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Street artists a Venezia, non c'è solo Banksy

 


Tutto parte dal "Bambino Migrante", l'opera dello street artist Banksy, tracciata a pelo d'acqua sul muro di un edificio sul rio di San Pantalon, apparsa d'incanto in un mattino dell'estate 2019 e subito diventata evento mediatico mondiale.

Fu infatti l'immediato clamore mediatico suscitato dal "Bambino Migrante" a far sospettare a Maria Botter che, mischiati tra innumerevoli scarabocchi, sui muri delle case veneziane si celassero anche autentiche opere d'arte, anche se di artisti meno celebri di Banksy.

Così Botter, editorial web veneziana, si è messa in marcia per le vie della città, fotografando tutto quello che vedeva disegnato sui muri delle case, coadiuvata dal figlio Simone e dalla collaboratrice editoriale Maria Cristina Bernardi, durante il periodo più buio della storia recente, il lockdown per il Covid.
Ne è uscita una vera e propria mappatura dei siti dove sono ancora visibili le opere di autentici urban artist, noti ai conoscitori di questa particolare forma espressiva, e che il trascorrere del tempo cancellerà, perché realizzate su carta e con pigmenti vegetali. La pioggia li laverà via, senza danno per l'ambiente. Questi i più famosi, che contattati da Maria Botter, hanno dato l'assenso a rivelare lo propria identità artistica: c'è il fiorentino Blub, che realizza piccole riproduzioni su carta di capolavori di arte classica, o scene iconiche di film immortali, raffigurate immerse nell'acqua, con i personaggi che indossano una maschera da sub, a significare che nei momenti di crisi dobbiamo galleggiare e imparare a nuotare: ecco così riprodotti Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nel bacio della Dolce Vita, e il Giuseppe Verdi del ritratto di Giuseppe Boldrini, altri oramai sono andati perduti. L'artista Ache 77 è anche lui fiorentino, crea maschere normografiche con la tecnica dello stencil, cioè vernice spruzzata attraverso mascherine, in questo caso su carta, che attirano, penetrano fino a smarrirlo lo sguardo dello spettatore. Dell' artista peruviana Bronik, che vive a Barcellona, è rimasta solamente una donnina blù, tipica della sua produzione: realizzata su carta con la tecnica stencil, è accucciata su un muro lungo il rio di San Giovanni Grisostomo, nel sestiere di Cannaregio.