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Un artista senza nome il primo a raffigurare San Francesco, a Perugia mostra sul "Maestro"

 


Alla Galleria Nazionale dell'Umbria, visitabile fino al 9 giugno, "L’enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro”, la prima esposizione monografica dedicata all'artista umbro più importante del XIII secolo. D'Orazio: "Nel Duecento in Umbria avviene una rivoluzione artistica legata agli affetti, cioè al ritorno di emozioni, scambi e sentimenti". Il custode del Sacro Convento, fra Moroni: "Le sue opere raccontano per la prima volta un Francesco come alter Christus"

Maria Milvia Morciano e Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Chi ancora si aggrappa al preconcetto che il Medioevo sia stato un periodo storico buio sarà smentito dalla luce che lo investirà visitando la mostra in corso presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia dal titolo “L’enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro”. La luce dell’oro che fa da fondale alle figure e che decora le croci, ma anche quella dei volti, dello splendore delle vesti e delle decorazioni dimostra una ricchezza artistica di altissimo livello che non può essere disgiunta dalle altre esperienze culturali del periodo. Una mostra che ancora una volta dimostra la fecondità del Duecento, con la nascita di linguaggi artistici nuovi – da qui “lo stil novo” del titolo - che vanno ad affiancarsi e ad illustrare il fiorire spirituale dei santi, primo tra i quali Francesco di Assisi. E ancora l’Umbria, una regione non appartata ma snodo della comunicazione tra i luoghi e sintesi tra Oriente e Occidente. La luce che riverbera da queste opere è morbida, mai accecante. Mai semplicemente decorativa, capace di suggerire un’idea di pace e silenzio, di raccoglimento.
La prima mostra monografica dedicata all'artista

Curata da Andrea De Marchi, Veruska Picchiarelli ed Emanuele Zappasodi, la mostra rientra nell’ambito delle celebrazioni per l’ottavo centenario dall’impressione delle stigmate a San Francesco. Visitabile fino al prossimo 9 giugno, è la prima monografica su questo artista dal nome sconosciuto: sessanta capolavori tra quelli già conservati a Perugia e nel circondario, specie Assisi, e alcuni prestati dalle più importanti istituzioni museali al mondo, dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Metropolitan Museum di New York alla National Gallery di Washington.
Un percorso ricchissimo che riesce a ricostruire la pressoché totalità delle opere del Maestro e tracciare il percorso artistico della sua vita.
Un titolo seducente: L’enigma del Maestro

Costantino D’Orazio, da gennaio direttore della Galleria perugina, spiega ai media vaticani il motivo del titolo della mostra che affonda radici non nel mistero ma in precise ragioni storiche: si tratta di “un nome convenzionale che è stato dato dagli storici dell'arte dopo aver analizzato quella che è la prima tavola da lui dipinta, all'inizio della sua carriera con il primo ritratto realistico di San Francesco. Non conosciamo il suo nome, malgrado sia stato il più grande pittore del centro Italia nel Duecento, prima di Cimabue e di Giotto. Non ci è arrivata alcuna traccia di un contratto firmato, né una ricevuta di pagamento, spiega D’Orazio, che continua: “Non c'è traccia del suo nome, malgrado qui in Galleria custodiamo tante delle sue opere, anche monumentali. E il fatto che gli siano state commissionate queste opere enormi ci dice che doveva essere un artista particolarmente importante, particolarmente stimato. Nella mostra tentiamo di risolvere questo enigma”. E il direttore aggiunge quello che davvero è un piccolo “mistero”: “Chi è realmente il Maestro di San Francesco? I curatori sono addivenuti a delle ipotesi che non vi rivelo però, perché dovete venire a vedere la mostra”, conclude D’Orazio. E un invito viene anche da Fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, a vedere la mostra e passare anche da lì, non soltanto per ragioni turistiche e culturali ma anche per “incontrare Francesco che qui è sepolto, incontrare Francesco attraverso la nostra presenza che facciamo in modo e vogliamo che sia davvero accogliente e testimoniante lo spirito francescano”.

Vatican News

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