Così giovane, così antico: lo spettacolo del Montenegro


 Se i paesi che oggi compongono la carta geografica del mondo fossero persone, potremmo per gioco dividerle in anziani, adulti, giovani e persino bambini. Tra gli anziani indubbiamente troveremmo le grandi civiltà del passato che ancora esistono oggi sotto forma di Paese, come la Cina o l’India. Tra gli adulti potremmo mettere persino l’Italia, con i suoi 163 anni di storia unitaria, e tra i giovani tutti quegli Stati nati dopo la prima guerra mondiale o alla dissoluzione dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia nei primi anni ‘90. Non tutti sanno però che in Europa esiste la nazione più giovane (tra quelle pienamente riconosciute a livello internazionale) del “vecchio continente”, che oggi, restando nella metafora, diventa “maggiorenne”: il 3 giugno del 2006, 18 anni fa, nasceva il Montenegro, separandosi dall’unione con la Serbia che rappresentò per poco più di un decennio uno degli ultimi lasciti dello scioglimento della Jugoslavia. Ad oggi, preceduto solo dal Sud del Sudan e dal Kosovo (il cui riconoscimento internazionale è tuttavia ancora limitato), il Montenegro è il terzo paese più giovane al mondo.

La storia del Montenegro inizia comunque decisamente molto prima del 2006, e riserva meravigliosi intrecci con la storia del nostro paese. Nato come principato indipendente nel medioevo, gran parte della storia del Montenegro fu combattuta tra l’occupazione dell’impero ottomano, all’interno, e quella della repubblica di Venezia, sulle sue coste: ancora oggi, le città di Budva, Kotor e Perasto sono una meravigliosa testimonianza dell’influsso culturale e architettonico veneziano sulle coste di questo paese. Dopo un’ulteriore occupazione dell’impero Austro-Ungarico, il Montenegro tornò ad esistere brevemente come regno indipendente nel 1905, ma dopo la prima guerra mondiale venne assorbito nella neonata Jugoslavia, fino al suo definitivo scioglimento negli anni 90.

Molti tra i nostri nonni ricordano il Montenegro per due motivi: il primo è l’occupazione italiana durante l’invasione della Jugoslavia nel corso della seconda guerra mondiale. Il secondo è legato alla storia monarchica d’Italia, poiché anche se la cultura popolare ricorda come ultima regina d’Italia Maria Josè del Belgio, nota anche come la “regina di maggio” per la durata del suo regno di appena un mese, l’ultima “vera” regina d’Italia fu indubbiamente la moglie di Vittorio Emanuele III, la famosa Elena del Montenegro, regina amatissima dagli italiani per la sua grande generosità, al punto di meritare la richiesta di avvio del processo di beatificazione da parte del vescovo di Montpellier nel 2001. Ad oggi, la Chiesa Cattolica la conferisce il titolo di Serva di Dio. È una curiosa coincidenza, mi pare, che il paese che ha dato l’ultima regina all’Italia sia diventato indipendente, 80 anni dopo, proprio nella stessa data in cui l’Italia divenne una Repubblica, dopo lo storico referendum del 2 giugno del 1946 che abbiamo tutti festeggiato ieri.

Al netto di queste suggestioni storiche, il Montenegro offre oggi alcuni degli spettacoli più affascinanti di tutto il Mar Adriatico. In questo tratto di costa le montagne calcaree si tuffano a picco sul mare che si insinua tra le forme disegnate dai monti in maniera sorprendentemente simile a quanto accade con i più celebri fiordi norvegesi. La presenza di città antiche dal grande valore storico oltre che architettonico, rende questo tratto di costa uno dei più belli d’Europa. Vale la pena ricordare le parole del celebre poeta romantico George “Lord” Byron, secondo cui “alla nascita del pianeta, l'incontro più bello tra terra e mare deve essere avvenuto sulla costa montenegrina”. Passeggiando per le strade di Kotor che si affacciano sulle placide acque delle bocche di Cataro, o guardando il tramonto dalle vette che si innalzano alle spalle di Budva e Tivat (in italiano Budua e Teodo), si può facilmente percepire la stessa emozione che ha dato vita a quelle parole.

E dunque, oggi il Montenegro, la più giovane nazione d’Europa, festeggia i 18 anni dalla sua indipendenza. Il miglior augurio che possa fargli un viaggiatore, io credo, è passare un giorno ad ammirare le meraviglie delle sue montagne e delle sue coste, che nascondono una bellezza senza tempo e senza età, sempre florida in tutte le vicissitudini che questo paese ha attraversato nei suoi secoli di storia.

avvenire.it

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