Weekend d'Anvanguardia a Vercelli

Joan Mir, 'Prades, il paese'. Museo Solomon R. Guggenheim, New York

Le opere dei grandi pittori del Novecento, in una città che conserva nell'architettura di chiese e palazzi le tracce del Medioevo. Vercelli si candida a meta ideale di un fine settimana dedicato al bello, che inizia con i capolavori del Guggenheim, prosegue passeggiando nel centro storico e si conclude con un tè domenicale accompagnato dal racconto della storia cittadina.

L'attrazione principale si trova negli spazi dell'Arca, l'ex chiesa di San Marco, che fino al 10 giugno svela i nodi cruciali dell'arte novecentesca nella mostra “I giganti dell'Avanguardia: Miró, Mondrian, Calder e le collezioni Guggenheim”. Circa 40 opere, tra dipinti e sculture collezionati da Peggy e Salomon Guggenheim, ripercorrono la carriera dei tre artisti dagli esordi alla celebrità.

L'esposizione, arricchita di prestiti provenienti dalla Calder Foundation di New York, dal Gemeentemuseum dell'Aja, dal Palazzo Collicola Arti Visive - Museo Carandente di Spoleto oltre che dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim, riunisce per la prima volta a Vercelli i tre grandi maestri della ricercatezza visiva e della giocosità immaginifica, che incarnano uno dei paradigmi dell'Avanguardia del XX secolo: Joan Miró con il suo poetico Surrealismo da una parte, Piet Mondrian con la pura astrazione dall'altra, e la scultura di Alexander Calder, con le sue componenti surrealiste e astratte - entrambe riflesso dell'immaginario artistico dei due pittori - al centro.

La mostra è l'occasione per una passeggiata nella cittadina sul fiume Sesia, partendo dal suo simbolo: la Basilica di Sant'Andrea. Costruita fra il 1219 e il 1227, rappresenta uno splendido esempio di fusione tra lo stile romanico lombardo–emiliano e l'architettura gotica d'oltralpe. La chiesa conserva un coro ligneo del 1511 sistemato sull'abside e, nella sacrestia, un crocifisso ligneo dipinto del XIV secolo, ma i gioielli più preziosi sono la sala capitolare, tra le più belle d'Italia, e un chiostro rettangolare con cornici in cotto e pitture dell'inizio del Cinquecento. In piazza Sant'Eusebio svetta il Duomo, una cattedrale di origini antichissime, dove sono stati ritrovati sarcofagi pagani e sepolture cristiane databili tra II e il VII secolo. Il Duomo ha un'imponente facciata settecentesca con atrio neoclassico e il suo interno, a croce latina, è diviso in tre navate. Al centro di quella centrale, nel presbiterio, è appeso il Crocifisso in lamina d'argento realizzato tra il 999 ed il 1026.

Alle spalle della cattedrale merita una visita il Museo del Tesoro del Duomo, che custodisce reliquiari e arredi liturgici dal IV al XVIII secolo insieme agli antichi codici e ai manoscritti della Biblioteca Capitolare. La tappa successiva è la centralissima e movimentata piazza Cavour, sorta sull'antico forum romano ma dall'aspetto medievale grazie ai portici che la circondano e alla Torre dell'Angelo che la domina. Qui si trova il Museo Camillo Leone, che accoglie i visitatori con i reperti delle età paleolitica, neolitica, del bronzo e del ferro, con una sala romana dal grande impatto e con una ricca collezione di incunaboli e cinquecentine. Se si ha ancora voglia di musei, si può fare un salto anche al Museo Borgogna, che custodisce raccolte di arte antica, moderna e di arti decorative e ospita importanti affreschi e dipinti della scuola vercellese del Rinascimento.

Un appuntamento culturale da non perdere, se ci si trova a in città di domenica pomeriggio, è "Il tè del cardinale". Tutte le domeniche fino al 10 giugno, dalle 14,30 alle 17, l'associazione Chesterton attende gli ospiti nella sala capitolare dell'Abbazia di Sant'Andrea per ascoltare, tra tè e pasticcini, la storia di Vercelli nel Medioevo (informazioni al numero 345.3382906).

ansa

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