ROMA - Spiazzante e anticonformista, Annette Messager arriva in Italia per la sua prima mostra personale allestita da domani al 23 aprile negli splendidi spazi di Villa Medici, sede dell'Accademia di Francia a Roma. Esposte 17 opere, alcune appositamente ideate dall'artista per questa rassegna romana, che ripropongono il mondo al femminile della Messager, quel suo sguardo tra familiare e perturbante, fra sogno e incubo, tradotto in sculture e installazioni fatte di tessuti, matite colorate, immagini manipolate, bambole di peluche e animali naturalizzati. Con 'Messager - Messaggera', la direttrice dell'Accademia di Francia a Roma-Villa Medici Muriel Mayette-Holtz ha scelto di inaugurare il nuovo ciclo di esposizioni intitolato 'Une', curato da Chiara Parisi, in cui grandi artiste internazionali porteranno via via nella residenza storica sul Pincio il loro universo creativo. Classe 1943, Leone d'oro alla Biennale di Venezia del 2005, nel 2016 Annette Messager ha vinto il nipponico Praemium Imperiale per la scultura, che però non è l'unico linguaggio di cui si serve per le sue narrazioni oniriche. Anche disegno, pittura, fotografia, scrittura e ricamo diventano gli strumenti attraverso i quali l'artista riflette con ironia sul proprio vissuto.
''Trasformare è per me come giocare. Ma giocare seriamente, come fanno i bambini. E mi considero una bambina molto antica'', spiega l'artista a proposito della sua produzione per introdurre in quel mondo capace di mettere in crisi anche gli stereotipi sull'essere donna più duri a morire. A Villa Medici, Annette Messager ha voluto disegnare un percorso molto originale con l'intento di confrontarsi con gli spazi interni ed esterni della splendida architettura rinascimentale. E se esplorando le rivolte di cui le donne sono protagoniste, le loro paure e fantasie, riesce a mettere in discussione i pregiudizi con lo scopo di convertire i tabù in totem, ecco dunque che Villa Medici si popola di creature che prendono forma dalla sua fervida immaginazione. La celebre Fontana della Loggia è stata invasa da serpenti-giocattolo, mentre nel giardino i cespugli di bosso prendono la forma di curiosi animali e il Mercurio del Giambologna brandisce uno scalpo che oscilla al vento, capelli che rimandano a una femminilità libera e spregiudicata. ''Mi chiamo Messager, certo, ma non rilascio alcun messaggio - ha detto - È lo spettatore a delineare la strada con la propria storia e la propria immaginazione''.
Questa capigliatura, del resto, evoca le azioni dell'artista che negli anni '70 tagliava i suoi lunghi capelli per utilizzarli in disegni, come fossero tentativi di dominare una materia libera e incontrollabile. Nell'Atelier di Balthus, la Messager ha ricoprerto le pareti con una carta costellata da disegni di uteri e da una Gioconda che riporta l'irriverente slogan 'Balthuterus' o 'No God in my uterus'. ''Ho disegnato l'utero - spiega - perché richiama i vasi di fiori, alcuni però, come le orchidee, possono sembrare minacciosi. La donna fa sempre un po' paura. Non va dimenticato che l'isteria deriva dalla parola utero''. Nelle Gallerie interne, c'è l'installazione monumentale 'Eux et Nous, Nous et Eux ' (2000): dal soffitto pendono specchi, sui quali campeggiano diverse specie di animali naturalizzati con protesi di peluche. Al cuore di questa installazione teatrale e inquietante, sorge un'opera poetica come Tutu dansant (2013). Altro riferimento imprescindibile è Pinocchio, cui Annette Messager si è ispirata per l'opera 'Casino' che le è valsa il Leone d'oro alla Biennale. ''Pinocchio è un eroe universale, una metafora dell'uomo. È il bello e il brutto, il lato oscuro e il lato meraviglioso, pieno di fantasia degli esseri umani. Tutti noi lottiamo come burattini manipolati''.
ansa
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