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Quaresima 2019, Settimana Santa e Pasqua al Sacro Monte Calvario di Domodossola. Proposta per le parrocchie


Il Rettore del Santuario del Sacro Monte Calvario di Domodossola don Pierluigi Giroli scrive a tutti i Parroci  per sottoporre alla loro cortese attenzione il programma delle celebrazioni del tempo di Quaresima della Settimana Santa e di Pasqua 2019. 

Con vero piacere ha invitato le comunità parrocchiali  a partecipare e a unirsi nella preghiera alla comunità religiosa del Noviziato Rosminiano della Provincia Italiana di “San Maurizio” venendo in pellegrinaggio, e magari partecipando all’animazione dei riti dei prossimo tempi forti dell'anno liturgico. 

Fin dal lontano 1657 il Sacro Monte Calvario di Domodossola fu luogo di pace, di preghiera e di meditazione.

Il complesso di edifici costruito sulla sommità del colle, con il passare di quei primi decenni dell'ottocento, ritrovò in parte la sua vitalità di casa per ritiri spirituali e luogo di preghiera diventando soprattutto casa di formazione dell'Istituto. Dopo alterne vicende, dal febbraio 1828, con la venuta di Antonio Rosmini divenne la culla dell’Istituto della Carità (Padri Rosminiani) da lui fondato.

Dal 1976 si è ripresa con rinnovato vigore l'ospitalità per quanti desiderassero nella pace e nel silenzio incontrare Dio e coltivare la crescita del proprio spirito nella fede.
Nel 1991, dalla Regione Piemonte è stata istituita anche la RISERVA NATURALE SPECIALE REGIONALE.

Per tutto il tempo di Quaresima, ogni domenica, alle ore 15.00 si può partecipare alla solenne Via Crucis che si svolge lungo la Via delle Cappelle partendo dalla città via via salendo. E' possibile per gruppi parrocchiali animare la Via Crucis e trascorrere la giornata o il fine settimana al Calvario con possibilità di ospitalità, di vitto e alloggio. 


Per info e prenotazioni
cell. 3207505116

Il '68 in mostra tra immagini e cronache

'1968: UN ANNO' © ANSA

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PARMA- '1968. Un anno': un anno chiave della storia del Novecento si fa mostra, dal 20 ottobre al 4 agosto, allo Csac-Centro studi e archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, all'Abbazia di Valserena. Il primo nucleo dello Csac nasce proprio nel '68: oggi il Centro vanta una raccolta di oltre 12 milioni di materiali originali nell'ambito della comunicazione visiva e della ricerca artistica e progettuale italiana, a partire dai primi decenni del XX secolo. Un patrimonio suddiviso in cinque sezioni: Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo. La mostra vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (nuovi miti e nuovi riti) e una nuova riflessione sul corpo e sull'ambiente, che esplosero quell'anno. Ambiti e linguaggi differenti sono affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di differenti culture.
L'ossatura è costituita da una lunga 'timeline', composta da oggetti, immagini e cronache. Vedova, Schifano, Ceroli, Pozzati, Borgonzoni e Xerra sono alcuni protagonisti di quella ricerca artistica che costituisce un punto di riferimento fondamentale per altri progetti legati all'immagine, come i reportage e le sperimentazioni fotografiche di Lucas, Migliori, Mulas, o le differenti strade del progetto grafico, pubblicitario ed editoriale che vede proprio nel '68 la nascita del nuovo font 'Forma' per la fonderia Nebiolo da parte di Aldo Novarese, o ancora l'esplosione della cultura beat e underground con il progetto di Ettore Sottsass per la rivista 'Pianeta fresco'. I molteplici canali della comunicazione tv sono raccontati attraverso i progetti di Armando Testa per Carosello, ma anche dai padiglioni Rai di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Archizoom.
In mostra anche la riflessione sul corpo, rappresentata a differenti scale: dal gioiello all'abito, dall'ideazione di nuovi luoghi della cultura giovanile alla ridefinizione della scena e alla riappropriazione dello spazio pubblico. Spazio quindi alle sfilate happening ideate per Mare Moda Capri (Walter Albini), all'affermazione dell'uomo moda (Carlo Palazzi) e della maglieria (Albertina, Krizia). C'è poi il progetto architettonico e territoriale: la città con le sue periferie cresce con importanti interventi come il Gallaratese di Aymonino, o il quartiere Paolo VI di Taranto della Nizzoli Associati, mentre Gio Ponti riflette sulla forma del grattacielo. Ed ancora, le nuove infrastrutture che stanno trasformando l'Italia come i tratti autostradali con i suoi autogrill (come quello di Renzo Zavanella), o il concorso per il ponte sullo Stretto di Messina rappresentato dalle proposte di Giuseppe Samonà e Pierluigi Nervi, o la trasformazione della costa con la creazione di insediamenti turistici, come la Costa Smeralda di Luigi Vietti e i villaggi Touring di Roberto Menghi.

Vincomics porta vino e fumetti a Levanto

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 Alcuni dei più noti autori di fumetti italiani hanno dato appuntamento agli appassionati a Levanto (La Spezia), dove da venerdì a domenica, sotto i portici della Loggia Medievale, nel palazzo comunale, nelle piazze e nei vicoli della cittadina rivierasca, si svolge la prima edizione di 'Vincomics, storie fatte di vino'. Incontri, mostre e workshop animeranno la rassegna ideata da Laura Scarpa e Giacomo Delebene che si propone di avvicinare la cultura del vino e del fumetto d'autore come "celebrazione della chiusura delle vendemmie e stuzzicante 'aperitivo' della grande kermesse del fumetto di Lucca Comics & Games".
    A Levanto sono attesi tra gli altri Milazzo, Stano, Silver, Castelli, Silvia Ziche, Bacillieri che incontreranno gli appassionati in occasione di cene a numero chiuso (necessario prenotare) per parlare del loro lavoro e del loro rapporto con il vino, e sotto i portici dove, su richiesta del visitatore, disegneranno sui sottobicchieri numerati acquistabili con il kit per le degustazioni.
    Quattro le mostre d'autore già in corso nel Palazzo del Comune: 'Etichette d'autore' di Vittorio Giardino, 'Di madre in figlia' di Anna Brandoli, 'Quando l'etichetta fa ridere' di Joshua Held e '8 grandi firme colorano il vino Sagrantino'. Nella cittadina ci saranno anche 32 produttori di vini dello Spezzino, in particolare della Val di Vara e delle Cinque Terre.
    La manifestazione è promossa con la collaborazione della Regione Liguria e del Comune di Levanto con l'obiettivo di fare conoscere le tante eccellenze vitivinicole e grastronomiche della provincia spezzina.

Turismo avventura, più 27% per Europa

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 Il turismo avventura è un segmento che oggi vale, nel mondo, 300 miliardi di dollari e che vede l'Europa tra le destinazioni più richieste negli anni con un valore complessivo economico in crescita nell'ultimo anno del 27%. È uno dei dati emersi da Atws 2018, Adventure travel world summit, dal 16 al 18 ottobre a Montecatini Terme (Pistoia) a cura di Atta (Adventure travel trade association), Toscana promozione turistica e Comune: 750 gli esperti da tutto il mondo riuniti nella cittadina toscana per la prima edizione in Italia della manifestazione.
    Secondo l'ultima l'indagine (2018) di Atta, il turista d'avventura che viene in Europa ha una età media di 49 anni, viaggia prevalentemente in coppia, rimane sul territorio per almeno 7 giorni e spende mediamente circa 200 euro al giorno.
    Inoltre ogni viaggiatore spende mediamente 100 euro in prodotti locali. Questo prodotto turistico strizza sempre più l'occhio anche alle famiglie, che oggi rappresentano il 20% della domanda di questo segmento.

Piero Tosi, artigiano della bellezza

Mostra Piero Tosi © ANSA

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La sensuale lingerie di Sophia Loren in "Matrimonio all'italiana", il sontuoso abito da ballo di Claudia Cardinale ne "Il Gattopardo", ma anche le calze bucate di Ottavia Piccolo in "Bubù" e il vestito logoro di Marcello Mastroianni ne "I compagni". E poi i costumi realizzati con gli allievi in tanti seminari, veri capolavori di stoffa capaci di raccontare con un corpetto, una gonna, un pizzo o un bottone tutto lo spirito di un'epoca. È una storia di arte e artigianato, passione e generosità la mostra "Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del Csc. 1988-2016" nell'ambito della Festa del cinema (18-28 ottobre).
Al Palazzo delle Esposizioni dal 16 ottobre al 20 gennaio, l'esposizione celebra uno dei più importanti costumisti del cinema italiano e il suo lavoro di docente per 28 anni a Roma, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Nel percorso protagonisti sono i costumi d'epoca, frutto prezioso dei seminari di costume, trucco e acconciatura in cui Tosi nelle aule di via Tuscolana approfondiva un preciso periodo storico: gli abiti, una volta confezionati, venivano indossati dagli allievi e dalle allieve dei corsi di recitazione del Centro Sperimentale che con i propri corpi davano vita di fatto a veri personaggi per raccontare le varie epoche, dal Rinascimento al Novecento. Ogni costume, che nella mostra è possibile osservare da vicino (accanto a disegni e materiali), offre un chiaro esempio dell'efficacia di un metodo di lavoro (e di insegnamento) che Tosi pretendeva essere rigoroso, appassionato, mai teso al risparmio ma sempre rivolto all'approfondimento e alla cura estrema dei minimi dettagli, dalla documentazione storica al modello alle stoffe scelte, fino al trucco e al parrucco. In mostra non potevano ovviamente mancare le fotografie tratte dai film più celebri, in cui si vede la maestria di Tosi, premiato con l'Oscar alla carriera nel 2013, nell'ideare e realizzare costumi che contribuiscono a creare il personaggio, accanto a spezzoni di film e video e ai ritratti delle allieve con gli abiti dei seminari, tra cui Carolina Crescentini e Paola Minaccioni, nonché i lavori di 4 diplomati in costume al Csc con Tosi.
L'esposizione è dunque il doveroso omaggio che il Csc rende a uno dei suoi docenti più illustri: artista artigiano d'altri tempi, Tosi, che ad aprile festeggerà 92 anni, ha contribuito con talento e passione a rendere immortale il nostro cinema, arricchendo il lavoro di grandi registi, innanzitutto Visconti (per lui ha creato tra gli altri i costumi di Senso, Il Gattopardo, Rocco e i suoi fratelli), e poi Bolognini, Zeffirelli, Fellini, Pasolini, Cavani, Wertmuller, Amelio. "Tosi si merita questa mostra, perché è un genio, un artista, un artigiano. Solo il Centro Sperimentale avrebbe potuto raccontare la sua attività di docente: è stato un maestro generoso ma anche molto esigente, io ho spesso visto piangere i suoi allievi. Era il primo ad arrivare sul set o in aula, e non ammetteva che non si lavorasse con passione e concentrazione", dice all'ANSA Stefano Iachetti, curatore con Giovanna Arena, Virginia Gentili e Carlo Rescigno, "a lui non piace parlare di 'metodo Tosi', ma abbiamo voluto documentare il suo modo di curare ogni cosa che ruotava attorno al costume, dalla ricerca dell'esempio pittorico o fotografico alla realizzazione dei disegni, dalla scelta dei materiali al volto fino ai dettagli dell'acconciatura".