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Vedute, dipinti, Manga, Hokusai inedito All'Ara Pacis 200 opere del maestro ukyoe e allievi

(ANSA) ROMA 11 OTT -La Grande onda, le 36 vedute del Monte Fuji, gli straordinari dipinti sui rotoli in carta di seta che ritraggono dame seducenti o animali magici, i surinomo per augurare la buona fortuna, gli splendidi manuali Manga con schizzi e disegni, destinati agli allievi, anche delle generazioni future: è un Hokusai mai visto prima quello in mostra dal 12 ottobre al 14 gennaio negli spazi del Museo dell'Ara Pacis.
  Esposte circa 200 opere del celebrato maestro dell'ukio-e, che potranno essere ammirate tutte solo in rotazione, al fine di salvaguardare preziose silografie policrome e pitture molto delicate, non in grado di affrontare un allestimento lungo tre mesi. Illustrata alla stampa alla presenza dell'Ambasciatore del Giappone Keiichi Katakami e del vice-sindaco Luca Bergamo, l'importante rassegna chiude di fatto, ha detto il Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce, le celebrazioni dei 150 anni delle relazioni tra l'Italia e il paese del Sol levante, iniziate nel 2016. E lo fa con una selezione davvero sorprendente, capace finalmente di testimoniare in pieno la grandezza dell'artista, tra i massimi esponenti del Mondo fluttuante e tra i più influenti, persino in Occidente, del XIX secolo, conosciuto soprattutto per le grafiche stilizzate e la celeberrima onda.
Hokusai però è molto di più. E' stato un maestro (come recita il sottotitolo della rassegna romana) di indubbia generosità, che non ha mai cessato di ricercare tecniche e generi, dando così vita a uno stile inconfondibile, messo, con tutto il suo bagaglio di conoscenze, a disposizione di chi volesse avvicinarsi alla pittura. Proprio il confronto con gli allievi contemporanei e delle generazioni successive (Eisen, fra tutti) è un'altra novità di questa mostra sontuosa, curata con passione da Rossella Menegazzo, che ha voluto suddividere il percorso espositivo in cinque sezioni, secondo i temi affrontati dal maestro e maggiormente richiesti dal mercato dell'epoca: 'Meisho: mete da non perdere', 'Beltà alla moda', 'Fortuna e buon augurio', 'Catturare l'essenza della natura' e 'Manga e manuali per imparare'.
''E' una mostra di rilievo per l'unicità delle opere presentate'' ha aggiunto la curatrice sottolineando come i prestiti eccezionali di collezioni quali il Chiba City Museum of Art, l'Uragami Mitsuru Collection, il Kawasaki Isago no Sato Museum, e il Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova rendano ora possibile confronti e approfondimenti di indubbio interesse. Grazie alla possibilità di far ruotare i capolavori allestiti, si potranno ammirare nel corso della rassegna ben due versioni della Grande onda, una proveniente dal Chiossone di Genova, l'altra dalla collezione Kawasaki Isago no Sato Museum. Quest'ultima è quella che da domani si può vedere affiancata da un'altra primizia, due silografie rare del Monte Fuji rosso: una molto nota, in cui la montagna è raffigurata con un rosso mattone piatto, mentre nell'altra, usando una diversa tecnica, la cromia è liquida, chiara, quasi trasparente. Di straordinario interesse e bellezza, i rotoli dipinti, in cui Hokusai ripropone vedute del Fuji o dame seducenti, avvolte in kimono, resi in modo strabiliante da un'infinita serie di meravigliosi dettagli. In questo caso il confronto è con Eisen, di 30 anni più giovane, famoso per gli innumerevoli ritratti di beltà femminili alla moda. Un diluvio di splendide immagini, una sorta di 'Vogue' dell'epoca, che conquistò persino Van Gogh, tanto da riprodurne una cortigiana alle spalle di 'Pere Tanguy'. 
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"L' Italia deve vivere di turismo" . Soddisfatti per anno eccezionale ma basta crogiolarsi su allori


RIMINI  - E' un anno eccezionale per il turismo italiano, il settore è già e sarà protagonista della ripresa e anche dell'aumento dell'occupazione perché non può essere né esternalizzato, né meccanizzato. Ma basta crogiolarsi sugli allori. L'Italia deve vivere di turismo e mi auguro che si passi alla logica di aiutare i settori che vanno bene e non di incaponirsi su altri che hanno il fiato corto. A dirlo inun'intervista all'ANSA in occasione dell'apertura del TTG Incontri di Rimini è ilpresidente di Federalberghi Bernabò Bocca.
   ansa

A TTG Incontri il turismo corre, 1000 buyer da 85 Paesi

RIMINI - Tempo di bilanci (quest'anno molto positivi con un'estate da oltre 48 milioni di arrivi e quasi 208 milioni di presenze) e anche di prospettive per il futuro a TTG Incontri che con la sua 54/a edizione da domani fino a sabato 14 ottobre fa di Rimini la capitale del turismo italiano e una fucina densa di spunti anche per gli agenti esteri.
   
Un'industria, quella turistica tricolore, che vale 70,2 miliardi di euro (4,2% del Pil) che salgono a 172,8 miliardi di euro (10,3% del Pil), se si aggiunge anche l'indotto. E dal punto di vista occupazionale sono circa 2,7 milioni i lavoratori nel settore.

La Fiera di Rimini attende nelle tre giornate 70.000 presenze di operatori professionali, con 1.000 buyer da 85 Paesi, che si confronteranno con 2.480 espositori, con 130 destinazioni italiane e del Mediterraneo e soprattutto con 150 tra eventi, convegni, seminari, i percorsi espositivi. E, grazie allo svolgimento in contemporanea dei due saloni "fratelli" Sia Guest dedicato all'hotellerie e Sun dedicato al campeggio e all'outdoor, ci sarà spazio anche per forniture e tecnologie alberghiere d'avanguardia, strutture e arredo di spazi esterni.
    Al taglio del nastro, domani alle 10.30 in hall sud, interverranno Andrea Corsini assessore al Turismo Regione Emilia-Romagna, Gianluca Brasini assessore alle Risorse Finanziarie del Comune di Rimini e Lorenzo Cagnoni, presidente di Italian Exhibition Group.

    "I numeri molto positivi del 2017 - dice Cagnoni - incoraggiano dinamismo e innovazione. Siamo pronti all'organizzazione di manifestazioni in Cina nel 2018, nel segno dell'internazionalizzazione della fiera e della valorizzazione di una filiera di straordinaria qualità".

    Attesi in Fiera domani anche Ambra Garavaglia, l'hostess di terra di Malpensa, diventata un caso su Twitter per i suoi cinguettii ironici che raccontano la quotidianità di un grande aeroporto internazionale e Lorenzo Marini, art director papà del celebre claim "Silenzio, parla Agnesi", che spiegherà quali sono le parole da bandire e quelle da sfruttare per un advertising efficace del prodotto Italia.

    Tre interi padiglioni della Fiera e quindi oltre 20 mila metri quadrati saranno dedicati alle 21 regioni italiane, presenti quest'anno al gran completo. In grande spolvero la Regione ospite, l'Emilia-Romagna, reduce da una stagione turistica da incorniciare, che proporrà oltre alle destinazioni turistiche regionali, il parco agroalimentare Fico Eataly World, la Riviera dei Parchi e un'area dedicata alla Motor Valley.

    Il 2017 è l'anno dei Borghi Italiani che avranno largo spazio domani a TTG Forum con una conferenza speciale a cura del FAI, dal titolo La valorizzazione del Genius Loci dei borghi italiani: esperienze turistiche e narrazione del territorio. Nel pomeriggio saranno anche annunciati i vincitori degli Oscar delle regioni e dei territori italiani in fatto di reputazione digitale a cura di Travel Appeal.

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Un Saturno in miniatura ai confini del Sistema Solare E' il pianeta nano Haumea

Nascosto ai confini del Sistema Solare c'è un pianeta nano, chiamato Haumea, che oltre ad avere due lune ha un anello di polveri, come un Saturno in miniatura. La scoperta, resa possibile da una grande collaborazione internazionale, indica che i pianeti circondati da anelli potrebbero essere molto più comuni del previsto. Il risultato descritto su Nature, si deve ai ricercatori guidati da Jose Luis Ortiz dell'Istituto di Astrofisica dell'Andalusia, a Granada. L'Italia vi partecipa con l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), l'università di Padova, e gli osservatori di San Marcello Pistoiese, di Tavolaia, di Lajatico e di Monte Agliale. 

Il pianetino, circondato dalle due lune Hi'iaka e Namaka, era noto dal 2004, ma solo adesso è stato possibile osservarlo nel dettaglio e identificare le sue caratteristiche. I ricercatori hanno approfittato di un evento particolare: Haumea, il 21 gennaio 2017, è passato contro il disco di una stella lontana, chiamata URAT1 533-182543, e l'evento è stato osservato con un'armata di ben 12 telescopi, di cui 4 in Italia. 

Misurando la quantità di luce della stella, che è diminuita durante il transito, è stato possibile determinare l'identikit del pianetino. È stato scoperto che, a differenza degli altri quattro pianeti nani del Sistema Solare, che comprendono anche Plutone, Haumea è insolito, perché è molto allungato e ha un disco di polveri, proprio come Saturno. Questa struttura ha il raggio di circa 2.287 chilometri e una larghezza di 70 chilometri. Il pianetino, invece, misura circa 2.322 chilometri in lunghezza e la sua densità è pari a 1.885 chilogrammi per metro cubo, vicina a quella di Plutone. 

Haumea e le sue due lune non hanno atmosfera e hanno anche un'altra caratteristica singolare: a differenza degli altri pianeti nani, sono ricoperti di ghiaccio d'acqua quasi puro. Si pensa che il trio sia nato dalla rottura di un corpo celeste più grande, forse dovuta alla collisione con un altro oggetto celeste. Proprio questa collisione, inoltre, potrebbe essere la chiave per comprendere come è nato l'anello e il prossimo passo sarà riuscire a ricostruire l'epoca e la dinamica di questo impatto. 
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"In riva al Lago Maggiore un messaggio d'amore"... Cannobbio, Mons. Fasola e il Santuario della Santissima Pietà

Giovanni Paolo II e Mons. Fasola


GLI AMICI DEL SERVO DI DIO DI MONS. FRANCESCO FASOLA e la Parrocchia S. Antonio di Piazza Armerina hanno ORGANIZZANTO UN CONVEGNO A CANNOBIO (VB) Sabato 7 Ottobre 2017 dalle ore 9,30 presso l'Hotel il Portico dal tema ‘‘ In ascolto del Padre con il suo Servo Francesco’’. 
Un piccolo dipinto su pergamena (cm. 27,5 X 30), raffigurante Cristo in Pietà tra Maria e Giovanni evangelista, custodito  a Cannobio

Il 31 marzo 2006 nella Basilica Cattedrale di Messina l’arcivescovo Giovanni Marra aprì in forma solenne il processo diocesano per la canonizzazione del Servo di Dio Francesco Fasola, arcivescovo di Messina e archimandrita del SS. Salvatore, dal 1963 al 1977.

Ormai da diversi anni era sorto un gruppo, costituito da laici e da preti delle diocesi di Agrigento, Caltagirone e Messina, chiamato “Amici di mons. Francesco Fasola”, allo scopo di mantenere vivo il ricordo di quello che fu uno dei vescovi più significativi nella seconda metà del sec. XX.

Questo gruppo è stato il Comitato promotore dell’apertura della causa.

Brillante Relatore dell'evento di Sabato 7 Ottobre 2017 è stato  S.E. Mons. Ignazio Zambito Vescovo Emerito di Patti. Sentito e partecipato anche l'intervento di S.E. Mons. Calogero Peri Vescovo di Caltagirone. Un saluto ai  partecipanti è stato rivolto da S.E. Mons. Giovanni MORETTI Arciv. tit. di Vartana nato a Meina (NO), Diocesi di Novara, da don Bruno Medina rettore del Santuario, da don Luigi Cerutti Vicario episcopale per il settore del Clero della diocesi di Novara, da don Salvatore Gentile parroco di Maggiora e Cureggio, dal Sindaco di Maggiora (VB) Giuseppe Fasola.

Alle Ore 12:00 presso il Santuario della SS. Pietà è stata celebrata l'Eucaristica. 


Responsabili del Comitato e del Convegno sono  Ettore e Ada Paternicò. L'assistente spirituale il Sacerdote Umberto Pedi


NOTE BIOGRAFICHE (di don Mario Perotti - in vescovidisicilia.com/)

Mons. Francesco Fasola nacque a Maggiora (No) il 23 febbraio 1898 e fu battezzato il giorno successivo. Entrato in seminario, dopo la scuola elementare, ricevette il diaconato il 26 marzo 1921 e l’ordinazione sacerdotale il 26 giugno dello stesso anno. Nel 1929, dopo essere stato coadiutore a Galliate, entrava nella congregazione degli oblati dei Santi Gaudenzio e Carlo, ricoprendo incarichi diocesani, che lo hanno visto impegnato per l’Azione Cattolica.
Durante l’episcopato di mons. Ossola, svolse il ruolo di provicario generale con il compito di visitare la diocesi, rendendosi presente soprattutto dove esisteva qual- che difficoltà.
Era dotato di grande umanità, di ottimismo e di capacità comunicativa, anche con i ragazzi, che sapeva attirare con un linguaggio semplice ma coinvolgente. Il Vescovo mons. Gilla Vincenzo Gremigni acconsentì alla sua nomina a vescovo coadiutore di Agrigento. Fu consacrato a Novara il 2 maggio 1954 e raggiunse la diocesi siciliana il 20 giugno dello stesso anno. Successivamente il 22 gennaio 1961 venne trasferito come vescovo a Caltagirone; infine il 15 settembre 1963 divenne arcivescovo di Messina.
Erano gli anni del Concilio e il Vescovo Fasola con grande impegno e serietà cercò di promuovere la conoscenza del Concilio e la sua applicazione in diocesi. Il 30 luglio 1977 rinunciava alla diocesi, ritirandosi a Novara. Infine il 1 luglio 1988 entrava nella pace del Signore.

Quanto sia vivo il suo ricordo nelle diocesi che videro il suo ministero, lo si evince dal bollettino degli Amici ed anche dalle biografie che lo riguardano. Ave Gaglio è stata la prima a raccogliere le notizie biografiche, intitolando la sua opera: “Grazie, Padre”, ora più compiutamente denominata: “Mons. Francesco Fasola, un Vescovo Padre” (III edizione, Messina 1998). Ultima sua pubblicazione, edita nel febbraio 2006, è intitolata “Ricordando l’Arcivescovo Servo di Dio Mons. Francesco Fasola”. Altre quattro biografie, di cui qualcuna con discreto successo editoriale, furono pubblicate in Sicilia e a Maggiora. Ultima pubblicazione, in ordine di tempo, il profilo biografico stilato per la causa di canonizzazione, Messina 2005.

In diocesi di Novara il ricordo di Mons. Fasola rimane vivo tra i preti ed i laici che con lui hanno vissuto la stagione iniziale di ripresa dell’Azione Cattolica, dopo il periodo bellico.
In particolare ricorda con riconoscenza e devozione il Padre Francesco il senatore Oscar Luigi Scalfaro, che fu presidente dell’Azione Cattolica di Novara.
Mons. Fasola è stato un uomo che si è donato senza misura. Amava tutti perché amava Dio, con tutti sapeva stare e tutti stavano bene con lui. Coinvolgeva ed era capace, quando era necessario, di una sottile e francescana ironia; aveva acutezza di intelligenza indagatrice, ma sapeva dosare le sue intuizioni con una grande carica di amabilità e di benevolenza; sapeva ascoltare e tacere; si immedesimava nelle sofferenze altrui, era pronto a condividere e si proponeva di farlo anche se non richiesto; era delicato e attento nel non far pesare le sue croci sugli altri.
La sua umanità, appassionata e piena di calore, era nutrita dalla comunione con Cristo e dalla devozione a Maria, a cui l’aveva iniziato il venerabile don Silvio Gallotti.
Ebbe anche difficoltà e incomprensioni, soprattutto nei tempi non facili del dopo Concilio e della contestazione sessantottesca. Non ha mai barattato la verità, annunciando la parola in modo forte e chiaro, con semplicità e fermezza. Si è espresso con la voce, con gli scritti e con delle scelte concrete. Il suo stesso corpo parlava quando con le braccia aperte sembrava voler raccogliere tutti in un abbraccio.
Il suo volto solare, con un sorriso schietto e pulito, con le dita delle mani sempre in movimento, erano segni inequivocabili del suo slanciarsi verso gli altri con una pienezza dell’amore di Dio che lo riempiva. L’immagine più vera fu quella del Pastore, conosceva tutti per nome, chiedeva, anche a distanza di anni, notizie di persone che non aveva mai dimenticato. Riusciva per la sua umanità a rendere ordinario lo straordinario. Celebrava con una dignità che lo distingueva e con lui era facile l’incontro nel dialogo con Dio. La vicinanza a Dio non l’ha mai però allontanato da nessuno tra gli uomini.

Anche la Diocesi di Novara deve gioire per questa iniziativa di grazia che è cominciata a Messina. Il vescovo Mons.Corti ha scritto all’arcivescovo di Messina: “Ringrazio il Signore per questo evento di grazia. Le nostre Chiese possono affidarsi alla sua intercessione, mentre sono sospinte ad imitarne lo zelo pastorale, la grande umanità, la generosa dedizione”.
L’archivio storico diocesano ha già messo a disposizione, tramite Padre Adriano Erbetta degli Oblati dei Santi Gaudenzio e Carlo, diversi documenti autenticati che riguardano il servo di Dio (tratto da vescovidisicilia.com).

Santuario SS. Pietà Cannobio (VB)

Il Santuario della SS. Pietà di Cannobio sorge sul LAGO MAGGIORE, a tre Km. dal confine con la Svizzera.
All'inizio del 1500, là dove oggi sorge il Santuario, continuava la cortina di case e di palazzi che formavano e formano la facciata a lago dell'antico Borgo di Cannobio. In una di queste case abitava la famiglia di Tommaso Zaccheo.
Proprio nella sua casa, nell'inverno del 1522, sono avvenuti dei fatti miracolosi che hanno poi dato origine alla costruzione del Santuario.
Un piccolo dipinto su pergamena (cm. 27,5 X 30), raffigurante Cristo in Pietà tra Maria e Giovanni evangelista, custodito oggi entro una nicchia ricavata al centro dell'altare maggiore, sotto la tavola di Gaudenzio Ferrari, si trovava allora appeso alla parete della camera superiore. Nei giorni 8, 9, 10 e 28 gennaio1522 e poi nei successivi 4 e 27 febbraio, la pergamena fu vista sanguinare. Le ferite del corpo di Gesù si sono ravvivate e gocce di sangue sono scese dal quadretto sulla cassapanca che si trovava sotto. La seconda sera, 9 gennaio, una piccola costola sanguinante, proporzionata al Cristo del dipinto, è uscita dal costato ferito ed è caduta sulla tovaglia sottostante. Fu raccolta in un calice e portata in processione nella Chiesa parrocchiale, dove ancora oggi è custodita, in un prezioso reliquiario che il card. Federico Borromeo ha donato nel 1605. I panni macchiati dal sangue sono rinchiusi nell'urna posta sotto la mensa dell'altare maggiore del Santuario.
Due anni dopo il miracolo si è costituita la cosiddetta “Confraternita della Devozione” che ristrutturò le stanze superiori di casa Zaccheo, ricavandone una piccola cappella.
In questa cappella celebrò la sua penultima messa S. Carlo Borromeo e fu proprio lui a chiedere la costruzione di un grande Santuario per onorare il miracolo lì avvenuto.
Ne affidò il progetto al Tibaldi che per la realizzazione si servì di maestranze locali, dirette dai Beretta di Brissago. Dal 1575 al 1614, con il solo sostegno finanziario di borghigiani e devoti si lavorò per l'erezione della struttura, che poi lungo il 1600 fu arricchita di stucchi, affreschi e tele, fino a raggiungere lo splendore di oggi. 
La facciata del Santuario è più recente; è opera di Febo Bottini che la volle in puro granito rosa di Baveno. Fu completata nel 1908 e nobilitata da alcuni elementi di ornato: le statue del fastigio (due Angeli con i simboli della passione, lancia e spugna), ed il medaglione bronzeo ingentilito da due leggiadri putti che reggono una ghirlanda di nobilissima fattura, opera del cannobiese Luigi Branca. Nel medaglione è raffigurata, interpretandola, l'effigie miracolosa della Santa Pietà.
Di buona fattura è pure il portale ligneo con le due raffigurazioni della Pietà e della Vergine del Rosario. Molto bello è il tiburio, gemello di Madonna di Ponte a Brissago e di Madonna di Campagna, a Pallanza.

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Una poesia per Mons. Fasola e sull'evento di Cannobbio

In riva al lago Maggiore

un messaggio d'amore..

porta la storia d'un Padre

con l'affetto di madre

Nacque a Maggiora

e non vedeva l'ora

d'esser a Dio consacrato

un sogno tanto amato

realizzato

fino ad esserne consumato

dal Piemonte partito

la Sicilia come mito

tutti amava

e sognava

partecipe dell'altrui dolore

con la speranza nel cuore

una Chiesa

con la mano tesa

a portar misericordia nuova

e superar la prova

un canto trova

accende un barlume

come un lume

bagliore nelle sere

alla ricerca di cose vere...


a cura di Giuseppe Serrone



11 Ottobre 2017 - Turismo Culturale








I parchi letterari italiani in festa per il 22 ottobre

 E’ il terzo anno che, per rivivere l’atmosfera e le suggestioni dove sono nati i grandi poemi e romanzi italiani, si celebra la giornata nazionale dei parchi letterari con visite e manifestazioni gratuite. Sostenuti dalla rete della Società Dante Alighieri i parchi letterari, che custodiscono i ricordi e le ispirazioni di poeti e scrittori, si aprono al pubblico con iniziative interessanti che includono passeggiate, degustazioni, letture, esposizioni e rappresentazioni teatrali. Domenica, 22 ottobre, si potrà così entrare senza pagare nei luoghi che hanno ispirato le opere letterarie dei più grandi autori italiani; da nord a sud del Paese i parchi letterari si apprestano ad accogliere con iniziative diverse (www.parchiletterari.com).
Nel parco dedicato a Petrarca, a Padova e nei Colli Euganei, si scoprono i luoghi che hanno ispirato i versi del poeta aretino e le lettere appassionate di grandi scrittori del romanticismo, dall’amor cortese dei trovatori provenzali ai poemi di Shelley, Byron e Foscolo, fino all’atmosfera decadente di Bruce Chatwin. Nel parco si visitano oasi naturalistiche, abbazie, castelli, ville, terme e la casa di Francesco Petrarca ad Arquà, ultima e amata dimora del poeta. Nel pomeriggio sono previste passeggiate letterarie con l’inaugurazione di alcune targhe e una degustazione conclusiva.
Nel parco ispirato a Eugenio Montale, nelle Cinque Terre, si ritrovano tutte le impressioni e le tracce del poeta genovese, premio Nobel nel 1975: il parco racchiude un paesaggio naturale struggente, premiato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, che ispirò il poeta. Quei dorsi di colli e di cielo erano le colline terrazzate, gli scogli a strapiombo sul mare color smeraldo e i borghi arroccati tra la macchia mediterranea. Il parco invita a camminare tra i borghi di Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, dove si ritrovano gli stessi scorci e le ville descritte dalla sensibilità del poeta; in particolare Monterosso, dove ha sede la celebre “casa delle due palme” o la “pagoda giallognola”, come lo stesso Montale descriveva l’abitazione in cui trascorreva le vacanze estive. Per il 22 ottobre sono stati organizzati eventi e passeggiate: “Le viti delle Cinque Terre” a Riomaggiore alle 9.15, escursione attraverso i vigneti dell’azienda agricola Possa; “La poesia della terra” presso il Santuario di Nostra Signora di Soviore, a Monterosso al Mare, dalle 10.30 alle 18; la mostra mercato di tipicità, arte e artigianato tra Cinque Terre, Val di Vara e Lunigiana all'ombra dei lecci secolari. Nel pomeriggio, sempre presso il Santuario, sono previsti la presentazione di un libro e un concerto.
Il parco letterario “Le Terre di Dante” conduce alla scoperta dei borghi e dei luoghi vissuti dal Sommo Poeta. L’itinerario abbraccia un territorio molto vasto, da Firenze a Ravenna; tuttavia è possibile ritagliarsi anche percorsi più brevi. Sabato 21 e domenica 22 ottobre si può assistere all’evento “Nel Mugello sotto il cielo di Giotto”, che accanto ai luoghi danteschi celebra i 750 anni dalla nascita del pittore con un itinerario guidato alla scoperta delle terre del Mugello, ricche di bellezza paesaggistica, arte e cultura. In particolare si visita Vicchio, dove si trova la casa natale di Giotto e il museo d’arte sacra dedicato al Beato Angelico. Qui, fino al 31 ottobre, verrà esposta la grande tavola Madonna di san Giorgio alla Costa, una delle opere più significative di Giotto. La passeggiata conduce anche nell’incantevole Pieve di San Lorenzo dove si può ammirare un’altra opera del pittore, La Vergine col Bambino, e a Scarperia dove nel trecentesco Palazzo dei Vicari è ospitato un prezioso affresco del Ghirlandaio.
Poco più a sud, in provincia di Livorno, c’è il parco di Giosuè Carducci dove si ritrova intatta l’atmosfera degli antichi borghi - Castagneto Carducci, Bolgheri e Donoratico – descritti nei versi e nelle lettere del poeta, premio Nobel nel 1906: “Quel tratto della Maremma che va da Cecina a San Vincenzo, è il cerchio della mia fanciullezza... Le dolci colline, la strada del Vino, i boschi, gli uliveti, le pinete ombrose, il canto delle cicale, le ampie spiagge su un mare cristallino, i castelli dei Della Gherardesca...” Per il 22 ottobre sono previste passeggiate speciali, intitolate “Carducci e le donne” e, alle 11 e alle 16, una visita guidata all’archivio Carducci per approfondire gli aspetti sentimentali della vita del poeta.
A Ostia, quartiere di Roma, il parco dedicato allo scrittore e intellettuale romano Pier Paolo Pasolini è diventato, dopo anni di abbandono, il luogo che celebra la tragica fine dell’autore con un monumento realizzato dallo scultore Mario Rosati. Il parco sorge all’interno della splendida oasi naturale protetta Lipu, che consente di fare bellissime escursioni naturalistiche. Il 22 ottobre, infatti, partendo da via dell’Idroscalo si possono scoprire la Riserva naturale del litorale romano e la foce del Tevere tra paesaggi unici, resti archeologici e un’interessante fauna, accompagnati dal gruppo delle Giovani Upupe, soci junior della Lipu e aspiranti ornitologi.
In Ciociaria merita una visita il parco letterario di Pico, dedicato allo scrittoreTommaso Landolfi. Il piccolo comune di Pico, inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, è arroccato su una collina e offre percorsi montani all’interno del parco naturale dei monti Aurunci, immortalati dallo scrittore.
Nel parco intitolato a Gabriele D’Annunzio, ad Anversa degli Abruzzi, ci si ritrova nella biblioteca comunale alle 16.30 per assistere alle letture per bambini e adulti “Orizzonti tra le foglie d’autunno”. L’antico borgo di Anversa, adagiato su uno sperone roccioso, domina l’ultimo tratto delle suggestive gole del Sagittario, oggi riserva naturale del WWF. Attraversata dalla tortuosa strada che collega la valle Peligna e la valle superiore del Sagittario, Anversa venne scelta da Gabriele d’Annunzio per ambientarvi la tragedia “La fiaccola sotto il moggio”. In realtà il borgo in provincia de L’Aquila ha ispirato molti altri letterati, botanici, artisti e viaggiatori; persino il grafico olandese Maurits Escher prese spunto da Castrovalva, antichissimo borgo a 820 metri d’altezza tra le gole, per le sue visioni geometriche.
Nel parco di Aliano, dedicato a Carlo Levi, si rivivono le emozioni e i luoghi descritti nel romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”: passeggiando ad Aliano e nei suoi dintorni, in provincia di Macerata, si coglie il sentimento poetico e il profondo amore che lo scrittore aveva per la terra lucana e la sua gente. Il silenzio delle montagne, la solitudine dei paesi arroccati sui monti, le infinite distese di argilla, i fiumi lenti della valle dell’Agri e del Sauro, il borgo di Aliano con le sue case dalle cui piccole finestre si spazia nell’infinito; persino le leggende dei briganti, dei lupi mannari e delle streghe sono tutti elementi che suscitano nel visitatore le stesse emozioni di meraviglia e di stupore provate da Levi all’inizio del suo confino. Per il 22 ottobre è prevista l’apertura dei musei di Aliano: la casa di Carlo Levi, la pinacoteca, il museo Paul Russotto e quello della civiltà contadina.
A pochi chilometri, nel paesaggio lunare dei calanchi di Tursi, c’è il parco dedicato al poeta Albino Pierro. “Quella di Tursi, il mio paese in provincia di Matera, era una delle tante parlate destinate a scomparire. Ho dovuto cercare il modo di fissare sulla carta i suoni della mia gente”. Così Albino Pierro spiegò la svolta dialettale della sua poesia per cui venne più volte candidato al Nobel per la letteratura; seguendo i suoi versi dialettali si entra in un mondo antico, ricco di bellezza. Sede del parco è la casa di Albino Pierro, da cui si gode una suggestiva vista sui calanchi verso il santuario santa Maria di Anglona, sorto sulle rovine della colonia greca di Pandosia. Per il 22 ottobre sono previste visite guidate alla casa-museo.
Sempre in Basilicata, a Valsinni, meritano attenzione le iniziative del parco letterarioIsabella Morra, dedicato a una delle voci liriche più importanti del XVI secolo, la cui produzione fu molto apprezzata da Benedetto Croce. Il parco propone un percorso che parte dal cuore del borgo medioevale di Valsinni fino al castello, dimora dei Morra, accompagnata da rappresentazioni teatrali che fanno rivivere in modo suggestivo le tragiche vicende della giovane poetessa. Il 22 ottobre il parco ha organizzato il tour “Il borgo racconta” nei vicoli del centro storico con menestrelli e cantastorie; una visita al castello feudale dei Morra e, alle 19, nella sala Ninì Truncellito la rappresentazione teatrale: “Benedetto Croce, diario di un pellegrinaggio”.
Spostandosi in Campania, precisamente in Irpinia, si visita il parco letterarioFrancesco De Sanctis, dedicato allo scrittore, politico e filosofo che fu tra i maggiori critici e storici della letteratura italiana nel XIX secolo. Lacedonia, Bisaccia, Calitri, Andretta, Guardia Lombardi, Morra De Sanctis e Sant’Angelo dei Lombardi sono tra i luoghi dell’Irpinia descritti in “Un viaggio elettorale”, reportage realizzato da De Sanctis per sostenere la propria candidatura e nel libro di memorie, rimasto incompiuto e pubblicato postumo, “La giovinezza”. Per la giornata dei Parchi sono previsti concerti e presentazioni di libri presso la sala ex Eca di Calitri.
In Sicilia sono tre i parchi letterari che organizzano eventi per il 22 ottobre: il parco di Caltanissetta, dedicato al raffinato scrittore e drammaturgo siciliano Pier Maria Rosso di San Secondo, offre lo spettacolo teatrale “Inferno Mediterraneo”, che rivisita alcuni canti danteschi alla luce delle emergenze contemporanee. Il parco letterario di Aliminusa, tra Cefalù e le Madonie, intitolato al poeta e scrittoreGiuseppe Giovanni Battaglia, organizza passeggiate in mezzo a una natura incontaminata e la lettura delle più importanti poesie del poeta in un percorso sensoriale guidato. Infine il parco di Polizzi Generosa, in provincia di Palermo, dedicato a Giuseppe Antonio Borgese, invita a conoscere il legame sentimentale dello scrittore verso la sua terra: “La Sicilia è un’isola non abbastanza isola, meno che nazione, più che regione”.
Ci sono altri parchi, sparsi per il Paese, che durante la celebrazione del 22 ottobre apriranno le porte consentendo a tutti di passeggiare liberamente, ma senza appuntamenti organizzati: il parco di Galtellì, in Sardegna, dedicato a Grazia Deledda, premio Nobel nel 1926, offre passeggiate che ripercorrono i luoghi del romanzo “Canne al vento”, facendo rivivere gli scorci dell’antica Galte, i suoi colori, i sapori, i siti archeologici e le suggestioni panoramiche del golfo di Orosei. Infine l’ultimo parco a entrare nel gruppo, quello dell’Adda Nord, dedicato ad Alessandro Manzoni: qui si visitano su prenotazione (info@parcoaddanord.it) i più famosi luoghi manzoniani lungo il fiume Adda, decantato da tanti poeti e reso celebre dallo scrittore dei Promessi Sposi: le chiuse di Leonardo a Trezzo sull’Adda, il ponte di Paderno e il villaggio operaio di Crespi d’Adda. Si visitano anche il borgo di Pescarenico, dove si trova il convento dei cappuccini e dove viveva padre Cristoforo, e l’immancabile “… ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti...” a Lecco.
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