A rischio 1,3 mln di posti di lavoro nel turismo, l’allarme di EBNT


Il 2019 era stato l’anno record per l’occupazione nel turimo, ma la pandemia ha fatto bruscamente invertire la rotta. Secondo il rapporto “Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo” redatto da Federalberghi e FIPE per conto dell’Ente Bilaterale Nazionale Turismo, solo ad agosto e solo per alberghi e ristoranti sono state autorizzate 44 milioni di ore di cassa integrazione, corrispondenti a 254mila mensilità a tempo pieno. Ancora più allarmante è quanto riportato nella relazione di accompagnamento al decreto agosto: da gennaio a maggio 2020 le assunzioni nei settori turismo e terme si sono ridotte dell’80% per i contratti di lavoro stagionale e del 60% per quelli a tempo determinato.Per i prossimi mesi, le previsioni non migliorano, infatti, da agosto a fine anno, il Governo stima una riduzione delle assunzioni nell’ordine del 70%.

Durante il lockdown pressoché tutte le aziende del settore hanno dovuto sospendere l’attività per quasi tre mesi per legge o sono state costrette a reinventarsi l’attività. Solo gli alberghi avevano la possibilità di rimanere aperti ma, non avendo ospiti, molti hanno dovuto chiudere. Da marzo a maggio 2019 la media mensile dei lavoratori dipendenti nel turismo è stata di 1.262.921 unità. Di queste il 59,8% aveva contratti a tempo indeterminato, e quindi tutelata dal blocco dei licenziamenti, ma il restante 40,2% erano lavoratori con contratto a termine o stagionali.

Chi ha visto scadere il proprio contratto difficilmente ha trovato altre occasioni d’impiego, specialmente all’interno del settore. Da qui un ulteriore elemento di preoccupazione: la dispersione di competenze e professionalità che rischia di impoverire il settore e compromettere le capacità di ripresa.

Sebbene gli italiani non abbiano rinunciato del tutto alla vacanza ed abbiano avuto modo di scoprire meglio i propri territori, preoccupa l’approssimarsi dell’autunno. Con la riapertura delle scuole, la stagione estiva è ufficialmente conclusa e il settore non può sostenere i costi di un intero anno con i proventi di appena tre mesi di lavoro. Senza contare poi che mancano all’appello i turisti stranieri, cioè il segmento di mercato a maggior valore aggiunto in termini di spesa.

Dall’esame dettagliato della situazione occupazionale del 2019, fotografata dal XII rapporto “Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo” redatto da Federalberghi e FIPE per conto dell’Ente Bilaterale Nazionale Turismo, si possono comprendere le enormi ricadute che l’emergenza Covid ha avuto e avrà.

Nel 2019 gli occupati dipendenti nel settore turistico sono stati nella media dell’anno 1.300.512, con un aumento rispetto al 2018 del 4,7%. In particolare, si trattava di donne (52,6% sul totale) e i giovani (il 60,1% ha meno di 40 anni).

Il numero delle aziende turistiche con lavoratori dipendenti è pari a 200.388 (media annua), di queste 27.365 appartengono al comparto ricettivo, 166.723 ai pubblici esercizi, 5.852 all’intermediazione, 252 al comparto termale e 196 ai parchi di divertimento.

L’organico nel settore turismo è in media pari a 6,5 lavoratori dipendenti per azienda. In particolare, nel comparto ricettivo hanno lavorato 9,7 dipendenti per azienda e in quello dei pubblici esercizi 5,9 dipendenti per azienda. Nell’intermediazione, invece, i dipendenti per azienda sono stati 5,5, mentre nel comparto termale e nei parchi di divertimento sono stati rispettivamente 29,9 e 7,5.

Nelle aziende del settore i lavoratori dipendenti assunti come dirigenti ammontano a 790 unità (media annua), di cui nel comparto ricettivo se ne sono registrati in media 282, nei pubblici esercizi 339, nell’intermediazione 123, nel termale 32 e nei parchi di divertimento 15.

Sono stati 5.064 gli occupati inseriti nel turismo in qualità di quadri. Nei servizi ricettivi ne risultano 2.209 (media annua), nei pubblici esercizi 1.921, nell’intermediazione 846, nel termale 76 e nei parchi di divertimento 13.

I lavoratori registrati in questa categoria professionale sono risultati 125.799 di cui 53.561 unità hanno lavorato nel comparto ricettivo, 42.940 nei pubblici esercizi, 25.959 nell’intermediazione, 3.084 nel termale e 255 nei parchi di divertimento.

Nel turismo hanno lavorato mediamente 1.067.948 operai, di cui 200.486 appartengono al comparto ricettivo, 858.883 ai pubblici esercizi, 3.199 sono occupati nell’intermediazione, 4.299 nel termale e 1.081 nei parchi di divertimento. Nella qualifica di operai confluiscono la stragrande maggioranza delle figure professionali del settore fatta di cuochi, personale di sala, addetti ai piani e facchini.

Il numero degli apprendisti operanti nel turismo risulta pari a 100.752 unità. Nel ricettivo si registrano 12.944 apprendisti, nei pubblici esercizi 85.201, nell’intermediazione 2.313, nel termale 83 e nei parchi di divertimento 211.

I lavoratori assunti a tempo indeterminato nel 2019 sono stati 754.891 (il 58,0% del totale), il maggior numero, 614.537 unità, lavora nei pubblici esercizi, 107.812 nel comparto ricettivo, 26.875 nell’intermediazione, 5.114 nel termale e 553 nei parchi di divertimento.

I contratti a tempo determinato sono stati 360.621, di cui 54.195 sono propri del comparto ricettivo, 301.210 dei pubblici esercizi, 3.866 dell’intermediazione, 966 del termale e 385 dei parchi di divertimento.

Gli stagionali sono stati nel 2019 185.000, di cui 107.523 inseriti nel comparto ricettivo, 73.608 nei pubblici esercizi, 1.739 nell’intermediazione, 1.494 nel termale e 637 nei parchi di divertimento.

I lavoratori assunti con contratto intermittente sono stati in tutto 143.159, di cui 17.811 unità impiegati nel comparto ricettivo, 124.452 nei pubblici esercizi, 488 nell’intermediazione, 222 nel termale e 186 nei parchi di divertimento.

Sono stati 698.161 i lavoratori part-time occupati nelle imprese del turismo nel corso del 2019. Di questi 593.708 sono registrati come operai e 44.915 come impiegati. Nel ricettivo i lavoratori a tempo parziale sono stati 75.805, di cui 58.489 inquadrati come operai e 13.426 come impiegati. Nei pubblici esercizi gli occupati part-time sono stati 607.980, di cui 532.091 operai e 21.175 impiegati. Nell’intermediazione sono risultati in media 11.847 lavoratori a tempo parziale, di cui 1.477 operai e 9.563 impiegati. Nel termale i part-time sono stati in media d’anno 1.819, di cui 1.135 operai e 651 impiegati. Nei parchi di divertimento, infine, i lavoratori part-time sono stati 710, di cui 516 operai e 100 impiegati.

L’età media dei lavoratori del settore turismo è di 37 anni. In particolare, nel ricettivo essa è pari a 40 anni, nei pubblici esercizi a 36, nell’intermediazione è pari a 40 anni, nel termale a 46 e nei parchi di divertimento a 33.

Nel turismo il numero delle lavoratrici supera quello dei lavoratori: 684.206 donne contro 616.306 uomini, con una percentuale pari al 52,6%. Nel ricettivo è donna il 54,2% delle persone occupate (145.970 lavoratrici in tutto) mentre nei pubblici esercizi il 51,5% (509.293 donne).

Nell’intermediazione la percentuale di lavoro femminile tocca il 72,5% (23.554 donne). Nel termale la percentuale delle donne occupate è pari al 61,6% (4.662 donne) mentre nei parchi di divertimento è del 46,1% (726 donne).

Nel settore turismo nel 2019 hanno lavorato in media 324.775 lavoratori stranieri (pari al 25,0% dell’occupazione dipendente complessiva).

Il picco massimo di occupazione è stato registrato nei mesi estivi ed in particolare a luglio, con 1.523.184 lavoratori occupati, e ad agosto con 1.515.418 unità. Il numero più basso di lavoratori, invece, si è concentrato nei mesi invernali con 1.084.348 occupati a febbraio e 1.105.735 a gennaio (cfr. tabella 1).

La Lombardia è la regione con più lavoratori dipendenti nel turismo con 234.795 unità. La seconda regione è l’Emilia-Romagna con 132.770 lavoratori, terzo il Lazio con 128.834. Seguono, il Veneto che occupa 128.400 lavoratori dipendenti e la Toscana che ne registra 95.833.

La provincia con più occupati nel turismo è quella di Milano con 111.708 lavoratori su un totale di 1.300.512 dipendenti. Al secondo posto si è classificata la provincia di Roma con 106.118 dipendenti. Terza la provincia di Napoli con 49.159 lavoratori nel turismo. Quarta la provincia di Venezia che ha registrato 37.332 dipendenti e quinta la provincia di Bolzano con 36.264 dipendenti.

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Alla Reggia di Caserta eventi fino a Natale

 

REGGIA CASERTA -  Tre martedì di apertura straordinaria a dicembre per venire incontro alle sollecitazioni del territorio, visite serali e tante iniziative rivolte a tutte le fasce e categorie di visitatori, bambini compresi. E' il calendario delle iniziative previste per i prossimi tre mesi dal Piano di valorizzazione della Reggia di Caserta; un calendario presentato questa mattina in una conferenza stampa tenuta online alla presenza del direttore Tiziana Maffei. Il programma ha come principio ispiratore l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei Paesi membri dell'ONU. A seguito dell'emergenza Covid 19, la Direzione ha scelto di procedere con cautela nell'organizzazione delle diverse attività. Per questo i dettagli di tutte le iniziative (orari, contingentamento e modalità di accesso) saranno oggetto di valutazione di volta in volta in relazione alle necessarie misure anti contagio. L'accesso alle varie iniziative non sarà gratuito e prevede in quasi tutti i casi la prenotazione online.
    Si parte il 5 ottobre con l'iniziativa "Coltiviamo il Museo! Horticultura", con protagonisti i bambini, per i quali saranno approntati laboratori didattici. Il 14 novembre ci sarà la Notte dei Musei, con l'apertura serale degli Appartamenti Reali, visite accompagnate e focus tematici. Il 23 novembre è in programma l'iniziativa sui 40 dal terremoto dell'Irpinia; prevista l'apertura serale degli Appartamenti e l'esposizione lungo i corridoi di alcune opere della collezione Terrae Motus.
    Il 27e 28 novembre torna la "Notte europea dei ricercatori", con l'apertura serale degli appartamenti, e il workshop nel Cannocchiale. Ed infine ecco i tre martedì di dicembre in cui la Reggia aprirà, facendo eccezione alla regola storica che vuole che il martedì sia giorno di chiusura del museo: si tratta dell'8, del 22 e del 29 dicembre. Confermato lo stop invece, causa Covid, alle iniziative delle domeniche gratuite al museo; una decisione presa dal Ministero. (ANSA).

Viaggio sensoriale nella vita di Frida Kahlo 'Il caos dentro' a Milano esplora dimensione artistica e umana

 

MILANO  Apre il 10 ottobre a Milano negli spazi della Fabbrica del Vapore la mostra "Frida Kahlo - Il caos dentro", un percorso sensoriale altamente tecnologico che immerge il visitatore nella vita della grande artista messicana, esplorandone la dimensione artistica, umana, spirituale.
    Prodotta da Navigare con il Comune di Milano, con la collaborazione tra gli altri del Consolato del Messico di Milano e della Camera di Commercio Italiana in Messico, la mostra è curata da Antonio Arévalo, Alejandra Matiz, Milagros Ancheita e Maria Rosso e rappresenta una occasione unica per entrare negli ambienti dove la pittrice visse, per capire, attraverso i suoi scritti e la riproduzione delle sue opere, la sua poetica e il fondamentale rapporto con Diego Rivera, per vivere, attraverso i suoi abiti e i suoi oggetti, la sua quotidianità e gli elementi della cultura popolare tanto cari all'artista.
    La mostra, dopo una sezione multimediale con immagini animate e una cronistoria raccontata attraverso le date che hanno segnato le vicende personali e artistiche della pittrice, entra nel vivo con la riproduzione minuziosa dei tre ambienti più vissuti da Frida a Casa Azul, la celebre magione messicana costruita in stile francese da Guillermo Kahlo nel 1904 e meta di turisti e appassionati da tutto il mondo: la camera da letto, lo studio realizzato nel 1946 al secondo piano e il giardino.
    Segue la sezione "I colori dell'anima", curata da Alejandra Matiz, direttrice della Fondazione Leo Matiz di Bogotà, con i ritratti fotografici di Frida realizzati dal celebre fotografo colombiano Leonet Matiz Espinoza (1917-1988). Al piano superiore, una sezione dedicata a Diego Rivera: qui troviamo proiettate le lettere più evocative che Frida scrisse al marito.
    Nella sezione 'Frida e il suo Doppio' sono esposte le riproduzioni in formato modlight di quindici tra i più conosciuti autoritratti che Frida realizzò. Il modlight è una particolare forma di retroilluminazione omogenea, in cui ogni dipinto, precedentemente digitalizzato, viene riprodotto su uno speciale film mantenendo inalterate le dimensioni originali.
    (ANSA).

Riapre il Guggenheim e riparte dal Murale di Pollock

 

GUGGENHEIM  NEW YORK - Dopo la chiusura forzata per la pandemia di Covid-19 il Guggenheim di New York riapre il 3 ottobre e riparte esponendo l'opera più monumentale di Pollock.
    'Away from the Easel: Jackson Pollock's Mural' (Via dal cavalletto: il Murale di Jackson Pollock) è appunto dedicata principalmente al primo dipinto monumentale del pittore americano (1912-1956) ma comprende altre tre opere minori. E' la prima volta in 20 anni che l'opera viene esposta a New York così come è la prima volta che arriva al Guggenheim. Il Murale fu commissionato da Peggy Guggenheim per la sua casa di Manhattan nell'estate del 1943 e fu completato nello stesso anno. Largo quasi sette metri e altro circa due metri e mezzo, l'opera è il dipinto su tela più grande di Pollock e rappresenta una svolta nella sua carriera artistica. "Peggy Guggenheim vide qualcosa in lui - ha spiegato all'ANSA la curatrice della mostra Megan M. Fontanella - e nel commissionare l'opera gli diede carta bianca, gli indicò solo le misure della parete della sua casa. Pollock non solo ebbe la possibilità di esprimere se stesso ma anche di sperimentare sulla tela. Inoltre grazie al sostegno della Guggenheim, l'artista riuscì a fare il pittore a tempo pieno perché gli fu dato uno stupendo mensile.
    Dopo il Murale ebbe anche la sua prima mostra al Guggenheim lo stesso anno".
    Oltre a Pollock in mostra anche 'Knotted, Torn, Scattered: Sculpture after Abstract Expressionism', con la quale si esplorano i diversi modi in cui alcuni artisti degli anni '60 e '70 risposero ai risultati degli esponenti dell'Espressionismo astratto per formulare strategie uniche della pratica scultorea.
    (ANSA).

Tra '900 e XXI secolo le mostre del weekend

 

Il prossimo sarà un weekend che si muove tra le inquietudini del Secolo Breve e quelle del mondo contemporaneo, con tanti e diversi appuntamenti con artisti italiani e internazionali.
    BERGAMO - Due le mostre in programma dal 1 ottobre al 14 febbraio negli spazi della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo - GaMec: la prima, intitolata "Ti Bergamo - Una comunità", a cura di Lorenzo Giusti e Valentina Gervasoni, è una raccolta di testimonianze tra opere d'arte, immagini fotografiche, filmati, gesti e pensieri di autori che hanno raccontato Bergamo nei momenti più difficili dell'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus; il progetto "In The Forest, Even The Air Breathes" del curatore indiano Abhijan Toto, presenta invece i lavori di sette artisti internazionali (Khvay Samnang, Soe Yu Nwe, Sung Tieu, Karl Castro, Robert Zhao Renhui, Joydeb Roaja, Nguyen Trinh Thi), per immaginare nuove forme di politica e pedagogia che rendano più intimo il rapporto dell'uomo con le terre che abita.
    ROMA - "Un mondo fluttuante. Opere su carta di Anna Onesti" è la mostra in programma alla Casina delle Civette, Musei di Villa Torlonia, dal 3 ottobre al 10 gennaio. Nel percorso otto arazzi e otto aquiloni tutti realizzati su carta washi, "carta giapponese", utilizzando tecniche decorative ispirate alla tintura tradizionale dei tessuti e apprese nei periodi di studio trascorsi dall'artista in Giappone, come l'itajimezome, lo shiborizome e il katazome. Fino al 13 dicembre la mostra "Radici", di Benedetto Pietromarchi, curata da Paolo Falcone al Museo Bilotti: inaugurata lo scorso 15 settembre nell'ambito della rassegna "Back to nature", l'esposizione presenta tre grandi installazioni ambientali, realizzate con le radici divelte di alberi (una di cipresso, presa proprio da Villa Borghese) su cui l'artista ha lavorato, intervenendo con materiali come la ceramica, il bronzo e il ferro. Dal 2 al 10 ottobre il Maxxi presenta "Alberto Boatto. Lo sguardo dal di fuori", un focus (a cura di Stefano Chiodi) sull'attività intellettuale di uno dei più importanti critici d'arte del '900, con materiale proveniente dal suo archivio personale. Ancora al Maxxi, dal 2 ottobre al 1 novembre "Omaggio a Claudia Gian Ferrari", a cura di Anne Palopoli: in occasione del decennale dalla scomparsa della studiosa, gallerista e collezionista il museo romano le dedica una sala con opere, oggetti, sculture e video appartenenti alla sua collezione privata. Alla Fondazione Baruchello dal 30 settembre al 19 dicembre la collettiva "Prove Di R(i)esistenza", a cura di Ilaria Conti: Laura Cionci, Danilo Correale, Retake, Salvatore Iaconesi e Oriana Persico sono gli artisti coinvolti nella mostra, che offriranno, ognuno attraverso il proprio linguaggio artistico, le riflessioni e le inquietudini nate in seguito alla pandemia. PARMA - Un cielo di 200mila fiori che dialogano con la pittura: è la prima personale italiana dell'artista britannica Rebecca Louise Law, allestita all'Oratorio di San Tiburzio dal 2 ottobre al 19 dicembre nell'ambito del progetto Pharmacopea del Gruppo Chiesi e Davines. L'installazione è costituita da una cascata naturale in costante e organico mutamento, composta dalla coabitazione di 200mila fiori, dall'Achillea millefolium al Tortum.
    NAPOLI - Si intitola "Deep trance" la personale di Camillo Ripaldi che aprirà il 3 e 4 ottobre alla Nina Gallery Open Space, nell'ambito della seconda edizione di Open House. A cura di Marina Guida, la mostra (visitabile fino al 30 novembre) presenta al pubblico una grande installazione a parete e una decina tra dittici e trittici di fotografie digitali di medie dimensioni, dalle quali emerge - tra alchimie e sinestesie - un'approfondita indagine degli archetipi e dei loro rapporti. A Palazzo Scarpetta, sede della Fondazione Eduardo De Filippo, "Il Sindaco del Rione Sanità", fino al 4 dicembre e a cura di Francesco Tenaglia: la mostra, ispirata all'omonima opera teatrale di De Filippo, riunisce i lavori degli artisti Piero Golia, Marco Pio Mucci e Matteo Pomati che presentano un corpus di 26 tavole disegnate in cui le autorialità si intrecciano, sino a confondersi. 

ACCOGLIENZA Turismo: Ass. Ospitalità religiosa italiana, il 10 e l’11 ottobre al via gli “open weekend”

 “Il 10 e l’11 ottobre decine di case dell’ospitalità religiosa in Italia aprono le porte ai loro ospiti con uno sconto del 30% per incentivare la conoscenza della loro accoglienza e il loro modo di interpretare la familiarità di un servizio messo a disposizione di tutti”. Lo annuncia un comunicato dell’Associazione Ospitalità religiosa italiana. “Sarà possibile soggiornare in tanti luoghi del nostro Paese e toccare con mano l’esperienza di un fine settimana diverso, immergendosi in un clima di convivialità”, spiega il presidente Fabio Rocchi.

La mappa delle strutture disponibili e le modalità di prenotazione sono indicate sul sito ospitalitareligiosa.it alla voce “offerte speciali”. Nel primo weekend dell’iniziativa vengono messi a disposizione circa 3.500 posti letto. Gli ospiti potranno liberamente scegliere tra l’approfondire la conoscenza delle comunità ospitanti o visitare le bellezze dei luoghi in cui le strutture si trovano. Gli altri weekend in cui sarà promossa l’iniziativa sono 7-8 novembre e 12-13 dicembre 2020, 9-10 gennaio, 13-14 febbraio e 13-14 marzo 2021.
“Gli introiti di queste attività di ospitalità sono in gran parte destinati a sostenere le attività caritatevoli di ordini, diocesi e associazioni che si occupano dell’assistenza dei più bisognosi in Italia e nel mondo”, ricorda Rocchi.
Realizzata dall’Associazione Ospitalità religiosa italiana, con il patrocinio dell’Ufficio nazionale Cei per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport, l’iniziativa vede la collaborazione di importanti realtà del mondo religioso e laico, come il Cits (Centro italiano turismo sociale), il Ctg (Centro turistico giovanile) e il Cnec (Centro nazionale economi di comunità).

Celebrando Porta Pia, lo zuavo e i bersaglieri

 

La statua di un ufficiale zuavo francese morente e i dipinti che ritraggono i bersaglieri.
    Soldati e ufficiali che avevano combattuto insieme in guerra di Crimea e nelle battaglie del 1859 ma che nello scontro di Porta Pia del 1870 si erano trovati su fronti contrapposti, in difesa del Papa e per unire l' Italia.
    E' un tuffo in un momento cruciale della storia di Roma e dell'intera nazione la mostra 'Lo zuavo e i Bersaglieri' fino al 20 ottobre nella galleria romana Apolloni, in via Margutta, inaugurata proprio nel giorno in cui sono stati commemorati i 150 anni della storica 'Breccia'. Quel militare 'papalino', scolpito a grandezza naturale nel marmo bianco, è il capitano Augustin Latimier Du Clésieux (Saint-Brieuc, Bretagna, 1844-1871), zuavo a Roma e poi volontario nella guerra franco-prussiana, ferito mortalmente nella battaglia dell'altipiano di Auvours l'11 gennaio 1871 e morto il 26 febbraio seguente a casa propria, in Bretagna, a 27 anni.
    A renderlo con realismo e cura dei dettagli straordinaria fu Victor Edmond Leharivel Durocher (1816-1878), scultore ufficiale che nel Secondo Impero collaborò con l'architetto Louis Visconti - figlio dell'archeologo romano Ennio Quirino - ad ornare l'ingrandimento del Louvre voluto da Napoleone III. Augustin era l'unico figlio di una famiglia bretone molto ricca e bene in vista. La madre, la contessa Du Clésieux, ordinò all'artista la scultura, firmata e datata 1873, che fu posta sopra la tomba del defunto nella cripta di una cappella dedicata a S.Agostinoa Saint-Brieuc. Distrutta la cappella nel 1971 per fare posto ad un parcheggio, la scultura è andata all'asta a Brest quattro anni fa. A comprarla, a un 'prezzo 'stracciato', l'antiquario romano Marco Fabio Apolloni ''proprio perché il giovane e nobile zuavo, già venuto a difendere papa Mastai contro 'L'Anticristo' Garibaldi, tornasse a Roma per trovarvi, si spera, una pace definitiva''. L'ufficiale è rappresentato semisdraiato su una chaise-longue, nell'uniforme tipica che traeva origine dall'abbigliamento dei guerrieri algerini che i francesi combatterono nel 1830, e che fu reso famoso dalle seguenti campagne militari in Crimea e in Italia durante la Seconda Guerra d'Indipendenza.
    Accanto alla scultura, i colori squillanti che il pittore napoletano Michele Cammarano (1835-1920), testimone oculare dell'entrata degli italiani a Roma, ha sparso in battaglia su una tela alta più di tre metri. Dell' artista è famosissimo il quadro 'ufficiale' del 1871 che raffigura i Bersaglieri a passo di carica, lungo più di quattro metri, conservato al Museo di Capodimonte. Quello in mostra a Roma è stato dipinto un anno prima, subito dopo la Presa di Porta Pia, mostrata in tutt'altro modo, più veritiero. I Bersaglieri, spiega Apolloni, si arrampicano concitati sul terrapieno formato dai detriti delle mura bombardate, confusi nel fumo dell'artiglieria. Le fisionomie sono stravolte, le uniformi strapazzate e coperte di polvere. Un trombettiere è a terra morto, un maggiore guarda negli occhi l' osservatore e sembra spronarlo a partecipare all'attacco. Diverso è il quadretto del fiammingo Carel Max Quaedvlieg (Valkenburg 1823 - Roma 1874), che inquadra le Mura e la breccia formicolante di Bersaglieri, con la morte del comandante Giacomo Pagliari sull'avanscena, e gli zuavi che sparano sullo sfondo di questa visione teatrale della Breccia.
    Vissuto a Roma per ventun anni e noto per i suoi paesaggi della campagna romana con butteri e contadini, l' autore con questo dipinto di Porta Pia firma un un documento storico figurativo di grande valore, acquistato da Apolloni alla fine degli anni ottanta in un asta che lo impegnò con un misterioso concorrente al telefono che poi si scoprì essere Bettino Craxi, grande appassionato di memorie garibaldine e risorgimentali. In esposizione , infine, c' è il bozzetto in scultura di Publio Morbiducci (Roma, 1889-1963) per il monumento al Bersagliere inaugurato alla presenza del Re d' Italia e di Benito Mussolini davanti a Porta Pia nel 1932. (ANSA).

Neandertal in terre più Ovest Europa prima di quanto creduto

 

 L'uomo moderno ha raggiunto la parte più occidentale dell'Europa tra 41.000 e 38.000 anni fa, circa 5.000 anni prima di quanto si era creduto fino ad oggi. La scoperta è stata riportata sulla rivista Pnas e deriva dall'analisi di reperti e di strumenti in pietra rinvenuti in una grotta chiamata Lapa do Picareiro, che si trova nel Portogallo centrale, vicino alla costa atlantica. In particolare, a determinare l'età delle prime occupazioni dell'uomo moderno e dei Neandertaliani nella grotta di Lapa do Picareiro è stata la professoressa Sahra Talamo dell'Università di Bologna.
    Gli strumenti rinvenuti in Portogallo, spiega una nota dell'Alma Mater emiliana, "collegano il sito di Lapa do Picareiro con reperti simili emersi in tutta l'Eurasia e indicano quindi una rapida dispersione dell'Homo Sapiens verso ovest, avvenuta nel giro di poche migliaia di anni dalla sua prima apparizione nell'Europa sudorientale. Non solo: questa scoperta documenta la presenza dell'uomo moderno nell'Europa occidentale in un'epoca in cui gli uomini di Neandertal erano forse ancora presenti nella regione".
    Nel dettaglio, utilizzando tecniche di analisi all'avanguardia, la studiosa bolognese "è riuscita a datare una serie di campioni di ossa animali che mostrano segni di macellazione e di rottura intenzionale per estrarre il midollo osseo, un alimento molto apprezzato e nutriente consumato dagli antichi. I risultati della datazione collocano l'arrivo dell'uomo moderno tra 41.000 e 38.000 anni fa, mentre l'ultima occupazione Neandertaliana del sito ha avuto luogo tra 45.000 e 42.000 anni fa" La grotta di Lapa do Picareiro è stata oggetto di scavi archeologici per 25 anni e ha prodotto tracce di occupazioni umane che coprono un periodo di 50.000 anni. Un team di ricerca internazionale - che sta attualmente indagando sull'arrivo dell'uomo moderno e sull'estinzione dei Neandertaliani nella regione - ha scoperto ricchi giacimenti archeologici che includono strumenti in pietra in associazione con migliaia di ossa di animali provenienti da attività di caccia, macelleria e cucina.

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Foto e manifesti, vacanze italiane in mostra online. L'esposizione curata dall'Enit e presentata da Alberto Angela

 

(di Cinzia Conti) (ANSA) - ROMA, 29 SET - Il sorriso travolgente di una bambina circondata da un albero carico di frutti dorati dal sole. Le ragazze sedute sugli scogli che guardano un mare che non eguali al mondo. E poi i tanti meravigliosi manifesti storici di Dudovich, Cambellotti, Boccasile che invitavano i viaggiatori a fare Vacanze italiane. L'Agenzia Nazionale del Turismo svela virtualmente il proprio archivio storico con migliaia di ritrovamenti in un'esposizione globale totalmente digitale e anche in inglese intitolata "Enit e l'Italia. Una gran bella storia". Ad aprirla Alberto Angela che ricorda come "l'Italia abbia la maggiore biodiversità culturale presente sul Pianeta, 3 mila anni di civiltà ininterrotti, cosa che gli altri Paesi non hanno. Ed è nostro dovere conservare questo patrimonio affinché arrivi integro alle generazioni future, ancora non nate e che potranno sentirsi stimolate da questi collegamenti storici".
    "La forgia dell'ospitalità italiana passa da Enit. Il turismo oggi muove l'economia ed è un'attività scientifica, settorializzata e segmentata, diventando un prodotto che coinvolge non solo fattori materiali, tangibili (trasporti, ristoranti, ecc.), ma che comprende e valorizza anche fattori immateriali, come le tradizioni, la cultura locale, il senso di appartenenza, le emozioni" aggiunge il presidente Enit Giorgio Palmucci.
    A ricordare l'importanza di Enit tutte le ambasciate italiane all'estero intervenute per la presentazione del lancio della mostra dell'Agenzia Nazionale del Turismo. "Il ruolo di Enit - dice l'ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano - emerge anche all'interno della Federazione Russa. L'Agenzia è presente con un ufficio di rappresentanza fino dal 1997 poco dopo il Crollo dell'Unione Sovietica. E ha sempre compreso le potenzialità di una popolazione di 150 milioni di abitanti tutti appassionati a quanto l'Italia può offrire. E grazie all'intensa attività Enit, che fa leva sul tradizionale amore che lega le nostre culture, è riuscita a far diventare la Penisola una delle prime tre nazioni preferite dai viaggiatori russi". "Già nel 1921 Enit aveva intuito la possibilità di influenzare i flussi turistici dall'estero attraverso campagne. Una strategia vincente e lo è ancora" sostiene l'ambasciatrice italiana in Francia Teresa Castaldo.
    "Enit rimise in circolo la cultura: per l'ente lavorarono grafici e pittori di fama diversa e provenienti da ambienti diversi" spiega la direttrice Marketing Enit Maria Elena Rossi.
    Fa i numeri del turismo il direttore Enit Giovanni Bastianelli: "L'industria dell'accoglienza segue una linea tendenziale ascendente: in 100 anni il movimento turistico è esploso da 900 mila visitatori nel 1911 a quasi 64 milioni di arrivi odierni.
    L'apporto al sistema economico dal 1924 ad oggi è passato da 2 miliardi e mezzo di lire a quasi 42 miliardi di euro".
    La mostra è un unicum perché è il risultato di un progetto di innovazione digitale dove un archivio storico dialoga direttamente con una piattaforma 3D. Ci si potrà muovere a 360 gradi e lanciare approfondimenti in audio guida e utilizzare materiali multimediali. Tra le opere anche i manifesti storici e le foto con estratti dei lavori documentaristici cinematografici commissionati da Enit al celebre regista italiano Luciano Emmer, che raccontavano le bellezze dell'Italia attraverso lo storytelling dei sentimenti. E poi le campagne pubblicitarie firmate dai migliori designer degli anni '30-'40-'50. La mostra è visibile sulla piattaforma www.mostrevirtuali.enit.it.
    L'evento celebra anche l'ente più antico d'Italia con il ruolo fondamentale svolto in oltre cento anni di storia di promozione turistica. L'Enit ha avviato inoltre la digitalizzazione di oltre 30 mila reperti ad oggi, su un patrimonio di 100 mila ritrovamenti di inestimabile valore storico e artistico, una parte di quali sono contenuti nel libro "Promuovere la Bellezza" il libro-evento con cui Enit ha festeggiato i 100 anni e curato dal ricercatore Manuel Barrese. 

La magia di Stromboli, con le guide sul vulcano fino a 400 metri

 

 La sabbia nera, il mare che incanta, l'odore di fiori che non ti lascia mai e ti entra nella testa, le 3 piccole chiese, la gente verace del posto (dalle signore che vendono i capperi appena raccolti ai pochi ma gagliardi pescatori locali). E poi il ricordo di una delle storie d'amore più intense e chiacchierate di sempre (quella tra Ingrid Bergman e Roberto Rossellini) mentre si sorseggia un bicchiere di vino al bar ritrovo dedicato alla grande attrice svedese appunto. Basterebbe questo per innamorarsi definitivamente di Stromboli ma non è finita. Alle spalle maestoso e per niente  silenzioso c'è Iddu, il grande e affascinante vulcano star delle notti ma degno del rispetto e dell'attenzione di tutti. Perché Stromboli è vivo e scatenato e ti rimane nel cuore per sempre se visitato in siurezza ma può fare paura e davvero male se si fanno sciocchezze.

Per questo nasce il Centro Coordinamento per dare il via alle escursioni fino a quota 400 metri e favorire immediate attività di soccorso in caso di rischio. Con una nuova ordinanza, il sindaco di Lipari autorizza le Guide Alpine e Vulcanologiche siciliane ad accompagnare i visitatori alla scoperta di uno dei vulcani più affascinanti del mondo e a gestire temporaneamente il flusso degli escursionisti. Oltre i 290 metri, infatti, sarà tassativamente vietato muoversi in libertà, lungo sentieri non privi di pericolo che solo chi è qualificato è in grado di percorrere in sicurezza.

I professionisti della montagna ai quali l’affascinante compito è affidato saranno proprio questi esperti di settore, inquadrati in un Ordine professionale di cui il Collegio Regionale Guide Alpine e Vulcanologiche della Trinacria è l’organo di autogoverno e disciplina. Sono stati mesi difficili quelli appena trascorsi, prima a causa dell’eruzione dell’estate 2019 e poi per via della pandemia da Covid-19, ma ora è tempo di guardare al futuro con fiducia come afferma il presidente, Cesare Bianchi: "Sono molto soddisfatto per la riapertura, seppure parziale, delle escursioni sul vulcano Stromboli. Per le nostre guide alpine e vulcanologiche è una boccata d’ossigeno dopo due stagioni estive in cui non abbiamo potuto lavorare a causa della chiusura conseguente agli eventi vulcanici del luglio e dell’agosto 2019. Il Collegio Regionale Guide Alpine e Vulcanologiche della Sicilia si schiera al fianco del Sindaco di Lipari facendosi garante del pieno rispetto delle indicazioni contenute nell’Ordinanza e conferma tutti gli impegni già presi nella “Regolamentazione per l’accompagnamento nell’area sommitale e nelle aree attive del vulcano Stromboli" con particolare riferimento alla gestione del Centro Coordinamento Escursioni, alla realizzazione della rete di comunicazione radio con copertura totale di Stromboli e alla collaborazione al fine di realizzare la rete di soccorso".

I visitatori escursionisti, dunque, potranno al momento superare la quota di 290 metri solo se da loro accompagnati sul tratto dei sentieri di "Punta Labronzo" e nel versante di Ginostra sul sentiero di Punta Corvi a partire da quota 130 e sino a quota 400 metri s.l.m, con un massimo di 20 persone, dalle ore 11 alle ore 24.

Dopo l’ordinanza, servono informazioni adeguate e una corretta segnaletica. "L’ordinanza è sicuramente un buon punto di partenza soprattutto per la programmazione del 2021, ma servono immediati interventi per risistemare i sentieri, per creare piazzole per l’osservazione dell’attività e, soprattutto, è urgente una corretta informazione per i visitatori. – ribadisce Mario Pruiti, Delegato delle Guide Alpine e Vulcanologiche a Stromboli - Noi lavoriamo con il 90% di turismo straniero, se manca una segnaletica chiara e precisa, rischiamo di vedere escursionisti sulla zona sommitale ignari del pericolo. La pandemia non ha aiutato e ha di fatto fermato i lavori della Forestale; adesso, dobbiamo fare tesoro degli insegnamenti passati e ricordarci che siamo di fronte a un vulcano esplosivo e il pericolo maggiore, in questi casi, sono gli incendi che si generano". 

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