PALERMO - Sul palco dell’Ariston di Sanremo per 5 giorni si canta, in tutte le sue sfaccettature, l’amore, tema ricorrente dei brani presentati al Festival della canzone italiana dal 1951 a oggi. Eppure tra i grandi cantanti e le nuove proposte ci sono altri argomenti che ricorrono e affascinano. Primo tra tutti il viaggio come metafora della vita. Ecco alcuni brani presentati al Festival di Sanremo che invitano a viaggiare, a evadere e che evocano luoghi lontani, spesso allegorici.
Montagne verdi - Nel 1972 Marcella Bella interpretò il brano Montagne verdi, scritto e composto dal fratello Gianni, classificandosi al settimo posto. Dopo il Festival di Sanremo il successo fu enorme e la canzone, ricca di nostalgia verso le alture di Sicilia, amata terra natia, venne interpretata in diverse lingue. Poi un giorno mi prese il treno l'erba, il prato e quello che era mio scomparivano piano piano; l’interprete vive al Nord ma ripensa alle sue montagne e sogna di tornare a rivederle.
Vado al massimo - Irriverente ed eccentrico, il cantautore Vasco Rossi partecipò al Festival del 1982 con il brano Vado al massimo, arrivando in finale. La canzone era uno sberleffo contro i critici musicali che lo avevano stroncato; eppure il successo fu enorme e le vendite del disco arrivarono alle stelle. Parte della strofa più famosa vado al Messico, voglio andare a vedere se… laggiù masticano tutti foglie intere, venne censurata e cambiata in laggiù vanno tutti a gonfie vele. Un inno a luoghi dove la vita è più spregiudicata.
Vacanze romane - Il brano interpretato al Festival del 1983 da Antonella Ruggiero con i Matia Bazar ricevette il premio della Critica e si aggiudicò il quarto posto in classifica. E’ un grande omaggio a Roma e agli anni Sessanta, tempi d’oro della città, con riferimenti alla Dolce Vita di Federico Fellini e all’omonimo film con Gregory Peck. Dolce vita che te ne vai, sul Lungotevere in festa, concerto di viole e mondanità, profumo tuo di vacanze romane.
Il mondo avrà una grande anima - Verrà un giorno che gli aerei voleranno da soli. Faranno rotta dove vogliono loro. E più niente li potrà fermare. Nessun radar li potrà intercettare. Passeranno i confini del mondo dal Polo fino all’Africa. E’ il brano che Ron interpretò al Festival di Sanremo del 1988, e che si rifà all’episodio di cronaca del clamoroso atterraggio di un giovane tedesco occidentale sulla piazza Rossa di Mosca.
In questa città - Scritto da Pino Daniele e interpretato da Loredana Bertè al Festival del 1991, il brano è una ballata intensa ed emozionante sulla difficoltà di relazionarsi nelle metropoli e del bisogno di evadere. A te piace andare all'estero stare un mese in un igloo… apri adesso le tue ali prova a volare… In questa città la vita è stretta. Grida è ora di cambiare cercando aria pulita.
Strade - Nell’edizione festivaliera del 2000 il gruppo Tiromancino si classificò al secondo posto nella sezione “giovani” con il brano Strade che lanciò la band verso una carriera brillante. Ci sono strade che somigliano alle vite che percorri tutte in un momento. Non sai capire dove sei arrivato ma sei sicuro che ora stai correndo. E’ un inno al viaggio, intimo e di consapevolezza.
Prima di partire per un lungo viaggio - Al Festival di Sanremo del 2003 la canzone, interpretata da Irene Grande e scritta da Vasco Rossi, Gaetano Curreri leader degli Stadio e Roberto Drovandi, si classificò al secondo posto. Il testo invocava la necessità e la semplicità di guardarsi dentro prima di affrontare il viaggio della vita. Non è facile, però, è tutto qui.
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