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Festa del tartufo, la Sicilia scopre l'"oro nero"


 Sono entrate nel vivo a Sambuca di Sicilia (Agrigento) le iniziative del programma della "Festa del tartufo", manifestazione promossa dal comune "Borgo dei borghi" che, dopo il successo delle "Case ad un euro", adesso sta puntando anche su promozione e valorizzazione di un prodotto dell'eccellenza agroalimentare che nasce nei boschi circostanti. All'inaugurazione degli stand espositivi oggi hanno partecipato anche il prefetto di Agrigento Filippo Romano e diversi sindaci del comprensorio.  "Dal 2021 - dice il sindaco di Sambuca Giuseppe Cacioppo - facciamo parte dell'associazione 'Città del tartufo', e con questa sagra puntiamo a rendere il tartufo di Sambuca un'ulteriore opportunità per i nostri ristoratori, che potranno ampliare i propri menù e conquistando nuovi clienti tra quelli che fanno parte del turismo enogastronomico".

Una festa che si compone di convegni, degustazioni e show cooking. Domattina passeggiata in montagna con cani da tartufo al seguito e dimostrazioni di 'cavatura' del tartufo, così come si chiama tecnicamente la raccolta. "Attraverso la valorizzazione di questo prodotto - dice Antonella Barbadoro, direttrice dell'associazione nazionale "Città del tartufo" - anche le aree interne siciliane stanno conquistando un nuovo motivo identitario, in grado di attrarre il turismo sostenibile".

Dunque si sta affermando in Sicilia una autentica cultura del tartufo. E, proprio per assecondare questa tendenza, nel 2020 la Regione Siciliana ha approvato una legge (la numero 35) che contiene specificamente norme in materia di raccolta, coltivazione, commercio e tutela del consumo dei tartufi. Pochi giorni fa è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il regolamento che dà il via libera all'attuazione della legge.  

È il micologo Giuseppe Papia Destrino, incaricato dal dirigente regionale del dipartimento Agricoltura Dario Cartabellotta, che sta seguendo passo dopo passo lo sviluppo della tartuficoltura in Sicilia. Ne è scaturita anche una task force, che opera a Cianciana (altra zona dell'entroterra agrigentino particolarmente vocata alle produzioni tartufaie), che si sta occupando di individuare e mappare tutte le aree che possiedano caratteristiche pedoclimatiche ottimali per lo sviluppo del tartufo. "Al momento - dice Papia Destrino - in Sicilia ci sono già tra i 500 e i 700 'cavatori' di tartufo. Diverse aziende hanno iniziato a fare coltivazioni, altre hanno intenzione di iniziare. Questo accade anche perché, con il prossimo Psr, sono previsti specifici contributi comunitari volti proprio ad incentivare la tartuficoltura. Manifestazioni come quella di Sambuca - conclude - valorizzano la legge 35, che punta ad affermare un vero e proprio comparto economico del tartufo nella nostra regione. Trattandosi di un prodotto d'eccellenza, potrà essere in grado di sostenere il rilancio dell'agricoltura siciliana". (ANSA).