Ponza, tra le ginestre e il mare. A Maggio isola ancora piu' bella

(di Marzia Giglioli)

Maggio a Ponza, passeggiata tra i colori e i profumi. Incontri di mare con gli ultimi eremiti di Palmarola e Zannone. Rifugi e piccole stanze segrete Cousteau la definiva l'isola più bella del Mondo, il mitico comandante della Calypso, quando vide Ponza ne rimase incantato e il Travel Journal l'ha incoronata tra le prime dieci del mondo per le sue bellezze naturali


I suoi faraglioni, le sue falesie le grotte, le calette, le scogliere basaltiche, i faraglioni e le grotte di Palmarola, un'isola di fronte all'Isola, abitata solo da due persone: Leone che è il suo custode da decenni e l'unico residente dell'isola, lo scrittore di storie ponzesi Ernesto Prudente. A maggio Ponza (
www.comune.ponza.lt.it/ ) è ancora più bella ed intensa, con le ginestre in fiore che dominano con il loro giallo intenso. Si tratta di una specie che vive solo qui e che si trova solo in qualche macchia in Sardegna.

I suoi rami sono durissimi e resistenti e i pescatori da sempre li usano per costruire tavoli e sedie che sembrano sculture e che hanno l'odore del mare e le forme del vento. In questi giorni si cammina lungo stradine e acciottolati quasi deserti inondati dal sole, calette senza nessuno. Sulla spiaggia del Frontone, una delle più belle dell'isola :c'è solo il suono del mare e dei gabbiani. E guardandosi intorno ci si accorge come la vita dell'isola sia stata strappata a questa terra nata dal vulcano, come racconta il piccolo museo etnografico che si affaccia sul Frontone e che parla della gente di qui, storie quotidiane fatte di lavoro negli orti e della vita di mare.


La spiaggia si può raggiungere in barca dal porto, oppure dalla strada facendo una lunga passeggiata a piedi tra ginestre, cisto rosa, ciuffi di lavanda, l'euforbia e le agavi. E lungo i sentieri cascate di rose bianche, quelle ponzesi che brillano la notte sotto la luce della luna. In primavera la natura parla con le sue piante e i suoi fiori. L'isola così silenziosa, sembra ancora di più, fatta mare e di luce, di case scavate nella pietra, di giardini tra i sassi, di piccoli vigneti coltivati in pochi metri di terra. Molte case hanno la forma araba con piccole cupole che rendono gli interni freschi d'estate e caldi d'inverno.Case basse con i colori mediterranei, che servivano ai pescatori per riconoscerle da lontano, quando tornavano con le barche e che viste dal mare sono una tavolozza di colori pastello.


E intorno anche la magia, perchè ' Circe vive ancora qui' dice la gente. E l'attrazione si sente, la stessa che legò Ulisse a queste rocce, a queste grotte e a questo mare. Anche chi si allontana finisce sempre per tornare. ''E' come un sortilegio – racconta Anna Rita della Porta del Sole, che ha deciso di vivere in quest'isola lasciando la città – non si riesce ad andar via. Perchè questa terra e queste rocce ti legano alla loro bellezza''. In questi giorni Ponza è silenziosa, anche il porto non ha i suoi soliti rumori e la sua animazione.Tutti aspettano che la stagione inizi. C'è attesa,e mai come quest'anno si sta con il fiato sospeso in attesa delle prenotazioni e di come andrà l'estate sotto la cappa della crisi. Luisa è ottimista, ha appena ristrutturato il suo 'piccolo hotel' ( piccolo hotel Luisa) che ha tra le sue camere quella di Pertini. Perchè qui il presidente visse il suo confine. Luisa se lo ricorda bene ''avevo 7 anni e mi ricordo il profumo della sua pipa e le caramelle che mi regalava''.


La stanza ha la vista sul giardino ed è inondata di sole. In un angolo c'è ancora il vecchio scrittoio, è rimasto com'era a ricordare quegli anni di confino e di Resistenza. Si lascia il paese e si raggiunge la località Le Forna, un altro cuore dell'isola, qui d'inverno e in primavera la piccola comunità ponzese è più numerosa. Si incontrano gli anziani che siedono al sole, si lavora in attesa dei turisti, i ragazzi non sono molti, come del resto in tutta l'isola. Vanno a Formia per studiare. Le famiglie ponzesi affittano le case sulla costa e i genitori si alternano per stare con loro con turni settimanali.


E' il prezzo che si paga per vivere in un'isola dove d'inverno spesso si è tagliati fuori per la forza del mare. Alle Forna si vive l'isola di una volta. Si coltivano le vigne e si può comprare il vino, il migliore è il rosè, sparse qua e là, piccole produzioni familiari. Basta chiedere in giro. Vicino alla Chiesa ,che è il fulcro di Le Forna ,si trova Cala Feola con le sue piscine naturali e la spiaggia di sabbia. Subito dopo, verso Nord, si trova Cala dell'Acqua nella zona della vecchia miniera di caolino, si prosegue e si arriva, scendendo dei gradini abbastanza scoscesi, a cala Cecata con le sue alte falesie bianche. Proseguendo si arriva a Cala Fonte un caratteristico porticciolo dove approdano ancora le barche dei pescatori, Tra Cala Fonte e Cala Cecata si trova l'ampia grotta del Bue marino, dove una volta si trovava anche la foca monaca è un luogo suggestivo dove si può entrare anche con le barche. Salendo verso nord, si raggiunge la Piana d' Incenso, un altopiano che costituisce la fine dell'isola e da cui si vedono le isole di Palmarola e Zannone e il promontorio del Circeo. Qui i monaci cistercensi avevano eretto un monastero di cui si trovano ancora i resti .


Scendendo dal lato est, si trova la suggestiva Cala Gaetano che si raggiunge con una scalinata di 300 gradini che è come una passeggiata sospesa nella natura, tra piante e scorci, il panorama cambia man mano che si scende, gradino dopo gradino. Lo sguardo arriva lontano fino al porto di Ponza e alla fine si raggiungono gli scogli e un mare incontaminato. Alle Forna in questo periodo pochi i ristoranti aperti, in compenso pesce sempre fresco e piatti a base di granseola. Si mangia da Angelino, il ristorante più vecchio de Le Forna, cucina semplice e liquori fatti in casa con il finoccho selvatico che cresce un po' ovunque e che profuma anche le zuppe di pesce. Tutti aspettano che la stagione inizi. Intanto i ricordi si mescolano al sole e ai colori e così Ponza diventa una narrazione. Ora che non c'è il gran afflusso di turisti, c'è tempo di ascoltare e di conoscere la gente: come Salvatore che è stato il custode dell'isola di Zannone per 30 anni e che racconta di quest'isola di spiagge e boschi. Seduti al sole i vecchi tornati dopo anni di emigrazione, e c'è chi l'isola non l'ha mai lasciata o chi ha scelto di vivere qui per sempre lasciando la città..


Per dormire si può scegliere il B&B il Cigno dalla terrazza giardino un panorama spettacolare su cala Fonte. Le camere sono arredate con i mobili costruiti con i rami di ginestra. E c'è un'atmosfera zen. Luigi il proprietario è un grande narratore, parla di mare e di meditazione; non è di Ponza ma ha scelto di vivere qui e non l'abbandona nemmeno d'inverno. Il primo appuntamento dell'estate a Ponza è per la festa di San Silverio il 20 giugno. Si festeggia il patrono dell'isola e per l'occasione le strade si vestono di colori, ai lati delle strade fasci di mirto intrecciati, che una volta si raccoglievano sull'isola di Zannone e poi la processione lungo il corso vicino al porto e, di notte, i fuochi per una tradizione che unisce anche i ponzesi più lontani, perchè la festa rimbalza fino in America nel Bronx dove esiste un San Silverio Association.
ansa 

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