Andar per birra, Oktoberfest da Monaco a Roma Le sei sorelle della festa popolare più grande al mondo e i tanti festival dedicati alla bionda

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 L’Oktoberfest, la festa popolare più grande al mondo che ogni anno ospita oltre 7 milioni di visitatori e che fino al 7 ottobre riempie le strade di Monaco è alla sua 185/ma edizione. Ma da qualche anno la festa 'fermenta' in tanti altri luoghi, sull'onda della passione per la birra, un mondo ricco di declinazioni - frumento o d'Abbazia? Lager a bassa fermentazione o scura? - che vede in Italia anche l'affermazione dei micro birrifici artigianali. 
A Monaco lo sapevate che la festa è aperta solo a sei produttori? Le celebri Sei Sorelle che storicamente erano ammesse alla corte del Regno di Baviera.  Questi sei produttori ormai appartengono tutti al mondo della birra industriale. Tutti tranne uno, l'Augustiner, capace di mantenere la sua indipendenza fino a oggi. Eccoli (dal blogzine Cronache di Birra)
Augustiner è il più antico birrificio di Monaco: cominciò a operare nel 1328 all’interno di un monastero dell’ordine di Sant’Agostino
Hofbrauhaus (HB), il famoso birrificio pubblico dove il 24 febbraio 1920 Hitler tenne uno dei suoi primi comizi declamando i 25 punti programmatici del Partito dei Lavoratori tedeschi
Paulauner è il più grande produttore di Monaco, nacque nel 1634 come birrificio di un monastero dell’ordine di San Paolo Primo Eremita ed ora per metà è Heineken
Hacker-Pschorr, risale al 1400 ma al momento è più una sorta di marchio storico
Lowenbrau risale al 1383 e il nome deriva dall’originario brewpub Löwengrube situato al civico 17 dell’omonima strada di Monaco
Spaten risale al la fine del '300 ma è nel 1800 che si afferma, per grandi innovazioni. Lanciò sul mercato la prima Lager ambrata della storia, che codificò lo stile delle Marzen e nel 1973 commissionò il primo sistema di refrigerazione continua e nel 1894 lanciò la prima birra chiara in Baviera.
Ecco sei tra i tanti festival dedicati alla birra, tra Italia e Europa, selezionati dalla piattaforma e app che compara tutti i mezzi di trasporto Virail.
Trento, trentino e baviera si incontrano (14 settembre - 7 ottobre)
Dal 14 settembre al 7 ottobre usi e costumi del Trentino e della Baviera, apparentemente diversi ma in realtà con molti punti in comune, si uniscono grazie all’Oktoberfest Trento. Ottima birra, ma anche esibizioni di gruppi folkloristici e specialità tipiche gastronomiche.
 Vienna, birra austriaca e musica al Prater (27 settembre - 14 ottobre)
Uscendo dai confini italici invece, come potrebbe l’Austria non ospitare un festival della birra? A Vienna dal 27 settembre al 14 ottobre c’è il Wiener Wiesn-Fest, che accoglierà gli amanti della birra austriaca sui prati del Prater, tra musica folkloristica, canti popolari e abiti tradizionali.
 Zurigo, l’Oktoberfest è anche in Svizzera (27 settembre - 13 ottobre)
Anche la Svizzera cede al fascino della birra con l’Oktoberfest Zurich, dal 27 settembre al 13 ottobre: un evento perfetto per provare tutti i tipi di birra e assaporare gustosi spuntini, ballando al ritmo della musica bavarese.
 Stoccarda, 200 anni di storia della birra (28 settembre - 14 ottobre)
Centosettantatre edizioni in duecento anni di storia, ben portati: è il Cannstatter Volksfest di Stoccarda che dal 28 settembre al 14 ottobre vedrà scorrere fiumi di birra nei colorati tendoni allestiti intorno alla Colonna di Frutta, emblema della festa.
Roma, la birra artigianale arriva nella Capitale (12-14 ottobre)
Tornando in Italia, dal 12 al 14 ottobre Roma sarà Capitale della birra artigianale con la sesta edizione dell’EurHop! Roma Beer Festival, punto di riferimento per la scena brassicola internazionale. Spazio alle eccellenze italiane ed estere, con un’offerta birraria che spazia tra grandi classici e interessanti novità.
Pordenone, si brinda a novembre (2-4; 9-11 novembre)
Decine di birrifici artigianali italiani e birre speciali straniere, gastronomie d’eccellenza, degustazioni, incontri: per chi vuole continuare a brindare anche a novembre c’è la Fiera della Birra Artigianale Pordenone Beer Show (dal 2 al 4 novembre e dal 9 all’11 novembre).

Mostre del week end, da Warhol a Carrà e Capa A Ravenna riflessione sulla guerra, tra De Chirico e Kentridge

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MILANO - E' un trionfo di grandi nomi dell'arte il prossimo week end, con mostre che spaziano da Andy Warhol (Roma) a Robert Capa (Monza), da Carlo Carrà (Milano) a Tiziano e Gerhard Richter (Mantova). MILANO - Circa 130 opere, concesse in prestito dalle più importanti collezioni italiane e internazionali, pubbliche e private, ricostruiscono per il pubblico la parabola artistica di uno dei principali maestri del '900: dal 4 ottobre al 3 febbraio Palazzo Reale ospita la più ampia e importante rassegna antologica mai realizzata su Carlo Carrà. In 7 sezioni, la mostra illustra la carriera e l'intensa vita dell'artista, anche grazie a una corposa selezione di documenti, fotografie, lettere e filmati.
    MANTOVA - Si intitola "Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra", la mostra in programma a Palazzo Te dal 7 ottobre al 6 gennaio, che rivela il rapporto tra il pittore tedesco e il maestro italiano. In 17 opere, il percorso approfondisce la riflessione di Richter sul tema dell'annuncio e sull'uso del colore, a partire da due capolavori di Tiziano, l'Annunciazione di S. Rocco e quella conservata al Museo Nazionale di Capodimonte. BERGAMO - La materia come elemento originario, come sostanza primordiale costituente il tutto: è la mostra "Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile", alla GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea dal 4 ottobre al 6 gennaio. Il tema viene indagato partendo dalla riflessione di artisti tra cui Rodin, Giacometti e Dubuffet, attraverso una ricca selezione di opere realizzate tra la fine dell'Ottocento e i giorni nostri.
    ROMA - Apre il 3 ottobre la grande mostra che il Complesso del Vittoriano dedica a uno dei più acclamati artisti della storia, Andy Warhol, a 90 anni dalla nascita. Allestita fino al 3 febbraio, la mostra delinea attraverso 170 opere la vera essenza di un mito, che con il suo lavoro ha cambiato l'arte, la musica, il cinema e la moda. Sempre al Vittoriano, la personale di Marcello Mariani dal titolo "Il tempo dell'angelo, 1956-2014", dal 2 ottobre al 4 novembre: la mostra presenta i lavori dell'artista aquilano scomparso lo scorso anno, tra cui quelli realizzati dopo il terremoto che distrusse l'Aquila nel 2009. Ad accompagnare le tele, anche le fotografie di Gianni Berengo Gardin con uno speciale reportage.
    RAVENNA - Il Mar ospita dal 6 ottobre al 13 gennaio "?War is over. Arte e conflitti tra mito e contemporaneità", grande mostra che indaga come l'arte, nei vari linguaggi (dal quadro alla fotografia, dal wall drawing alla performance), abbia affrontato il tema della guerra. Procedendo per assonanze, contrasti, armonie e disarmonie, il percorso si divide in tre sezioni (Vecchi e nuovi miti; Teatri di guerra; Frontiere e confini) e presenta opere di artisti del calibro di Marinetti, De Chirico, Fontana, Burri, Pistoletto, Kentridge, Paladino, Abramovic. MONZA - Arriva all'Arengario il talento fotografico di Robert Capa, in una grande retrospettiva in programma dal 7 ottobre al 27 gennaio: più di 100 immagini in bianco e nero documentano i maggiori conflitti del '900, di cui Capa è stato testimone oculare, dal 1936 al 1954. La mostra, articolata in 13 sezioni, si conclude con un'aggiunta inedita per la tappa monzese, la sezione "Gerda Taro e Robert Capa", che in un cammeo di tre scatti racconta la vicenda umana dei due protagonisti.
    CHIASSO - Da Jules Chéret a Marcello Dudovich, da Leopoldo Metlicoviz a Carlo Biscaretti di Ruffia, da Achille Mauzan a Plinio Codognato: sono tanti gli artisti che contribuirono a costruire quella 'cultura dell'automobile' ancora presente ai nostri giorni. Una riflessione sul tema è offerta dalla mostra "Auto che passione! Interazione fra grafica e design", dal 7 ottobre al 27 gennaio al m.a.x. museo di Chiasso, che analizza l'evoluzione dello stile nella storia dell'automobile attraverso oltre 300 pezzi tra grafiche pubblicitarie, disegni, cartoline, oggetti di design.

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Impressionisti, show di luci e colori A Roma percorso multisensoriale tra arte e tecnologia



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ROMA - Luci, colori, musica e profumi da vivere con tutti i sensi, in uno show multimediale che racconta la storia di alcuni pittori geniali e l'audacia del loro stile, con il quale cambiarono per sempre la storia dell'arte. Sembra di poter vivere davvero l'affascinante atmosfera della Parigi bohémien del XIX secolo, così traboccante di modernità, creatività e innovazione, nella mostra "Impressionisti francesi. Da Monet a Cézanne", dal 5 ottobre al 5 gennaio nelle Sale del Palazzo degli Esami a Roma.
Mescolando sapientemente arte e tecnologia, l'esposizione rende omaggio alla rivoluzione messa in atto da Toulouse-Lautrec, Pissarro, Degas, Monet, Manet, Renoir, Cross, Signac e Cézanne, maestri passati alla storia per essere riusciti a fermare sulla tela, con il pennello e la loro sensibilità, istanti di vita, dalle meraviglie della natura ritratta en plein air al brulicare delle strade e dei caffè parigini. Dopo una prima parte più divulgativa, in cui alcuni pannelli illustrano il contesto storico e le biografie dei singoli pittori, la mostra cambia registro e diventa più coinvolgente: ecco allora irrompere ovunque - dal pavimento alle pareti - opere celeberrime, da "Impression, soleil levant" di Monet a "Le déjeuner des canotiers" di Renoir, da "Les baigneurs" di Cézanne a "Bal au Moulin Rouge" di Toulouse-Lautrec. Capolavori vissuti a 360 gradi, scomposti e ingranditi, proiettati nella piena vividezza dei colori e nel contrasto tra luci e ombre, ad amplificarne l'immediatezza dello stile e ogni minimo dettaglio delle pennellate. In un percorso di circa un'ora diviso in due maxi sale, accompagnati dalle musiche di Debussy, Cajkovskij, Ravel e Offenbach, i visitatori possono scoprire (anche sedendosi su grandi cuscini per una visione più comoda e contemplativa) il modo in cui gli Impressionisti francesi "sentivano" il mondo che osservavano con gli occhi.
E proprio grazie alla tecnologia Sensory4, un sistema integrato con proiettori ad alta definizione, una grafica multi canale e un suono surround, ogni tela proiettata su scala immensa avvolge letteralmente il pubblico, che di fatto si trova immerso nell'opera d'arte. Dopo il grande successo di "Van Gogh alive", a Palazzo degli Esami arriva dunque ancora una mostra, ideata e promossa da Grande Exhibitions, che coniuga spettacolarità e approccio didattico e che si propone di cambiare l'esperienza della fruizione artistica, anche per attirare nuovo pubblico. "La mostra, che si adatta perfettamente agli spazi di Palazzo degli Esami, vuole essere un viaggio interiore: non presenta pezzi originali ma ricrea lo spirito del tempo, che è cosa molto difficile", spiega oggi il curatore Giancarlo Bonomo, "questo tipo di visione, con le opere gigantesche, è di certo complementare alla conoscenza del quadro originale, ma dà un'emozione pensata per le nuove forme di comunicazione e per un nuovo pubblico".

Il '68 spagnolo tra Pop y protesta Dalle piazze a Carrà-Bosé, incontri, film, mostre

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ROMA - Il fenomeno politico delle utopie e l'influenza sui movimenti sociali attuali. La Guerra Fredda, le contestazioni in piazza, ma anche l'esplosione della cultura pop. A cavallo tra due paesi così vicini eppure, al tempo, così differenti, come Spagna e Italia. A 50 anni dal quel vento di protesta giovanile che cambiò per sempre il mondo e nel pieno di un anno di celebrazioni, il '68 rivive in Pop y Protesta (1968-2018), due mesi di dibattiti, cinema, musica, letture e mostre, da Milano a Salerno, voluti dall'Ambasciata di Spagna, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma.
"Ogni anno, in occasione del 12 ottobre, Festa nazionale spagnola, ci concentriamo intorno a un tema - spiega il consigliere culturale dell'Ambasciata, Jon De La Riva - Lo scorso anno era il cammino di Santiago, il prossimo sarà la Cultura capitale, in omaggio a Matera. Quest'anno raccontiamo cosa è accaduto tra un paese sotto la dittatura di Franco e un altro democristiano, ma con un Partito comunista fortissimo, mentre con coraggio si protestava per chiedere una società diversa". "Dobbiamo aprire le orecchie per capire cosa è accaduto nel mondo in questi 50 anni di cultura e arte - commenta l'ad di Musica per Roma, José R. Dosal - Non si può dimenticare quello che il '68 ha significato per la Spagna, l'antica Cecoslovacchia, Parigi, il Messico".
Ad aprire il programma è dunque, il 10 ottobre, il dibattito su Il patrimonio del '68. Utopie e realtà (Studi Storici Gaetano Salvemini di Torino), ma si parlerà anche del '68 nel giornalismo in Spagna e in Italia (Istituto Cervantes, Roma); degli esiliati spagnoli in Italia (Reale Accademia di Spagna, Roma) e delle utopie del '68 oggi (Cervantes, Roma). Senza prescindere dalla grande rivoluzione pop-culturale, arrivata dagli Stati Uniti anti-guerra del Vietnam e dall'Inghilterra della Swinging London e fiorita poi nella Dolce Vita, nel nuovo cantautorato spagnolo, nella minigonna esibita contro una società ancora fortemente maschilista. Ecco allora che saranno due icone 'contese' da Italia e Spagna, come Lucia Bosé e Raffaella Carrà, le protagoniste il 13 ottobre all'Auditorium Parco della musica di Roma: insignite dell'Onorificenza al Merito Civil a nome Felipe VI e poi al dibattito moderato da Alaska e Gabriella Carlucci, con Paco Clavel, Juan Sanchez, Alejo Stivel. "Forse proprio perché Franco era così chiuso verso gli Usa - prosegue De La Riva - in quegli anni abbiamo vissuto una forte apertura verso l'Italia. Siamo cresciuti con Pasolini, Visconti, Fellini: una cultura popolare che aveva un suo messaggio di protesta".
L'arte spagnola anni '50 e '60 sarà poi al centro della mostra La poetica tra astrazione e figurazione (Cervantes, Roma), mentre l'argentino Marcelo Brodsky racconta '1968, il fuoco delle idee' in 40 scatti rilavorati oggi, dal massacro di Tlatelolco alle manifestazioni meno note di Madrid, Melbourne o Dakar (Real Academia de Espana, Roma). Fino alla VII Mostra del Cinema Iberoamericano, con otto documentari recuperati dal Centro de Estudios Mexicanos en Espana e dal Cervantes (12-14 ottobre, Casa del Cinema di Roma e 17-18 ottobre Università di Salerno).