CAMPIONATI ITALIANI UN PICCOLO PAESE UN GRANDE CUORE, CADDO ARENA TRICOLORE



La società CADDESE MONIQUE GIROD in occasione del grande evento sportivo di livello nazionale, CAMPIONATI ITALIANI CORSA in MONTAGNA SETTORE GIOVANILE, che si svolgerà Domenica 21 Maggio 2017 a Caddo di Crevoladossola, ha voluto coinvolgere tutti i cittadini del piccolo paese, impegnati nei giorni scorsi ad addobbare case, cancelli e strade. Protagonisti i colori della bandiera italiana e cosi il paese, è stato trasformato in una grande arena sportiva, pronta ad ospitare atleti e persone da tutta Italia, coinvolte anche le scuole dell' infanzia ed elementari di Caddo, che per l' occasione hanno preparato bandiere e lenzuoli tricolore. Il comitato tecnico comunica che ha già ricevuto diversi complimenti, da persone non residenti a Crevoladossola che hanno attraversato il paese in auto, la società CADDESE MONIQUE GIROD rivolge un ringraziamento speciale a tutti i cittadini ed al gruppo di persone, che in queste 2 settimane ha lavorato anche sotto la pioggia, con nastri, fiocchi, bandiere e catene tricolori, non solo c'è anche chi in occasione di questa manifestazione Nazionale, ha tinteggiato parte della facciata della propria abitazione con i colori della bandiera italiana. Domenica a rendere l' atmosfera magica oltre a tutto questo, non mancherà il calore ed il tifo del pubblico su tutto il percorso, in particolare nella zona centrale del paese dove avverrà il passaggio di tutte le gare, con Partenze, Arrivi ed i contagiri per le categorie che dovranno ripetere più volte il percorso, trasformando il tutto in una grande arena sportiva. Caddo catturerà sicuramente tanti scatti fotografici, che a fine giornata raggiungeranno diverse parti d' Italia, tutte le foto del paese sono disponibili sulla pagina FACEBOOK ASD CADDESE MONIQUE GIROD

fonte: comunicato stampa

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale turismoculturale@yahoo.it 

Domenica 21 maggio a Caddo di Crevoladossola (VB) si svolgono i Campionati italiani giovanili di corsa in montagna. Ecco il video del percorso

Montagna: Allievi e Cadetti a caccia del Tricolore

Domenica 21 maggio a Caddo di Crevoladossola (VB) si svolgono i Campionati italiani giovanili di corsa in montagna
Caddo di Crevoladossola (VB), piccola frazione da cui si dipartono la Val Divedro e la Valle Antigorio, domenica 21 maggio torna ad ospitare i Campionati italiani giovanili di corsa in montagna dopo la fortunata edizione del 2012. Anno nel quale la prova allievi visse sull’entusiasmante sfida tra Yeman Crippa e Nadir Cavagna, con la vittoria che andò a quest’ultimo al termine di un’avvincente volata dopo continui cambi al comando della corsa. Per entrambi la prova di Caddo fu trampolino di lancio verso la WMRA Youth Cup svoltasi poco più di un mese dopo in Irlanda, dove Crippa vinse e Cavagna arrivò terzo.
Il percorso si articola sullo stesso tracciato del 2012, un anello da percorrere più volte a seconda delle categorie, con partenza dal centro di Crevoladossola. Per la categoria allievi la prova è una delle due individuate dalla Direzione Tecnica come selezione per la squadra che prenderà parte alla WMRA Youth Cup di Gagliano del Capo (LE) del 24 giugno: già 15 le nazioni che hanno confermato la propria presenza. La seconda gara indicativa sarà a Lanzada (SO) il 4 giugno in occasione del Campionato Italiano di Staffetta Cadetti e Allievi che varrà anche come seconda prova del CdS.
ALLIEVI - Chissà che il ricordo della sfida del 2012 tra Yeman Crippa e Nadir Cavagna non porti fortuna ad Alain Cavagna (Atl. Valle Brembana), fratello minore di Nadir e campione italiano cadetti uscente. Alain parte tra i favoriti anche se, in ambito regionale, è uscito sconfitto dal confronto con Andrea Rota (Atl. Lecco Colombo Costruzioni), sicuramente un altro dei pretendenti al titolo. Non starà certo a guardare Senetayhu Masè (Atl. Tione), secondo nel 2016 nella prova tricolore cadetti alle spalle di Cavagna, così come il bronzo di allora, Samuele Siena (Atl. Varesina Malpensa). Da seguire anche i piemontesi e compagni di club Samuele Barale (Atl. Pinerolo) e Giacomo Bruno, dominatori delle due prove regionali sin qui disputate.
ALLIEVE - Al femminile la favorita d’obbligo è Nadia Battocletti (Atl. Valli di Non e Sole), campionessa italiana uscente che nel 2017 ha già messo nel suo palmarès il titolo di categoria di cross e la convocazione in azzurro ai mondiali di specialità. Restando alla corsa in montagna, lo scorso anno fu terza alla WMRA Youth Cup in Repubblica Ceca. Il suo obiettivo sul circuito di Caddo è anche quello di confermare la maglia azzurra per l’edizione 2017 della Youth Cup che si terrà in Italia, a Gagliano del Capo. Punta al podio e alla riconferma in azzurro Francesca Annoni (Atl. Osg Guanzate), lo scorso anno titolare in Repubblica Ceca. Da seguire anche AnnaArnaudo (Dragonero) e Samantha Bertolina (Atl. Alta Valtellina), seconda lo scorso anno nella categoria cadette, e le figlie d’arte Sara Leonie Isabel Frick (Sportclub Merano) e Ester Molinari (Atl. Trento): Gerd Frick fu azzurro di corsa in montagna e di lunghe distanze, e azzurro è stato anche Antonio Molinari, campione mondiale di corsa in montagna assoluto nel 1996, M40 nel 2011 e più volte campione europeo e italiano.
CADETTI - Tre gare in una per questa categoria che disputa il campionato italiano individuale, la prima prova di quello di società e il campionato italiano per rappresentative regionali: Lombardia, Veneto, Trentino, Toscana, Valle d’Aosta, Alto Adige e Piemonte le compagini in gara. La Lombardia parte da campione uscente: lo scorso anno vinse sia la classifica maschile e femminile che la combinata, ma quest’anno a darle filo da torcere ci saranno il Trentino, al maschile, il Piemonte padrone di casa e il Veneto. Al maschile Trentino tra i favoriti potendo schierare ai blocchi di partenza Massimiliano Berti (Valchiese), campione italiano di cross di categoria a Gubbio e quarto un anno fa a Badia Prataglia. Da seguire anche il piemontese Elia Mattio (Pod. Valle Varaita), assoluto dominatore delle due prove di campionato regionale sin qui disputate e proveniente dallo stesso vivaio dei gemelli Dematteis.
CADETTE - Al femminile favorita Katja Pattis (Sudtirol Team Club), campionessa italiana uscente, quarta ai tricolori di cross di quest’anno e sorella di Daniel Pattis, migliore degli azzurri nella categoria juniores ai Mondiali 2016 quando si piazzò sesto. Se la vedrà tra le altre anche con la piemontese Noemi Bouchard (Atl. Valpellice), undicesima un anno fa.
Myriam Scamangas (FIDAL Piemonte)
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Drive me Tasting, un bus per sognare Nasce il tour con cucina stellata tra i monumenti della Capitale

(di Marzia Apice) (ANSA) - ROMA, 17 MAG - Sentirsi per una sera come Audrey Hepburn e Gregory Peck ammirando le bellezze di Roma, ma stando di certo un po' più comodi rispetto al sellino di una Vespa e con tante prelibatezze a disposizione per deliziare il palato.
    Sembra quasi un nuovo modo per rivivere l'atmosfera di Vacanze Romane l'iniziativa appena lanciata dal bus-operator City Sightseeing Roma, dal titolo Drive me Tasting, che consiste nell'offrire a turisti e cittadini un'esperienza turistico-culinaria in 'movimento'. I dettagli dell'offerta sono di sicuro effetto: un mastodontico bus a due piani, la cucina di uno chef stellato e Roma a fare da sfondo. A partire dall'11 maggio, il viaggio in città inizia a Piazza della Repubblica, per poi raggiungere Santa Maria Maggiore, il Colosseo, il Circo Massimo, e poi Castel Sant'Angelo, Piazza Venezia, via del Corso e Piazza Barberini: un itinerario affascinante, ma non si tratta di un semplice tour, quanto del primo gourmet-bus italiano, a bordo del quale gli ospiti potranno nutrire al tempo stesso stomaco e occhi, conoscere i principali monumenti di Roma e godere di un ambiente elegante e accogliente, mangiando cibi di qualità. A ogni sosta del bus corrisponde un piatto, bello da vedere e da mangiare: dalla crema di mozzarella di bufala con gazpacho di pomodori all'insalata di crostacei con crema di passion fruit e rapa rossa, dal risotto al nero di seppia con calamari al limone al filetto di spigola con insalata di funghi, per concludere con la crostata di ricotta e pere, il tutto accompagnato da ottimi vini. Il valore aggiunto del progetto è infatti tutto nella ristorazione: il bus (un Gran Turismo Euro 6, costato oltre 600 mila euro, per un investimento complessivo nel progetto che supera il milione) è stato attrezzato con una mini cucina professionale, dove lo chef stellato Marco Bottega prepara espresso per gli ospiti un menù completo, dall'antipasto al dolce, con prodotti di prima scelta e nel pieno rispetto della stagionalità. Per quanto riguarda poi la bellezza e il comfort, ci pensano le morbide poltrone, i tavoli (tutti dotati anche di 2 porte usb e i cavi per caricare ogni tipo di cellulare o tablet), e un tetto trasparente da cui guardare il cielo. Il neonato progetto, per il momento disponibile solo a Roma per poi approdare anche ad altre città, viene organizzato (al costo di 135 euro a persona) la sera dal giovedì al lunedì, ma l'idea è quella di estendere il servizio anche al pranzo, sia d'estate che d'inverno, 7 giorni su 7. Unica nota dolente, spiega Giuseppe Cila, presidente di City Sightseeing Roma, è la quasi totale mancanza di illuminazione dei monumenti, "una follia per una città come Roma. Abbiamo cercato più volte di incontrare l'assessore al turismo del Comune, ma non ci siamo mai riusciti. Sembra che questa amministrazione parli mal volentieri con gli operatori turistici". "Eppure noi offriamo un'esperienza in grado di incuriosire stranieri e cittadini romani", prosegue, "questo è un servizio che esiste a Parigi e Londra, ma lì ci sono bus datati adibiti a ristoranti. Il nostro invece è stato creato ad hoc". (ANSA).

Da Maxxi a Boldini, torna la Notte dei Musei Il 20/5 a Roma aperti anche Camera Deputati e Senato

ROMA - Sabato 20 maggio torna a Roma la Notte dei Musei, l'iniziativa che coinvolge ben 30 paesi europei. Dalle 20 di sera alle 2 di notte, a titolo gratuito o al più pagando 1 euro di ingresso, spesso accompagnati da musica o spettacoli teatrali, si potranno visitare mostre, musei civici e statali, luoghi di cultura, come i Capitolini, il Macro, Palazzo Braschi-Museo di Roma, i Mercati di Traiano, Palazzo delle Esposizioni, il Maxxi con il nuovo allestimento delle collezioni, la Galleria d'Arte Moderna, il Museo dell'Ara Pacis e quello di Villa Torlonia e straordinariamente la Camera dei Deputati e il Senato. Mentre con biglietto ridotto si potranno ammirare i capolavori di Boldini al Vittoriano o Jean-Michel Basquiat al Chiostro del Bramante.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il coordinamento organizzativo di Zetema Progetto Cultura, la Notte dei Musei si conferma dunque come un'occasione imperdibile per riscoprire non solo i tesori delle prestigiose raccolte romane, ma anche istituzioni non sempre di facile accesso. In particolare, per questa edizione, sono da segnalare le aperture (gratuite) della Camera dei Deputati dalle 20 alle 2 (ultimo ingresso da piazza Montecitorio all'01.30) e il Senato della Repubblica, con orario dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso da piazza Madama a mezzanotte). Inoltre apriranno i battenti anche altre importanti accademie e istituzioni culturali straniere. Se a cura dell'Ambasciata Greca si svolgerà (a ingresso gratuito) in Protomoteca (ore 20.30) il concerto di Christoforos Staboglis e Sotiris Louizos, la Reale Accademia di Spagna proporrà gratuitamente nel complesso conventuale di San Pietro in Montorio le mostre 'Oltre ogni ragionevole dubbio' e 'L'anima del Gotico Mediterraneo', così come l'Accademia di Francia a Villa Medici l'intrigante incontro di segni tra Yoko Ono e Claire Tabouret (fino alle 24 con ingresso a 1 euro) e la Casa di Goethe le visite guidate alla collezione permanente e alla mostra 'Punti di vista' (anche qui ingresso 1 euro). L'Accademia d'Ungheria a Palazzo Falconieri offrirà l'apertura gratuita al pubblico della galleria e del cortile fino a mezzanotte.
    Molti gli spettacoli musicali e altre iniziative collaterali che animeranno la Notte dei Musei. Affollati i Capitolini, dove nell'Esedra del Marco Aurelio (alle 20.30 e alle 22.15) ci sarà il concerto 'Duo for Gershwin' con Rosario Giuliani e Riccardo Fassi, mentre nel Salone di Palazzo Nuovo e sale attigue (alle 21.30 e alle 23.00) Alessandro Haber sarà alle prese con 'Rovine' (di e con Gabrile Tinti), una lettura di poesie ispirate ad alcuni capolavori dell'antichità e nella Sala Pietro da Cortona (ore 21.15 e 23.15) si svolgerà 'L'Eccletismo', concerto con brani per mandolino. Al Museo dell'Ara Pacis, nello spazio fronte Ara (alle 21.30 e 23.30) si potrà assistere all''Ara Pacis Konzert' e nell'Auditorium (ore 20.30 e 22.30) allo spettacolo teatrale 'Albania casa mia'. A Palazzo Braschi-Museo di Roma, alle 21.45 e a mezzanotte andrà in scena un concerto dedicato alla canzone e tradizione romana e nel Salone al primo piano 'Voci per l'arte 2017'. Jazz invece per la Centrale Montemartini con 'Ella's Night', musiche di strada e altri suoni per il concerto di Famiglia Maraviglia ai Mercati Traianei e tango e milonga a Villa Torlonia, dove tra l'altro il famoso Teatro ospiterà concerti del Coro del Teatro dell'Opera di Roma su musiche di Brahms e Verdi (solo con prenotazione obbligatoria). Al Museo Bilotti-Aranciera di Villa Borghese alle 20.30 e 21.30 si svolgerà il reading-concerto 'Pirandello Fantastico', omaggio per il 150/o anniversario della nascita del grande commediografo, con Roberto Herlitzka accompagnato dalla musica dal vivo di Stravinskij e Shostakovich, eseguita da Alessandro Di Carlo e Alberto Caponi.
   
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VIAGGI Le 20 chiese nella roccia più belle d'Italia (secondo Skyscanner)


A strapiombo sui torrenti, incastonate nella roccia o nascoste sotto la superficie terrestre. Il motore internazionale di viaggi Skyscanner ha selezionato alcuni luoghi di fede dal fascino unico: 20 chiese costruite nella roccia, incavate nella pietra o sulla vetta delle montagne.
Un viaggio che parte dal Santuario di San Besso (Cogne, Valle d'Aosta), dove si narra che San Besso precipitò dallo sperone roccioso morendo sotto lo sguardo dei pastori invidiosi del suo gregge. Intorno alla rupe che vide il suo martirio è sorto il santuario, attaccato ad una roccia monolitica di 60 metri.
L'itinerario prosegue con l'Eremo di San Colombano, in Trentino, un "nido di rondine" sospeso a circa 120 metri di altezza, a strapiombo sul torrente Leno. La leggenda narra che San Colombano uccise il drago che minacciava i bambini battezzati nel torrente sottostante. All'eremo si arriva tramite una scala di 102 gradini scavati nella roccia. Affreschi con la lotta tra san Colombano e il drago (allegoria della lotta tra bene e male) e con la raffigurazione del Paradiso, si trovano all'interno della grotta.
Il tour continua con l'Eremo di San Bartolomeo in Legio, in Abruzzo, un tutt'uno con la parete rocciosa che lo ospita: si mimetizza meravigliosamente con la natura che lo circonda, quella selvaggia e feconda del Parco Nazionale della Majella. Tra le 20 chiese nella roccia più belle compare anche il suggestivo Tempio del Valadier, nelle Marche, una costruzione nascosta nelle pareti di roccia e marmo di una grotta meravigliosa. Si tratta di un Refugium Peccatorium fatto costruire da Papa Leone XII sulla base del progetto dell'architetto Giuseppe Valadier, da cui ne prende il nome.

Con “Viva Vigezzo” il primo open day della valle alpina. Il 21 maggio, tra eventi e aperture eccezionali, alla scoperta di tradizioni e storie uniche


Le valli alpine spesso racchiudono e custodiscono gelosamente, tra i loro rustici alpeggi e gli autenticiborghi in pietra, storie e tesori a volte poco conosciuti. Ecco perchè domenica 21 maggio, la Valle Vigezzo, meravigliosa vallata di media montagna dell’estremo Piemonte, a confine con la Svizzera, si trasformerà in un unico palcoscenico a cielo aperto per presentarsi al grande pubblico in una giornata speciale.
Conosciuta come valle dei pittori, grazie alla storica tradizione artistica, include sette Comuni, costellati da mille frazioni a confine con l’area wilderness del Parco Nazionale della Val Grande.
Terra di artisti ed inventori, è in grado dunque di offrire ai visitatori un ricco e diffuso patrimonio culturale e ambientale, un Ecomuseo regionale e due borghi che da anni si fregiano della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

Domenica 21 maggio sarà un vero e proprio “open day”, per conoscere magari per la prima volta questa valle o – per chi già la frequenta da anni – riscoprire alcuni angoli finora mai esplorati, visitando musei, chiese e oratori che racchiudono veri e propri tesori artistici. In più, la giornata sarà anche costellata da visite guidate, degustazioni, esibizioni, attività per bambini, mostre e dimostrazioni pratiche degli antichi mestieri legati alla Val Vigezzo.
Un’occasione unica, voluta da associazioni, parrocchie ed enti locali, con lo scopo di valorizzare e far conoscere il ricco patrimonio materiale e immateriale della Valle Vigezzo, senza dimenticare le prelibatezze gastronomiche di queste montagne.
Raggiungendo la valle da Domodossola, in auto o con il suggestivo percorso ferroviario panoramico dellaFerrovia Vigezzina-Centovalli, si incontra il primo comune, Druogno, che per l’occasione proporrà visite guidate al museo UniversiCá e al Museo Vivo, dedicati alla valle, alle tradizioni e ai mestieri. Nel percorso è inclusa la visita al Giardino di montagna che dà il benvenuto in valle e ospita le opere del maestro

Sangregorio.

Santa Maria Maggiore, capoluogo della valle, dedica la giornata all’arte sacra e a quella pittorica. Da non perdere la visita alla Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini con la sua ricca pinacoteca dedicata ai grandi pittori vigezzini e al Museo dello Spazzacaminounico in Italia. In programma, nel centro storico, l’evento speciale “En plein air”, con artisti che si cimenteranno nella pittura all’aperto, una piccola Montmartre in stile alpino.
Toceno la giornata sarà arricchita da una dimostrazione pratica sull’attività casearia, colonna portante della vita contadina di questa valle. Imperdibile la visita alla Xiloteca, dove ammirare una campionatura di ben 471 legni nazionali ed esotici.
Craveggia punta su un grande tesoro, non sempre visitabile. Si tratta di un vero “Tesoro”, quello custodito dalla Chiesa Parrocchiale dedicata ai S.S. Giacomo e Cristoforo: paramenti religiosi, oggetti liturgici, dipinti e manufatti di grande valore artistico e storico, tra cui spiccano il drappo funebre di Luigi XIV e il manto nuziale della Regina Maria Antonietta. Da non perdere, dunque, questa visita davvero speciale.
Anche a Malesco e nelle sue frazioni è prevista l’apertura e la visita guidata di strutture sacre e museali dell’Ecomuseo regionale Ed Leuzerie e di Scherpelit. Si potrà visitare il lavatoio, dedicato al primo uomo che attraversò la Manica a nuoto, il maleschese Giovan Maria Salati che proprio 200 anni fa compì l’ardua impresa. Le visite guidate all’antico mulino, nell’ambito delle giornate europee dei mulini (20-21 maggio), degustazioni di runditt e turtei, aperture straordinarie, musica live e un tour speciale alla scoperta del
territorio completeranno la giornata.

Il paese delle meridiane, Villette, si mostrerà ai visitatori attraverso un percorso dedicato ai sassi dipinti di Federica Ramoni con letture dedicate ai più piccoli. Da non perdere la visita guidata al museo di arte contadina, Ca’ di feman. Una passeggiata con lo studioso locale Gim Bonzani condurrà i visitatori alla scoperta delle decine di meridiane che impreziosiscono gli edifici del paese.
Re si potrà visitare il maestoso Santuario della Madonna del Sangue e il museo ad esso dedicato. Per l’occasione saranno allestite una mostra pittorica e una dedicata alla costruzione del Santuario.“Mangiar da Re” è un mini giro gastronomico nelle vie del centro storico, da abbinare al percorso nel verde e nella storia “4 passi tra storia, preistoria e oltre” ideato in collaborazione con l’Associazione Musei dell’Ossola
Il ricavato contribuirà all’acquisto di un’autopompa a favore dei volontari dei Vigili del fuoco di valle.
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Roma in mostra dal passato al presente

PALAZZO POLI (ROMA) - Dalla cronaca alla vita quotidiana, dai danni della guerra alle difese messe in atto per proteggere i beni culturali, dal potere romano alla bellezza della Città Eterna, lungo un arco temporale che va dagli anni quaranta del XIX secolo fino ai primi anni del XXI. E' un affascinante percorso tra il passato e il presente quello proposto dalla mostra gratuita Alfabeto Fotografico Romano, organizzata dall'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e dall'Istituto centrale per la grafica, allestita a Roma presso Palazzo Poli dal 16 maggio al 2 luglio. Come in un lungo racconto della storia della fotografia a Roma, della sua produzione e della sua divulgazione in ambito istituzionale, la mostra (a cura di Maria Francesca Bonetti e Clemente Marsicola) presenta i contributi di alcuni dei principali fotografi del panorama italiano e internazionale di ieri e di oggi. Il percorso inizia infatti dai pionieri, come Eugène Constant, James Anderson, Adolphe Braun, Giorgio Sommer e John Henry Parker, professionisti che portarono in Europa le immagini di Roma e dell'arte dei suoi musei, e come Giovanni Gargiolli che fu direttore del Gabinetto Fotografico Nazionale. Ma c'è spazio anche per lo sguardo di grandi artisti-fotografi contemporanei, tra cui Luigi Ghirri, Guido Guidi, Elisabetta Catalano, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Olivo Barbieri, Letizia Battaglia, Claudio Abate, Giorgia Fiorio e Paolo Ventura. Le oltre 300 opere esposte, fornite da ben 30 archivi fotografici (tra cui Soprintendenze, Biblioteche, Istituti, e alcuni musei, come i Musei Vaticani e il Maxxi) e selezionate tra milioni di immagini, ruotano attorno a 21 temi, uno per uno per ogni lettera del nostro alfabeto - Acque, Bellezza, Cronaca, Danni, Esplorazioni, Feste, Giochi, Habitat, Incontri, Lavoro Mostre, Nudo, Oltremare, Potere, Quotidianità, Radici, Spettacoli, Trasporti, Urbanistica, Viaggi, Zibaldone - costruendo una sorta di "archivio fotografico unitario". Da un lato l'obiettivo è quello di riunire, almeno a livello virtuale, i vari fondi conservati nelle rispettive realtà istituzionali, dall'altro quello di offrire al visitatore una testimonianza esaustiva della ricchezza del patrimonio fotografico italiano. A corredo della mostra anche un catalogo, edito da ICCD, riccamente illustrato da oltre 220 tavole con le immagini delle fotografie e le schede scientifiche di tutte le opere, nonché dalle schede dei diversi archivi partecipanti.
   "Questo progetto è nato 3 anni fa e si inserisce perfettamente nella linea politica del ministro Franceschini che proprio qui, all'Istituto centrale per la Grafica, ha inaugurato lo scorso 6 aprile gli Stati Generali della Fotografia per tutelare e valorizzare il linguaggio fotografico come patrimonio nazionale", ha detto all'ANSA Clemente Marsicola, curatore della mostra insieme a Maria Francesca Bonetti. E proprio a proposito della 'cabina di regia' che il ministro Franceschini ha costituito per rilanciare la fotografia, l'esposizione "farà parte di un grande portale, in cui sarà disponibile il censimento di tutti gli archivi fotografici, pubblici e privati". "Nonostante le difficoltà di mettere insieme 30 istituti, tutti i partecipanti hanno collaborato con grande disponibilità", ha poi proseguito Marsicola, "anzi la mostra ha permesso di far emergere relazioni inedite tra i vari archivi, con la possibilità in futuro di ricostruire interi fondi fotografici".
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Le donne e Parigi, ragazze comuni e dive in mostra a Roma


ROMA - In mostra (a ingresso libero e gratuito) fino al 10 luglio 2017 al Sofitel Rome Villa Borghese, "La Parisienne" è una collezione di 32 foto di donne a Parigi - francesi e straniere, dive e ragazze comuni - realizzata da Sofitel, brand di lusso del gruppo AccorHotels in collaborazione con Paris Match. Nei ritratti in mostra le donne si muovono con grazia e naturalezza tra le vie, i caffè e i monumenti di Parigi, offrendo allo spettatore uno sguardo previlegiato sull’universo femminile.
Immortalate dagli anni Cinquanta a oggi, le protagoniste degli scatti rappresentano la bellezza della Ville Lumière incarnata nella grazia e nel fascino femminili. In bianco e nero o a colori, in posa o spontanee, le foto trasmettono un senso di raffinatezza ed eleganza. Icone di stile come una giovane Sophia Loren affacciata sui tetti di Parigi, Coco Chanel colta in amabile conversazione con Jeanne Moreau e ancora Catherine Deneuve, Brigitte Bardot e Jane Fonda fotografate per le strade di Parigi si alternano a celebrità più contemporanee - dalle nostre Monica Bellucci e Caterina Murino a Charlize Theron e Juliette Binoche - e a ragazze comuni, ritratte in una Parigi moderna.
Il percorso fotografico, che si snoda negli ambienti comuni del Sofitel, si articola in due sezioni: una retrospettiva che presenta 22 foto d’autore provenienti direttamente dagli archivi di Paris Match, inclusi gli scatti di Emanuele Scorcelletti e dei più grandi fotografi dello storico magazine, e una sezione contemporanea, che porta il visitatore tra le giovani donne della Parigi di oggi, con dieci foto amatoriali vincitrici di un concorso organizzato da Sofitel in collaborazione con il portale di fotografia Wipplay.
La Parisienne by Sofitel
Mostra fotografica a ingresso libero e gratuito.
Aperta tutti i giorni dalle 11 alle 23
Sofitel Rome Villa Borghese
Via Lombardia, 47
ansa

Oltre il mito, la Marilyn più intima a Roma

ROMA - La diva oltre il glamour, la ragazza insicura che si innamorò del campione di baseball, quella che sognava di diventare un'attrice e finì per far perdere la testa persino al presidente degli Stati Uniti. La stella più bionda di Hollywood, indimenticata star de Il principe e la ballerina e A qualcuno piace caldo, debutta a Roma con Imperdibile Marilyn. Donna, mito, manager, mostra a Palazzo degli Esami fino al 30 luglio, a cura di Fabio Di Gioia, Ceo di Da Vinci Grandi Eventi, e del collezionista Ted Stampfer, pensata per raccontare il lato più intimo di Norma Jeane Monterson attraverso gli oggetti a lei più cari.
''Marilyn era un cocktail di personalità - racconta Di Gioia - E' stata un'esplosione per gli anni '50, per l'industria cinematografica, molto più determinata di quel che si pensa a giudicare dagli appunti su copioni e contratti, capace di trasgredire senza mai far male o offendere qualcuno. Le ragazze di oggi le devono molto''.
''L'intento è far conoscere la donna oltre il personaggio'', prosegue Stampfer, appassionato della Monroe sin dall'età di 10 anni e tra gli acquirenti della celebre asta di Christie's dove la vedova di Lee Strasberg (erede designato nel testamento di Marilyn) vendette tutti i suoi oggetti, rimasti per oltre 30 anni negli scatoloni.
''A quell'asta, durata 3 giorni - prosegue Stampfer - Maria Carey si aggiudicò il pianoforte e lo stilista Tommy Highfield i jeans. Ma quello che mi è sempre interessato - sottolinea - è un racconto rispettoso di Marilyn, senza seguire o alimentare pettegolezzi e rumors''. A svelare la Marilyn più intima sono dunque più di 300 oggetti personali (500 con le foto), in arrivo da collezioni di tutto il mondo e raccolti in 14 sezioni cronologiche, che tra abiti iconici come il vestito plissè di Quando la moglie è in vacanza, il tubino rubino di Diamonds are a girl's best friends o la vestaglia in satin per le foto de Gli uomini preferiscono le bionde, svelano la sua toilette, con i bigodini, le creme per il viso, lo Chanel n.5, le calze velatissime di Dior. C'è la metamorfosi, da timida ragazza di provincia a pin up, i matrimoni, con gli appunti d'amore di Arthur Miller e la tessera stagionale di Joe di Maggio. Una sfilata di grandi marchi, da Tiffany a Pucci, Cartier, Lazlo e Dom Pérignon e ovviamente tantissimo cinema, con le pellicole dei film, locandine, foto e i due ''inediti'' della mostra legati al debutto da produttrice: la scarpa in satin indossata nel '55 per il lancio della sua nuova società di produzione e la carta intestata che avrebbe usato. In esclusiva c'è anche la targa del David di Donatello vinto nel '59 per Il principe e la ballerina, oggi riacquistata da Bulgari.
''Fu Anna Magnani a consegnargliela a New York - racconta il regista Giuliano Montaldo mentre scorrono le immagini d'archivio - Ricordo quando con una dolcezza inattesa Anna le insegnava a dire 'commossa': due dive mondiali per un grande momento per il cinema''. Per gli appassionati di cimeli, anche la porta rossa della casa acquistata a Los Angeles nel '62, oggi in vendita per 7 milioni di dollari, l'abito che le fu regalato di Vivien Leigh in Via col vento e una delle tre lastre apposte negli anni sulla sua tomba al Westwood Memorial Cemetery. La fine, nel '62, a soli 36 anni, ancora oggi con molte incognite. Ma l'inizio di un mito senza tempo.
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Idee. La filosofia spiegata dai bambini

Non si diventa davvero filosofi prima dei quarantacinque anni. Almeno così sostiene Aristotele. Ma già Epicuro, di poco più giovane, la pensa diversamente e nella Lettera a Meneceo ritiene che non sia mai troppo presto per cominciare a filosofare. Quasi duemila anni dopo gli tiene bordone Montaigne che, nel capitolo XXVI dei suoi Saggi, reputa che gli uomini possano farlo già quando sono accuditi dalla balia. Se il precettore di Alessandro Magno l'avesse avuta vinta probabilmente Matthew Lipman, agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso, non avrebbe tenuto a battesimo, nel suo nativo New Jersey, la "Philosophy for Children".Inizialmente il logico della Columbia University cercava qualcosa di apparentemente modesto: dotare gli adolescenti in età scolastica di strumenti per ragionare meglio. Erano, quelli, gli anni della controcultura e delle rivolte studentesche, che lo studioso americano non vedeva di buon occhio. A colpirlo erano però le difficoltà incontrate dai ragazzi nell'argomentare in maniera coerente le loro posizioni. Voleva insegnare a pensare. Da allora di acqua ne è passata e la filosofia rivolta ai bambini ha conquistato sempre più spazio. 

Lo prova la terza edizione degli "Stati generali della filosofia per bambini 2017" prevista per lunedì 15 maggio a Milano presso le Gallerie d'Italia in Piazza della Scala a partire dalle ore 14.30. Intorno alla tavola rotonda sederanno Anna Pironti, Fabio Minazzi, Veronica Ponzellini, Massimo Temporelli, Paola Bocci, Matteo Ordanini e Dorella Cianci moderati da Monica Guerra. Ilaria Rodella, tra gli organizzatori dell'appuntamento insieme al suo compagno di avventure dei Ludosofici Francesco Mapelli, non è stupita dal successo «perché il bambino da subito si confronta con le grandi domande». «Quando si imbatte in questi interrogativi - ci dice - occorre coinvolgerlo subito sfidando il vocabolario complesso della disciplina. Nel nostro approccio da ludosofi usiamo l'arte contemporanea come strumento per comunicare col bambino e rendere visibile qualcosa di invisibile». 

A soccorrere Rodella e Mapelli nei loro atelier arrivano Bruno Munari e Maria Montessori con le loro scatole tattili. «Da lì parte il nostro lavoro sull'identità come mostriamo Mapelli e io nel libro Tu chi sei (Corraini, pagine 112, euro 15,00). D'altronde Socrate non inizia a filosofare conoscendo se stesso?». Ai bambini si propone di costruire una scatola attingendo a materiali diversi per descrivere il proprio carattere. «Chi pensa di avere tratti dolci usa, per esempio, il cotone; altri con un temperamento spigoloso – continua Ilaria Radella – scelgono per descriversi il legno». Rifare lo stesso esercizio con gli stessi ragazzi dopo del tempo ha del sorprendente: la scatola sarà indubbiamente differente e loro cominceranno a riflettere su quanto esperienze e ricordi concorrano nel plasmare l'identità.

Da qui comincia la filosofia anche quella rivolta ai bambini che è però una galassia in fermento, con correnti e contrapposizioni. Per Nicola Zippel, autore del recente I bambini e la filosofia (Carocci, pagine142, euro 12,00), i limiti della metodologia di Lipman sarebbero evidenti. «Ridurre la filosofia ad argomentazione – dice ad Avvenire – sarebbe limitativo. Essa è molto di più. Eppoi il metodo di Lipman la astrae dal proprio contesto senza inquadrarla nella storia escludendo addirittura la figura del filosofo e introducendo quella del facilitatore».Zippel lavora con i bambini a partire dagli otto anni. «Fare filosofia con loro permette di avvicinarli alla disciplina. Non si tratta però di un esercizio fine a se stesso ma reintroduce la filosofia nella città sottraendola a una deriva astratta e specialistica in cui si avvita da un po' di tempo». Niente di strano praticarla già con i bambini che «sono portatori di una logica più onesta, più semplice e consequenziale tanto quanto quella degli adulti». Loro «hanno solo bisogno di ordinare le proprie strategie di pensiero». Che «l'infanzia sia un luogo della filosofia» lo conferma Paolo Perticari, pedagogista dell'università di Bergamo, e promotore della prima sperimentazione mondiale nella scuola dell'infanzia l'Uccello filosofia (Edizioni Junior) un libro ideato dall'artista Jacqueline Duhême le cui illustrazioni sono chiosate da estratti tratti dalle opere di Gilles Deleuze. Per il filosofo francese era uno dei suoi libri preferiti perché era un «libro non fatto ma che si faceva – spiega Perticari – attraverso l'esperienza di dialoghi filosofici autogestiti dai bambini con la guida delle insegnanti». 

«Fare filosofia con i bambini – conclude – vuol dire recuperare una dimensione importante del bambino, che è la dimensione del pensiero, spesso più fresco di quello degli adulti. Per questo dai bambini proviene all'adulto che lo sa cogliere un insegnamento a cui difficilmente può rinunciare». Insomma i bambini non sono estranei alla filosofia ma anzi, e su questo concordano tutti, questo antico sapere può contribuire a renderli cittadini di domani responsabili e soprattutto liberi.
avvenire

Dibattito. Musei ecclesiastici, forzieri o cantieri? La sfida dell'identità

È considerato un documento fondamentale: ma quanto della Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici, emanata nel 2001 dalla Pontificia commissione per i Beni culturali della Chiesa, ha trovato reale attuazione? E come può essere integrata e aggiornata alla luce delle trasformazioni che investono, anche in modo drammatico, la società? Sono le domande al centro del convegno organizzato dall’Associazione dei musei ecclesiastici italiani (Amei) e dall’Università Gregoriana, in programma domani a Roma nelle aule dell’ateneo pontificio. Convegno che vedrà l’introduzione di Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.
«La Lettera è stata scritta con una forte capacità di guardare avanti» commenta Domenica Primerano, direttrice del Museo diocesano tridentino e presidente di Amei. «È un documento ampio e articolato, che analizza il museo ecclesiastico sotto molti punti di vista: dalle funzioni alla governance all’allestimento… Il tipo di museo che emerge non è un istituto di conservazione, ma che deve vivere nel rapporto con la comunità». Quale comunità, però? Rispetto a 16 anni fa la società è cambiata: «È un passaggio che richiede un aggiornamento. Oggi il nostro territorio è abitato da persone che provengono da Paesi diversi. Una realtà che i nostri musei conoscono quotidianamente, per esempio attraverso le scuole, e sulla quale siamo convinti sia necessario attivare una riflessione. Inoltre nella Lettera si parla di volontariato: che è certamente una risorsa, ma attenzione ad affidarvi in modo esclusivo la vita del museo, ci sono a rischio competenze e continuità». 
Da questo punto di vista Primerano lancia un allarme: «Accanto a casi di diocesi che credono e investono nei progetti, stiamo registrando un diffuso ritirarsi dall’impegno. Riceviamo molte segnalazioni di riduzioni o mancati rinnovi di contratti a conservatori, chiusure dei servizi della didattica, tagli delle ore di apertura. Ma sguarnendo il personale viene meno la possibilità dare corso a quanto indicato dalla Lettera. Se negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescita dei musei ecclesiastici, ora temiamo che il processo virtuoso si possa fermare». 
Non è per fortuna quanto sta accadendo a Reggio Calabria, dove il Museo diocesano “Monsignor Aurelio Sor-È rentino” ha aperto nel 2010 e sta diventando un punto di riferimento. Un percorso iniziato nel 2002 grazie «all’avvio del progetto museografico con incontri, scambi e confronti in seno ad Amei, facendo frutto di esperienze più longeve» racconta la direttrice Lucia Lojacono. «Un percorso al quale hanno collaborato più figure professionali, dallo storico dell’arte all’architetto museografo, dal liturgista al teologo, attenendosi a quanto indicato nella Lettera, documento che per noi è stato un vero e proprio vademecum». Un museo di piccole dimensioni – ma «la consapevolezza della necessità di ampliarne gli spazi è ormai chiara e prossima a soluzione» – che, però, opera secondo gli standard attuali, a partire dalla didattica, «in un contesto certo non facile. Il museo deve molto al contributo annuale dell’8x1000, che integra l’investimento da parte della curia diocesana, la quale mostra una crescente sensibilità verso necessità e potenzialità del museo. Attenzione e fiducia che vediamo aumentare anche nel territorio diocesano: da privati e da parrocchie cominciano a pervenire spontaneamente donazioni o affidamento di opere in deposito. Il Museo diocesano è sempre più avvertito come un “bene comune”». 
A Reggio Calabria il Museo diocesano è parte attiva del tentativo di costruire una rete che proponga un’offerta turistico- culturale integrata nella città sullo Stretto. A Susa don Gianluca Popolla ha fatto di “rete” una parola d’ordine: il Centro culturale diocesano coordina la biblioteca, l’archivio storico e il Sistema museale diocesano, ramificato nel territorio. Ha fondato la Cooperativa Culturalpe ed è tra gli ideatori di “Tesori d’arte e cultura alpina”, che con associazioni, enti pubblici e fondazioni bancarie promuove la tutela e la valorizzazione della valle per rendere economicamente sostenibile lo sviluppo culturale e sociale delle comunità locali. «A Susa – dice – abbiamo scelto di costruire un sistema museale per rispettare la complessità del territorio e stimolare le comunità nel gestire e valorizzare il proprio patrimonio. All’inizio è stato difficile, perché la valle è grande e le comunità poco abituate a condividere il lavoro. Nel tempo si è creato un bel gruppo di volontariato culturale e grazie alla formazione è cresciuto il loro livello di responsabilità». Ma per Popolla la sfida non è conservare: «Il patrimonio culturale non è ciò che viene esposto per i turisti, ma custodito come memoria della comunità perché possa costruire un futuro. Magari diverso dal passato, ma generato da quel Dna». 
Una linea che Popolla, incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici, propone a tutto il Piemonte: «Le 17 diocesi promuovono il patrimonio culturale come strumento di inclusione sociale, una tipologia di welfare attraverso la cultura che stimoli il dialogo interreligioso. Il museo ecclesiastico oggi deve essere la sorgente identitaria capace di generare memorie aperte. E deve essere un museo “resiliente”, che renda le nostre comunità mature, non spaventate da un nuovo che entra nei nostri territori». Eppure la coscienza del museo non come semplice rassegna di bellezza ma come strumento culturale è ancora poco diffusa: «Da una parte – prosegue Popolla – abbiamo sacerdoti impegnati, ma che vivono la frattura tra sociale e cultura. Non riescono a capire come questa possa essere uno strumento di inclusione. Dall’altra, invece, sacerdoti che vivono la cultura in senso conservatore, come i mattoni del muro che consente di fermare il tempo. Ma c’è un altro elemento da considerare: anche molti sacerdoti italiani di domani saranno persone provenienti da altri continenti. E anche loro avranno bisogno di una mediazione culturale per custodire questo patrimonio». 
Per “risintonizzare” i musei ecclesiastici occorre affinare gli strumenti. Anche prendendoli a prestito dal mondo dell’impresa culturale: «Ma non per monetizzare i risultati, quanto per rendere più efficaci ed efficienti i processi che portino al raggiungimento dei fini postisi da un ente religioso » spiega Stefano Monti, docente alla Gregoriana di Management delle organizzazioni culturali e partner di Monti&Taft. «In un’epoca ambigua tra laicismo tecnologico e fondamentalismi, il patrimonio culturale religioso assume rilevanza eccezionale. Oggi più che mai le istituzioni culturali religiose dovrebbero interrogarsi sulla gestione per migliorare l’impatto spirituale del loro operato». Se c’è una povertà materiale a cui far fronte, ce n’è anche una spirituale e culturale, non meno grave, che rischia invece di essere negletta: «C’è una enorme domanda di spiritualità nel consumo culturale occidentale, un dato in crescita costante. È un’istanza davanti alla quale il patrimonio culturale religioso non può trovarsi impreparato». 
avvenire

Verbania Lago Maggiore Le nuove sfide di LetterAltura: “Eventi e legame coi giovani”

Cambio al vertice di LetterAltura, l’associazione che organizza il festival estivo tra Lago Maggiore e le valli del Vco: dopo un anno - erano state elette il 13 settembre 2014 - si dimettono la presidente Roberta Costi e la vice Carla Merlo. Al loro posto subentrano Karim Fael, a cui è ora affidata la presidenza, ed Elisa Cristina. «Bisogna dare spazio ai giovani” è la spiegazione dell’associazione.  
Fael, 38 anni, e Cristina, 37, facevano già parte del direttivo, che oggi comprende anche il tesoriere Umberto Gallo, i consiglieri Michele Airoldi, Daniela Fornaciarini, Danila Tassinari e il segretario Carlo Zanoni.  

«Eredito un ottimo lavoro e non ci saranno rivoluzioni - dice Fael -. Per organizzare il festival c’è tempo, mentre ora ci concentriamo sull’associazione che per la città è una realtà culturale importante. Prevediamo di inserire appuntamenti che vadano oltre il programma di LetterAltura: proseguiremo la parentesi “off” dedicata ai giovani introdotta l’anno scorso e intensificheremo le proposte con “eventi ponte” prima del festival di giugno. L’altro obiettivo è stringere un legame con le scuole per sensibilizzare alla lettura i più piccoli». 
lastampa.it

10 Musei a misura di bambino Dai laboratori ai corsi creativi, gli indirizzi che piacciono ai piccoli e incuriosiscono gli adulti

E’ il luogo perfetto dove imparare divertendosi: nell’ex area industriale di Bagnoli a Napoli è rinata, dopo un periodo di chiusura, la Città della Scienza che ospita due nuovi musei, Corporea e Dome. I 5mila metri quadrati di superficie espositiva di Corporea, interamente dedicata al corpo umano, alla prevenzione e alla salute, consentono di compiere un viaggio dentro se stessi camminando nelle vene e nelle arterie e sbucando nelle vie biliari. Il percorso di visita, diviso in 14 isole tematiche - dall’apparato cardiocircolatorio a quello digerente – è arricchito da postazioni interattive, esposizioni, macroinstallazioni, video immersivi, esperienze di realtà virtuale e sperimentazioni dirette. Science Center, invece, ospita il Dome, un avanzato planetario tridimensionale con una cupola dal diametro di 20 metri, 120 posti a sedere e tecnologie di ultima generazione: grazie a effetti audio, filmati e proiezioni spettacolari si ripercorre la storia dell’astronomia e delle prime navicelle spaziali e si sondano i misteri dell’universo. Nel museo c’è anche uno spazio dedicato al mondo dell’infanzia, Officina dei Piccoli, dove i bambini giocano, imparano e si divertono. Ogni weekend il museo propone un ricco programma di attività di animazione e laboratori; sono previsti, inoltre, sconti e agevolazioni per le famiglie. Informazioni: www.cittadellascienza.it
Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, Milano E’ lo storico museo tecnologico di Milano che piace ai grandi e ai bambini: diviso in 28 sezioni che vanno dall’informatica all’astronomia, dalla ricostruzione di alcune macchine di Leonardo ai laboratori interattivi, il museo ospita attività educative, workshop e progetti didattici sempre nuovi per stimolare l’apprendimento, la sperimentazione e la curiosità anche dei bambini più piccoli. Così nei laboratori, per esempio, perfino la chimica diventa affascinante se si può sperimentare tra fiamme, cartine e soluzioni per scoprire le proprietà delle diverse sostanze. Nell’area nanotecnologie i più grandi, invece, incontrano i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano che lavorano nel laboratorio del Museo e che nei weekend spiegano cosa è una nano-particella e molto altro. Tante sono le attrazioni che incuriosiscono e due in particolare: il sottomarino Enrico Toti, da visitare indossando un elmetto, e il simulatore di volo di un elicottero. Per informazioni sul calendario delle attività e sui prezzi: www.museoscienza.org Galata-Museo del mare, Genova Il museo del mare al porto di Genova offre la possibilità di approfondire la vita e la storia della navigazione attraverso 17 sale. E’ un affascinante viaggio alla scoperta delle avventure dell’uomo in mare grazie alle sale interattive che spiegano la storia delle traversate e del commercio via mare, dall’antichità ai giorni nostri, e alle riproduzioni in scala naturale di alcune imbarcazioni, come la galea genovese del Siecento e un brigantino-goletta dell’Ottocento. Suggestive sono la sala della tempesta in 4D con una simulazione al largo di Capo Horn e la sezione dedicata ai transatlantici con carte nautiche storiche e virtuali; imperdibili sono anche la sezione dedicata al sommergibile Nazario Sauro, la prima nave-museo visitabile in acqua, che permette di riviverne la vita a bordo, e la sala della grande traversata oceanica dei migranti italiani negli Stati Uniti, Brasile e Argentina. Il museo, inoltre, prevede numerosi eventi e mostre tematiche interattive. Per informazioni: www.galatamuseodelmare.it
Immaginario Scientifico, Trieste E’ un museo interattivo dove giocare, capire e tenersi aggiornati sulla ricerca scientifica e tecnologica. Basato sulla concezione dell’apprendimento attraverso il gioco il museo di Trieste, a ridosso del parco di Miramare, ha creato percorsi tematici in diverse sezioni - Fenomena, Kaleido, Cosmo e Demolab - che ospitano collezioni, grandi schermi e installazioni multimediali. Nell’area Fenomena, per esempio, ci sono tante “macchine da toccare” che svelano i principali fatti scientifici con esperimenti e dimostrazioni; lo spazio Kaleido è un ambiente multimediale che si rinnova sempre per offrire nuove esperienze, mentre Cosmo è un planetario con una cupola rigida dove un esperto spiega i misteri della volta celeste tra costellazioni, sistema solare e luna. Infine c’è Demolab, dove i partecipanti sono coinvolti direttamente in attività scientifiche. Per informazioni sugli eventi e sui prezzi: www.immaginarioscientifico.it
Explora- Museo dei bambini, Roma Si gioca tantissimo nei due piani del museo interattivo Explora, in via Flaminia a Roma, che promuove nei bambini un’attitudine esplorativa e curiosa nei confronti del mondo. E’ una città in miniatura dove i bambini fino ai 12 anni giocano a fare i grandi: al piano terra ci sono installazioni permanenti come il supermercato, la banca, il camion dei pompieri e l’area “Piccoli Exploratori”, mentre al primo piano ci sono la sezione dedicata alla mostra temporanea Mission Possible e lo spazio dedicato ai laboratori creativi, scientifici e costruttivi. Tra questi i due più richiesti sono l’Officina in cucina, un laboratorio dove i bambini impastano, stendono e mangiano i biscotti, e il percorso “Pesi e misure per capire il metro e il chilo”. All’interno della città, dove ogni gioco ha un bollino che indica la fascia d’età adatta, vengono organizzati eventi a tema, ma ci sono anche i campus estivi per accogliere i bambini durante le vacanze. Per maggiori informazioni e conoscere tutte le attività: www.mdbr.it
Muba, Milano E’ il museo dei bambini di Milano, un centro culturale e artistico che promuove la curiosità e l’immaginazione dei piccoli visitatori attraverso mostre interattive. “Imparare giocando, divertirsi imparando”: è questo l’intento del museo, inserito nella splendida cornice della Rotonda della Besana, complesso settecentesco che comprende l’ex chiesa di san Michele e il giardino racchiuso dal colonnato. All’interno del museo ci sono anche laboratori didattici e creativi permanenti come Remida Milano, che insegna a usare i materiali di scarto, e la mostra Colori, per scoprirli attraverso il gioco. Il museo, oltre ad avvicinare i bambini all’arte e alla lettura facendoli socializzare e giocare, propone un ricco calendario di eventi e mostre e la possibilità di organizzare feste a tema e campus estivi. Per maggiori informazioni:www.muba.it
Esapolis, Padova Il suo nome per esteso è il museo vivente degli insetti, dei bachi e delle api della provincia di Padova ed è il posto ideale dove scoprire l’immenso mondo di questi piccoli animali. Seguendo le orme degli antichi etologi, i giovani visitatori hanno la possibilità di ripercorrere uno dei rami più entusiasmanti della scienza e visionare molte specie di insetti: da quelli utili all’uomo, come i bachi da seta e le api, ai ragni e ai più grandi scarabei del mondo. Oltre alle mostre stabili il museo ospita esposizioni fotografiche e vari allestimenti che avvicinano al primo grande insettario d’Italia. Nel museo è possibile anche provare alcune delle più innovative tecnologie per entrare in contatto con il mondo degli insetti, grazie al cinema quadridimensionale, al teatro olografico e al chroma-key, tecnica che crea effetti speciali. Esistono anche laboratori d’approfondimento sotto la guida di un educatore e interattivi aperti al pubblico della domenica. Per informazioni:www.micromegamondo.com/it/musei-e-parchi/esapolis
La città dei bambini e dei ragazzi, Genova Il museo ligure, in collaborazione con La Cité des Enfants di Parigi, stimola la gioia della scoperta, il gioco e la socializzazione attraverso una serie di attività ed esperienze di ben 90 installazioni interattive. I più piccoli hanno a disposizione un’area dove ci sono un bosco da esplorare con prati, alberi, grotte, anfratti e casette, e un fiume da guadare per stimolare le attività psicomotorie e sensoriali; per i bambini dai 3 ai 5 anni, invece, ci sono un vero cantiere dove si costruisce indossando un elmetto, lo spazio “mani in acqua” con un grande grembiule impermeabile e un’area dedicata alle scoperte. La sezione per i più grandi, dai 6 ai 12 anni, offre la possibilità di misurarsi con il mondo e le sue leggi nascoste in modo pratico ma ci sono anche una cascata di sabbia e una parete digitale dove ci si può arrampicare. Per informazioni sul museo che fa parte del circuito Acquario Village: www.cittadeibambini.net
Collezione Peggy Guggenheim, Venezia Tutte le domeniche nel prestigioso museo Guggenheim di Venezia si può accedere ai laboratori Kids Day, programma creativo rivolto ai bambini tra i 4 e i 10 anni, che introduce i piccoli visitatori all’arte moderna. Dalle 15 alle 16.30 i bambini vengono accompagnati in un breve tour del museo alla scoperta di una o più opere, a cui segue un laboratorio creativo nella biblioteca o nel giardino delle sculture. Per informazioni sugli argomenti dei laboratori:www.guggenheim-venice.it
Museo d’arte per bambini, Siena Nella piazza del Duomo di Siena, proprio davanti alla cattedrale, si trova santa Maria della Scala, un complesso museale che ospita una serie di collezioni che vanno dall’antichità nel museo archeologico nazionale all’epoca moderna nel centro d’arte contemporanea e al museo d’arte per bambini. Qui attraverso esposizioni, giochi e laboratori interattivi si cerca di avvicinare all’arte i bambini dai 4 agli 11 anni. Le opere esposte, dal periodo antico al contemporaneo, sono unite per argomenti e tipologie: pittura su tela o su tavola, fotografia, video, scultura e installazioni. Per informazioni su prezzi ed eventi: www.santamariadellascala.com/museo-darte-bambini
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Flessibili, ibridi e 4.0, ecco gli hotel del futuro

Flessibile, ibrido e 4.0: ecco l'hotel del futuro. Basta scrivanie, bagni piccoli e hall enormi. Sì a letti trasformisti e spazi di co-working. Con la quarta rivoluzione industriale che fonde e fa collaborare le macchine con uomini, robot, internet e intelligenza artificiale anche l'industria ricettiva e in turismo guardano avanti. A tracciare gli scenari futuri dell'hotellerie in occasione del più grande raduno di albergatori d'Italia, ovvero l'assemblea di Federalberghi iniziata venerdì a Rapallo, è Thomas Bialas, futurologo e innovatore e responsabile del progetto Future Management Tools di Cfmt.
    "La maggior parte degli alberghi - dice all'ANSA Bialas - sono stati concepiti e costruiti in un'epoca molto diversa da quella che stiamo vivendo. Era il tempo della civiltà industriale e del fordismo e c'era una netta divisione tra lavoro e tempo libero. Ora tutto è saltato e non c'è più nessuna separazione. Quanti lavorano tramite computer, telefoni e Ipad anche mentre sono in vacanza? Siamo davanti a situazioni ibride e destrutturate e gli spazi ricettivi devono adeguarsi".
    La prima cosa da defenestrare? La scrivania... "E' - dice - totalmente inutile negli hotel. Quanti la usano ancora? Ormai i nuovi device permettono di scrivere per terra, seduti in poltrona, a letto. Non per niente nell'hotel Virgin di Chicago Richard Branson non ha avuto dubbi: meglio un letto trasformista, postazione ibrida che sia allo stesso tempo luogo per riposare e per lavorare".
    Rimanendo nella camere Bialas spiega: "I Millennials adorano le camere ampie con bagni importanti, magari con docce a vista al centro della camera, con elementi di design".
    Altra "durezza" da cambiare la rigidità degli orari: "Gli alberghi - dice - spendono molto per cose che ormai nessuno vuole più e sono restii a fornire quello che invece oggi è ricercato. Basta regole fisse, l'ospite deve poter dormire fino a tardi senza l'incubo del check out o arrivare quando crede.
    Anche gli orari della SPA, ormai luogo immancabile in una struttura alberghiera, deve essere flessibile. L'ospite deve poter trovare light lunch o spuntini a qualsiasi ora. Ormai si lavora a progetto e non si conoscono orari e luoghi fissi. E poi anche tutte quelle colazioni standardizzate possono essere sostituite da cibi particolari che richiamino il territorio.
    Ancora ricordo una colazione al settimo piano tutto a vetri del Radisson Blu a Roma: c'erano frittelle vegane di ceci, si potevano spremere le arance da soli...".
    Infine il lavoro: "Al posto di hall giganti con personale vestito come negli anni '60 - aggiunge - l'hotel del futuro offre spazi di co-working dove si può essere raggiunti anche da colleghi provenienti dall'esterno. Addirittura a Barcellona c'è l'Hotel Praktik Bakery che ospita una meravigliosa panetteria nella hall, che è aperta anche al pubblico esterno".
    Infine l'hotel come luogo di scambio: "A Berlino ad esempio - racconta - il Soho House è un hotel club che accoglie solo creativi, che possono aggregarsi scambiarsi idee e trovano miliardi di iniziative adatte a loro".
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Vacanze rovinate? Ecco come difendersi

Vacanza sognata, vacanza conquistata. Ma se poi, invece dell'albergo a 4 stelle, ci ritroviamo in un B&B? E se passaporto in mano e crema pronta per essere spalmata, si rimane a terra all'aeroporto? Per non parlare di quei ''200 metri appena dal mare'', che li devono aver calcolati con i metri di un marziano se per arrivarci si deve noleggiare almeno un motorino. E poi piscine mai funzionanti, crociere con motonavi anteguerra, parchi gioco mai costruiti (e pensare che avevate scelto quel villaggio proprio per tenere occupati i bimbi), ristoranti sporchi, stanze già ''abitate'' da specie non umane e quella guida che avrebbe dovuto parlare in italiano, ma è da mezz'ora che vi spiega il Partenone in greco quasi antico. Altro che vacanza: per quanto l'abbiate sognata, preparata e, soprattutto pagata, quell'ambita settimana può trasformarsi in un vero incubo. E allora, prima di partire, è bene sapere che tutto ciò ha un nome: Danno da vacanza rovinata. ''Il termine 'vacanza rovinata' - spiega Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori - è usato per identificare il danno corrispondente al disagio psico-fisico subito dal turista per non aver goduto pienamente delle proprie ferie ed è ormai riconosciuto da anni come il diritto a ottenere un risarcimento nel caso in cui negligenze o ritardi non abbiano consentito di godere appieno delle proprie vacanze. I disagi più comuni? Ritardi aerei, strutture alberghiere inadeguate e bagagli smarriti''.
    Il risarcimento si può chiedere sia per il tempo di vacanza inutilmente trascorso che per l'irripetibilità dell'occasione perduta e i danni seguiti dal mancato godimento delle ferie, ad esempio stress, anche se più difficilmente quantificabili. Il tutto vale anche per le agenzie viaggi on-line, che il Codice del Turismo ha equiparato a quelle tradizionali. Ma attenzione, l'onere della prova sta al turista. Per farvi valere toccherà aguzzare l'ingegno e trasformarvi un po' in piccoli ''detective''. Prima cosa, quindi, partire sereni ma conservare tutto: ricevute di pagamento, brochure, cataloghi, assicurazioni, in particolare se si tratta di un viaggio tutto compreso. Serviranno a dimostrare cosa vi hanno promesso e fatturato (farete sempre in tempo a buttarli al ritorno). Se disgraziatamente la vacanza non andasse come stabilito, parola d'ordine è ''documentare''. Foto della spiaggia che non c'è, della rampa rotta da cui siete caduti rovinosamente, ma anche fatture di spesa, recapiti e dichiarazioni di testimoni o medici che vi hanno soccorso: sarà tutto utile al ritorno. Rivolgetevi poi ai rappresentanti dell'organizzazione sul posto per segnalare ogni difformità rispetto al contratto di viaggio (è utile precostituire la prova scritta delle lamentele inoltrate).
    ''Una volta rientrati a casa - prosegue Donà - avete 10 giorni lavorativi per inviare un reclamo con richiesta di rimborso a mezzo lettera raccomandata a.r.'', indirizzata all'agenzia di viaggi, al tour operator o alla compagnia aerea (nel caso di un pacchetto, all'organizzatore, non al singolo fornitore di servizi).
    Potete farvi seguire da un avvocato (potete avvertirlo già mentre siete ancora fuori) o mettere in copia l'Unione Nazionale Consumatori o altre associazioni di categoria. Nel caso di un danno causato da malattia di cui ritenete responsabile la struttura, si può chiedere risarcimento anche per il partner se obbligato ad assistervi e quindi impossibilitato anche lui a godere della vacanza. In genere si arriva a un accordo già nella prima fase. Se così non fosse, le strade sono due: per richieste fino a 5 mila euro si pronuncia il Giudice di Pace, altrimenti bisogna rivolgersi al Tribunale civile, con tutti altri tempi.
ansa