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Estate. Turismo esperienziale, l'ospitalità religiosa fa il pieno di viaggiatori

Le previsioni su luglio e agosto indicano un +4,3% di presenze rispetto al 2023 e tassi di occupazione per luglio e agosto già al 75% nelle località marine e di montagna. Il sondaggio fra i gestori

Santuario della Madonna di Barbana a Grado, in Friuli Venezia Giulia - Foto Associazione Ospitalità religiosa italiana

Una vacanza alternativa, su mete meno battute, per vivere un turismo esperienziale. Sempre più viaggiatori scelgono di muoversi con questo stile sui cammini e lungo le vie della fede, alloggiando in strutture religiose e non profit.

Un segnale di questa tendenza arriva dal sondaggio realizzato tra le tremila realtà (2.500 gestite da ordini, congregazioni, diocesi e parrocchie o di loro proprietà e 500 di impronta laica legate al terzo settore) che fanno parte dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, con una offerta di 200mila posti letto.

I dati previsionali su luglio e agosto annunciano un +4,3% di presenze rispetto al 2023, con gli ospiti stranieri che salgono del 2,6% e tassi di occupazione per luglio e agosto già al 75% nelle località di mare e di montagna. L’incremento maggiore di presenze si registra nelle località marine (+10%), seguite dalle città d’arte (+5%), i luoghi immersi nella natura (+4%), mentre la montagna si ferma a un +2%. Il dato più confortante per i viaggiatori giunge dalle tariffe, aumentate mediamente dall’estate scorsa solo dell’1,3% (la montagna offre le stesse del 2023). “Con questa politica tariffaria si intuisce come si sia andati incontro alle necessità di tante famiglie e gruppi anche per questa estate, rinunciando a facili guadagni in favore di un ampliamento della platea degli ospiti”, dice il presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, Fabio Rocchi, evidenziando inoltre come l’88% dei gestori abbiano espresso la loro soddisfazione per l’andamento stagionale.

La controprova giunge dai costi delle sistemazioni. Una camera doppia per due persone che in alta stagione desiderano dormire in queste strutture e consumano la prima colazione, costa mediamente € 77 a notte, senza grandi differenze tra mare, montagna, città o natura, con un range medio tra 76 e 79 euro. “Queste realtà – sottolinea Rocchi - non sono in concorrenza col settore alberghiero, ma propongono un tipo di accoglienza che completa l’offerta turistico-ricettiva nazionale, fornendo a chiunque una scelta sempre più ampia di esperienze da vivere nella semplicità, serenità, fraternità e - per chi lo desidera - spiritualità”.

Dalla collaborazione tra le associazioni non profit Ospitalità religiosa italiana e Vita in cammino, con il contributo professionale di SpiritualTour e il sostegno di FederCammini, è nato nei mesi scorsi (presentato a Milano in occasione della fiera “Fa’ la cosa giusta”) anche il portale dormireincammino.it, che permette al camminatore di pianificare in anticipo tutte le tappe lungo un percorso, raggiungendo con un form i gestori delle ospitalità, per ricevere poi le conferme scritte delle prenotazioni. Il tutto senza spese o commissioniStrumenti utili per sostenere un altro modo di viaggiare. E di alloggiare. Su altre mete, fuori dalle rotte del turismo di massa.

avvenire

Palermo. Nel cartellone estivo del Massimo omaggio a Santa Rosalia


 Una lunga preghiera a Santa Rosalia nel 400° anniversario del ritrovamento delle sue spoglie e un grande omaggio alle colonne sonore più famose, da Ennio Morricone a John Williams. Questi i due grandi temi dell’Estate del Teatro Massimo, presentata dal soprintendente Marco Betta, con l’assessore Giampiero Cannella, Jean-Sebastienne Colau e Alessandro Di Gloria.

Il cartellone andrà avanti dal 27 giugno al 3 agosto, dalla Sala Grande del Teatro al Teatro di Verdura, dalla scalinata monumentale, alla Sala degli Stemmi. Molti gli artisti siciliani a iniziare dalle quattro compositrici cui è stato affidato i “4 Canti per Santa Rosalia”: Valentina Casesa, Maria Mannone, Giulia Tagliavia e Corinne Latteur. Lo spettacolo si avvale della consulenza storica di Consuelo Giglio e della drammaturgia di Fabrizio Lupo.

“Una Stagione – ha affermato il maestro Betta – per rendere doveroso omaggio alla nostra Patrona, per recuperare tutti i luoghi del nostro teatro e anche per festeggiare con il concerto centrale al Verdura, diretto da Omer Meir Wellber, le grandi musiche di Morricone e Williams e di George Gershwin”.

Ma nella mission del teatro c’è anche la musica come strumento di conforto e salvezza da portare nei quartieri più disagiati di Palermo. Quest’anno gli abitanti di Sperone-Roccella, Danisinni e Zen formeranno un coro cittadino, guidato da Manlio Messina, che canterà nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie. Saranno coinvolti anche il teatro Ditirammu di Elisa Parrinello e anche il concerto “Carmina Burana” di Carl Orff, diretti da Salvatore Punturo e la Quinta Sinfonia di Beethoven. Per la danza ritorna “Carmen” con la coreografia di Leo Mujic e il corpo di ballo diretto da Jean-Sebastienne Colau. Molti i concerti di musica da camera e poi gli Immersivi Concert quando l’orchestra del teatro diretta da Alberto Maniaci suonerà mentre il pubblico sarà in sala e il coro canterà dai palchi le pagine corali più celebri e amate dal pubblico.

“Il Teatro Massimo è una delle principali espressioni della cultura a Palermo e sono felice che uno dei fili conduttori della stagione estiva di spettacoli alle porte sia Santa Rosalia in un anno di straordinaria importanza per la città che celebra i quattrocento anni della sua Patrona – ha aggiunto il presidente della Fondazione Teatro Massimo e sindaco di Palermo Roberto Lagalla – . L’offerta che promuove il Teatro Massimo per questa estate è ricca e variegata e ha certamente l’intento di abbracciare tanti spettatori e di diverse fasce di età”

travelnostop.com

Unitalsi, ritorna il pellegrinaggio per bambini a Lourdes


Ritorna nella programmazione delle partenze di questa stagione il pellegrinaggio interamente dedicato ai bambini e alle loro famiglie. Il viaggio, il ‘Treno dei bambini – pellegrinaggio Nazionale dei Piccoli UNITALSI’, nato grazie alla collaborazione con FS Treni Turistici Italiani, in programma a Lourdes dal 16 al 22 maggio e dal tema ‘C’era una volta…, ma anche oggi’, è stato presentato nella Sala Presidenziale della stazione di Roma Ostiense.

A illustrare l’iniziativa, il presidente nazionale UNITALSI, Rocco Palese; il presidente Fondazione FS Italiane,  Mons. Liberio Andreatta; l’Amministratore delegato di FS Treni Turistici Italiani, Luigi Cantamessa, – la nuova impresa parte del Polo Passeggeri del Gruppo FS, nata per offrire servizi ferroviari pensati e calibrati per un turismo di qualità, che gestisce anche i charter religiosi. Presenti anche l’assessore alla Mobilità del Comune di Roma Eugenio Patanè, il presidente di FS Treni Turistici Italiani Alessandro Vannini Scatoli e i vicepresidenti nazionali UNITALSI Cosimo Cilli e Sabatino Di Serafino.

Un treno speciale attraverserà tutto il Paese e accompagnerà verso Lourdes circa 450 soci, di cui 140 tra bambini diversamente abili e piccoli pazienti degli ospedali pediatrici italiani, dall’ospedale Gaslini di Genova al Bambino Gesù di Roma, con i quali l’associazione attraverso il Progetto dei Piccoli collabora da anni. Il pellegrino più giovane iscritto finora ha sei mesi.

Al gruppo si uniranno anche i bambini ospiti delle case-famiglia dell’Unitalsi dislocate sul territorio e nate nell’ambito del Progetto dei Piccoli da cui prende il nome il viaggio.

I volontari dell’Unitalsi accompagneranno i bambini e i ragazzi fino ai 14 anni insieme alle loro famiglie, in un percorso fatto di fiaba, curiosità e speranza ispirati dall’ambiente fantastico della favola di Pinocchio, il celebre racconto di Carlo Collodi, che diventerà compagno di viaggio e di avventure vissute dai bambini durante tutto il pellegrinaggio ad iniziare proprio dal treno della speranza.

Il pellegrinaggio dei piccoli è il primo dei viaggi tematici che l’Unitalsi propone per essere sempre più vicina ai propri soci e a chi ancora non conosce l’Associazione creando eventi dedicati per essere accanto ad ogni tipo di fragilità.

travelnotop.com

Un 2024 all'insegna delle camminate sui luoghi cari al Santo di Assisi

 

A gennaio 2024 ha preso avvio la nuova iniziativa Itinerari Laudate Deum curati dall’Associazione di promozione sociale Francescani nel Mondo aps in collaborazione con l’Ufficio per la pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport del Lazio, l’Ordine Francescano Secolare del Lazio, il Centro Sportivo Italiano e il Movimento Laudato Si.

Francescani nel Mondo nata nel 2016, nell’Anno della Misericordia, è un’associazione di promozione sociale, aperta a tutti che opera prettamente nel volontariato. Essere “nel mondo per il mondo” per incontrare chi desidera nella propria vita e storia rendere attuali i valori di fraternità e solidarietà a servizio dell’uomo e del creato. È strumento operativo e sociale dell’Ordine Francescano Secolare del Lazio. Una frase semplice che può riassumere il suo operare è “Camminare, incontrare, servire”.

Tra gli obiettivi che ha più a cuore l’Associazione rientra ovviamente la cura del creato e questa si traduce anche nella promozione del patrimonio paesaggistico e spirituale legato ai luoghi francescani del Lazio e non solo… e quale modo migliore di viverli e fruirli se non camminando, cantando, pregando? Ecco, quindi, l’idea di un gruppo Camminate reso possibile anche grazie al supporto del Centro Sportivo Italiano.

Il progetto prevede un calendario di iniziative ed escursioni, urbane o naturalistiche di tipo non agonistico, in via di definizione.

Il primo evento promosso è stato domenica 13 gennaio 2024 dal titolo “Roma con gli occhi di Francesco” per vivere i luoghi che hanno visto la presenza di san Francesco di Assisi a Roma e vivere la grazia dell’indulgenza plenaria donata dalla Chiesa per gli 800 anni del presepe di Greccio. Sono diverse in questi anni, infatti, le ricorrenze per la Famiglia Francescana. L’itinerario ha preso avvio dalla Chiesa di san Francesco a Ripa a Trastevere, dove Francesco soggiornò e che ai tempi ospitava un lazzaretto. Oggi è bello che i frati Minori li presenti ospitino tante persone svantaggiate con storie difficili cui fraternamente affiancarsi per offrire occasione di riprendere in mano la propria vita. E poi via lungo le strade della città… Santa Maria in Trastevere, l’attraversamento del suggestivo Tevere e i fasti del Circo Massimo dove si trovano i ruderi della Torre Moletta proprietà della famiglia di Frate Jacopa de’ Settesoli nobildonna romana molto amica di Francesco e di cui anche si ricordano i buoni mostaccioli regalati al santo in punto di morte. Dopo le strade sul colle del Celio eccoci arrivare a san Giovanni in Laterano, luogo che ha visto l’incontro di san Francesco con il Papa: è stato il punto di arrivo di una memorabile giornata.

L’appuntamento successivo è stato a inizio marzo 2024: “Roma sulla orme di Francesco” vede ancora un itinerario urbano alla scoperta delle presenze della famiglia francescana lungo i secoli: la chiesa dell’Ara Coeli, la Basilica dei SS. Cosma e Damiano, la Basilica dei Ss. Apostoli e la chiesa di San Bonaventura al Palatino che ospita nei viali di accesso la via Crucis ideata da san Leonardo da Porto Maurizio, patrono delle missioni popolari… per finire con un semplice pranzo al sacco fraterno nel giardino del convento dei Frati Minori.

Già in programma anche per 21 aprile “Sora Acqua e Madre Terra” nel parco degli Acquedotti a Roma accompagnati da erboristi, storici e agronomi, lo Speco di Narni e la ciclabile del fiume Nera per il 12 maggio e a fine luglio 826-28) La Verna ed escursioni alle Foreste Casentinesi per la ricorrenza degli 800 anni delle Stimmate e tanti altri in via di organizzazione.

Cammini dunque aperti a tutti, al passo di tutti, con la cura per tutti. In definitiva questi itinerari desiderano in fondo essere un’occasione per vivere gli ambienti, riflettere sui temi dell’uomo e contemporanei, conoscere e valorizzare progetti ed esperienze di bene comune, promuovere fraternità tra le persone, promuovere un turismo sostenibile, pregare e naturalmente lodare Dio… “Il mondo canta un Amore infinto come non averne cura?” (Esortazione apostolica laudate Deum 6,65).

turismo.chiesacattolica.it

(Post a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

Si parte con “Emilia-Romagna: Natura, Cultura, Spiritualità”

 

Regione e CEER insieme per promuovere il turismo lento dei Cammini e dei luoghi di fede

L’Emilia-Romagna dei Cammini e delle vie di Pellegrinaggio e del turismo della fede, promuove la 1ª edizione della iniziativa sviluppata in collaborazione con la Conferenza Episcopale Emilia-Romagna - Ufficio per la pastorale del Turismo, Sport e Tempo Libero, denominata “Emilia-Romagna: Natura, Cultura, Spiritualità”, visibile sul sito turistico regionale www.monasteriemiliaromagna.it

Il progetto si pone l’obiettivo di valorizzare esperienze, visite ed incontri nel cuore dell’Emilia- Romagna. Una offerta differenziata espressione della ricchezza dei territori, con la valorizzazione dei luoghi della fede, delle manifestazioni tradizionali espressione della comunità, esperienze e proposte legate ad un turismo della spiritualità.

Promossa in collaborazione con la Conferenza Episcopale Emilia-Romagna – Ufficio per la Pastorale del Turismo, Sport, Tempo libero e Pellegrinaggi, l’iniziativa, sarà comunicata con una immagine grafica regionale che valorizza i tre aspetti delle esperienze - la natura, la cultura e la spiritualità – inserite nel sito turistico regionale sino al 31 dicembre 2024. Gli appuntamenti legati a tradizioni e feste patronali, antiche sagre paesane, visite alle pievi, processioni mariane, camminate e attività collegate all’esperienza dei pellegrinaggi e mostre di presepi, saranno costantemente aggiornate e visibili nella landin page dedicata nel sito www.monasteriemiliaromagna.it, e saranno oggetto di campagne di promozione mirate sui principali canali social e sul web.

Tutte le informazioni e le esperienze aggiornate nel corso dei mesi sono disponibili sul sito turistico istituzionale www.monasteriemiliaromagna.it

Per informazioni:
Monica Valeri, responsabile prog. Turismo Religioso per Azienda Promozione Turistica Emilia-Romagna
Don Tiziano Zoli, referente Ufficio Pastorale Turismo, Sport Tempo Libero della CEER.
turismo.chiesacattolica.it
(Post a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

Cammini e spiritualità: così l’Enit promuove l’entroterra italiano


 I cammini legati alla spiritualità “sono una grandissima risorsa in Italia. Nel tempo probabilmente non li abbiamo promossi abbastanza, basti pensare che il cammino di Compostela è conosciuto da chiunque mentre c’è spesso difficoltà a sapere dove siano i cammini italiani. Come agenzia abbiamo deciso di promuoverli ancora di più, anche perché i turisti non vengono più in Italia semplicemente per le città d’arte ma vogliono vivere quel territorio e spesso i cammini sono una bellissima offerta per far conoscere il territorio e raccontarlo”. Lo ha detto Sandro Pappalardo, consigliere d’amministrazione Enit a margine della conferenza stampa per il cammino dei Cappuccini nelle Marche, nato nel 2021 e rilanciato anche come ideale anticipazione dei 500 anni dell’Ordine nel 2028, con uno spot e nuove iniziative, tra le quali una guida prossimamente edita da Terre di Mezzo.

“Facciamo promozione in tutto il mondo, presentiamo i nostri prodotti nelle borse internazionali per il turismo e questo faremo anche per i cammini – aggiunge Pappalardo -. Il turismo è una filiera molto complessa, solo la sinergia permette di fare una  progettualità concreta e che porta benefici a tutto il Paese”.

Il cammino dei Cappuccini, realizzato dal progetto di Fra Sergio Lorenzini (Ministro provinciale dei frati minori cappuccini delle Marche dal 2019), è un percorso molto ricco sotto il profilo spirituale, storico, artistico e naturalistico, percorribile a piedi e in bike. E’ lungo quasi 400 km con 17 tappe previste (toccano tutte le province della regione e oltre 25 comuni). Inizia da Fossombrone, ha il suo fulcro a Camerino (luogo di nascita dei cappuccini) e il suo epilogo ad Ascoli.

Lungo il cammino ci sono circa 170 strutture ricettive affiliate ad un prezzo di favore ed è possibile per  pellegrini e turisti anche dormire e fermarsi nei conventi legati dal percorso, “dove non vengono ospitati in una foresteria, ma stanno insieme a noi, mangiano nel refettorio, possono partecipare alla nostra preghiera e alla messa. E’ qualcosa che coinvolge molto sia chi ha lo spirito religioso, sia chi approccia quest’esperienza in maniera laica” spiega Fra Sergio Lorenzini.

travelnostop.com

Inaugurata la restaurata Torre poligonale ad Assisi

ASSISI - È stata inaugurata la Torre poligonale della Rocca Maggiore di Assisi, che torna accessibile al pubblico dopo lavori di restauro.

A tagliare il nastro il sindaco, Stefania Proietti, insieme all'assessore all'Unesco Paolo Mirti, a consiglieri comunali e a rappresentanti del Calendimaggio.

Poi la visita alla struttura, che si raggiunge passando attraverso 105 metri di suggestivo camminamento interno, diversi scalini e una scala a chiocciola che conduce al punto più alto. Rappresenta la parte più panoramica del complesso monumentale, da cui si possono ammirare dall'alto la Basilica di San Francesco, il centro storico di Assisi, il Terzo Paradiso nel Bosco di San Francesco, il Parco del Monte Subasio e l'intera valle umbra.

    La costruzione della Torre poligonale risale alla prima metà del '400. Fu realizzata, insieme al braccio di congiungimento con il resto della fortezza militare, per fortificare il versante occidentale e ottenere un punto di osservazione più ampio sulla valle circostante.

    "La città - ha sottolineato il sindaco Proietti - si riappropria di un altro gioiello, che torna visitabile dopo anni di chiusura per lavori di restauro, consolidamento e messa in sicurezza". L'evento è stato preceduto dalla rassegna culturale "Storie dal Medioevo", promossa e organizzata dal Comune di Assisi in collaborazione con Ente Calendimaggio e Opera Laboratori, con protagonisti storici e medievalisti di rilievo internazionale. La rassegna, sempre a ingresso libero, prosegue oggi 27 agosto, alle 17.30, con la conferenza intitolata "Il potere delle donne", a cura della professoressa Elisabeth Crouzet-Pavan, docente di storia medievale all'Università La Sorbona di Parigi. A seguire un nuovo concerto dei musicisti di Resonars.

    La Torre poligonale è stata aperta in via straordinaria ieri, sabato, ma sarà effettivamente visitabile da tutti nelle prossime settimane, con aperture programmate e visite accompagnate alla struttura.

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I 3 monasteri più antichi d’Italia

Alla scoperta dei tre monasteri più antichi d’Italia, un viaggio affascinante nel tempo e nella spiritualità. Questi antichi luoghi, testimoni di secoli di storia e architettura, sono custodi di tradizioni millenarie e rappresentano un richiamo per chi cerca un momento di riflessione e connessione con il sacro.

Alla scoperta dei tre monasteri più antichi d’Italia

Il primo monastero che ci viene in mente quando si parla di antichità è il Monastero di San Benedetto in Monte, situato in Umbria. Fondato intorno al VI secolo, questo monastero benedettino è uno dei più antichi d’Europa. La sua architettura romanica e la sua posizione panoramica lo rendono un luogo incantevole da visitare. Il secondo monastero che merita di essere menzionato è il Monastero di Santa Scolastica, anch’esso in Umbria. Fondato nel VI secolo, è il monastero benedettino più antico d’Italia. Infine, il Monastero di San Giovanni Evangelista a Ravenna, risalente all’VIII secolo, è uno dei più antichi monasteri bizantini del nostro paese, con mosaici straordinari e una ricca storia da scoprire.

Storia e architettura dei monasteri millenari in Italia

I monasteri millenari in Italia raccontano storie antiche e affascinanti. Oltre ai tre già menzionati, vale la pena esplorare altri monasteri che risalgono a secoli passati. Ad esempio, il Monastero di San Fruttuoso in Liguria, fondato nel X secolo, affascina per la sua posizione isolata e per la sua architettura romanica. Il Monastero di San Nicola in Lecco, risalente all’XI secolo, si distingue per le sue preziose pitture murali. E il Monastero di Santa Maria delle Grazie a Mantova, fondato nel XIII secolo, è famoso per il suo chiostro rinascimentale e per ospitare l’opera d’arte più celebre di tutti i tempi: “L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci.

Un viaggio spirituale tra i monasteri più antichi del nostro paese

Un viaggio tra i monasteri più antichi d’Italia può essere un’esperienza spirituale unica. Questi luoghi, immersi nella tranquillità e nella bellezza della natura, offrono un’opportunità per staccare dalla frenesia quotidiana e ritrovare un senso di pace interiore. Oltre alla loro storia millenaria, i monasteri sono spesso abitati da comunità religiose che condividono la loro spiritualità e ospitano i visitatori interessati a vivere momenti di silenzio, meditazione e preghiera. Un viaggio tra i monasteri più antichi del nostro paese può essere un’occasione per riscoprire la propria spiritualità e trovare un momento di riflessione profonda.

Ogni monastero ha la sua storia unica da raccontare, con influenze architettoniche diverse che si riflettono nelle loro strutture. Dai monasteri romanici con i loro archi a sesto acuto e i dettagli scolpiti, ai monasteri rinascimentali con i loro chiostri eleganti e affreschi preziosi, fino ai monasteri bizantini con i loro mosaici mozzafiato. Oltre all’architettura, i monasteri sono spesso arricchiti da biblioteche antiche che custodiscono manoscritti e libri rari, tesori artistici e tesori spirituali. Un viaggio attraverso i monasteri più antichi d’Italia è un’opportunità per immergersi nella storia, nell’arte e nella spiritualità che questi luoghi meravigliosi offrono.

Scoprire i tre monasteri più antichi d’Italia è un’esperienza che ci permette di immergerci nel passato e nella spiritualità. Attraverso la loro storia millenaria, la loro architettura affascinante e l’atmosfera di pace che li circonda, questi monasteri ci offrono un viaggio unico nel tempo e nello spirito.

Fonte: Viaggiamo

A Fossanova torna Vini d’abbazia


Dopo il grande successo della prima edizione, nell’atmosfera unica, rimasta inalterata dal XII secolo, dell’Abbazia cistercense di Fossanova, tornano fino al 4 giugno 2023 oltre 30 cantine e, per la prima volta, alcune importanti Abbazie francesi legate all’Associazione Les Vins D’Abbayes, che svolge una analoga manifestazione a Parigi.

Tante etichette che conquisteranno i palati più esigenti con le produzioni dei terreni agricoli curati da religiosi e da enologi accorti. Ci sarà la possibilità di degustare anche i vini locali prodotti dalle cantine della Strada del Vino di Latina, della Strada del Cesanese del Piglio, dal Consorzio del Cesanese del Piglio, Consorzio Cabernet DOP di Atina e del Consorzio Cori DOC.

Sempre all’interno del Borgo, per l’occasione sarà allestita una speciale sezione gastronomia curata da Slow Food Latina con numerosi stand di produttori e presidi del grande movimento internazionale, ad ingresso gratuito.

La manifestazione, i banchi di assaggio, gli incontri A “Vini d’Abbazia” tra i banchi degustazione dell’evento - organizzato dall’associazione culturale Passione di Vino, dal Comune di Priverno, da Taste Roots Soc. Coop. e dalla Strada del Vino di Latina, con la collaborazione di Slow Food Lazio e Direzione Regionale Musei Lazio, con il patrocinio di Regione Lazio, ARSIAL, Camera di Commercio di Frosinone Latina, Informare, Confagricoltura – il pubblico oltre ad assaporare numerose produzioni, potrà incontrare wine maker e frati “maestri di vigna” al servizio dei monasteri del vino. Dalle ore 16 alle 22 saranno aperti i banchi di assaggio delle Cantine, distribuiti intorno al suggestivo Chiostro dell’Abbazia, mentre dalle ore 17 nel Refettorio si svolgeranno Master Class rivolte alle produzioni delle diverse Abbazie. Sabato 3 giugno alle ore 18, all’Infermeria dei Conversi, si terrà il Convegno “Il vino motore di un territorio: progetti di sviluppo” con gli interventi dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Lazio On. Giancarlo Righini, del Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e della Camera di Commercio Frosinone Latina, anticipati dal saluto del Sindaco di Priverno Annamaria Bilancia. Modera l’incontro il giornalista Rai Rocco Tolfa. In chiusura di manifestazione, domenica 4 giugno alle ore 19, la grande sala dell’Infermeria del Borgo di Fossanova ospiterà l’incontro con Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, dedicato al contributo delle Abbazie alla salvaguardia del vino. L’incontro sarà introdotto dal conduttore di Linea Verde Marcello Masi. Con l’occasione sarà anche presentato il nuovo libro di Carlo Petrini e del gesuita ed economista di fama mondiale Gaël Giraud “Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità”. Le Master Class Ampio spazio in quest’edizione agli incontri con i produttori in numerose

Master Class: venerdì 2 giugno si parte con “I vini autoctoni della provincia di Latina”, alla scoperta di Nero Buono, Bellone, Malvasia Puntinata e Moscato Terracina; a seguire “Abbazia di Novacella”, che produce vino dal XII secolo nel cuore dell’Alto Adige, in compagnia di Werner Waldboth che ci racconterà una storia millenaria attraverso la degustazione di vini straordinari. Infine, dalle ore 19, Marco Caprai, della Cantina Arnaldo Caprai, e Antonio Capaldo, di Feudi di San Gregorio, per la prima volta insieme per raccontare i loro vini, esempio di eccellenza italiana nel mondo. Guida il confronto Isabella Perugini, autrice Rai. Sabato 3 giugno, le Master Class avranno inizio con “Strada del Cesanese”, il vino dei Papi, nella degustazione di alcuni dei produttori più importanti della zona; a seguire “Cantina Valle Isarco” con Armin Gratl – direttore generale della Cantina – che guiderà la degustazione dei vini prodotti nell’Abbazia di Sabiona, culla spirituale del Tirolo. In chiusura di giornata, un’occasione unica per scoprire i “Vini d’Abbazia francesi” con l’Associazione Les Vins D’Abbayes. Domenica 4 giugno ad aprire le degustazioni il “Consorzio Atina Cabernet DOP” che racconta la rinascita di un territorio nel cuore della Ciociaria dove il cabernet sauvignon ha trovato il suo habitat ideale già da fine Ottocento; a seguire un’opportunità rara di degustare i vini del “Monastero Trappiste di Vitorchiano” raccontati da Giampiero Bea, tra i più influenti interpreti del vino secondo natura.

L’Abbazia di Fossanova E’ il più antico esempio d’arte gotico-cistercense in Italia, situato nel Comune di Priverno in provincia di Latina. I monaci cistercensi che la fondarono nel 1208 provenivano dal monastero di Citeaux in Francia: un monastero che è stato fondamentale per la produzione dei blasonati vini della Borgogna. Da questo legame nasce l’idea di ospitare a Fossanova una manifestazione che racconti il contributo dei religiosi alla storia del vino. Il complesso monumentale è straordinario: circondato da un borgo che non ha quasi bisogno di presentazioni, né per il turista né per gli abitanti del posto che, ogni giorno, godono della bellissima pace di un luogo senza tempo. Nel corso di Vini d’Abbazia ci sarà la possibilità di scoprire l’Abbazia di Fossanova con la visita guidata “Quando i monaci creano il gusto”: grazie al progetto Slow Food Travel, incluso nel biglietto di ingresso alla manifestazione, si potrà andare alla scoperta della straordinaria storia del vino e del cibo dei monaci all’interno di un monumento unico per lo stile e per le vicende storiche-culturali che lo caratterizzano.

ansa.it

A Mont-Saint-Michel tra storia e leggende

MONT-SAINT-MICHEL - Nell'anno 708 san Michele, l'arcangelo guerriero, discese dal cielo per imporre a Oberto, vescovo di Avaranches, un'impresa impossibile: costruire una chiesa su un enorme masso, alto appena 92 metri, posto sopra una distesa di sabbia davanti all'oceano della Normandia.

    L'impresa era ancora più ardita perché quell'arenile a tratti veniva sommerso magicamente dall'acqua e da onde improvvise. La leggenda di Mont-Saint-Michel comincia così, con un masso trasformato in un'isola dove cielo, acqua e terra sono i protagonisti.

Poi c'è la storia che racconta di un oratorio che mille anni fa venne costruito su un blocco di granito posato su un terreno sommerso dalle maree, tra le più alte del mondo, nel cuore di una baia normanna.
    Per celebrare il millennio è stata organizzata una mostra - 'La residenza dell'Arcangelo. Arte, architettura e devozione all'abbazia di Mont-Saint-Michel (1023-2023)' - che, fino a novembre, racconta la storia, l'architettura, gli arredi e gli oggetti legati a questo luogo magico, patrimonio mondiale dell'Unesco e uno dei posti più straordinari d'Europa, visitabile solo secondo l'andamento delle maree. La mostra raccoglie opere d'arte, sculture, capitelli, modellini, statue, pezzi di oreficeria, elementi decorativi, alcuni dei quali mai esposti prima.
    La storia di Mont-Saint-Michel desta sempre meraviglia perché molti eventi accaduti in quel luogo unico al mondo sono avvolti da mistero e da leggende. La prima costruzione risale alla fine del X secolo: non fu impresa facile perché i materiali per costruire il luogo di culto venivano trasportati con imbarcazioni che spesso facevano viaggi lunghi e in molti casi affondavano. Alla fine vinse il volere dell'arcangelo e l'oratorio carolingio del vescovo, pur se circondato da un alone di cattivi presagi, venne terminato. Presto la fama dell'abbazia si diffuse e molti pellegrini cominciarono ad arrivarvi per chiedere protezione a san Michele. Il luogo era troppo piccolo per contenere tutti i fedeli e così, sotto l'abate Hildebert, nel 1023 venne posta la prima pietra per un'abbazia più grande e imponente, proprio come quella che oggi ammiriamo sull'isola-santuario. Venne costruita sopra l'oratorio, in verticale, in un mix di semplicità romanica e complessità gotica, di Occidente e Oriente, con l'abside rivolta a est. La nuova Eglise de Notre-Dame-sous-Terre era anche una celebrazione strategico-militare: da qui passarono le lotte di successione al trono normanno, le spedizioni armate contro i bretoni, gli intrighi, le vendette, gli assalti. Fu così che venne costruita una prima cinta muraria, poi una seconda e infine una terza con torri e bastioni intorno alla base del monte. L'abbazia era diventata inespugnabile e il monte una roccaforte; all'interno si moltiplicavano le strutture militari con porte e torri a difesa e con le cisterne e i depositi a renderla autonoma. Nel 1496 re Luigi XI vi istituì l'Ordine dei Cavalieri che si riuniva in una maestosa sala, dove ancora oggi è facile immaginare le solenni assemblee.
    A Mont-Saint-Michel si accede ancora attraverso le tre antiche porte dell'Avancée, du Boulevard e du Roi, ma solo quando c'è la bassa marea che qui, come scriveva Victor Hugo "monta alla velocità di un cavallo al galoppo" e può raggiungere un'altezza di 14 metri. Il modo più suggestivo per arrivarci è a piedi, camminando lungo la baia, accompagnati da una guida che conosce bene le fasi delle maree; e, possibilmente, programmando la visita ed evitando gli orari di maggior affluenza. C'è anche la possibilità di salire a bordo del treno di Mont-Saint-Michel per una gita di un giorno, partendo da Parigi Montparnasse e arrivando alla stazione di Pontorson, dove una navetta porta all'entrata del santuario. Chi arriva in auto, invece, deve parcheggiare a 2,5 chilometri dalla rupe e raggiungere l'entrata a piedi o con la navetta.
    All'interno di Mont-Saint-Michel si visitano l'abbazia benedettina, gestita da due comunità di monaci e monache che garantiscono la preghiera quotidiana, e 20 diversi ambienti, tra i quali una cappella preromana, un coro gotico, il museo storico e la terrazza ovest con un belvedere per ammirare la baia e il fenomeno delle grandi maree. Animazioni e concerti animano il santuario.
    L'esposizione per il millennio è sicuramente una buona occasione per visitare l'isola-santuario, ma per quest'estate nel litorale normanno sono previsti anche altri appuntamenti legati al mare: dall'8 al 18 giugno si svolge il raduno dell'Armada con 50 velieri, battelli militari e sottomarini provenienti da tutto il mondo, che si riuniscono a Rouen per dieci giorni di festa che si chiudono con la parata di imbarcazioni sulla Senna fino al mare. Dal 17 al 29 luglio tocca alla 50esima Rolex Fastnet Race a Cherbourg, con una flotta record di oltre 300 barche. E con la roccaforte a sorvegliare il mare.

ansa.it

Il "nuovo Santuario di Roma" della Madonna del Divino Amore meta di migliaia di pellegrini da oltre 250 anni

«Ave e sempre Ave,
la Madonna del Divino Amore,
fa le grazie a tutte l’ore
e noi l’andiamo a visitar»

A pochi chilometri da Roma, immerso nella campagna dell’Agro Pontino, nella zona di Castel di Leva

sorge il santuario della Madonna del Divino Amore, uno dei luoghi più cari ai romani di tutte le generazioni. San Giovanni Paolo II l’ha definito: «il nuovo santuario mariano di Roma accanto a quello più antico di Santa Maria Maggiore».

La storia del santuario è profondamente legata ai segni straordinari che Dio ha manifestato attraverso la Vergine Maria. Dal primo miracolo, avvenuto nel 1740, che salvò la vita a un pellegrino diretto verso Roma, alla tomba di Pietro; al prodigio del 1944 che risparmiò l’Urbe dalla distruzione durante il secondo conflitto mondiale; ai molteplici segni che ogni giorno si palesano nelle vite di tanti fedeli, che si recano in visita al santuario, esprimendo la propria devozione con il famoso canto popolare «La Madonna del Divino Amore fa le grazie a tutte l’ore. Noi l’andiamo a visitar».

Il cuore del santuario è la sala ex voto, il luogo più suggestivo e commovente di tutto il complesso. Migliaia di oggetti come cuori d’argento, tavolette dipinte, fiocchi nascita, stampelle, fucili, caschi da motociclista fino alle foto più recenti adornano le mura della sala adiacente l’antico santuario. Una grandissima quantità di mammelle ex voto si trovano, anche, lungo il muro di cinta del santuario. Vi invito a soffermarvi in questi luoghi e a leggere alcune delle testimonianze di grazie ricevute, esprimono la storia e la fede dei romani, ma non solo, raccontano anche la misericordia di Dio che si rivela attraverso l’intercessione della Vergine Maria.

IL PELLEGRINAGGIO NOTTURNO ALLA MADONNA DEL DIVINO AMORE

Decine di pellegrini, ogni sabato, dal primo dopo Pasqua fino al mese di ottobre, percorrono la via Ardeatina, partendo da piazza di Porta Capena per raggiungere il santuario del Divino Amore. Il pellegrinaggio, notturno, a piedi, famoso in tutta la città è scandito da canti e preghiere alla Vergine Maria.
Il pellegrinaggio passa attraverso alcuni luoghi simbolo della cristianità: le catacombe di San Sebastiano, di San Callisto e la chiesetta di Santa Maria in Palmis o del Passo, conosciuta con il nome di "Quo vadis".

IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL DIVINO AMORE
Dove: via del Santuario, 10 – Roma

Pellegrinaggio notturno: da sabato 30 aprile riprendono i pellegrinaggi notturni al santuario del Divino Amore: partenza tutti i sabati alle ore 24 da Piazza di Porta Capena (Circo Massimo) e termine al Nuovo Santuario con la S. Messa alle ore 5.00.
turismo.chiesacatolica.it

- Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it

Dal mare fino all'estrema punta meridionale della Puglia: un itinerario spirituale che percorre la storia e l’insegnamento di don Tonino


Il progetto del Cammino di don Tonino si ispira alla figura dell’amato pastore salentino e al suo messaggio di grande speranza e apertura nei confronti del mondo e dell’altro. È stato ideato dalla Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi in occasione delle celebrazioni del XXV anniversario della sua morte, nel 2018.

Il Cammino nasce con il desiderio di far conoscere la figura dell’indimenticato vescovo attraverso la scoperta di alcuni tra i luoghi più belli della Puglia, legati alla sua esperienza di pastore.

L’itinerario parte da Molfetta, sede vescovile della diocesi e città che custodisce numerose testimonianze legate alla figura di don Tonino Bello e al suo amorevole servizio alla chiesa locale, per terminare nel Salento dinanzi alla sua tomba, nella città natale di Alessano.

Attraverso luoghi di grande valore culturale, religioso e naturalistico della dorsale interna della Regione, il pellegrino giungerà sulla tomba di don Tonino per poi proseguire verso l’estremità fisica della penisola con il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae a Leuca.

Le cattedrali romaniche, i trulli della Valle d’Itria, gli ulivi secolari, gli insediamenti rupestri, il barocco leccese sono i principali temi che faranno da cornice ad un cammino ricco di suggestioni e spunti di riflessione, accompagnati dai testi e dalle parole dell’indimenticato vescovo. Il Cammino diventa, quindi, l’occasione per vivere un percorso fisico e spirituale al tempo stesso. Mettersi in cammino spinge a guardarsi dentro, a guardare oltre, ad incontrare l’altro e a ritrovare l’Altro.

Per promuovere il Cammino di don Tonino, nel giugno 2019, è nata l’omonima associazione di volontariato che ha come scopo principale quello di raccontare la figura del pastore salentino attraverso un itinerario che esalta i luoghi più belli della Puglia. L’associazione è impegnata nella costante manutenzione del percorso e nella diffusione del progetto, avvalendosi anche del contributo di alcuni volontari, attraverso il servizio di informazione e accoglienza dei pellegrini, la comunicazione sulle pagine social e la realizzazione di eventi lungo il cammino.

Segno distintivo del pellegrino sul Cammino di don Tonino è il piccolo tau in legno che riproduce la croce pettorale del Venerabile.

Particolarmente utile per prepararsi al cammino è la Guida del Pellegrino, pubblicata nel 2022 con Terre di Mezzo Editore. Qui sono raccolti tutti i tratti e le tappe suggerite. Il viandante potrà trovare tutte le informazioni utili al viaggio. Tappa per tappa potrà consultare le mappe con il percorso tracciato, le altimetrie, i chilometri da percorrere ed i contatti utili. Inoltre, ciascun tratto è corredato da un testo descrittivo, particolarmente dettagliato sull’itinerario da percorrere giorno dopo giorno.

La raccolta “Incontrarsi. Sui passi di don Tonino” invece, edita da San Paolo, è un sussidio pensato per accompagnare, passo dopo passo, il viandante attraverso la lettura di testi scelti di don Tonino Bello. Ogni tappa è caratterizzata da un tema ed un’attenzione particolarmente cara al pastore un dono prezioso per quanti vorranno mettersi in cammino! Un’esortazione per quanti affrontano la vita e le sue complessità con sguardo attento e cuore aperto.

L’itinerario suggerito consente quindi ai pellegrini non solo di ammirare alcune delle zone più belle della Puglia, ma anche di vivere la dimensione della “contemplattività”, tanto cara al Venerabile.

Luigi Amendolagine, diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi
turismo.chiesacattolica.ir

- segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci turismoculturale@yahoo.it

Gli utenti di Jetcost hanno scelto il Duomo di Milano insieme con la Basilica di San Francesco d’Assisi, tra le 12 cattedrali più belle del continente

L'architettura gotica rifletteva gli ideali, i gusti e la spiritualità dell'epoca. Dopo il periodo più buio del romanico, si cercarono luce e verticalità, caratteristiche essenziali dell'architettura delle chiese e delle cattedrali gotiche, con le variopinte vetrate che lluminano gli spazi interni con una miriade di colori.  Le prime cattedrali gotiche risalgono alla seconda metà del XII secolo, per costruirle venivano chiamati i migliori architetti, scalpellini, carpentieri e vetrai e la loro realizzazione poteva richiedere centinaia di anni di lavoro e il contributo di intere città. Sebbene esempi di architettura gotica siano presenti in molti palazzi, municipi e castelli dell'epoca, questo stile trova la sua massima espressione nelle splendide cattedrali presenti nel vecchio continente. Per questo motivo, il potente motore di ricerca di voli e hotel www.jetcost.it, ha voluto consultare i suoi utenti su quali sono quelle che considerano più monumentali e imponenti. Ovvero: il Duomo di Milano, la basilica di San Francesco d'Assisi, la cattedrale di Burgos, Notre Dame de Paris, la cattedrale di Siviglia, la cattedrale di Colonia, la cattedrale di Lincoln (Inghiltera), la cattedrale di Charters, la cattedrale di San Vito a Praga, la cattedrale di Santa Maria di Toledo, la cattedrale di Santo Stefano (Vienna), il Monastero dos Jerònimos a Lisbona

famigliacristiana.it

- segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it

Richiesta all'Unesco. «Montecassino e altri 7 monasteri patrimonio culturale mondiale»


 Una storia lunga poco meno di millecinquecento anni, iniziata nel 529 e segnata da quattro distruzioni totali (i longobardi, poi i saraceni, un terremoto nel '300, gli Alleati nella Seconda guerra mondiale) ed altrettante ricostruzioni. Non a caso il suo motto è 'succisa virescit' che significa 'recisa, torna a rinverdire'.

Montecassino, culla del monachesimo e del pensiero moderno, guida il sogno di otto monasteri benedettini italiani di entrare nel 'Patrimonio mondiale dell'umanità' riconosciuto da Unesco, l'agenzia Onu per l'Educazione, la Scienza e la Cultura.

Gli otto siti sono stati selezionati un gruppo di lavoro presso il Politecnico di Torino, che ha condotto uno studio su "Monachesimo benedettino e testimonianze materiali".

Al suo interno c'è il censimento, l'esame e la mappatura di oltre 2.200 insediamenti benedettini medievali in Europa. Un lavoro complesso che ha portato a individuare gli otto monasteri che insieme adesso vogliono rappresentare il grande e articolato fenomeno del monachesimo all'interno del patrimonio culturale mondiale.

2.200 monasteri che insieme rappreseno le fondamenta dell'Europa contemporanea. Il movimento benedettino è sta infatti fondamentale nel salvare la cultura classica latina e greca. Ma anche quella cristiana dei primi secoli, che ha visto fiorire le opere dei padri della Chiesa, di grande importanza nella costruzione del pensiero europeo anche nel rapporto tra fede e cultura, tra originalità cristiana e filosofia greca. Basta ricordare i Cappadoci, Ambrogio, Agostino...

Con Cassino partecipano all'iter i monasteri di Subiaco e di Santa Maria di Farfa, nel Lazio come Montecassino, San Vincenzo al Volturno, in provincia di Isernia, San Pietro al Monte a Civate, in provincia di Lecco, San Michele della Chiusa, in provincia di Torino, Sant'Angelo in Formis, a Capua, e San Vittore alle Chiuse di Genga, in provincia di Ancona.

Il Consiglio comunale di Cassino ieri sera ha approvato all'unanimità l'avvio ufficiale dell'iter per la candidatura. Il primo passo.

"Il primo marzo scorso, io ed i colleghi sindaci degli altri sette comuni avevamo scritto ai rispettivi governatori regionali per chiedere pieno sostegno" racconta il sindaco di Cassino Enzo Salera (Pd). "Poniamo così riparo ad una grave lacuna nella cultura mondiale. Perché era una grave mancanza che non fosse già incluso nel Patrimonio Unesco un sito come Montecassino, dove venne scritta la regola benedettina cioè il più eccezionale esempio di monachesimo, citato persino da Dante nella Divina Commedia. E dove salvammo la cultura dell'Occidente".

Capitale di un patrimonio intellettuale ed artistico immenso, ritenuta fonte insostituibile del Sapere occidentale grazie ai volumi della sua immensa biblioteca, ma anche modello di sviluppo sostenibile ante litteram, Montecassino è centrale nella storia culturale d'Europa.

"Il prossimo passo - spiega l'assessore alla Cultura Danilo Grossi - è presentare il progetto al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, lo faremo a maggio per poi arrivare alla nomination ufficiale di Parigi. Alla quale contiamo di giungere entro fine anno. La bellezza salverà il mondo".

avvenire.it

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - Turismo Culturale)

Turismo religioso. Arriva il Catalogo dei cammini religiosi

Lo scorso anno è stata avviata la costituzione del “Catalogo dei cammini religiosi italiani”, nato con lo scopo di valorizzare e promuovere questa particolare forma di turismo sociale, già esistente e diffusa nel nostro Paese, coinvolgendo i soggetti che da sempre si prendono cura di questi percorsi. L’iniziativa nasce con la Legge di Bilancio per il 2022 che ha istituito il Fondo per i cammini religiosi « per il rilancio e la promozione turistica dei percorsi cosiddetti cammini religiosi e il recupero e la valorizzazione degli immobili che li caratterizzano» (L. 234/2021, art. 1, c. 963).

Come indicato nel Decreto attuativo del Fondo, le risorse « sono destinate a: — azioni per il rilancio e la promozione turistica dei cammini religiosi, finalizzate all’ideazione e attuazione di una strategia di comunicazione coordinata del prodotto turistico nazionale cammini religiosi; — azioni per il recupero e la valorizzazione degli immobili pubblici presenti sui percorsi dei cammini religiosi, volte ad arricchire l’offerta degli itinerari con servizi per la sosta, la permanenza, lo svago dei visitatori » (D.M. 23.6.2022, art. 2). Va evidenziato che per la prima volta viene data una definizione normativa di questi percorsi; il secondo comma dell’articolo 1 qualifica cammini religiosi «gli itinerari escursionistici a tema religioso o spirituale, percorribili esclusivamente o prevalentemente a piedi o con altre forme di turismo lento e sostenibile, di livello interregionale e regionale».

Anche se, almeno per il momento, il Fondo non è destinato agli enti privati, il loro ruolo viene riconosciuto e valorizzato attraverso l’istituzione del Catalogo dei cammini religiosi italiani di cui, con il Decreto Direttoriale del Turismo del 23 marzo scorso, viene pubblicato un primo elenco comprendente 35 cammini: dal Cammino di San Giacomo in Sicilia alla Via Francigena, dal Cammino di don Tonino al Sentiero dei Fioretti, dal Cammino di Oropa al Cammino di San Carlo…; l’elenco completo è consultabile sul sito www.ministeroturismo.gov.it/cammini-ditalia/ in cui si trova anche la normativa di riferimento.

Le norme per la formazione del Catalogo sono contenute nell’Avviso pubblico del Ministero del Turismo del 28 novembre 2022; oltre agli enti pubblici possono chiedere l’iscrizione tutti i soggetti privati, gli enti del Terzo settore e, naturalmente, gli enti religiosi civilmente riconosciuti che «in riferimento a uno o più cammini religiosi, svolgono attività di destination management, di promozione del cammino e della sua manutenzione, nonché di rilascio e gestione di credenziale e testimonium» (art. 3).

Sono ammessi al Catalogo i cammini religiosi che, alla data di invio della domanda sono in possesso di almeno tre tra i requisiti elencati nell’articolo 2:

— presenza di un tracciato pedonale definito e pienamente percorribile che privilegi strade inibite al traffico veicolare o a scarso traffico veicolare;

— georeferenziazione del percorso;

— presenza di un logo del cammino che ne caratterizzi gli strumenti di comunicazione, informazione e segnaletica, nonché ogni altro supporto, anche digitale, utile all’esperienza di viaggio;

— presenza di segnaletica direzionale e informativa dedicata al cammino;

— disponibilità di un sito internet dedicato al cammino;

— presenza di servizi di supporto al turista/viandante/pellegrino, compresi ristoro e alloggio;

— possibilità per il turista/viandante/ pellegrino di acquisire e utilizzare uno o più documenti (anche in forma digitale) che certifichino l’avvenuto pellegrinaggio per l’intero percorso o per parte di esso (c.d. testimonium e credenziale del pellegrino);

— presenza di uno o più soggetti che svolgano attività di destination management, di promozione del cammino e della sua manutenzione, di gestione e aggiornamento del sito internet dedicato al cammino, nonché del rilascio e gestione di credenziale e testimonium.

Per manifestare l’interesse all’inserimento nel Catalogo gli enti interessati devono rivolgersi alla Direzione Generale della valorizzazione e della promozione del Ministero del Turismo, inoltrando a mezzo posta elettronica certificata (camminireligiosi@ pec.ministeroturismo.gov.it), la documentazione indicata nell’articolo 4:

— la scheda di candidatura riportata nell’Allegato 1,

— l’autocertificazione, secondo il modello dell’Allegato 2, attestante il possesso dei requisiti soggettivi di cui all’articolo 3 e che il cammino possiede almeno tre dei requisiti richiesti dall’articolo 2,

— la dichiarazione di impegno alla collaborazione di cui all’Allegato 3.

L’articolo 6 dell’Avviso stabilisce che i cammini inseriti nel Catalogo saranno inseriti nel portale Italia.it con « opportuna visibilità » (co. 1) e precisa che l’inserimento dei cammini nel Catalogo «non comporta la concessione di contributi di tipo finanziario», ma consente invece di « beneficiare delle misure attuative del Fondo per i cammini religiosi » e di fruire « delle azioni di valorizzazione e promozione turistica » (co.3).

avvenire.it

Camminare in Emilia Romagna nel 2023. C'è solo l'imbarazzo della scelta!

 

Tante le attività e le esperienze, dalle passeggiate di avvicinamento alle camminate di più giorni, lungo i Cammini dell'Emilia Romagna.  Vieni a trovarci presso lo stand dei Cammini e Vie di Pellegrinaggio dell'Emilia Romagna per scoprirle.

Dove? Presso "Fa la Cosa Giusta" dal 24 al 26 marzo 2023 a FieraMilanoCity. 

Ti asperttiamo anche il 25 marzo 2023 dalle 13:00 alle 14:00 ( presso la Piazza dei Grandi Cammini) all'appuntamento "Camminare in Emilia Romagna. Primavera Estate Autunno 2023: esperienze ed attività lungo i Cammini dell'Emilia Romagna" dedicato alle esperienze e proposte del 2023 in compagnia dei referenti dei Cammini e degli operatori regionali.

Curiosità ed esperienze nel 2023 lungo la via Francigena, la Via Matildica del Volto Santo, la via di Linari, il Sentiero dei Ducati, la via Romea Germanica Imperiale, la via Romea Strata, la via Romea Nonantolana, la via Mater Dei, la via degli Dei, la via della Lana e della Seta, il Cammino di Sant'Antonio, la via Romea Germanica, il Cammino di Dante,  il Cammino di San VIcinio, il Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna e molto altro...prepara il tuo zaino!

 

Fa la Cosa Giusta, Pad. 3 stand Mb22, Fiera Milano City

in https://camminiemiliaromagna.it/

Koinè 2023: chiusa con il pieno di presenze la fiera del turismo religioso

 

Dopo la pandemia è tornato a Vicenza l'evento che presenta le ultime novità del settore. della filiera religiosa. Oltre 100 espositori da tutto il mondo e dibattiti sulla sfida della sostenibilità energetica dei luoghi di culto. Le aziende hanno presentato anche i materiali più innovativi per combattere l’umidità che rovina le chiese. Si guarda al Giubileo del 2025 per rilanciare gli itinerari della fede

Marco Guerra – Città del Vaticano

L’edilizia di culto, il turismo religioso, i beni ecclesiastici, la loro sostenibilità energetica e il loro riutilizzo. Questi i temi i temi che hanno animato la ventesima edizione della biennale Koinè, che si è chiusa ieri a Vicenza. Il mondo della filiera religiosa e dell’arte sacra si è ritrovato per tre giorni nel capoluogo veneto per fare il punto dopo gli anni della pandemia che hanno messo a dura prova tutto il settore. Fra gli obiettivi degli operatori quello di preparare al meglio due appuntamenti, il Giubileo di Roma del 2025 e quello del Monte Berico 2026 che coinvolgerà direttamente la città di Vicenza che ospita l’evento.

La Borsa del turismo religioso

Koinè - International Exhibition for the Religious World - ha visto il grande ritorno di acquirenti e presenze estere da ben 10 Paesi (Australia, Bosnia Erzegovina, Brasile, Canada, Germania, Guatemala, Israele, Portogallo, Spagna e Sudafrica) e ha anche ottenuto un riscontro mediatico d’eccellenza raggiungendo 25 milioni di contatti tra quotidiani, tv, radio e web. La rassegna internazionale dedicata alla filiera religiosa - organizzata da Italian Exhibition Group con il supporto della CEI e il patrocinio della Diocesi di Vicenza - ha catalizzato l'interesse anche perché al suo interno ha ospitato la Borsa del turismo religioso, che solitamente si svolge ad Assisi e mette in contatto domanda e offerta delle strutture di ospitalità, guide e tour operator, enti locali e aziende di promozione, musei, siti religiosi e culturali. Si sono tenuti inoltre, nella cornice di Koinè, gli Stati generali dell’Edilizia di Culto, con la collaborazione del Politecnico di Torino.

Confronti fra esperti del settore

Molti gli esperti del settore che hanno animato il dibattito durante la manifestazione, come monsignor Fabrizio Capanni, del Dicastero della Cultura e l'Educazione, membro del comitato scientifico di 'Koiné Ricerca', in special modo per la parte dedicata al turismo religioso. Con lui don Luca Franceschini, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei, e don Alberto Giardina, direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza episcopale italiana, per la parte dedicata alla liturgia e in particolare alla riscoperta di gesti come la dedicazione dell’altare, che riempiono di ulteriore contenuto le cerimonie religiose.

Lo sguardo rivolto al Giubileo

Nel corso della fiera anche convegni, presentazioni di libri, momenti di approfondimento. La tre giorni si è aperta lunedì con un omaggio all’Ucraina, fatto dagli espositori di Koinè che hanno donato calici e oggetti liturgici a monsignor Mieczysław Mokrzycki, dell’Arcidiocesi di Leopoli, collegato in video. Infine Koinè ha accesso i riflettori sul Giubileo 2025, consentendo a chi produce oggetti sacri e li espone di proporre agli acquirenti internazionali, agli operatori dei santuari, ai grossisti e ai rivenditori, prototipi personalizzabili, oggetti per uso liturgico e devozionale, paramenti, insegne e gadget dedicati all’anno giubilare.

Fioramonti (Koinè): grande afflusso di espositori e pubblico

Valentina Fioramonti, manager dell’Italian Exhibition Group che organizza Koinè, parla a Vatican News di un bilancio positivo dell’edizione 2023, che è tornata alle consuete date di febbraio dopo gli anni della pandemia. “Abbiamo garantito il periodo migliore agli espositori, c’è stato infatti un grande riscontro di pubblico”, racconta Fioramonti che poi si sofferma sul tema della sostenibilità ambientale degli edifici di culto, “abbiamo parlato della possibilità di adeguare il patrimonio immobiliare della Chiesa sia in termini di approvvigionamento energetico sia in termini di ripensamento degli spazi nel post pandemia”. Un'altra sfida importante è dotare gli edifici di materiali innovativi “per dare soluzioni al problema annoso dell’umidità nei luoghi di culto”. Tutti temi affrontati con progettisti, architetti e con il supporto degli esperti della Cei, “in fiera erano presenti anche aziende che offrono soluzioni innovative con materiali ad hoc”.

La doppia valenza del turismo religioso

Un altro tema che ha attraverato la manifestazione è stato il turismo religioso. Fioramonti sottolinea che oltre cento operatori del settore erano presenti alla Borsa del turismo e che è aumentato l’interesse delle Regioni e delle istituzioni locali che vogliono valorizzare i cammini religiosi che attraversano i loro territori. Si tratta di un settore che si fonde con il turismo culturale in generale, “infatti tante persone che non sono inizialmente mosse da motivi di fede riscoprono la bellezza dei luoghi di culto e di fede”. “E’ un trend che crescerà in vista del Giubileo - prosegue Fioramonti - soprattutto tanti giovani sono attratti da questo modo nuovo di fare turismo che ha una duplice valenza: i luoghi di culto attraggono pellegrini e fanno da volano per scoprire il territorio circostante, al contrario c’è chi parte per visitare luoghi d’arte e poi si trova a vivere una grande esperienza spirituale”.

Vatican News

L'altra spiaggia. L’ospitalità dentro i monasteri, un'oasi per riflettere e dialogare

 Da «Il Carmelo» delle cottolenghine alla comunità di Valserena delle monache trappiste. L’apertura delle porte delle loro case a chi è in ricerca e a chi vuole vivere un periodo di pace e preghiera

La comunità delle trappiste del monastero di Valserena in preghiera

La comunità delle trappiste del monastero di Valserena in preghiera - Collaboratori

Avvenire

«Il nostro monastero è come una spiaggia che accoglie volentieri le persone» dice madre Maria degli Angeli, priora del monastero cottolenghino «Il Carmelo», in strada Leone Fontana, a Torino, fra il verde e i fiori della collina. La foresteria è una casa colonica ristrutturata con garbo, parecchio frequentata. «Sia d’estate sia lungo tutto l’anno, vengono in molti, assetati di silenzio e di pace. Non tutti sono credenti, ci sono anche persone in ricerca, e noi siamo liete di incontrarle.

Con la preghiera si scopre il volto di Dio che è Padre e poi, pian piano, si comprende anche il volto della Chiesa. Nell’ascolto reciproco, ci aiutiamo nel cammino verso il Signore». Le contemplative cottolenghine ricevono con bontà quanti si rivolgono a loro: giovani che desiderano accostarsi ad un sentire spirituale, e restano colpiti dalla bellezza della vita comunitaria; malati di tumore che, finito il ciclo di chemioterapia all’ospedale Cottolengo, vengono indirizzati al monastero perché possano ritemprarsi; persone sane, ma con l’animo provato da sofferenze e solitudini. Ultimamente le monache hanno accolto ed aiutato una famiglia ucraina.

«Per usare un’espressione di papa Francesco, siamo una carovana che va avanti insieme – sottolinea la priora –. Cerchiamo di prendere a carico con l’incontro, il dialogo e la preghiera queste situazioni. La nostra preghiera altrimenti sarebbe un’alienazione. Così invece portiamo al Signore sofferenze vere e fatiche vere. Nella Vultum Dei quaerere, il Papa ci invita appunto ad essere “come quelle persone che portarono un paralitico davanti al Signore, perché lo guarisse”. Questo allarga i nostri orizzonti e dilata il nostro cuore».

La stessa generosa determinazione a vivere la spiritualità dell’ospitalità anima madre Maria Francesca Righi, badessa di Valserena, una comunità di monache contemplative appartenenti all’Ordine cistercense della stretta osservanza, anche conosciute come trappiste. Il monastero, situato tra i boschi e gli olivi delle colline toscane, nella diocesi di Volterra, nella parrocchia e nel comune di Guardistallo, in provincia di Pisa, riceve nella foresteria, in un clima accogliente e familiare, chi desidera trascorrere alcuni giorni di pace e raccoglimento, condividendo i momenti di preghiera della comunità. C’è spazio anche per gruppi di bambini e ragazzi accompagnati, e di giovani e adulti, per momenti di ritiro, incontro, meditazione e convivialità.

«Dopo le difficoltà legate alla pandemia, ora stiamo riprendendo alla grande l’accoglienza sia dei singoli sia dei gruppi – dice madre Maria Francesca –. Anche tramite la dimensione dell’ospitalità e dell’incontro con varie realtà e sensibilità, viviamo il cammino sinodale. Nella Regola san Benedetto ci esorta con forza: “Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo”. L’Antica e la Nuova Alleanza, con modulazioni simili e consonanti, presentano il mistero dell’ospite. Il termine con cui nella Bibbia si designa questo evento, il verbo paqad, ha molteplici traduzioni che poggiano sul significato di base di “osservare con esattezza, scrutare”. Paqad significa anche “enumerare, passare in rassegna, prendersi cura”. E l’interesse e la cura è in vista della liberazione. La visita dell’Ospite misterioso alla tenda di Abramo e la visita di Gesù alla casa di Betania sono occasioni di grazia. Che questa grazia illumini ogni nostro incontro».

Avvenire