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Una casa fatta ad arte, la visione di Cambellotti. A Roma mostra sul maestro alla Biennale di Monza del 1923

ROMA - L'allestimento interno della casa come riflesso della dimensione etica e della natura psichica della vita degli abitanti, capace di influenzare le loro emozioni e orientare le loro predilezioni, "consentendo poi di formare anche buoni cittadini e buoni governanti". Duilio Cambellotti immaginava così gli effetti di un abitare armonico orientato dall'arte.

Seguendo questo filo si sviluppa a Roma la mostra dedicata fino al 6 aprile dalla Galleria Russo al maestro e alla sua visione 'totale' che nella prima metà del Novecento ha abbracciato disegno, illustrazione, grafica, pittura, ceramica, scultura e scenografia teatrale. Il racconto muove da un aspetto particolare, la sua partecipazione nel 1923 a Monza alla Biennale delle Arti Decorative per allargarsi alla produzione di una vita.
    'Duilio Cambellotti. Raccogliere una forma attorno a un pensiero', curata da Daniela Fonti e Francesco Tetro, responsabili dell'Archivio dell'Opera dell'artista, mette insieme 160 opere della raccolta illustrando 40 anni di attività multidisciplinare svolta dall'artista-artigiano romano dal 1899 al 1939. Certo, a giocare un ruolo centrale è sempre il disegno, il tratto inconfondibile della moderna classicità che caratterizza illustrazioni, manifesti, incisioni. Ma a colpire - anche nella ricostruzione di una delle sale della Biennale di Monza - è soprattutto l' attenzione al dettaglio nei bronzi e nella decorazione di vasi, piatti, brocche e mattonelle ispirate ai miti dell'antichità e al vivere quotidiano delle popolazioni dell'agro pontino all'inizio del secolo. Nelle arti decorative, spiegano i curatori, Duilio Cambellotti (1876-1960) venne identificato come un autore fra i più originali nel panorama del rinnovamento degli oggetti d'uso in Italia. "Per la sua concezione dell'ambiente allestito quale progetto organico complessivo nel quale ogni oggetto prende luce creativa e riflette la propria sull'insieme - spiegano - l'artista mise ogni tecnica al servizio della creazione di uno spazio interno concepito come 'luogo d'arte', inserendo scultura, pittura parietale, ceramica, anche utilizzando gli espedienti comunicativi della sua attività di scenografo". Della prima e della seconda Biennale internazionale di Monza Cambellotti fu il protagonista principale, alla guida di un gruppo di artisti fra i più rilevanti e innovativi della scena di Roma e del Lazio. Un altro capitolo della mostra è riservato alla figura femminile e al suo passaggio da "libellula a mater familias, vittima degli effetti della guerra: rimasta sola a mandare avanti la propria famiglia, il suo podere o come lavorante presso altri, se rimasta vedova". E' questo il motivo che spinse l'artista a rappresentare donne dal volto addolorato in molti monumenti ai caduti del 1915-18 , a cominciare da quello di Terracina (Latina). Suggestiva è anche la selezione di modellini, bizzetti, disegni e cartelloni realizzati per le scenografie delle grandi tragedie greche a Siracusa, il Giulio Cesare di William Shakespeare (1906) e La Nave di Gabriele d'Annunzio (1908) a Roma.
    Tra il 1908 e il 1910 Cambellotti collaborò al settimanale "La Casa", edito da Edoardo De Fonseca, dedicandosi alla progettazione di interni e arredi di villini e dimore private tra cui, a Roma, la Casina delle Civette di Villa Torlonia, decorata con la collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini e oggi sede del museo della Vetrata Liberty. 

ansa.it

Cinecittà in un click, l'incanto del cinema arriva a casa

 

ROMA -  Il mondo di sogni e illusioni di Federico Fellini, attraverso i suoi capolavori, da La Dolce Vita a Il Casanova; il mito di Sergio Leone, maestro del western, e le affascinanti atmosfere di C'era una volta in America; i grandi maestri del costume, da Piero Tosi a Danilo Donati, raccontati in un tour virtuale. E ancora, il viaggio alla scoperta dell'antica Roma, direttamente sul set permanente più grande di Cinecittà; i preziosi abiti e gli elementi scenografici del film Pinocchio di Roberto Benigni; i mestieri del "dietro le quinte" e gli effetti speciali per capire la finzione più verosimile che esista, e infine, tutta la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri, tra colori e immagini in movimento. Nemmeno la clausura imposta dall'emergenza sanitaria riesce a spezzare l'incanto e le suggestioni della settima arte, grazie a "Cinecittà in un click" e "Miac in un click", i due cicli di narrazioni digitali sul cinema realizzati e promossi da Istituto Luce Cinecittà in programma dal 1 dicembre al 5 gennaio. Set, memorabilia, curiosità, linguaggi multimediali, percorsi espositivi nel Miac, il Museo Italiano dell'Audiovisivo e del Cinema ospitato negli Studios, entreranno direttamente nelle case e saranno disponibili su ogni supporto, dallo smartphone al pc: basterà collegarsi sui profili social ufficiali di Cinecittà si Mostra, Miac, e Istituto Luce Cinecittà (Facebook, Instagram e YouTube), dove dal 1 dicembre ogni settimana saranno rilasciati due contenuti video per adulti e famiglie, per un totale di 11 appuntamenti. Il martedi i tour virtuali saranno dedicati alle esposizioni Cinecittà si Mostra e Felliniana - Ferretti sogna Fellini, mentre il mercoledì i riflettori si sposteranno sul Miac, il museo che tra film, videoinstallazioni e giochi multimediali e multisensoriali svela 120 anni di cinema, radio e televisione: a condurre i vari racconti ci saranno mediatori museali e narratori speciali che vestiranno i panni di una Fata dai capelli turchini e di una simpatica antica romana. Particolare attenzione nei video è rivolta all'aspetto educativo, per far comprendere ai più piccoli proprio lo straordinario patrimonio custodito nel Miac, con contenuti ad hoc curati dal Dipartimento educativo di Cinecittà si Mostra - Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Senza Titolo - Progetti aperti alla cultura (alcuni contenuti sono realizzati anche in LIS, la lingua dei segni per il pubblico sordo italiano). Il programma dettagliato degli 11 appuntamenti è disponibile sui siti cinecittasimostra.it, cinecitta.com, museomiac.it. (ANSA).
   

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Recensioni Ospitalità Religiosa: pessima al Centro di Spiritualità "Maria Candida" di Armeno. Ristorazione e Servizio ko

Centro di Spiritualità "Maria Candida"  Armeno: da non visitare struttura sconsigliata da Turismo Culturale

Centro di spiritualità MARIA CANDIDA ad Armeno (Novara)

Il Centro di Spiritualità "Maria Candida" ha iniziato l'attività di accoglienza nel 1971, come Casa di Esercizi Spirituali per le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, per volontà dell'allora Madre Generale Suor Maria Candida Torchio, a cui è stata poi intitolata la casa. Nel tempo il Centro ha dilatato la ricezione alle Diocesi e Parrocchie, ad altre Congregazioni religiose maschili e femminili, a Scuole Cattoliche per settimane o weekend di Esercizi Spirituali; per poi aprire oggi l'accoglienza durante tutto l'anno, quale Casa ferie, a persone singole, a famiglie, a gruppi di turisti e per riunioni di lavoro.

E' ubicata in Armeno, un piccolo Centro montano della Diocesi di Novara, a cinque minuti dal Lago d’Orta, a quindici minuti dal Monte Mottarone ed a trenta minuti dal lago Maggiore (distanze in auto).

Il Centro, inoltre, offre la possibilità di utilizzare il proprio servizio di ristorazione (cucina, sala da pranzo): peccato che il personale di servizio  ha poca gentilezza verso gli ospiti e la Direzione della Casa e la cucina (come ci è stato segnalato da una coppia di ospiti) non hanno tenuto minimamente in considerazione le richiesta di menù particolari per persone allergiche.
(notizie tratte da ospitalitareligiosa.it)


La casa museo di Giorgio De Chirico a Roma





LA CASA ROMANA DI GIORGIO DE CHIRICO

La meravigliosa cornice di Piazza di Spagna a Roma ospita una delle residenze famose più interessanti dal punto di vista artistico della città. Al n. 31 è sita infatti la casa di Giorgio de Chirico, dimora in cui l’artista si stabilì all’età di sessant’anni, nel 1948. In questo appartamento-studio a tre piani, oggi visitabile come Casa-museo, l’artista ha vissuto e lavorato per gli ultimi trent’anni della sua vita.

DE CHIRICO A ROMA

De Chirico si traferì a Roma dopo una vita di spostamenti con soggiorni in diverse città Europee e una permanenza significativa a New York dal 1936-1938. In Memorie della mia vita, nel 1945, l’artista spiega così la sua decisione: “Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma, io e mia moglie, quindi si abiterebbe nel centro del centro del mondo, quello che sarebbe il colmo in fatto di centrabilità ed il colmo in fatto di antieccentricità.”


LA CASA MUSEO

L’appartamento è costituito dalla parte abitativa, lo studio del Maestro e un’ampia terrazza all’ultimo dei tre piani superiori del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni nel centro di Roma. Divenuta Casa Museo, dopo l’inaugurazione del 20 novembre 1998, anniversario ventennale della scomparsa dell’artista, è accessibile al pubblico. Essa offre un’occasione unica di avvicinarsi al mondo privato e quotidiano di de Chirico, nonché di accedere al suo originale immaginario artistico, in un sorprendente e suggestivo intreccio tra arte e vita.

I sontuosi ambienti del piano principale immergono il visitatore in una visione rubensiana di grandi saloni di stile seicentesco, con un cospicuo numero di opere, alcune in preziose cornici dorate, tende damascate color rosso (rifatte in base a quelle originali), argenti, putti in legno, tavolini di marmo e poltroncine stile Luigi XVI. Salendo le scale che conducono al secondo piano, ci sono gli ambienti più intimi della casa, le stanze da letto e lo studio dell’artista, senza dubbio il luogo più suggestivo.

L’ampia terrazza è il luogo dove de Chirico amava sostare a diversi momenti del giorno per ammirare lo spettacolo di Roma e della natura, tuttavia l’accesso al pubblico qui è limitato.
In quella che un tempo era la cucina di casa de Chirico ci sono, infine, gli uffici della Fondazione con la Biblioteca costituita da numerose edizioni degli scritti dell’artista, cataloghi di mostre monografiche e collettive, saggi e monografie.


turismo.it

Nel Borgo più bello case in vendita a 1 euro

 © ANSA

 SAMBUCA - Case in vendita a 1 euro per incentivare il turismo, recuperare il patrimonio urbanistico e architettonico e contrastare lo spopolamento dei centri storici: è l'iniziativa lanciata dall'amministrazione comunale di Sambuca di Sicilia (Agrigento), che nel 2016 ha vinto il titolo di borgo più bello d'Italia. Il progetto "Case a 1 euro" è stato presentato l'11 aprile nella sede dell'assessorato regionale al turismo dall'assessore Sandro Pappalardo, dal sindaco di Sambuca Leo Ciaccio e dal vicesindaco e assessore al turismo del comune, Giuseppe Cacioppo. C'è tempo fino al 2 maggio per partecipare al bando, base d'asta 1 euro, cauzione da 5000 euro a garanzia della ristrutturazione per 17 unità edilizie e impegno a completare i lavori entro tre anni. Gli immobili - ubicati nel centro storico e nel caratteristico quartiere arabo dei sette vicoli - acquisiti al patrimonio comunale, verranno dunque alienati attraverso un'asta pubblica. "Il progetto case a 1 euro ha portato grandissimi benefici non solo dal punto di vista turistico ma anche imprenditoriale, è un meccanismo virtuoso che innesca lavoro e sviluppo - spiega l'assessore Pappalardo -. I nostri borghi sono un'eccellenza, su 5 edizioni nazionali ben 3 sono state vinte dalla nostra regione e quest'anno ci siamo classificati al secondo posto, la scorsa settimana un tour operator che lavora con Stati Uniti e Canada ha voluto incontrarci in assessorato per lanciare dei progetti proprio sui nostri borghi siciliani. Promozione, incremento incoming turistico, ripartenza di un'economia stagnante, evitare lo spopolamento dei borghi sono gli obiettivi del progetto".
    "Non stiamo regalando o svendendo le case, l'obiettivo è incrementare il turismo - aggiunge l'assessore - ci sono borghi del Nord che pur essendosi piazzati agli ultimi posti della classifica nazionale vantano risultati turistici migliori dei nostri, stiamo investendo per dare la giusta promozione al nostro territorio". Il sindaco di Sambuca Leo Ciaccio sottolinea che i centralini del Comune sono stati già intasati di richieste da parte di persone interessate: "Nel nostro borgo hanno già acquistato casa diversi italiani e stranieri - tra cui francesi, svizzeri, lituani, tedeschi, inglesi e ungheresi - attratti dalle bellezze del luogo e dalla qualità della vita. Il nostro è un territorio dove la bellezza e la cultura sono alimento quotidiano".
    Anche un colosso del settore turistico come Airbnb ha scelto di investire a Sambuca di Sicilia realizzando per l'Italia del Sud una casa d'artista all'interno di Palazzo Pannitteri. "Sarà una casa museo - spiega il vice sindaco Giuseppe Cacioppo - per essere coerenti con l'architettura e lo spirito del palazzo che ospita i reperti archeologici provenienti dagli scavi del Monte Adranone. Sarà anche un'operazione dal forte impatto mediatico: il progetto si chiama Regione Italia e per un anno avrà una vetrina sulla homepage del sito Airbnb che conta circa 10 milioni e mezzo di visitatori al mese". 

ansa