Nelle isole norvegesi è il momento della aurora boreale e del merluzzo. O di programmare un grande trekking per la bella stagione. Ecco la meta più estrema d'Europa che piace sempre di più
Le odi, oppure le ami perdutamente. Non ci sono vie di mezzo: la bellezza delle isole Lofoten,
territorio norvegese nell’estremo nord d’Europa, cattura, innamora,
travolge, crea dipendenza e nostalgia; oppure genera l’effetto
contrario. Natura selvaggia, incontaminata, vastità dei paesaggi che si
aprono su panorami mozzafiato indimenticabili per la loro bellezza,
grandi pareti di granito delle montagne dalle punte aguzze che cadono a
strapiombo sul mare, verdissimi prati costellati di casette di legno
rosso; limpide acque del mare che lasciano spazio a bianche spiagge dove
si aprono Sloverfjord e l’Austensfiord. Perché si viene alle Lofoten? Per fare trekking, per fotografare il magnifico spettacolo di luci dell’aurora boreale, per fare rafting e visitare il Museo dei Vichinghi a Borg,
assaggiare i piatti tipici, come lo stoccafisso, magari sorseggiando la
birra Mack prodotta nel birrificio di Tromsø situato ben oltre il
Circolo Polare Artico e, d’estate, ammirare il sole di mezzanotte.
Il nobile veneziano Pietro Querini, circa 600 anni fa, nel 1432, naufragò a Røst,
l’ultima delle isole Lofoten a 115 chilometri a nord del Circolo Polare
Artico, imparando dalla gente del posto i segreti dell’essicazione e
introducendo nella cucina italiana uno dei piatti più popolari e
tradizionali: il baccalà. A Røst, isola posizionata in
mare aperto, molto ventosa e di conseguenza tra i luoghi dove si produce
la miglior qualità di baccalà alle Lofoten, c’è un pub dedicato a Querini,
e se si presta attenzione, entrando, si può notare la targa affissa
all’ingresso del locale in onore della Confraternita vicentina del
baccalà. Oggi tra i maggiori importatori di merluzzo c’è la Tagliapietra e Figli che,
nemmeno farlo apposta si trova proprio a Mestre, in provincia di
Venezia ed ogni anno organizza in Italia, tra Veneto, Trentino Alto
Adige e Friuli Venezia Giulia, un Festival dedicato al baccalà, magari
reinterpretato da grandi chef: il Festival Triveneto del baccalà.
Quando si atterra al piccolo aeroporto di Røst, scendendo dalla
scaletta dell’aereo, si avverte l’odore acuto del merluzzo. Infatti, lo
stoccafisso è la base di molti piatti che vengono serviti nei ristoranti
delle isole Lofoten. Se volete gustare dell’ottimo stoccafisso potete
scegliere il ristorante Børsen Spiseri a Svolvær.
Ordinate il piatto tipico delle isole: la zuppa di merluzzo fresco e
salmone con latte e porri. Un altro ristorante dove assaggiare una buona
zuppa è Johnsen’s Fiskerestaurant di Leknes (Storgata 78 | 8370 Leknes, Leknes 8370, Norvegia), un locale familiare, ma molto caratteristico. Le stanze sono rivestite
di legno bianco, mentre gli stoccafissi diventano elementi d’arredo
appesi alle pareti assieme a reti da pesca ed immagini in bianco e nero.
Le Lofoten offrono un’ampia scelta per quanto riguarda il pernottamento: dagli hotel ai campeggi, dagli ostelli ai bungalow, dalle sjøhus (case
lungo la banchina), alle pensioni e agli appartamenti. Però non si può
perdere, almeno una notte, l’emozione di dormire nelle “rorbuer”, le
tipiche casette di legno che spesso costeggiano le baie più belle e
caratteristiche delle Lofoten e offrivano un riparo ai pescatori durante
la notte. Oggi sono state riconvertite in strutture ricettive e molte
di esse sono di alto livello. Tra le migliori e le più spettacolari c’è
sicuramente l’Hotel Reine Rorbuer, un bellissimo ex villaggio di pescatori, composto da diversi cottage ristrutturati, che grazie alla sua vista sul Kirkefjord
in passato venne eletto luogo più bello della Norvegia. Le ex
abitazioni mantengono ancor oggi tutto il loro fascino. Entrando nei
cottage si apprezza subito il calore dato dai rivestimenti in legno; gli
arredi sono semplici, ma confortevoli (connessione wi-fi, zona
soggiorno, cucina, lettore Dvd) e affacciandosi alle finestre si gode di
una magnifica vista sul fiordo di Reine, incastonato nella splendida
cornice delle montagne delle Lofoten. Dopo una giornata di visita alle
isole ci si può rilassare davanti al caminetto del ristorante Gammelbua,
proprio adiacente alla reception del Reine Rorburer, dove assaggiare i
piatti tipici norvegesi preparati dallo chef a base di pesce e in
particolare il «Tørrfisk delle Lofoten», ovvero lo
stoccafisso. Da non perdere il salmone norvegese, dal sapore unico e
delicato, conosciuto per la sua qualità derivata dal fatto che i pesci
crescono più lentamente nelle acque fredde della Norvegia e, in questo
modo, le loro carni sviluppano una struttura più compatta e saporita.
Se, invece, ordinate il Lutefisk, piatto tipico natalizio, il cui
consumo si sta diffondendo anche in altri periodi dell’anno, vi sarà
servito lo stoccafisso ammorbidito nella soda caustica, poi cotto e
grigliato, accompagnato da patate, bacon, piselli e mostarda. Altro
piatto tipico di queste zone è il Fenalår, tradizionale prosciutto d’agnello essiccato, speziato e stagionato, magari da accompagnare con formaggio di capra.Non essendo un viaggio semplice ne economico da realizzare, meglio programmare: il tour operator vi aiuterà per un break invernale con l’Aurora Boreale, la neve e le lunghe giornate buie al camino. Gennaio e febbraio sono i più freddi, si scende sotto i -1 gradi, ma nonostante le basse temperature, è possibile affrontare il freddo con un corretto equipaggiamento. Questo è il periodo ideale per scoprire l’isola e provare l’ebrezza di salire in una delle tante tipiche imbarcazioni per pescare il merluzzo, attività vitale per le popolazioni locali. Se si va alle Lofoten nel periodo della pesca, incluso tra febbraio e maggio, si potranno notare i merluzzi che essiccano all’aria aperta, nelle apposite rastrelliere in legno, esposti al vento, al sole, al freddo e alla neve (elemento essenziale per perfetta essiccazione del pesce).Ma può essere un’idea anche pensare a fine anno a un grande viaggio per l’estate, quando le temperature medie vanno dai 20 ai 25 gradi, e il il sole di mezzanotte risplende sull’arcipelago, e nei centri abitati non difficile incontrare feste e concerti. È il momento del trekking e della bici.
Per compiere un viaggio turistico che scegliate come mezzo di trasporto l’auto o la bicicletta, c’è la Strada Turistica delle Lofoten nel Nordland un tratto di 230 chilometri che parte dal ponte che attraversa Raftsundet a nord delle isole, e arriva fino a Å (città con il nome più breve al mondo), nel sud. Il tragitto è costellato da 11 fermate che permettono di fare una breve sosta. Ci sono diversi punti sistemati lungo il cammino per scattare foto, rilassarsi, osservare gli uccelli. Infatti, una tra le maggiori attività è proprio il birdwatching per la presenza di puffini, cormorani, urie, aquile e di una grande varietà di uccelli. Circa un quarto degli uccelli marini del Paese vengono a nidificare a Røst dove si trova anche il faro Skomvær, l’ultimo avamposto con vista sull’Oceano Atlantico. Merita una sosta Svolvær: moderna, vivace cittadina, dall’atmosfera frizzante, meta di molti artisti, è il capoluogo delle Lofoten. La città è circondata da una corona di montagne, tra cui la celebre Svolværgeita, letteralmente «La capra di Svolvær», diventata un simbolo perché culmina con una doppia guglia molto popolare tra gli arrampicatori e gli alpinisti. I più temerari, una vota saliti fino in cima, saltano da un corno roccioso all’altro. Una tappa per l’aperitivo? Al Bacalao locale mondaiolo dove bere una birra, oppure degustare l’ottima zuppa piccante di merluzzo, pomodoro e patate, godendo del panorama sul porto. Proprio a Svolvær, nell’ultima settimana di marzo si svolge in Campionato mondiale di pesca al merluzzo e la Festa del pesce: un importante evento per la città che si anima di bambini vestiti con colorati abiti cangianti, mentre esperti insegnano ai turisti come tagliare le teste ai merluzzi (attività che alle Lofoten viene tradizionalmente insegnata ai bambini fin da piccoli). Durante l’estate i battelli turistici effettuano escursioni giornaliere al Trollfjord, ovvero al fiordo di Troll, sulla selvaggia costa meridionale di Austvågøy. Affacciato sul waterfront di Svolvear c’è il Thon Hotel, dal design moderno, a basso impatto ambientale, con una spettacolare vista sulla baia e ospita il Restaurant Bojer, affacciato sul porto, dove si possono gustare specialità locali quali lo stoccafisso e l’agnello delle Lofoten.
Se non vi piace la vita tranquilla e preferite provare emozioni forti potete partecipare a un safari all’aquila di mare, provare le immersioni subacquee nelle cristalline acque artiche, il rafting in alto mare, oppure il safari su gommone a scafo rigido. Reine Adventure propone escursioni a piedi e in kayak, oppure in bicicletta, in inverno con gli sci.
Info: per avere indicazioni ed un’assistenza continua durante il vostro viaggio potete scaricare l’app che fornisce utili suggerimenti su attività, attrazioni, ristoranti e hotel del posto in Norvegia e anche se e dove si verifica l’aurora boreale. Si tratta, senza alcun dubbio, di una utilissima applicazione per pianificare il viaggio.
Corriere della Sera
Nessun commento:
Posta un commento