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A Ponza studenti riscoprono i delfini di Marevivo

Scoprire, conoscere e osservare in presa diretta il territorio delicato e prezioso delle isole ponziane: solo così si diventa “Delfini Guardiani dell’isola di Ponza”, ovvero protagonisti del percorso di educazione ambientale progettato dall’associazione Marevivo per i giovanissimi delle scuole delle isole minori italiane.
Domani - presso la banchina “Mamozio”, di Ponza insieme al Sindaco Pier Lombardo Vigorelli e al Presidente di Marevivo Rosalba Giugni oltre ai docenti e agli studenti coinvolti - sarà presentato alla cittadinanza il progetto “Delfini Guardiani dell’isola di Ponza”, in collaborazione, per il secondo anno consecutivo, con Comune, Capitaneria di Porto, Corpo Forestale dello Stato e di numerose realtà locali. “Delfini Guardiani” - percorso didattico articolato in tre anni di attività e che è stato condotto anche a Ponza grazie al sostegno dalla Fondazione Peretti nella scorsa edizione - si avvale del patrocinio del Ministero dell’Ambiente e si muove nell’ambito del protocollo d’intesa con il Ministero dell’istruzione. Durante l’evento di presentazione realizzato col contributo della Regione Lazio, saranno proiettati il documentario di Rossano Di Loreto - che racconta le storie dei ragazzi al centro del progetto lo scorso anno - e un filmato di Folco Quilici sulla vita dei delfini. I futuri “Delfini Guardiani” saranno impegnati non solo in aula ma in attività di sea-watching, andranno a scuola dagli artigiani locali, scopriranno i segreti delle rocce e della flora mediterranea e si cimenteranno perfino come giovani archeologi. Ripercorreranno il periodo delle incursioni piratesche, della presenza dei Borboni e di quando l'isola era esclusivamente luogo di confino politico. Con l’escursione in barca sull’isola di Zannone, l’unica isola dell’arcipelago delle Ponziane che rientra nei confini del Parco Nazionale del Circeo, impareranno ad osservare le diverse tipologie di coste. A giugno prossimo, al termine del percorso didattico, i ragazzi riceveranno il distintivo di “guardiani dell’isola”, che darà loro il diritto di presentarsi, senza accompagnatori adulti, alla Capitaneria di Porto o ai Comuni per segnalare eventuali problemi di carattere ambientale. Capri, Ischia, Ponza, Sant’Antioco, il Giglio, Lampedusa e Linosa sono le isole mobilitate per questo progetto che mira a creare un network tra i giovani delle isole minori per dare un futuro sostenibile a questi territori così peculiari e per i quali proprio loro saranno chiamati ad essere i protagonisti.
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Ponza, tra le ginestre e il mare. A Maggio isola ancora piu' bella

(di Marzia Giglioli)

Maggio a Ponza, passeggiata tra i colori e i profumi. Incontri di mare con gli ultimi eremiti di Palmarola e Zannone. Rifugi e piccole stanze segrete Cousteau la definiva l'isola più bella del Mondo, il mitico comandante della Calypso, quando vide Ponza ne rimase incantato e il Travel Journal l'ha incoronata tra le prime dieci del mondo per le sue bellezze naturali


I suoi faraglioni, le sue falesie le grotte, le calette, le scogliere basaltiche, i faraglioni e le grotte di Palmarola, un'isola di fronte all'Isola, abitata solo da due persone: Leone che è il suo custode da decenni e l'unico residente dell'isola, lo scrittore di storie ponzesi Ernesto Prudente. A maggio Ponza (
www.comune.ponza.lt.it/ ) è ancora più bella ed intensa, con le ginestre in fiore che dominano con il loro giallo intenso. Si tratta di una specie che vive solo qui e che si trova solo in qualche macchia in Sardegna.

I suoi rami sono durissimi e resistenti e i pescatori da sempre li usano per costruire tavoli e sedie che sembrano sculture e che hanno l'odore del mare e le forme del vento. In questi giorni si cammina lungo stradine e acciottolati quasi deserti inondati dal sole, calette senza nessuno. Sulla spiaggia del Frontone, una delle più belle dell'isola :c'è solo il suono del mare e dei gabbiani. E guardandosi intorno ci si accorge come la vita dell'isola sia stata strappata a questa terra nata dal vulcano, come racconta il piccolo museo etnografico che si affaccia sul Frontone e che parla della gente di qui, storie quotidiane fatte di lavoro negli orti e della vita di mare.


La spiaggia si può raggiungere in barca dal porto, oppure dalla strada facendo una lunga passeggiata a piedi tra ginestre, cisto rosa, ciuffi di lavanda, l'euforbia e le agavi. E lungo i sentieri cascate di rose bianche, quelle ponzesi che brillano la notte sotto la luce della luna. In primavera la natura parla con le sue piante e i suoi fiori. L'isola così silenziosa, sembra ancora di più, fatta mare e di luce, di case scavate nella pietra, di giardini tra i sassi, di piccoli vigneti coltivati in pochi metri di terra. Molte case hanno la forma araba con piccole cupole che rendono gli interni freschi d'estate e caldi d'inverno.Case basse con i colori mediterranei, che servivano ai pescatori per riconoscerle da lontano, quando tornavano con le barche e che viste dal mare sono una tavolozza di colori pastello.


E intorno anche la magia, perchè ' Circe vive ancora qui' dice la gente. E l'attrazione si sente, la stessa che legò Ulisse a queste rocce, a queste grotte e a questo mare. Anche chi si allontana finisce sempre per tornare. ''E' come un sortilegio – racconta Anna Rita della Porta del Sole, che ha deciso di vivere in quest'isola lasciando la città – non si riesce ad andar via. Perchè questa terra e queste rocce ti legano alla loro bellezza''. In questi giorni Ponza è silenziosa, anche il porto non ha i suoi soliti rumori e la sua animazione.Tutti aspettano che la stagione inizi. C'è attesa,e mai come quest'anno si sta con il fiato sospeso in attesa delle prenotazioni e di come andrà l'estate sotto la cappa della crisi. Luisa è ottimista, ha appena ristrutturato il suo 'piccolo hotel' ( piccolo hotel Luisa) che ha tra le sue camere quella di Pertini. Perchè qui il presidente visse il suo confine. Luisa se lo ricorda bene ''avevo 7 anni e mi ricordo il profumo della sua pipa e le caramelle che mi regalava''.


La stanza ha la vista sul giardino ed è inondata di sole. In un angolo c'è ancora il vecchio scrittoio, è rimasto com'era a ricordare quegli anni di confino e di Resistenza. Si lascia il paese e si raggiunge la località Le Forna, un altro cuore dell'isola, qui d'inverno e in primavera la piccola comunità ponzese è più numerosa. Si incontrano gli anziani che siedono al sole, si lavora in attesa dei turisti, i ragazzi non sono molti, come del resto in tutta l'isola. Vanno a Formia per studiare. Le famiglie ponzesi affittano le case sulla costa e i genitori si alternano per stare con loro con turni settimanali.


E' il prezzo che si paga per vivere in un'isola dove d'inverno spesso si è tagliati fuori per la forza del mare. Alle Forna si vive l'isola di una volta. Si coltivano le vigne e si può comprare il vino, il migliore è il rosè, sparse qua e là, piccole produzioni familiari. Basta chiedere in giro. Vicino alla Chiesa ,che è il fulcro di Le Forna ,si trova Cala Feola con le sue piscine naturali e la spiaggia di sabbia. Subito dopo, verso Nord, si trova Cala dell'Acqua nella zona della vecchia miniera di caolino, si prosegue e si arriva, scendendo dei gradini abbastanza scoscesi, a cala Cecata con le sue alte falesie bianche. Proseguendo si arriva a Cala Fonte un caratteristico porticciolo dove approdano ancora le barche dei pescatori, Tra Cala Fonte e Cala Cecata si trova l'ampia grotta del Bue marino, dove una volta si trovava anche la foca monaca è un luogo suggestivo dove si può entrare anche con le barche. Salendo verso nord, si raggiunge la Piana d' Incenso, un altopiano che costituisce la fine dell'isola e da cui si vedono le isole di Palmarola e Zannone e il promontorio del Circeo. Qui i monaci cistercensi avevano eretto un monastero di cui si trovano ancora i resti .


Scendendo dal lato est, si trova la suggestiva Cala Gaetano che si raggiunge con una scalinata di 300 gradini che è come una passeggiata sospesa nella natura, tra piante e scorci, il panorama cambia man mano che si scende, gradino dopo gradino. Lo sguardo arriva lontano fino al porto di Ponza e alla fine si raggiungono gli scogli e un mare incontaminato. Alle Forna in questo periodo pochi i ristoranti aperti, in compenso pesce sempre fresco e piatti a base di granseola. Si mangia da Angelino, il ristorante più vecchio de Le Forna, cucina semplice e liquori fatti in casa con il finoccho selvatico che cresce un po' ovunque e che profuma anche le zuppe di pesce. Tutti aspettano che la stagione inizi. Intanto i ricordi si mescolano al sole e ai colori e così Ponza diventa una narrazione. Ora che non c'è il gran afflusso di turisti, c'è tempo di ascoltare e di conoscere la gente: come Salvatore che è stato il custode dell'isola di Zannone per 30 anni e che racconta di quest'isola di spiagge e boschi. Seduti al sole i vecchi tornati dopo anni di emigrazione, e c'è chi l'isola non l'ha mai lasciata o chi ha scelto di vivere qui per sempre lasciando la città..


Per dormire si può scegliere il B&B il Cigno dalla terrazza giardino un panorama spettacolare su cala Fonte. Le camere sono arredate con i mobili costruiti con i rami di ginestra. E c'è un'atmosfera zen. Luigi il proprietario è un grande narratore, parla di mare e di meditazione; non è di Ponza ma ha scelto di vivere qui e non l'abbandona nemmeno d'inverno. Il primo appuntamento dell'estate a Ponza è per la festa di San Silverio il 20 giugno. Si festeggia il patrono dell'isola e per l'occasione le strade si vestono di colori, ai lati delle strade fasci di mirto intrecciati, che una volta si raccoglievano sull'isola di Zannone e poi la processione lungo il corso vicino al porto e, di notte, i fuochi per una tradizione che unisce anche i ponzesi più lontani, perchè la festa rimbalza fino in America nel Bronx dove esiste un San Silverio Association.
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