di Paolo Mori
ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) - In fila agli imbarchi. Il porticciolo di Porto Santo Stefano stamani è stato invaso. Fatto eccezionale per un sabato invernale. Ma il naufragio della Costa Concordia ha acceso in molti la curiosità morbosa che porta a visitare i luoghi delle tragedie. Così le biglietterie delle due compagnie che fanno servizio tra l'approdo dell'Argentario e il Giglio, Toremar e Maregiglio, hanno visto un via vai di turisti del dolore. In 1080 sono sbarcati al Giglio e tra questi non ci sono i soccorritori. Il sabato prima del naufragio erano stati 131. "Non avevo mai visto una cosa del genere in un mese invernale - dice Libero Schiaffino, uno dei responsabili del servizio biglietteria - abbiamo dovuto fare attenzione anche ad emettere i tagliandi perché non vorremmo che qualcuno rimanesse sull'isola perché non trova posto sui traghetti che li riportano a casa". Morbosità certa. Che porta ad approfittare dei collegamenti aumentati, come chiesto dall'Unità di crisi, per permettere ai soccorritori e ai loro mezzi di fare la spola tra il Giglio e Porto Santo Stefano. Non più cinque corse di andata-ritorno, ma sei.
Telefonate alla Pro loco per cercare case in affitto per trascorrere almeno una notte sull'isola che si è aperta per accogliere i naufraghi. C'é anche chi vuole affittare una barca per arrivare il più vicino possibile al relitto o fare un tour nei luoghi divenuti simbolo della tragedia: gli scogli delle Scole o punta Gabbianara dove la Concordia, la Disneyland del mare, si è arresa dopo essere stata ferita da uno scoglio per una manovra maldestra del suo capitano che ha fatto 12 morti e 24 dispersi. Tutti vogliono andare lì, a Giglio Porto, e sfiorare con lo sguardo quel relitto, seguire le manovre dei soccorritori, osservare come nasce un servizio televisivo, spiare come lavorano i cronisti. Tutti. Anche chi sull' isola può rimanere meno di 30 minuti. "Una coppia - dice Schiaffino - ha acquistato i biglietti di andata-ritorno per il traghetto delle 14.30 che riparte dal Giglio alle 16.
Considerando che il viaggio è di un'ora e che prima delle 16 cominciano le operazioni d'imbarco, sono rimasti sull'isola pochi minuti". E' la fotografia più cruda del turismo del dolore: bastano pochi attimi pur di avere una foto o poter dire di aver visto quel gigante del mare senza vita. 'Armati' di telecamerine e cellulari hanno scattato foto, fatto filmati. C'é stato chi ha posato con moglie o fidanzata avendo sullo sfondo la Concordia inabissata. A Giglio Porto hanno riaperto bar, ristoranti, alberghi. E non solo per servire giornalisti e soccorritori. L'appello del presidente della Provincia Leonardo Marras a non venire sull'isola a fare i turisti è stato disatteso. Ma domani i biglietti per raggiungere il Giglio saranno contingentanti: "Avremo sei corse di andata-ritorno anche domani, ma faremo solo un massimo di 450 ticket. Dobbiamo lasciare posti liberi agli isolani e ai soccorritori". Dodici morti, 24 dispersi, 1080 curiosi, 290 metri di acciaio appoggiati su una scogliera. Sono i numeri del turismo del dolore nel primo week-end dopo il naufragio.
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