(di Nicoletta Castagni)
Le suggestioni d'Italia nella formazione e nell'intero percorso creativo del grande architetto, pittore e scultore Le Corbusier riaprono il 18 ottobre la stagione autunnale di mostre del Maxxi. Esposte fotografie, disegni, acquarelli e dipinti realizzati dal maestro svizzero, naturalizzato francese, considerato il più influente rappresentante del Movimento Moderno e uno dei padri dell'urbanistica contemporanea.
L'importante rassegna, intitolata 'L'Italia di Le Corbusier' e curata da Marida Talamona, è stata organizzata da Maxxi Architettura in collaborazione con la Fondation Le Corbusier di Parigi. E anticipa di qualche settimana l'esposizione di Maxxi Arte 'The Refusal of Time' di William Kentridge, in prima italiana dopo Documenta 13 di Kassel, una vera e propria esplosione di musica, immagini, ombre cinesi. Due mostre di richiamo per il museo romano che, commissariato a maggio dal Mibac, continua a vivere un momento delicato. Proprio per settembre è prevista la presentazione del bilancio da parte del commissario Antonia Pasqua Recchia, il cui mandato è di quattro mesi. Intanto il Maxxi non chiude per ferie (sarà aperto tutto agosto, compreso il 15) e pensa alla sempre molto attesa rassegna di architettura, questa volta incentrata sul ruolo svolto dall'Italia nella formazione artistica e nella concezione architettonica di Le Corbusier. Il percorso espositivo si articolerà in quattro sezioni tematiche e cronologiche, a partire dai quattro viaggi compiuti nel Bel Paese tra il 1907 e il 1923, quando l'Italia è soprattutto un oggetto di studio per il giovane architetto affascinato dallo spirito costruttivo della civiltà romana.
A raccontare questa fase, materiali come l'orologio disegnato e realizzato per l'Esposizione Internazionale di Milano del 1906, gli acquerelli del viaggio in Toscana del 1907, i disegni architettonici di Pompei, Roma e Villa Adriana, Pisa e della Certosa di Ema (1911). Ecco quindi l'interesse per la pittura, gli scambi tra Purismo e Metafisica con opere di Carrà, Severini, Morandi, per poi proseguire con gli anni '30 che vedono un ulteriore intensificarsi dei rapporti tra Le Corbusier e gli architetti razionalisti italiani, nonche' con industriali di spicco da Agnelli e Olivetti e i tentativi di ottenere un incarico dal Duce. Esposte qui le sei tavole a colori con le quali l'architetto illustra a Milano le sue proposte urbanistiche, i disegni per Roma, Sabaudia e Pontinia inviati a Giuseppe Bottai e i fogli del piano per Addis Abeba. La mostra si conclude con il progetto per il Centro di Calcolo elettronico Olivetti a Rho e quello per l'Ospedale di Venezia (non realizzati), testimoniati da disegni e modelli originali in legno
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