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A tutto sci e neve, viaggio sulle piste più belle d'Italia. Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta ma anche Centro e Sud

Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta ma anche Centro e Sud. Finalmente arriva la neve sulle piste e, nonostante i disagi del freddo, si scia. Ecco una carrellata dal Nord a Sud delle piste più belle d'Italia.
  
 LE PISTE AL NORD ITALIA
Il Trentino Alto Adige è la mecca di ogni appassionato di montagna e di sport sulla neve, un paradiso con vette che spesso superano i 3.000 metri d’altezza: le Alpi retiche, con il gruppo Ortles-Cevedale, il gruppo dell’Adamello-Presanella e le suggestive Dolomiti, patrimonio dell’Umanità. La regione offre strutture e servizi d’alto livello, impianti di risalita all’avanguardia, sicurezza e confort per poter praticare sport di tutti i tipi e per tutte le difficoltà.
Non da meno il Veneto con le Dolomiti sono un vero paradiso per chi ama sciare o semplicemente passeggiare con le racchette o fare una corsa tra i boschi su una slitta trainata da cavalli o cani. Per i più temerari ci sono il taxi-bob, folle discesa sul ghiaccio, e lo snowrafting, che garantisce velocità ed emozioni a bordo di un gommone scendendo lungo i pendii più ripidi.
In Lombardia si scia in moltissime, storiche località come Bormio, Livigno, Aprica, Passo del Tonale, Madesimo, Santa Caterina Valfurva, dove appassionati di sci alpino, di fondo, di arrampicate sul ghiaccio e di freeride (fuoripista) affollano le piste e i canaloni.
In Piemonte è ampia e diversificata l’offerta sulla neve della Via Lattea, il principale comprensorio sciistico della regione, a ridosso delle Alpi occidentali. Dal principiante all’esperto, si praticano tutte le discipline legate allo sci oltre al pattinaggio e alle arrampicate su ghiaccio e alle tradizionali escursioni con le ciaspole. Le piste della Via Lattea misurano 400 chilometri e oltrepassano il confine fino a Montgenèvre, in Francia. 
Paradiso degli sport invernali, la Valle d'Aosta offre le vette più alte e prestigiose delle Alpi - monte Bianco, monte Rosa, Cervino e Gran Paradiso – dove si scia complessivamente su più di 900 chilometri di piste da discesa e 300 chilometri di anelli da fondo. Le località e le aree sciistiche sono tante e per ogni esigenza e disciplina sportiva: dalle mondane e classiche Courmayeur e Cervinia alle accoglienti Pila e La Thuile e ai comprensori più popolati come il Monterosa Ski, il Breuil- Cervino-Valtournanche-Zermatt e il Cervino Ski Paradise.
   

LE PISTE AL CENTRO-SUD
Anche il Sud, Abruzzo, Calabria e Sicilia in testa, ofrrono piste e divertimento per gli appassionati.
ansa

Arte allunga la vita

La ricerca, in campo artistico e in campo spirituale "non può finire mai" e ognuno "deve costruirsi il suo Vitriol". Parola di Gillo Dorfles, che a 106 anni portati splendidamente non ha perso l'ispirazione ed espone nuovamente, in Triennale, a Milano, in occasione della mostra 'Vitriol, Disegni di Gillo Dorfles, 2016' che si protrarrà fino al 5 febbraio prossimo.
Una raccolta di disegni che rappresentano una "summa' del pensiero artistico ed esoterico del grande maestro, scrittore e critico, tra i fondatori del Mac (Movimento Arte Concreta) che fu un caposaldo dell'Astrattismo. Una sorta di "testamento spirituale" filosofico: "Io sono l' inventore di Vitriol (un'opera-simbolo, a metà tra ricerca artistica ed esoterismo, ndR) ma in quanto inventato gli si può attribuire qualsiasi qualità, ognuno cerchi il suo...".
Dorfles ha conversato a lungo con i giornalisti. Poi ha visitato la mostra, salendo i gradini che portano alla sala dell'allestimento con disinvoltura e posando per i fotografi, che si chiedevano dove trovasse tutta quella energia. E quando gli hanno offerto una sedia, ha risposto: "Non posso mica essere l'unico seduto in mezzo a tutti voi". I 18 disegni, sviluppati intorno a un bozzetto del dipinto 'Vitriol' del 2010, sono stati eseguiti tra l'estate e l'autunno dell'anno scorso, e riflettono una concezione esoterica della vita costruita oltre che su anni di studi e ricerche anche intorno all'idea staineriana (il filosofo austriaco Rudolf Steiner, creatore dell'antroposofia, ndr) e alla Tricotomia.
"Vitriol" è l'acronimo delle parole componenti un'antica frase in latino di stampo alchemico: 'Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem' (Visita l'interno della Terra e, con successive purificazioni, troverai la pietra nascosta). Questa pietra è la leggendaria "pietra filosofale", che sarebbe stata in grado di mutare in oro qualsiasi metallo vile. La sua scoperta è stata per secoli uno dei sogni delle esperienze esoteriche occidentali. "La ricerca della Pietra filosofale è quella del mistero che sta alla base della vita - ha aggiunto - Come vedo la mia? Una Pietra piccola, poco pesante". Concreta o immaginaria? "Sul giornale hanno scritto che Vitriol sono io - ha detto con lucidissima ironia - Va bene, accetto volentieri di essere io". 'Qualche altro progetto analogo?", gli viene chiesto ancora. "No, direi che per la mia vita basta così". 
ansa

Libri: come sopravvivere da espatriata. Ecco Manuale per riuscire a sentirsi ovunque a casa

Da Torino alla Silicon Valley passando per la Francia, il Giappone, l'India, reinventandosi ogni volta una nuova vita per lei e la sua famiglia. E' la vita da 'expat' di Giulietta Saconney Cerruti, torinese che ha deciso di mettere la sua ventennale esperienza di espatriata al servizio di chi si trova ad affrontare questa esperienza. E' nato così 'Manuale pratico dell'espatrio. Come sopravvivere in giro per il mondo', per dare "a chi esita la voglia di provarci e a chi è già partito rapide risposte ai tanti dubbi, che anche noi abbiamo avuto cammin facendo". In 200 pagine racconta anche tanti espatriati conosciuti nei suoi anni all'estero e affronta ogni tipo di questione. Quelle pratiche, dalla scelta della scuola al multilinguismo dei figli o da come affrontare i traslochi e le abitudini dei diversi Paesi, a quelle più 'intime', dalla nostalgia di familiari e amici lasciati nel proprio Paese al giusto modo di affrontare la partenza e il rientro. Suggerimenti per riuscire a sentirsi ovunque a casa.(ANSA).

Barberini e Corsini, ecco due gallerie uniche Mostre, musica, multimedia per valorizzare le raccolte

ROMA - ''Mi interessano musei che parlano''. Questo può essere lo slogan delle Gallerie Barberini e Corsini secondo il pensiero del direttore Flaminia Gennari Santori, da un anno alla guida di questa istituzione diventata ormai un unicum a livello internazionale. Diventate autonome nel 2015 con la riforma del Mibact, le Gallerie Nazionali d'Arte Antica di Roma presentano da oggi una rilettura delle straordinarie raccolte in chiave moderna e accessibile, sia per il diverso uso degli spazi sia per l'utilizzo di tecnologie multimediali, nonché per l'inserimento della musica d'epoca e il rapporto con altri musei al fine di realizzare nuove importanti mostre, come quelle inaugurate dal ministro Dario Franceschini. Senza contare che Palazzo Barberini si avvia a riconquistare anche il piano nobile, 700 metri quadrati fino allo scorso anno occupati dalla Difesa e che a metà 2018 potrebbero rientrare nel percorso museale.
Presentata oggi alla stampa, la nuova visione di rilancio strategico del museo, così come lo ha ridisegnato la Gennari Santori, per quanto sfaccettata è interamente finalizzata alla valorizzazione delle meravigliose raccolte lì custodite da secoli. ''La Galleria Corsini - ha spiegato il direttore - è l'unica quadreria romana settecentesca giunta intatta fino ai giorni nostri ed è famosa per essere stata la residenza a Roma della Regina Cristina di Svezia dal 1659 fino alla sua morte, avvenuta nel 1689''. Senza contare i capolavori assoluti dell'arte antica che, dalla Fornarina di Raffaello alle numerose, splendide tele di Caravaggio, costituiscono i tesori di Palazzo Barberini. Luoghi però che non registrano flussi di visitatori corrispondenti a tanta meraviglia e che hanno necessitato di un profondo ripensamento. Ecco dunque che, sottolinea la direttrice, "abbiamo individuato un fil rouge che si dipana tra le collezioni Barberini e Corsini e delinea la ragion d'essere di questo museo, una storia affascinante su come l'arte sia stata guardata, collezionata, diffusa e reinventata dai tempi di Urbano VIII, nella prima metà del '600, a quelli di Neri Corsini (un secolo dopo) fino ai giorni nostri''. Una storia che poche istituzioni al mondo possono vantare, in cui la dimensione materiale degli spazi storici e delle opere oggi ''si intreccia a quella sempre in divenire degli allestimenti e dei percorsi multidisciplinari e multimediali, in un museo contemporaneo".
I primi passi, dopo un anno di lavoro, sono così la rinnovata fruizione degli spazi pensata per il grande pubblico, il rilancio delle Gallerie a livello nazionale e internazionale, la nuova identità visiva e con essa il sito web fino allo sviluppo dei canali di comunicazione social. Un museo, dunque che si prefigge di diventare un luogo di ritrovo, di incontro e confronto, costellato da iniziative espositive capaci di riportare all'attenzione opere bellissime, per forza di cose non valorizzate a sufficienza nel percorso museale. E' il caso delle due rassegne dal titolo 'Il pittore e il gran Signore.
Batoni, i Rezzonico e il ritratto d'occasione' e 'Mediterraneo in chiaroscuro. Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma', che danno l'avvio a questo nuovo corso, messo a punto all'insegna degli approfondimenti tematici.
L'idea di esposizioni temporanee ha poi dato vita a rapporti con musei internazionali, come il Museo de La valletta di Malta, ma anche il Metropolitan di New York, il Louvre, il Prado, l'Accademia Carrara. E mentre, con ''l'incremento dell'offerta'', è allo studio il biglietto integrato per visitare le due Gallerie, proseguono i lavori per la restituzione nella sua interezza di Palazzo Barberini. Il ministro Franceschini ha ricordato come un anno fa, il ministero della Difesa abbia riconsegnato al Museo anche i 700 metri quadrati del piano nobile mancanti e che i 9 milioni messi a disposizione dal Cipe consentano il completamento delle facciate e la risistemazione del parco.
Per l'inserimento del piano nobile nel percorso museale bisognerà aspettare però fino almeno al 2018. Oltre ai lavori di ristrutturazione, ha detto la Gennari Santori, ''bisogna capire cosa metterci, anche se le opere non mancano''. Viste le vaste dimensioni degli ambienti, potrebbero essere portate lì le opere monumentali, conservate al secondo piano (visitabile con la guida e dove è allestita la Collezione Lemme). ''Terminati i lavori, tra un anno - ha concluso il direttore - si comincerà a ragionare sul riallestimento del museo''.
ansa

Musica ha nuovo tempio, apre il "miracolo" dell'Elba

AMBURGO - È a dir poco massiccia, eppure, sul fiume, sembra sospesa. Un gioiello, di più, "un miracolo" sull'Elba, già entrato da anni nella cartolina di Amburgo, quando era solo un cantiere. Stasera, dopo dieci anni di lavori, si esegue il primo concerto nella Filarmonica dell'Elba. Già celebrata come "miracolo del suono". Un evento architettonico e musicale, al quale partecipano la cancelliera Angela Merkel e il presidente tedesco Joachim Gauck, arrivati in ritardo a causa del maltempo. 2100 persone sfilano sul tappeto rosso molte ore prima. Le misure di sicurezza sono rafforzate. E una nota stonata porta scompiglio nei preparativi: mancano il soprano Camilla Tilling e il compositore Wolfgang Rihm, oggi entrambi ammalati. Lei viene sostituita da Hanna-Elisabeth Mueller, come ha spiegato il soprintendente Christoph Lieben-Seutter. Il concerto inaugurale è affidato a Thomas Hengelbrock, che dirige la NDR Elbphilharmonie Orchester. Sabato 14 sarà invece Riccardo Muti a dirigere la Chicago Symphony.
    "Un invito al mondo a venire ad Amburgo, per vederla. Una sinfonia di pietra e vetro", ha detto il sindaco Olaf Scholz, prendendo la parola, prima della musica. E anche una "creatura di Prometeo", ha aggiunto, spiegando la scelta di partire con l'ouverture di Beethoven. Sarà "l'emblema di una metropoli aperta, e un gioiello della Germania, nazione della cultura", ha detto Gauck. "Qualche volta bisogna osare per realizzare una buona idea. Progetti visionari nascondono anche qualcosa di incalcolabile", ha aggiunto, accennando alla storia travagliata dell'edificio. Questa straordinaria architettura cristallina, che affaccia sul porto - protagonista di una vera rivoluzione urbanistica della città anseatica negli ultimi anni, che finalmente lo vive in tutti i modi - è stata concepita dai professionisti svizzeri Herzog & de Meuron. La grande sala da concerto ospita 2100 posti a sedere. Quella piccola 550. Ma ci sono anche un hotel da 244 camere, ben 44 appartamenti e una immensa Plaza. I numeri che raccontano la struttura fanno sorridere: 1096 finestre costituiscono la facciata di vetro. Ci sono 82 metri di scale mobili. Un'opera da 789 milioni di euro (invece dei 186 milioni previsti originariamente), che si è fatta aspettare per ben 7 anni (avrebbe dovuto esser pronta nel 2010). Chi l'ha concepita voleva darle l'aspetto di un enorme pezzo di ghiaccio, che riflette acqua, cielo, e la città, sempre in modo diverso. Approccio opposto quello di Yasuhisa Toyota, responsabile dell'acustica, che voleva ottenere il risultato che il suono possa arrivare ugualmente bene, ovunque si sia seduti.
    E in una serata così anche le polemiche sui ritardi e i costi, schizzati oltre misura nel tempo, acquisiscono toni mitici. "La storia di questo edificio, unico da ogni punto di vista, è anche la storia di un fallimento pubblico - scrive lo Spiegel online -. E, questo è il paradosso, senza questo fallimento non sarebbe riuscita". "Se le cose fossero andate nel verso giusto, questo miracolo non ci sarebbe mai stato - continua-. Se si fossero mantenute le prescrizioni, le procedure dell'edilizia pubblica, se tutto fosse andato in modo ragionevole, come dovrebbe avvenire in una democrazia, non ci sarebbe oggi alcuna Filarmonica dell'Elba". Contemplarla, questa sera, e godersela, in futuro, sarà, per i tedeschi, un esercizio di flessibilità. 
ansa

Goreme e Matera migliore reputazione web Nella classifica di Trivago

MATERA - La turca Goreme, la città tra i Camini delle Fate, la meravigliosa Matera, capitale europea della cultura 2019, e Rust in Germania, famosa per il parco divertimenti Europa-Park. Sono le tre regine del Global Reputation Ranking di Trivago ovvero la lista delle 100 destinazioni con la migliore reputazione online delle proprie strutture ricettive ottenuta valutando 200 mln di recensioni provenienti da più di 200 siti di prenotazione.
Altro riconoscimento all'ospitalità tricolore è la presenza nella top ten di San Gimignano in 6/a posizione e di altre tre città italiane tra le prime venti: Lecce(11/a), Sorrento (13/a), Lucca (18/a).
La Città dei Sassi con un indice di 86,72 su 100 è seconda soltanto a Goreme (86,82), la città della Cappadocia il cui parco nazionale è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dall'Unesco. Dopo Rust, bronzo con 86,47, si piazza la cinese Lijiang(85,60), la cui città vecchia è patrimonio dell'umanità. Grazie al suo indice di 85,59 punti, Belgrado si posiziona al 5/o posto. Dopo la sesta posizione del patrimonio Unesco San Gimignano (85,54), c'è la croata Zagabria con 85,18 e, in ottava piazza, l'irlandese Killarney (85,03). Le ultime due posizioni della top ten sono occupate dall'enclave russa di Kaliningrad (84,94) e dalla brasiliana Gramado (84,92).
ansa