A Santiago de Compostela il II Congresso mondiale di pastorale dei pellegrinaggi. In cammino verso i luoghi cari alla pietà popolare, per rinnovare la vita cristiana

L’incontro di Emmaus rivive nei santuari d’oggi

DA SANTIAGO DE COMPOSTELA

MICHELA CORICELLI - avvenire.it

Crocevia di fede, cultura, accoglienza: il pellegrinaggio come «cammino di e­vangelizzazione ». Non è affatto ca­suale che il secondo Congresso mondiale di pastorale dei pellegrinaggi e santuari – che si concluderà a Santiago di Compostela doma­ni sera – faccia riferimento a Emmaus come «paradigma del pellegrino». Diciotto anni do­po la prima edizione, che si celebrò a Roma, il capoluogo della Galizia ospita l’incontro in coincidenza con l’Anno Santo compostelano. Oltre 250 persone di 74 Paesi e dei cinque continenti – vescovi, sacerdoti, rettori di san­tuari, membri di associazioni ecclesiastiche e agenzie che organizzano pellegrinaggi – si confrontano, in questi giorni, su temi chiave: dall’accoglienza personalizzata alle celebra­zioni della Penitenza e dell’Eucarestia al ter­mine del pellegrinaggio; dalla pietà popola­re ai santuari come risorsa di evangelizza­zione delle Chiese che rinascono; dalla pa­storale per i pellegrini alla collaborazione con gli enti civili.

Bentoglio: accoglienza, sfida pastorale. «L’o­biettivo prioritario del Congresso – come a­veva spiegato il sottosegretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e iti­neranti, padre Gabriele Bentoglio – è au­mentare la consapevolezza che il pellegri­naggio è una grande risorsa di fede e cultura e dunque vale la pena migliorare senza pau­sa le strutture di accoglienza e offrire i mez­zi opportuni per l’assistenza pastorale di co­loro che si avvicinano al luogo di fede». Il mes­saggio di Benedetto XVI al Congresso – in­viato attraverso il presidente del Pontificio Consiglio per i migranti, l’arcivescovo Anto­nio Maria Vegliò, e l’arcivescovo di Santiago, Julian Barrio – ricorda che la riflessione fon­damentale dell’appuntamento riguarda i «pellegrinaggi ai santuari, come manifesta­zione di vita cristiana e spazio di evangeliz­zazione ».

Vegliò: proposta d’incontro con Dio. Quel messaggio serve da orientamento dei lavori del Congresso: in esso sono contenute «cin­que idee» fondamentali, spiega Vegliò. Ma come «approfondire la potenzialità evange­lizzatrice dei pellegrinaggi»?. In primis avva­lendosi «dell’attrattiva che li caratterizza». Ma ci sono altri passaggi: «Dobbiamo curare il ti­po di accoglienza che forniamo» e «sintoniz­zarci sulle domande che sgorgano dal cuore del pellegrino». Non basta: «La nostra pro­posta deve essere fedele al carattere cristia­no del pellegrinaggio, senza riduzionismi» e inoltre bisogna «aiutare a far scoprire al pel­legrino che il suo cammino ha una meta pre­cisa ». In sintesi, «cercare di condurre le per­sone a Cristo». Inevitabile il richiamo alle pa­role di Giovanni Paolo II quando invitava ad «approfittare pastoralmente di queste occa­sioni, magari sporadiche, dell’incontro con anime che non sempre sono fedeli a tutto il programma di una vita cristiana, ma che qui vengono guidate da una visione alle volte in­completa della fede, per cercare di condurle al centro dell’unica salda pietà, Cristo Gesù, Figlio di Dio Salvatore». Fondamentale, quin­di, come indica il messaggio di Benedetto X­VI, è la cura dell’accoglienza in tutti i suoi det­tagli, dai più semplici all’accompagnamen­to personale, sottolinea Vegliò. Il tutto, senza mai dimenticare che «la vera meta del pelle­grinaggio non è esso stesso, né un luogo con­creto », ma l’incontro con Dio.

Barrio: pellegrini, testimoni di Gesù. Con un intervento dedicato ai Cammini di Emmaus e di Santiago, Barrio ha messo l’accento sui pellegrini come «testimoni di Cristo risorto»: «Il pellegrinaggio è un fatto spirituale che può portare chi non lo possiede ad accogliere il dono della fede» oppure può «rivitalizzarlo in coloro che già lo possiedono».

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