MUSEI VATICANI (ROMA) - I quattro angeli dalle ali spiegate accanto a quella quinta creatura celeste, immaginata invece in ginocchio. E poi le due imponenti teste dei dottori della Chiesa, Giovanni Crisostomo e Attanasio, con la barba che cresce riccioluta. La grandiosità della Basilica di San Pietro nacque anche da qui, dai sette modelli in terra cruda e paglia che Bernini plasmò e sperimentò, immaginando le creature che sarebbero andate ad animare l'Altare della Cattedra e del SS. Sacramento sotto la cupola della Casa di Pietro. Al tempo modelli per la fusione delle statue in bronzo, quelle"prove" di scultura sono oggi protagoniste di "Giovanni Lorenzo Bernini i suoi modelli", mostra che le svela per la prima volta al pubblico, dopo un lungo e delicato restauro finanziato con il contributo del Capitolo di New York e della signora Lea Romanelli del Patrons of the Arts in The Vatican Museum, fino al 26 febbraio ai Musei Vaticani nella Sala XII (i cui "legittimi" ospiti, da Caravaggio a Guercino sono al momento in prestito a Mosca).
Di proprietà della Fabbrica di San Pietro e dal 1980 nei depositi dei Musei Vaticani, raccontano la vicedirettrice della Pinacoteca, Barbara Jatta, e le restauratrici Alice Baltera e Flavia Callori Di Vignale, le opere "sono state 'liberate' da tutti i materiali apposti negli anni, lasciando però intatte le incrinature naturali dell'asciugatura della creta, che pensiamo possano essersi verificate già sotto gli occhi dello stesso Bernini". E durante la pulitura ecco emergere anche qualche "dono", con le impronte digitali e il "tocco" dei maestri che hanno steso e tirato la creta, ancora lì tra ali e piccole insenature.
In mostra, anche i bozzetti berniniani appartenuti alle collezioni del Cardinale Flavio I Chigi, nipote di Papa Alessandro VII, raffiguranti La Carità, la Verità, Putti alati, Daniele nella fossa dei leoni, Abacuc dell'Angelo, l'Apostolo o profeta che legge un libro.
ansa
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