo dimenticherà più, perché ha la mano destra staccata dalla croce e rivolta in basso. Pare tesa verso i pellegrini di passaggio, quasi un invito a camminare insieme.  Oltre allo spirito va nutrita anche la pancia, e tra le tante enogastro indicazioni del vercellese Corradino spicca Mercedes, la regina del polpo nel suo locale di Melide, capitale della specialità galiziana. Sembra di vederla, tra i pentoloni in perenne ebollizione senza un rivolo di sudore nel suo grembiule a fiori, capace di cucinare 600 chili di tentacoli in un solo week end. Interrogata dal giornalista sui segreti del pulpo à la galliega, non dubita: “Materia prima, tempi di cottura, passione”, dice Mercedes, svelando che la ricetta – in fondo – è universale, e va oltre la cucina.

In mezzo ai tanti pellegrini illustri c’è anche una pellegrina, riconosciuta come l’unica donna a mettersi in cammino nel XV secolo. È Margery Kempe, a cui è dedicata una lastra in metallo a Sigűeiro, sul cammino inglese a pochi chilometri dal traguardo di Santiago: la storia è incredibile, merita di non essere svelata. Tre mete per tutte, su tre itinerari diversi. Chi scrive a Santiago non ci è mai stato, e gli toccherà farli tutti e tre per vedere, assaporare, scoprire questi pezzi di Cammino. Al massimo, entrerà nel club di quelli “che la prossima volta vengo anche io”, alibi per ispirare a Dario Corradino qualche altra passeggiata dopo i 1.500 chilometri percorsi finora sulle orme di San Giacomo.

avvenire.it

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