Estate: Federturismo, ad agosto 20 milioni in viaggio

Meta prediletta il mare nazionale, soprattutto Sardegna-Sicilia

(ANSA) - ROMA, 29 LUG - Dopo una partenza incerta, condizionata dal maltempo e da un giugno non particolarmente esaltante, con il primo fine settimana di agosto le vacanze degli italiani entrano nel vivo. Nel mese di agosto - secondo Federturismo Confidustria - saranno 20 milioni gli italiani a fare le valigie di cui 6 milioni varcheranno i confini nazionali con un budget medio di spesa di 850 euro per chi rimarrà nel Belpaese e di 1.300 per chi andrà all'estero. 

La durata del soggiorno, con una preferenza per il pernottamento nelle strutture alberghiere, oscilla dai 7 ai 13 giorni. 

La destinazione prediletta rimane ancora una volta il mare di casa nostra: Sardegna, Sicilia e Puglia innanzitutto. La Grecia e la Spagna con le loro isole saranno invece le località marine preferite all'estero, mentre per il lungo raggio la scelta ricadrà su Giappone, Stati Uniti e Oceano Indiano. 

Anche per quest'estate sarà assicurata la presenza degli stranieri (+1%): in particolare americani e tedeschi che sceglieranno le città d'arte, ma anche le nostre montagne. 

Considerato l'interessante allungamento delle stagioni di spalla sono buone le previsioni anche per i viaggi di settembre e ottobre che piacciono molto e che grazie a destinazioni come il Mar Rosso rappresentano una buona soluzione con prezzi allettanti e clima ideale anche in questo periodo. (ANSA).

Sicilia prima regione per numero d'imprese nel turismo



Foto: Il Teatro antico nel sito archeologico di Segesta (TP)
La Sicilia è la prima regione italiana per incidenza di aziende che si occupano di turismo sul totale di quelle artigiane (22,4 per cento), valore superiore di 6,4 punti rispetto alla quota nazionale del 16 per cento. Il dato è stato rilevato  dall’indagine dell'Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia. 
La crescita di tante imprese artigiane nel settore turismo, è spiegata con il sostenuto incremento dal 2014 al 2018 delle presenze turistiche sull’Isola.  
Nel 2018 in Sicilia si contano 15.135.259 presenze turistiche, cresciute, rispetto al 2017 del 2,9%. Le presenze degli  stranieri, nel 2018, superano quelle degli italiani (50,9 contro 49,1) con un incremento di crescita del 6,3%.  Questi provengono principalmente da Francia, Germania e Regno Unito. 
Su scala nazionale, troviamo Palermo al 3° (+0,9%) posto tra le 30  province italiane dove l'artigianato della filiera d'offerta del turismo rappresenta una fetta rilevante del tessuto produttivo  e poi Ragusa all’8° posto (+0,3%).   Sono 16.176 le imprese artigiane attive nella filiera di offerta del Turismo, oltre a ristoranti e alberghi.  Operano principalmente nel settore dell'agroalimentare (33,4%), delle altre attivita' manifatturiere e dei servizi (22,0%) e di ristoranti e pizzerie (18,4%). 
Per far fronte all'aumento di turisti, negli ultimi 5 anni, sono aumentati sul territorio (+20,6 per cento) il numero di esercizi ricettivi raggiungendo le 7.155 unità. In particolare dal 2014 al 2018 si osserva una crescita accentuata di presenze di turisti in bed and breakfast (+38,2 per cento), alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (+31,7 per cento) e agriturismi (+12,9 per cento). Beni culturali, food di qualità, artigianato artistico locale e patrimonio naturale sono i fattori chiave di attrattività in Sicilia.
"I prodotti dell'artigianato locale, che creano identita' ed esprimono la cultura del popolo rappresentando i simboli della tradizione e della creativita' del territorio, sono molto richiesti dai turisti che esplorano la nostra Isola - evidenzia l'Osservatorio -. Nella nostra regione si contano 17.037 imprese artigiane dell'artigianato artistico (23,6% del totale artigianato) che occupano 34.535 addetti (24% totale occupati nell'artigianato). Gli ambiti di riferimento dell'artigianato artistico siculo sono principalmente: alimentari, metalli e legno”.
A fronte del fatto che la spesa della P.A. per cultura e servizi ricreativi dal 2008 al 2017 scende del 38,5 per cento, secondo calo più accentuato registrato in Italia dopo quello del Molise (-44,2 per cento), va considerato che una minor spesa si traduce spesso in una maggiore vulnerabilità degli oltre 250 musei e istituti culturali dislocati sull'Isola. I siti culturali, musei e aree archeologiche,  nel 2018 sono stati visitati da oltre 5 milioni di persone, in crescita del 4,2 per cento rispetto all'anno precedente. Un ruolo chiave potrebbero, quindi, giocarlo le oltre 21mila imprese, di cui 56,5 per cento artigiane, che si occupano di cura e tutela del patrimonio culturale.
"Dobbiamo lavorare affinché si intervenga, con la massima urgenza, per effettuare investimenti di manutenzione, valorizzazione e protezione rivolti al patrimonio naturale e culturale, visitato annualmente da più di 5 milioni di persone e che fa della Sicilia un vero e proprio museo a cielo aperto - dicono Giuseppe Pezzati e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Sicilia -.
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segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Firenze La "La Madonna della Gatta", di Federico Barocci dai depositi a star di Palazzo Pitti


Ritorna al suo posto, dopo 10 anni, a Palazzo Pitti, La Madonna della Gatta, capolavoro del '500 dell'artista di Urbino  Federico Barocci. L’opera, olio su tela (2,33m x 1,79m, 1598 circa), è stata collocata  nella sala di Berenice, nella Galleria Palatina, insieme ad altre opere di Barocci riallestite in questo spazio per l'occasione (ilRitratto di fanciullo; e la copia coeva dall'Annunciazione).  Altre due opere di Barocci, da poco tornate in esposizione,  si trovano agli Uffizi. Si tratta della monumentale palaLa Madonna del Popolo e del Noli me tangere, entrambe ora collocate nella Sala del Pilastro, dedicata alla pittura del '500. 
La tela giunse a Firenze nel 1631, insieme ai beni dell'eredità di Vittoria della Rovere, per effetto del matrimonio con Ferdinando II de’ Medici, e fu originariamente collocata nel suo appartamento d'inverno, al primo piano di Palazzo Pitti, dove oggi viene nuovamente esposta. E' stata oggetto di numerose copie, tra le quali spicca il sontuoso arazzo eseguito nel 1663-1664 da Pietro Fevère su commissione della stessa granduchessa, e conservato negli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti. 
"Quella che il pittore ha immaginato per questo dipinto, eseguito intorno al 1598, è una delle più delicate e teatrali interpretazioni della maternità - spiega Anna Bisceglia, curatrice della pittura del Cinquecento delle Gallerie degli Uffizi - Giuseppe solleva la tenda e introduce subito lo spettatore tra le mura domestiche, dove la Vergine sta cullando il suo bambino. La particolarità da cui il dipinto prende la sua denominazione è proprio la gatta che allatta i suoi cuccioli, sistemata dal pittore giusto al centro della scena, morbidamente accoccolata tra le vesti di Maria. Un dettaglio che ha la capacità di proiettare in un sol colpo l'immagine sacra in una dimensione quotidiana, vera, di affetti semplici  e moti dell'anima che lo spettatore sente vicini a sé e che lo inducono a sentirsi parte di quel dialogo gentile di sguardi e di gesti. Ed è proprio in questa straordinaria capacità di far convivere una sentimentalità accessibile, espressa con una rappresentazione chiara e immediata, con l'eleganza di una materia pittorica raffinatissima che Barocci si rivela lo straordinario protagonista di una stagione di passaggio, che raccoglie l'eredità della grande pittura manierista e la lancia decisamente nell'universo Barocco".
"Il grande ritorno della Madonna della Gatta fa parte della strategia di valorizzare di più Palazzo Pitti, facendoci tornare dei capolavori che in passato vi erano esposto, ma successivamente furono trasportati in altri musei e talvolta finirono nei depositi - spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt - il nuovo allestimento nella sala di Berenice rende evidente l'importanza dello stile di Federico Barocci per la pittura seicentesca, elemento che si nota particolarmente grazie alla esposizione accanto alla Adorazione dei Magi di Luca Giordano ed anche alla presenza di dipinti seicenteschi della scuola fiorentina. Una composizione di opere che esalta le scelte cromatiche di Barocci, l'articolazione astratta dei suoi panneggi, il senso delle sfumature atmosferiche, fondamentali per la pittura del secolo successivo. Pertanto si può dire che la collocazione in prospettiva diacronica della Madonna della Gatta a Palazzo Pitti, è complementare all'allestimento della Madonna del Popolo e del Noli me tangere nella sala del Pilastro degli Uffizi, dove i due capolavori del maestro urbinate fanno parte del canto polifonico di dipinti della pittura della Controriforma organizzati in maniera sincronica".
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segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

“Etruschi Maestri Artigiani". Le più importanti testimonianze riunite nella mostra di Cerveteri e Tarquinia”

Tarquinia (VT), Necropoli di Monterozzi Tomba dei Leopardi; 

Nel 2004 le necropoli etrusche della Banditaccia a Cerveteri e dei Monterozzi a Tarquinia sono state inserite nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Le grandi pitture murali di Tarquinia con scene di vita dai colori accesi e il paesaggio dei maestosi tumuli di Cerveteri che rivelano la devozione e il rispetto verso i defunti, testimonianza di un’unica antica e grande civiltà urbanizzata nell’Italia pre-romana, sono stati riconosciuti “capolavoro del genio creativo dell’uomo”. Per celebrare questo anniversario Edith Gabrielli, direttrice del Polo Museale del Lazio in cui dal 2018 rientrano le due aree archeologiche e i rispettivi musei, ha avviato un progetto complessivo di valorizzazione che vede nell’inaugurazione della mostra “Etruschi Maestri Artigiani. Nuove prospettive da Cerveteri a Tarquinia” una prima fase del rinnovamento degli allestimenti che interessano il sito Unesco nella sua unitarietà. E a settembre il nuovo percorso nelle necropoli. I due centri sono inseriti nel programma di spettacoli, musica, teatro e visite a tema Art-city ‘19 organizzato da Marina Cogotti tra le necropoli e i musei a partire dal 4 luglio, data del riconoscimento Unesco, fino al 7 settembre. “Lavoriamo per il territorio, in armonia con gli enti locali – spiega Gabrielli alla presenza dei sindaci di Cerveteri e Tarquinia Alessio Pascucci e Alessandro Giulivi – L’obiettivo è il turismo internazionale ma non solo, occorre far riscoprire il patrimonio alla gente che abita accanto”.  

Due musei storici prestigiosi, il museo di Tarquinia ospitato in Palazzo Vitelleschi, capolavoro architettonico che vanta la compresenza di elementi gotici e rinascimentali, divenuto museo statale nel 1916, conserva straordinari capolavori della scultura etrusca in   terracotta come i “Cavalli alati” del santuario dell’Ara della Regina che decoravano  il frontone, rinvenuti nel 1938 durante gli scavi di Pietro Romanelli e il gruppo marmoreo di Mitra che uccide il toro asportato dalla Civita di Tarquinia e recuperato dall’Arma dei Carabinieri. Il Museo Cerite ospitato nella rocca della famiglia dei principi Ruspoli del XIII secolo, aperto nel 1967 e allestito dall’architetto Franco Minissi, conserva i corredi delle necropoli del Sorbo, di Monte Abatone, di Casaletti di Ceri  e del Laghetto, della Banditaccia. Fra i tesori ritornati a casa definitivamente, dopo essere rimasti per un po’ di Tempo a Villa Giulia due capolavori della ceramica attica a figure rosse di Eufronio, la Kylix finita al al Getty Museum di Malibù e il Cratere  con la morte di Sarpedonte rinvenuto negli anni Settanta in una tomba a camera in località Greppe Sant’Angelo restituito dal Metropolitan Museum di New York nel 2008. 
L’attenzione alla magia dei luoghi e all’unicità delle raccolte museali, si tratta di due musei importanti, dalle grandi potenzialità, così come ricche di prospettive sono le aree connesse archeologiche, hanno indotto a un approccio diverso. Non l’ennesima esposizione temporanea, ma una valorizzazione delle raccolte presenti nei musei integrate da pochi ma significativi prestiti tali da dare ulteriore senso ad alcuni contesti e specifici manufatti, affidate a due validi studiosi Andrea Cardarelli e Alessandro Naso (catalogo Artem). Che hanno riletto le raccolte esistenti ponendo particolare attenzione al loro aspetto tecnico, alla straordinaria perizia artigianale raggiunta dagli  etruschi nel corso del primo millennio a. C. Fermandosi in particolare sulla metallurgia della prima età del ferro per Tarquinia e la produzione tessile del periodo villanoviano per Cerveteri. Durante la prima età del ferro il campo metallurgico appare il più dinamico dei settori artigianali  raggiungendo livelli di notevole raffinatezza formale con produzioni varie e decorazioni realizzate a cera persa. La tomba di guerriero di Monterozzi 3 della necropoli delle Arcatelle ha restituito oggetti di particolare interesse. Coma la fibula serpeggiante  “a due pezzi” e la spada con manico fuso ad antenne realizzato a parte. Proviene da una tomba femminile della stessa necropoli il carrello cultuale in bronzo che inscenava il movimento del carro del sole.  
Gli etruschi mostravano competenze talmente elevate che a Roma all’epoca di Tarquinio Prisco che secondo la tradizione regnò dal 616 al 579 a. C. vennero commissionate opere a scultori etruschi. Una fama che giunse anche in Grecia se nella seconda metà del V sec. a. C. il commediografo Ferecrate celebrò  “gli etruschi esperti della tecnica che producono oggetti di ogni tipo”. Riferimenti validi non solo per oggetti di bronzo, come trombe o candelabri, ma anche per le scarpe. In particolare i sandali femminili dalle alte suole, oggi ultima moda, che venivano rivestite di lato da lamine di bronzo decorate a sbalzo con scene figurate. Quelle che Fidia adotta per la statua in avorio e oro di Atena nel Partenone dell’Acropoli di Atene. E per dare concretezza all’operazione, per far comprendere quante e quali competenze servano per produrre un oggetto artistico o di artigianato è stato deciso di riprodurre come oggetti campione alcuni manufatti di bronzo che rivestono un particolare significato per prestigio  e  valenza socio-economica, come un elmo e una spada. Tutta l’operazione è stata ripresa in un video visibile in sala.
In mostra prestiti veramente eccezionali  come i pezzi dei Musei Vaticani che tornano per la prima volta nel luogo in cui furono trovati. Oggi sono conservati nella seconda sala del Museo Gregoriano Etrusco dei Vaticani dedicata interamente alla Tomba Regolini Galassi, cosiddetta dai nomi del generale Vincenzo Galassi e dell’arciprete Alessandro Regolini che la scoprirono  in uno scavo 1836- ’37  nella necropoli del Sorbo a sud di Cerveteri.  Una tomba in parte intagliata nel tufo e in parte costruita a blocchi squadrati e chiusa da una falsa volta, coperta da un tumulo di terra.  E ricchissima,  certa la presenza di due defunti, una donna di rango principesco nella cella terminale, un uomo, cremato, nella cella di destra. Ha restituito resti bronzei del trono, una fibula d’oro, una biga, una serie di scudi da parata e del vasellame di argento. E sono questi oggetti in argento, anforette, coppe, Skyphos più un prezioso pendente trapezoidale in oro, decorato a sbalzo e granulazione ad essere in mostra nella prima sala del Museo Cerite. Vengono dai Vaticani anche il calice smontabile in bucchero e l’oinochoe fenicia in bucchero rinvenuti nel 1869 nella necropoli della Banditaccia nella tomba Calabresi, cosiddetta dal nome dello scavatore. 
Dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia  viene la splendida “Hydria Ricci”, rinvenuta alla Banditaccia, il vaso che conteneva l’acqua che andava miscelata al vino nel cratere. Uno dei capolavori assoluti della produzione ceretana che rimanda alla pratica del simposio, a Dioniso e alla coltivazione della vite come opera di civilizzazione. E’ un prestito del Museo Diocesano “Carlo Chenis” di Tarquinia il busto reliquiario di San Teofanio con lo stemma di Bartolomeo Vitelleschi, mentre dal Convento di San Francesco viene il busto reliquiario di S. Agapito.
Museo Nazionale Archeologico Cerite Piazza Santa Maria Cerveteri tel 06-69941354 - Necropoli della Banditaccia – Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia Piazza Cavour 1 tel.0766- 856036 - Necropoli di Monterozzi . Orario: da martedì a domenica 8.30 – 19.30, fino al 31 ottobre 2019. Informazioni: www.art-city.it 
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