(Di Eugenia Romanelli)
Prima che la vecchia Avana (Habana Veja) diventi una “new Avana”,
merita un viaggio. La nuova normativa appena approvata dal Parlamento
infatti, che spalanca le porte ai capitali stranieri, stravolgerà
probabilmente l’identità di questo mitico quartiere dell’Avana,
naturalmente nel bene e nel male. Chi dunque non ci fosse ancora stato,
potrebbe cogliere al volo l’occasione del primo maggio, il Dia
Internacional de los Trabajadores, Giorno Internazionale dei Lavoratori,
che vede i cubani sfilare in corteo nelle piazze più importanti.
La città amata da Ernest Hemingway (gli ispirò Il vecchio e il mare) e
teatro della rivoluzione del 1959 (Che Guevara e Fidel Castro
liberarono Cuba dalla dittatura) è zeppa di cose da fare e vedere, ma è
soprattutto l’Habana Veja a vantare quell’atmosfera unica al mondo, in
particolare al tramonto, quando i verdi, gli ocra e i rosa sbiaditi
degli intonaci acquistano una luce disperatamente romantica e, dalla
cattedrale in stile barocco ai palazzi Art Déco fino agli edifici
socialisti, tutto sembra baciato dalla bellezza. Forse si può cominciare
“dall’alto”, con un aperitivo serale al Mirador de la bahía, la
terrazza del palazzo che ha ospitato la prima ambasciata americana:
assicurate grandi suggestioni grazie alla spettacolare vista sul
Castillo del Morro, fortezza secentesca che segna l'imbocco del canale
d'accesso alla baia.
L'Habana Veja è il più importante esempio di insediamento urbano
coloniale delle Americhe giunto intatto ai giorni nostri ed è Patrimonio
dell'Umanità dal 1982. Il quartiere (del XVI secolo) si può visitare a
piedi in un paio di giorni, vagando tra meraviglie del calibro di Plaza
de la Catedral e Palacio de los Marquéses de Aguas Claras. La parte più
moderna della città, invece, è quella del Vedado, il quartiere tra il
Malecón e Plaza de la Revolución (bellissima la statua dedicata all'eroe
nazionale José Martì, e non da meno, sulla parete del Ministero degli
Interni, l’enorme ritratto di Che Guevara con la scritta "Hasta la
victoria siempre"): la visita al Museo de la Revolución e al Museo
Nacional aiuteranno a percepire l’atmosfera del movimento castrista, e
se, a mezzogiorno o alla sera, la fame si farà sentire, perfetto è il
Paladar Amor, un appartamento con pavimento a scacchi bianchi e neri e
mobili antichi coi piatti della cucina criolla.
Il Castillo del Morro, fortezza costruita per proteggere la baia dai
pirati, e il Faro del Morro, sul punto più alto della collina, sono i
simbolo dell'Avana. Sulla stessa collina anche la Forteza de la Cabana,
dove ogni sera alle 21 i soldati, in divisa storica, sparano un colpo di
cannone chiamato il "Canonazo de las nueve" (un tempo il boato
annunciava la chiusura delle porte delle mura). Nel 1950, di fronte al
Castello del Morro, fu costruita la fortezza di San Salvador de la Punta
(in seguito collegata con grosse catene a quella del Morro: di notte
grosse impedivano l'entrata di navi nemiche). Il Castillo de la Real
Fuerza invece, nella parte orientale del porto, confina con la Plaza de
Armas ed è la più antica delle Americhe. Altro must è Plaza de la
Catedral, un concentrato di storia e di arte con la barocca Catedral de
La Habana (che un tempo conservava le ceneri di Cristoforo Colombo), il
Museo de Arte Colonial, il Palacio de los Marqueses de Arcos, il Palacio
de los Marqueses de Aguas Claras (che ospita il famosissimo ristorante
El Patio), e il Centro de Arte Contemporaneo. Plaza de Armas è invece la
piazza del più grande mercato di libri usati dell'Avana, oltre che di
artigianato locale: turistica ma stupenda. Anche Plaza Vieja non è male:
ex sede della ricca borghesia, è oggi in ristrutturazione ma già vanta
il rinnovato Hotel Palacio, un palazzo in stile liberty molto bello.
Infine piazza San Francesco d'Assisi, vicino al porto, la più animata
della città vecchia: dalla Basilica di San Francesco di Assisi (1591),
dal cui campanile di 42 metri si può ammirare uno splendido panorama,
alla Lonja del Commercio con la statua del dio Mercurio sulla cupola,
fino al Fuente de los Leones, scolpita dall'italiano Giuseppe Gaggini in
marmo di Carrara, utile alle navi che attraccavano al porto per
rifornirsi di acqua potabile, ogni angolo è una meraviglia per gli
occhi. I tre posti più rappresentativi dove andare restano la Bodeguita
del Medio, in una delle viuzze del dedalo storico della Piazza della
Cattedrale, uno dei locali più famosi e pittoreschi dell'Avana, nonché
luogo dove Ernest Hemingway amava prendere il suo adorato Mojito (il
poeta affermava con sicumera che nessuno al mondo avrebbe saputo
preparare bene gli ingredienti di questo cocktail come i barman della
Boteguita del medio); El Floridita, nella rinomata Calle Obispo, per
bere il daiquirí o mangiare i piatti tipici, anche questo un locale
frequentato da Hemingway e da altri personaggi famosi (le cui foto
arredano il locale ancora oggi); la Casa del Tabaco y Casa del Ron,
all’angolo tra Calle Obispo e Calle Bernaza, un negozietto con una
impressionante varietà di rum e di sigari rigorosamente home made.
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