Il turismo è la causa diretta dell’8% delle emissioni annuali di gas a effetto serra, ci ricordano i principali studi di settore (The Carbon Footprint of Global Tourism, Nature, 2018). Un numero che secondo le proiezioni è destinato ad aumentare da qui al 2030: senza interventi di sorta, le emissioni legate alle proiezioni dell’aumento dei viaggi turistici e ai relativi trasporti sono date in crescita del 103% rispetto al 2005 (dati Unwto). L’inversione di tendenza, tuttavia, è a portata di mano, direttamente collegata ad un insieme di azioni e buone pratiche che possono contribuire ad un abbassamento tangibile della curva dei gas a effetto serra.
Il settore dell’hospitality – che ammonta da solo all’1% delle emissioni globali secondo la Sustainable Hospitality Alliance (dati Sustainable Hospitality Alliance) - è sempre più sensibile all’abbassamento del proprio impatto ambientale: è quello che in gergo passa sotto l’etichetta di turismo sostenibile. Per molti operatori, parlano i dati appena citati, la necessità di cambiare le regole del gioco è diventata un’evidenza. Dall’altra, è la domanda a dimostrarsi in piena evoluzione. Un numero crescente di consumatori dichiara infatti che la sostenibilità turistica è un fattore capace di orientare le scelte d’acquisto in materia di viaggio. E questo non riguarda solo gli spostamenti in aereo, responsabili più di tutte le altre voci inerenti al “pacchetto vacanza” della produzione di gas ad effetto serra. “Il 74% dei turisti intervistati è convinto che la lotta al cambiamento climatico passi anche attraverso la scelta di alloggiare in strutture sostenibili”, riassume Deloitte nel suo ultimo rapporto sul turismo sostenibile (“Obiettivo Sostenibile. Nuove traiettorie di sviluppo del turismo italiano”, 2022). Cosa che può provocare un’inversione di rotta anche in sede progettuale.
Quali sono, allora, le scelte che permettono al turismo di essere meno impattante? Sul fronte delle infrastrutture di accoglienza, la sostenibilità dell’hospitality guarda all’utilizzo di materiali locali per la costruzione, ad una gestione virtuosa delle risorse idriche, al ricorso a pratiche di efficientamento energetico e all’utilizzo di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile. Anche la gestione dei rifiuti, particolarmente complessa nei piccoli centri dove la popolazione esplode su base stagionale, si riorganizza per massimizzare non solo il riciclaggio, ma rafforzare a monte la loro diminuzione, iniziando dalla messa al bando prodotti monodose e packaging superfluo. Il cambiamento verso la sostenibilità, del resto, segue una logica win-win: sempre secondo la Sustainable Hospitality Alliance, gli alberghi che applicano misure sostenibili possono ridurre i propri costi operativi fino ad un significativo 30%.
Oltre alle misure connesse all’ottimizzazione dell’utilizzo di risorse, il concetto di sostenibilità si fa più ampio e prende in conto l’identità del territorio, tanto dal punto di vista naturale che sociale. Se la tutela di flora e fauna si impone in maniera incontrovertibile, anche il rispetto dell’identità del luogo e delle scelte della popolazione locale diventano elementi con cui confrontarsi, se possibile in maniera concertata, con l’obiettivo di concorrere non ad una omologazione verso il basso dell’offerta turistica, ma ad una rivitalizzazione dell’eredità culturale, una rigenerazione del preesistente e un rilancio delle opportunità lavorative di qualità. Il monito del turismo di massa, del resto, parla chiaro per molti: un luogo stravolto da un consumo mordi e fuggi non ha solo un drammatico impatto ambientale, ma mina sul lungo periodo il potenziale turistico a vantaggio di destinazioni, magari cosiddette “minori”, che abbiano saputo preservare il proprio carattere. E del resto, ci dice ancora la ricerca di Deloitte, la maggioranza degli italiani si dice favorevole a pagare un costo aggiuntivo del 5-10% - il 20% fino ad un 15-20% in più – per usufruire di servizi sviluppati secondo criteri di sostenibilità.
A proposito di turismo sostenibile, la Tavola Rotonda New Shapes of Hospitality, tenutasi durante l’ultimo Salone del Mobile.Milano, ha offerto ulteriori punti di riflessione condivisi da professionisti di settore. "La tendenza attuale vede gli hotel diventare sempre più intimi e raccolti, rispondendo ad un crescente desiderio di escapismo”, ha dichiarato Davide Angeli, Deputy Managing Director AMDL CIRCLE. “Oggi cerchiamo spazi di evasione, in cui ritrovare noi stessi, con una particolare attenzione agli spazi esterni, che si integrano con il paesaggio e la natura". È anche il naturale cambiamento demografico della clientela a spingere gli hotel al cambiamento. Racconta Andrea Obertello, General Manager Four Seasons Hotel Milano: “Soprattutto dopo il COVID, l’età della nostra clientela si è abbassata di dieci anni, e questo ci ha portato a riconsiderare come gli spazi vogliono essere utilizzati. In termini di design questa è una sfida perché non possiamo stravolgere la nostra brand identity, ma cerchiamo di andare incontro a quello che vogliono i millennial: uno spazio che crea connessioni con le comunità locali e che dimostra versatilità d’uso, senza essere relegato ad un singolo scopo”.
Strutture alberghiere recenti dimostrano come l’implementazione di queste buone pratiche possono andare di pari passo con l’attrattività. A Sorrento, l’attenzione al dormir sano diventa il fiore all’occhiello del boutique hotel Palazzo Martinelli: i letti, combinati al sistema Boutique Mast di Piero Lissoni per Porro, sono prodotti artigianalmente con materiali naturali, creando il perfetto microclima per un riposo ideale. Sempre a Sorrento, il restyling dell’Ara Maris, un edificio del 1947, ha trasformato questa destinazione cinque stelle in una nuova oasi sostenibile. Circondata dalla vegetazione autoctona, la struttura mantiene cubatura e colori originari ed integra in facciata alcuni pannelli fotovoltaici per la produzione di energia pulita. Gli interni, progettati da Molteni&C, fanno dialogare finiture in legno con colori del Mediterraneo e includono mobili dal catalogo dell’azienda, come quelli di Ignazio Gardella, Rodolfo Dordoni, e Vincent Van Duysen. In Versilia, il nuovo resort di lusso Villa Ala, dell’Augustus Hotel & Resort, armonizza una nuova villa alla riqualificazione di un edificio esistente, coniugando la rilettura degli stili del territorio, come il Liberty-Déco, con un progetto di comfort sofisticato e contemporaneo che include interni a firma di De.Tales insieme a pezzi di Desalto e Artemide. Il riuso dei materiali, infine, è la strategia che ha privilegiato AMDL Circle per il progetto di Le Case Del Prato, due nuove architetture in legno dell’Hotel Zirmerhof, in Sud Tirolo, progettate con Michele De Lucchi con gli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia nel 2018.
in www.salonemilano.it
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