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Cresce l’interesse per vacanze estive in conventi e case religiose


L’estate arriva anche per le 3.000 strutture ricettive religiose e no-profit presenti in Italia, con la loro offerta di 200.000 posti letto per una vacanza alternativa e basata sul turismo esperienziale. I dati previsionali su luglio e agosto, registrati dal sondaggio dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana tra i gestori, annunciano un +4,3% di presenze rispetto al 2023, mentre gli stranieri salgono del 2,6%.

In queste particolari strutture ricettive l’incremento maggiore di presenze si registra nelle località marine (+10%), seguite dalle città d’arte (+5%), i luoghi immersi nella natura (+4%), mentre la montagna si ferma ad un +2%.

Il dato più confortante per i viaggiatori giunge dalle tariffe, aumentate mediamente dall’estate scorsa solo dell’1,3% e la montagna che offre addirittura le stesse del 2023. Con questa politica tariffaria si intuisce come si sia andati incontro alle necessità di tante famiglie e gruppi anche per questa estate, rinunciando a facili guadagni in favore di un ampliamento della platea degli ospiti.

La controprova giunge dai costi delle sistemazioni. Una camera doppia per due persone che in alta stagione dormono e consumano la prima colazione, costa mediamente € 77 a notte, senza grandi differenze tra mare, montagna, città o natura, con un range medio tra 76 e 79 euro.

Sarà anche per questo che i posti letto di luglio e agosto sono già prenotati al 75% al mare e in montagna. Di conseguenza i gestori manifestano nell’88% dei casi la loro soddisfazione per l’andamento stagionale.

Il presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, Fabio Rocchi, ha ribadito che “Queste strutture non sono in concorrenza col settore alberghiero, ma propongono un tipo di accoglienza che completa l’offerta turistico-ricettiva nazionale, fornendo a chiunque una scelta sempre più ampia di esperienze da vivere nella semplicità, serenità, fraternità e -per chi lo desidera- spiritualità.”

travelnostop.com

Estate. Turismo esperienziale, l'ospitalità religiosa fa il pieno di viaggiatori

Le previsioni su luglio e agosto indicano un +4,3% di presenze rispetto al 2023 e tassi di occupazione per luglio e agosto già al 75% nelle località marine e di montagna. Il sondaggio fra i gestori

Santuario della Madonna di Barbana a Grado, in Friuli Venezia Giulia - Foto Associazione Ospitalità religiosa italiana

Una vacanza alternativa, su mete meno battute, per vivere un turismo esperienziale. Sempre più viaggiatori scelgono di muoversi con questo stile sui cammini e lungo le vie della fede, alloggiando in strutture religiose e non profit.

Un segnale di questa tendenza arriva dal sondaggio realizzato tra le tremila realtà (2.500 gestite da ordini, congregazioni, diocesi e parrocchie o di loro proprietà e 500 di impronta laica legate al terzo settore) che fanno parte dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, con una offerta di 200mila posti letto.

I dati previsionali su luglio e agosto annunciano un +4,3% di presenze rispetto al 2023, con gli ospiti stranieri che salgono del 2,6% e tassi di occupazione per luglio e agosto già al 75% nelle località di mare e di montagna. L’incremento maggiore di presenze si registra nelle località marine (+10%), seguite dalle città d’arte (+5%), i luoghi immersi nella natura (+4%), mentre la montagna si ferma a un +2%. Il dato più confortante per i viaggiatori giunge dalle tariffe, aumentate mediamente dall’estate scorsa solo dell’1,3% (la montagna offre le stesse del 2023). “Con questa politica tariffaria si intuisce come si sia andati incontro alle necessità di tante famiglie e gruppi anche per questa estate, rinunciando a facili guadagni in favore di un ampliamento della platea degli ospiti”, dice il presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, Fabio Rocchi, evidenziando inoltre come l’88% dei gestori abbiano espresso la loro soddisfazione per l’andamento stagionale.

La controprova giunge dai costi delle sistemazioni. Una camera doppia per due persone che in alta stagione desiderano dormire in queste strutture e consumano la prima colazione, costa mediamente € 77 a notte, senza grandi differenze tra mare, montagna, città o natura, con un range medio tra 76 e 79 euro. “Queste realtà – sottolinea Rocchi - non sono in concorrenza col settore alberghiero, ma propongono un tipo di accoglienza che completa l’offerta turistico-ricettiva nazionale, fornendo a chiunque una scelta sempre più ampia di esperienze da vivere nella semplicità, serenità, fraternità e - per chi lo desidera - spiritualità”.

Dalla collaborazione tra le associazioni non profit Ospitalità religiosa italiana e Vita in cammino, con il contributo professionale di SpiritualTour e il sostegno di FederCammini, è nato nei mesi scorsi (presentato a Milano in occasione della fiera “Fa’ la cosa giusta”) anche il portale dormireincammino.it, che permette al camminatore di pianificare in anticipo tutte le tappe lungo un percorso, raggiungendo con un form i gestori delle ospitalità, per ricevere poi le conferme scritte delle prenotazioni. Il tutto senza spese o commissioniStrumenti utili per sostenere un altro modo di viaggiare. E di alloggiare. Su altre mete, fuori dalle rotte del turismo di massa.

avvenire

Dormire in cammino: il nuovo progetto dell’Ospitalità religiosa

 


Se i Cammini religiosi rappresentano ancora un patrimonio quasi inesplorato del nostro turismo, in parte lo si deve alla disomogenea organizzazione delle ospitalità lungo i percorsi. I Camminatori hanno spesso come unico problema da risolvere quello dell’alloggio per la notte. Ma è il problema dei problemi, perché è l’essenza stessa della percorribilità di un pellegrinaggio che si snoda in tappe sul territorio. È per questo che molti Cammini hanno un sito internet dove si trovano alcuni recapiti utili.

Oggi però una nuova realtà no-profit vuole dare ai Camminatori un contributo più concreto nell’organizzazione delle tappe. Il nuovo portale dormireincammino.it, dell’Associazione Vita In Cammino, propone la facile fruibilità e prenotazione degli alloggi lungo i principali Cammini italiani, senza dover più temere di dormire… sotto le stelle.

Il progetto è ancora in evoluzione ma già sono disponibili 1200 ospitalità con 50.000 posti letto lungo l’intera Via Francigena, Romea Strata, Cammino di Oropa, Cammino di San Benedetto, Via di Francesco del Nord, Cammino Celeste, Cammino di San Jacopo e altri ancora.

Il nuovo portale no-profit dormireincammino.it non percepisce commissioni o percentuali; quindi, si limita a mettere in contatto il Camminatore con la struttura di ospitalità, così da garantirgli un sereno riposo dopo una giornata faticosa. Per questo è possibile pianificare con largo anticipo il proprio percorso, senza incorrere in disagi dell’ultimo minuto e dando la maggiore sicurezza possibile anche a chi non ha mai provato l’esperienza del Cammino.

È un’esperienza in larga parte interiore, ma anche le membra meritano la giusta attenzione.

turismo.chiesacattolica.it

Ospitalità Religiosa in Italia: intervista RAI Radio 1 sulle Case per ferie

 

Il Presidente dell'Associazione no-profit Ospitalità Religiosa in Italia è stato intervistato da RAI Radio 1 .

Riportiamo il relativo video



Il turismo nell’ospitalità religiosa è sempre più eco-sostenibile

L’1 settembre sarà la 18^ Giornata per la custodia del Creato e il 27 settembre si terrà la 44^ Giornata Mondiale del Turismo, dedicata quest’anno a ‘Turismo e investimenti verdi’.
Due date che vanno nella stessa direzione e per questo l’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana ha interpellato i gestori delle strutture ricettive di matrice religiosa e no-profit, che rappresentano nel nostro Paese circa 250.000 posti letto.
La sintesi dei dati fa emergere una particolare eco-sensibilità di questo settore del turismo, attento da sempre alle tematiche che comportino un rispetto prioritario della Natura.
L’80% effettua la raccolta differenziata anche dagli ospiti, con un incremento dell’1% all’anno nell’ultimo decennio.
I detergenti ecologici vengono usati sempre o quasi sempre nel 57% delle strutture, con un notevole balzo in avanti di 14 punti percentuali dal 2015 ad oggi.
Nello stesso periodo le strutture che usano sistemi automatici di risparmio dell’energia sono passate dall’85 al 91%. Quelle che utilizzano energia prodotta in proprio (pannelli solari ecc.) rappresentano il 26%, a cui si aggiunge un altro 27% che intende dotarsene il prima possibile.
In incremento anche la presenza di cibi biologici, usati sempre o spesso nel 43% delle cucine. Nella metà di queste strutture si consumano abitualmente anche alimenti a chilometro zero.
Nell’uso delle posaterie e piatti si evidenzia un passaggio ormai definitivo del monouso dalla plastica al compostabile, ma resta stabile il 91% dei gestori che preferisce metallo e porcellana da rilavare.
Complessivamente, quasi tutti i gestori (94%) ammettono che si potrebbe fare di più nell’ambito della eco-sostenibilità, ma la gran parte ne lamenta i costi per gli adeguamenti strutturali.
Il presidente dell’Associazione che ha lanciato il sondaggio, Fabio Rocchi, ha commentato i dati evidenziando che “un’attenta cura del Creato è il segnale da dare al mondo del turismo su come sia possibile coniugare etica e accoglienza, coinvolgendo anche gli ospiti in un percorso comune di rispetto”.

travelnostop.com

I tanti progetti estivi dell’Ospitalità Religiosa

L’estate è alle porte e in molti si stanno ancora organizzando per le ferie. Anche in vacanza, però, si può continuare a pensare al nostro prossimo, magari proprio quello che in vacanza non ci potrà andare. Per esempio, si può soggiornare nelle Case per Ferie e altre strutture religiose di ospitalità.

Ma quali opportunità offre questo mondo particolare dell’ospitalità? Ce ne sono diverse.

Si può fare una VACANZA ETICA, soggiornando in quelle strutture ricettive nelle quali una parte degli introiti, viene utilizzata per progetti a sfondo caritatevole, assistenziale, missionario, sociale o naturalistico. Quindi senza sborsare un euro in più, ci si gode una vacanza sapendo di contribuire ad una società più attenta agli ultimi.

Non mancano le possibilità con l’ospitalità a DONATIVO, soprattutto lungo i cammini, dove è l’ospite a decidere quanto lasciare per il suo soggiorno. In questo modo ognuno è responsabilizzato a considerare l’accoglienza che gli è stata offerta, nei limiti delle sue capacità economiche.

Per chi cerca un soggiorno più spirituale, può partecipare alle ESPERIENZE IN CONVENTO e passare un breve periodo all’interno di una comunità religiosa per viverne i ritmi quotidiani di preghiera e lavoro. Immergersi in una realtà così profonda permette di comprendere appieno uno stile di vita che forse non conosciamo.
Se, però, d’estate volete dare una mano, allora ci sono le offerte di LAVORO E VOLONTARIATO, destinate a chi ha del tempo da dedicare e vuole mettersi in gioco con un impegno all’interno di una casa di ospitalità.

Ce n’è per tutti i gusti ed è sufficiente portare con sé tanta buona volontà.

Con le OFFERTE STAGIONALI, invece, potrete approfittare di una vacanza con sconti speciali nelle strutture che devono ancora riempire le loro agende. Spendere qualcosa in meno è sempre utile e soprattutto permette alle case di chiudere un bilancio positivo nella prospettiva di continuare ad operare l’accoglienza.
Infine è operativa anche questa estate l’iniziativa OSPITALITA’ MISERICORDIOSA, che consente ai meno abbienti qualche giorno di gratuito soggiorno al mare o in montagna, grazie alla disponibilità dei gestori che mettono a loro disposizione una camera.

Come spiega Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, “Una comunità non si scioglie durante l’estate ma, anzi, si rafforza trovando altre modalità per continuare il proprio impegno. Un impegno, quindi, che va in vacanza senza andare in vacanza.


 

L’ospitalità religiosa per contrastare la pandemia

 di: Francesca Giani

«I dati dell’ospitalità religiosa in Italia fanno riferimento a circa 4.000 strutture che mettono a disposizione 287.000 posti letto per turismo, spiritualità e molte altre tipologie di soggiorno temporaneo. Si tratta in gran parte di case per ferie e religiose, istituti e case di preghiera, ostelli, conventi, monasteri, foresterie e studentati (…). L’introito potenziale annuo (…) è stimato in 1,8 miliardi di euro. L’attuale blocco costa al settore circa 5 milioni di euro al giorno». Queste le parole del documento realizzato dall’ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI in collaborazione con altri enti cattolici dal titolo #ospitiamoabracciaaperte: Anche la resistenza è vocazione Covid-19, crisi e prospettive dell’ospitalità religiosa.

La pandemia ha colpito gravemente le attività ricettive extralberghiere molto diffuse in ambito ecclesiale. In particolare risultano sofferenti le case per ferie. Normate a partire dal giubileo del 1975, confortate da finanziamenti in occasione del grande giubileo del 2000, erano già in difficoltà economica negli anni precedenti la pandemia, sia a causa dell’ingresso dei B&B sul mercato (con cui condividono buona parte dei clienti), sia a motivo della specializzazione della gestione (norme, incombenze e mercato che necessita sempre di maggiore competenza e specializzazione). Non di rado per un ente ecclesiastico erano già una voce di bilancio in passivo, che nel periodo Covid è diventata perdita insostenibile.

Per le religioni abramitiche l’ospitalità dei fratelli offre alla donna e all’uomo la possibilità di accogliere Dio stesso. Uno dei riferimenti principali è narrato nel primo libro della Bibbia (Gen 18) in cui si racconta dell’incontro tra Abramo e tre angeli alla quercia di Mamre (Fig. 1), evento compreso dai cristiani come l’accoglienza stessa della Trinità.

Gesù conferma ciò dicendo che accogliendo persone bisognose si riceve lui stesso: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,35-43). La Regola di san Benedetto ripete tale concetto: «Tutti gli ospiti che arrivano siano accolti come Cristo, poiché sarà Lui stesso a dire: “sono stato ospite e mi avete accolto”. E a tutti sia reso l’onore dovuto, “soprattutto ai compagni di fede” e ai pellegrini».

È quindi chiara la motivazione che spinge i religiosi nell’impegno per l’ospitalità: servire quella cifra divina condivisibile nella vita degli uomini.

A motivo della pandemia, le case per ferie hanno sospeso la loro attività ricettiva e sono invitate dal già citato documento CEI a vivere una parola che «potrebbe sintetizzare la missione a cui sono chiamate queste realtà oggi: resistenza». Di fronte a questa richiesta mi sembra opportuno riflettere sulle necessità e le opportunità che la pandemia offre al mondo dell’accoglienza religiosa e quale potrebbe essere il modo più evangelico di vivere tale resistenza.

«Le parole ospedale, ospizio hospice un tempo condividevano lo stesso significato di alloggio o ricovero temporaneo per forestieri» (dal blog Terminologia etc.). Sant’Ignazio di Loyola, giunto a Roma nel 1523 per richiedere a papa Adriano V le credenziali per il viaggio a Gerusalemme, abitò presso l’ospedale di San Giacomo degli Spagnoli[5] «poiché, oltre a servire da ospedale per gli infermi della colonia spagnola a Roma, aveva anche 22 camere per i pellegrini spagnoli poveri». Presso l’ospedale degli spagnoli, ma così anche negli altri luoghi di accoglienza dei viandanti, erano ospitati sia i pellegrini sia i malati. La pandemia ha creato nuove necessità abitative che suggeriscono di impiegare gli spazi per i pellegrini a scopo sanitario, come accadeva ai tempi di sant’Ignazio.

È di venerdì 30 ottobre 2020 l’articolo apparso sul Corriere della sera di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini intitolato “Le dieci cose da fare subito” una delle quali è il Covid hotel del quale scrivono: «Se ne parla da mesi, ma ancora è un miraggio la ricerca di hotel o appartamenti per consentire a tante famiglie che non hanno spazi adeguati di isolare i positivi durante il periodo di quarantena. (…) Bisogna siglare i contratti, proprio come si è fatto per sistemare gli sfollati dopo i terremoti».

Oggi in Italia mancano alberghi sanitari, spazi in cui dare ospitalità protetta a persone che hanno bisogni indotti dalla pandemia. Sappiamo bene che una delle poche armi presenti contro il virus è quella del distanziamento: il virus se non incontra altri esseri umani non si propaga. Questo è il motivo per cui chi ne è colpito deve essere isolato e attendere che il virus faccia il suo decorso finché non smette di essere contagioso.

È però difficile isolarsi se la propria abitazione è condivisa con altri e non ha le caratteristiche opportune (bagno esclusivo, numero delle stanze adeguate). E, come sempre, i più poveri sono esposti maggiormente ai rischi, e quindi più colpiti (chi ha la casa condivisa con altri nuclei familiari, chi ha un solo bagno, chi non ha la possibilità di isolarsi).

Abbiamo rilevato tre tipi di esigenze abitative indotte dalla pandemia a cui anche le case per ferie potrebbero dare risposta:

  1. uso abitativo: la pandemia richiede nuove sistemazioni di alloggio per:
  • Personale di supporto medico e paramedico;
  • Militari e altre categorie che alloggiavano in camerate;
  • Persone con difficoltà nei nuclei familiari;
  • Persone senza fissa dimora.
  1. uso quarantena preventiva: Luogo di residenza per persone con la necessità di avere un periodo di isolamento fiduciario;
  • persone che hanno necessità di allontanarsi dalla famiglia nel periodo di quarantena preventiva;
  1. uso quarantena:
  • persone positive al virus Covid-19 e paucisintomatici o asintomatiche;
  • pazienti guariti clinicamente ma non virologicamente;
  • persone sintomatiche in attesa di fare il tampone.

Alcuni religiosi hanno già aderito alle richieste ricevute per trasformare la propria casa per ferie in albergo sanitario. A livello strutturale e normativo non c’è bisogno di alcuna modifica. Alla proprietà è offerto un contratto di locazione onerosa per trasformare temporaneamente l’immobile da casa per ferie in albergo sanitario.

La gestione della struttura solitamente è affidata a terzi. Per garantire l’opportuna sicurezza è necessario che gli ingressi e i percorsi siano totalmente separati da quelli di una comunità limitrofa o da altre opere.

«Secondo papa Francesco “capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa”e ha indicato il periodo della pandemia da Covid 19 come un “tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci”».

«Lo sforzo per non disperdere l’eredità di chi ci ha preceduto e ha voluto le attività di ospitalità» richiesto dal documento CEI troverebbe un giusto compimento nel mettere a disposizione di chi è colpito dalla pandemia i beni della Chiesa in sinergia con il sistema sanitario nazionale o con altri enti che si occupano di assistenza.

Ne sono esempio le Suore di nostra signora del cenacolo che hanno locato il centro pellegrini di Roma divenuto temporaneamente struttura per ospitalità protetta per l’accoglienza di pazienti Covid positivi asintomatici, non critici, in via di guarigione (Figura 2).

La Fondazione Summa Humanitate ha ricevuto da parte di un ente del vicariato di Roma la richiesta di trovare in locazione una casa per ferie con 90 camere singole per ospitare dei senza fissa dimora colpiti da Covid-19.

Stiamo cercando di dare una risposta concreta e rapida. Invito chi fosse nella possibilità di accogliere tale richiesta a scrivere a fgiani@fondazionehumanitate.it. Potrebbe essere anche l’occasione per affinare il protocollo di intervento messo a punto dalla fondazione per trasformare una casa per ferie in albergo sanitario. Alla stessa email si potranno inviare le segnalazioni delle case per ferie già divenute temporaneamente alberghi sanitari, così da stilare un’anagrafe delle stesse che sarà condivisa con Caritas italiana.

I santi che sono all’origine degli istituti religiosi hanno risposto con generosità ai segni del tempo in cui hanno vissuto (ricordo san Luigi Gonzaga che, assistendo un malato di peste, fu poi vittima di quella malattia). Perché non offrire (a pagamento) le proprie strutture per accogliere gli appestati di oggi?

Settimana News

Vacanze nell'anno più nero: dall'Ospitalità religiosa 17 mila notti low cost

 Vacanze nell'anno più nero: dall'Ospitalità religiosa 17 mila notti low cost

Repubblica Viaggi

Nel periodo in cui il settore turismo sta cercando un rilancio tutt'altro che semplice, il mondo dell’ospitalità di matrice religiosa si propone agli italiani con un’iniziativa dedicata a chi vuole conoscere un’accoglienza che privilegia la familiarità, il confronto e la convivialità. E la denominazione “Ospitiamo a braccia aperte” già chiarisce i sentimenti che animano i gestori delle strutture partecipanti, pur con tutte le precauzioni dovute all’emergenza sanitaria.

Sono circa diciassettemila le notti messe a disposizione con lo sconto del 30%, nei weekend da ottobre a marzo dal Trentino alla Sardegna, dal Piemonte alla Sicilia, senza tralasciare mete classiche. A cominciare, ovviamente, da Roma. Chiunque potrà toccare con mano l’esperienza di soggiorno offerta dalle strutture religiose e non profit.

Vacanze nell'anno più nero: dall'Ospitalità religiosa 17 mila notti low cost

Hotel Aurora. Peio (TN)

Obiettivo dell’iniziativa, patrocinata dall’Ufficio nazionale CEI per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport, guidato da Don Gionatan De Marco, è “mostrare uno dei tanti volti belli della Chiesa” per ridare impulso a realtà di accoglienza poco conosciute e slegate dai circuiti commerciali. Strutture ricettive che fanno capo al portale ospitalitareligiosa.it e che si rivolgono a chi vuole trascorrere un weekend di serenità o a chi sta progettando futuri soggiorni per i propri gruppi di riferimento. Il tutto senza dimenticare i fini caritatevoli, missionari e di sostegno a cui gli introiti sono destinati.

Realizzata dall’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, l’iniziativa vede la collaborazione di importanti realtà del mondo religioso e laico, come il CITS (Centro Italiano Turismo Sociale), il CTG (Centro Turistico Giovanile) e il CNEC (Centro Nazionale Economi di Comunità).

L’elenco delle disponibilità è in continuo aggiornamento ed è già online sulla pagina specifica del portale ospitalitareligiosa.it, nella sezione delle Offerte Speciali, con tanto di mappa interattiva.

Recensioni Ospitalità Religiosa: pessima al Centro di Spiritualità "Maria Candida" di Armeno. Ristorazione e Servizio ko

Centro di Spiritualità "Maria Candida"  Armeno: da non visitare struttura sconsigliata da Turismo Culturale

Centro di spiritualità MARIA CANDIDA ad Armeno (Novara)

Il Centro di Spiritualità "Maria Candida" ha iniziato l'attività di accoglienza nel 1971, come Casa di Esercizi Spirituali per le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, per volontà dell'allora Madre Generale Suor Maria Candida Torchio, a cui è stata poi intitolata la casa. Nel tempo il Centro ha dilatato la ricezione alle Diocesi e Parrocchie, ad altre Congregazioni religiose maschili e femminili, a Scuole Cattoliche per settimane o weekend di Esercizi Spirituali; per poi aprire oggi l'accoglienza durante tutto l'anno, quale Casa ferie, a persone singole, a famiglie, a gruppi di turisti e per riunioni di lavoro.

E' ubicata in Armeno, un piccolo Centro montano della Diocesi di Novara, a cinque minuti dal Lago d’Orta, a quindici minuti dal Monte Mottarone ed a trenta minuti dal lago Maggiore (distanze in auto).

Il Centro, inoltre, offre la possibilità di utilizzare il proprio servizio di ristorazione (cucina, sala da pranzo): peccato che il personale di servizio  ha poca gentilezza verso gli ospiti e la Direzione della Casa e la cucina (come ci è stato segnalato da una coppia di ospiti) non hanno tenuto minimamente in considerazione le richiesta di menù particolari per persone allergiche.
(notizie tratte da ospitalitareligiosa.it)


Tendenze. Cammini e pellegrinaggi: tra libri e persone mai stati così affollati

Una ragazza sul Cammino di Santiago (Ansa/Epa)
Una ragazza sul Cammino di Santiago (Ansa/Epa)

È un’esperienza che, per sua natura, mal si presta ad analisi statistiche troppo dettagliate. Ma quando i dati vengono raccolti, sono impressionanti. Ci riferiamo al fenomeno dei “cammini” e al caso virtuoso di Santiago di Compostela, dove la precisione sembra di matrice svizzera più che spagnola. L’Ufficio del Pellegrino censisce infatti numero, nazionalità, sesso, età e persino mezzo di trasporto di chi giunge alla Cattedrale dell’enormebotafumeiro: si scopre così che nel 2017 sono arrivati a Santiago 301.036 pellegrini (compresi i 43 che hanno fatto il percorso sulla sedia a rotelle), praticamente il triplo di quelli censiti solo dieci anni prima (114.466) e cento volte più che nel 1985, alla vigilia del boom legato in particolare al celebre e controverso bestseller di Paulo Coelho, datato 1987, e alla Gmg con papa Wojtyla del 1989.
Trend analoghi, anche se con valori assoluti inferiori, si registrano sui principali cammini religiosi italiani, dallaVia Francigena (le stime più prudenti parlano di 5mila pellegrini lo scorso anno ma c’è chi si spinge a contarne 40mila) ai numerosi itinerari sulle orme di san Francesco. Non sorprende, allora, la parallela e continuacrescita di attenzione del mondo editoriale, religioso e laico, con nuovi titoli ogni anno, non poche ristampe (a fine luglio è uscita l’11ª edizione della Guida al Cammino di Santiago, di Terre di mezzo), alcune fortunate collane e qualche prima sperimentazione in ambito digitale.
Ma con quale livello qualitativo e soprattutto quale aderenza allo spirito più autentico di un’esperienza sempre a rischio di semplificazioni? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti e operatori del settore, a cominciare da donPaolo Asolan, docente alla Pontificia Università Lateranense e cappellano della Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ci aiuta anzitutto a fotografare la tipologia di offerta editoriale. «Bisogna distinguere tra le guide, la letteratura di pellegrinaggio (la cosiddetta odeporica) e i reportage fotografici. Sulle guide c’è un ventaglio molto ampio. Direi che le migliori sono quelle di Terre di mezzo, precise e aggiornate, con un catalogo che copre ormai tutti gli itinerari; ora anche Edizioni della Porziuncola ha iniziato a pubblicare alcune cose interessanti, come la Via Francigena del Pellegrino, di Monica D’Atti. Valuto meno bene le guide del Touring, o in generale le guide firmate da chi fa diventare legge universale la propria esperienza. Anche l’odeporica è molto varia: c’è chi ha avuto la vita cambiata dal pellegrinaggio e dunque condivide questa ricchezza, ma c’è anche il pellegrino narciso che vuole dire a tutti quanto è stato bravo. In questi casi il pellegrinaggio fa da ambientazione scenografica di altro... Infine, i reportage fotografici: possono essere preziosi perché normalmente quando uno valuta se fare un pellegrinaggio ha anche bisogno di vedere; e spesso è un’immagine quella che determina la decisione di partire».
Ma come si spiega, chiediamo a Miriam Giovanzana, direttrice editoriale di Terre di mezzo, il caso di un editore laico che sulle guide dei cammini religiosi ha fondato una buona fetta della sua reputazione? «È indubbio che i cammini nascano con una radice religiosa e spirituale. Per noi è importante aiutare a conservarne l’intuizione originaria, la storia. Altrimenti è difficile capire che cosa distingue la Francigena o il Cammino di san Benedetto da un qualunque trekking, pur con tutto ciò di bello che anche questa esperienza rappresenta. Camminando si entra in una storia, si mettono i propri piedi sulle orme di un popolo che ci ha preceduto. Custodire questo tipo di memoria può essere un regalo anche per gli uomini e le donne di oggi, a prescindere dalle convinzioni di chi si mette in cammino».
Sul Cammino di Santiago (AP)
Sul Cammino di Santiago (AP)
Chi porta in libreria l’esperienza dei cammini partendo da un punto di osservazione privilegiato è certamente padre Gianpaolo Masotti, francescano, direttore delle Edizioni della Porziuncola, con sede ad Assisi. Nel 2018 sono uscite le prime due guide, alla Francigena e al Cammino della Gran Madre: «Abbiamo deciso di dare un taglio specifico alla collana. Pur presentando tutti i dati e le informazioni pratiche necessarie (altimetrie, carte, scale di difficoltà), abbiamo voluto offrire un valore aggiunto, quello spirituale, che per antica tradizione appartiene di per sé al pellegrino. Nelle nostre guide, infatti, è possibile trovare sia le indicazioni dei più importanti luoghi di fede come anche le accoglienze nei conventi e le ospitalità “povere”. Tutto questo nella consapevolezza che a volte il cammino è l’inizio di una riscoperta della fede e, tornati a casa, l’esperienza si prolunga nella quotidianità».
L’importanza del pellegrinaggio a piedi nel rianimare un itinerario di fede, magari con l’aiuto di una buona guida, è confermata da padre Alberto Tortelli, francescano conventuale a Padova, tra i promotori della recentissima Guida al Cammino di sant’Antonio (Edizioni Messaggero in collaborazione con Terre di mezzo), che va dal capoluogo veneto a La Verna: «Il cammino ti segna, è un’esperienza totalizzante, in cui spesso i frutti arrivano sulla lunga distanza».
Questa dimensione del prima e del dopo pellegrinaggio è cruciale per gli editori, come spiega Miriam Giovanzana: «Noi diciamo sempre che il viaggio non comincia con il primo passo, ma nel momento in cui ti lasci prendere dal desiderio di camminare, ad esempio sfogliando una guida. Possono anche esserci “pellegrini da divano”, che magari non partiranno mai, ma con quel libro fanno comunque un percorso. Questo è uno dei significati della nuova collana dei “percorsi spirituali”, che comprende ad esempio la Guida al Cammino di sant’Ignazio, da Loyola a Manresa: certamente una guida in senso classico ma anche uno strumento per conoscere meglio una figura così attuale del cristianesimo».
Detto che le cose si muovono anche sul fronte delle nuove tecnologie, con la prima “app edicola” sui cammini proposta da Terre di mezzo, che cosa manca allora in libreria per prepararsi a un’esperienza così profondamente spirituale? «Non essendoci più oggi un alfabeto religioso – riflette Asolan –, ci vorrebbe qualcosa che aiuti a capire le emozioni che provi durante il cammino, che dica qual è la promessa che potrebbe diventare realtà se parti, quali corde va a toccare questa esperienza dentro di te. C’è chi parla genericamente di magia del cammino. Ma non c’è nessuna magia! C’è che nel cammino la tua anima viene ridestata, si risveglia il bisogno di un incontro, sperimenti la provvisorietà e l’essenzialità. Sarebbe bello trovare in libreria qualcosa che aiuti questa decodificazione in termini spirituali».
avvenire

Opitalità religiosa oggi Mercoledì 6 giugno su TV 2000

Ospitalità Rosminiana SACRO MONTE CALVARIO collabora con il portale, 
 ospitalitareligiosa.it che sarà ospite  mercoledì 6 giugno 2018 della trasmissione "Siamo Noi" dalle 15.20 alle 16.00 su TV 2000, l'emittente televisiva cattolica sul canale 28 del digitale terrestre.

La trasmissione sarà visibile in diretta anche su internet a questo link https://www.tv2000.it/live/