PALERMO - Dai tetti di Parigi che lo hanno reso famoso alla natura e ai paesaggi senza tempo della Sicilia, sulle tracce degli antichi viaggiatori del Settecento che in Italia cercavano il senso del bello tra le rovine del passato, i monumenti greci e romani, i capolavori della pittura e della scultura in una immersione totale nella storia dell' arte da cui uscivano cambiati profondamente. Fabrice Moireau, considerato uno dei maggiori acquarellisti del mondo, ha ripetuto due secoli e mezzo dopo la stessa esperienza spostandosi nell' isola con uno zaino in spalla, pennelli, matite, tavolozza, fogli bianchi e sgabello pieghevole. Il risultato di questo nuovo Grand Tour che lo ha impegnato nell' arco di due anni sono quasi 400 opere, concesse dalla Fondazione Dragotto, esposte a Roma a Palazzo Cipolla dall' 8 maggio al 22 luglio, dopo il successo ottenuto a Palazzo Reale di Palermo. Alla carrellata di lavori dell' artista francese si affianca il racconto di Lorenzo Matassa, magistrato scrittore. Immagini e parole, quindi, sulla scia di quanto fece nel 1787 Johann Wolfgang Goethe durante il suo celebre Viaggio in Italia raccontato con le illustrazioni di Christoph Heinrich Kniep.
In "Sicilia, il Grand Tour", la mostra realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte in collaborazione con la Fondazione Federico II, scorrono scorci suggestivi e angoli nascosti di grande suggestione. Riserve naturali, siti archeologici, le isole minori, e castelli negli acquerelli di Moireau affascinano per l' attenzione al particolare. Il paesaggio prende forma con macchie di colore, tonalità calde e avvolgenti, tagli di luce e ombre di grande effetto. Tra i tanti, colpiscono l' occhio il teatro greco di Taormina, la cattedrale di Monreale descritta con attenzione minuziosa, uno dei templi della Valle di Agrigento, il Santuario di Tindari. Difficile dire quale scenario lo abbia rapito più degli altri. Ammette però che a dargli emozioni particolari è stato il tempio di Segesta, descritto "come una farfalla rimasta poggiata lì da secoli".
"Ho percorso l' isola a zig-zag, incontrando una terra impressionante e affascinante per la bellezza - ha detto il maestro di Blois, 56 anni -. La Sicilia è un piccolo continente con paesaggi e persone straordinarie. I siciliani sono speciali, pensano il mondo in modo filosofico". Moireau si definisce "pittore impressionista, disegno un paesaggio o un soggetto in un momento preciso con quella luce, e anche se sono famoso, lavoro nell' ombra, da solo. Mi sento di un altro secolo". E racconta un aneddoto del suo lavoro sul campo: "A Ispica ero alle prese con una chiesetta rupestre. Un contadino su una vecchia auto si è fermato e mi ha detto: 'Lo sai, qui si è fermato Goethe per fare un disegno. Mi raccomando...".
"Il Mediterraneo è il mare da cui tutto è nato - ha detto Emmanuele Emanuele, presidente onorario della Fondazione Cultura e arte - ha consentito l' osmosi tra le civiltà e il dialogo tra le genti. Sono convito che alla Sicilia debba essere riconosciuto il ruolo di capitale del Mediterraneo". Lorenzo Matassa ha descritto la Sicilia con passione. "Mi sono commosso fino al pianto - ha detto - nel vedere le immagini della mia terra lontana dagli stereotipi di violenza e di morte. In questi acquerelli ritroviamo la capacità di emozionarci. Questa è la terra delle domande, ci costringe ad entrare nel luogo più profondo della nostra anima".
La mostra alterna vedute classiche alla ricerca del dettaglio "parlante". Ecco le case di Sciacca, il duomo di Palermo, la spiaggia di Mondello, la tonnara di Scopello, la riserva dello Zingaro. Poi le facciate scrostate di vecchie case a Gangi, fichi d' india, pomodori secchi, i colori sgargianti di una barca di pescatori nel porto di Palermo che emergono dal foglio bianco in cui il resto della scena è solo tratteggiato a matita. Un richiamo esplicito ai tormenti perenni dell' isola viene dal monumento di Piazza Politeama a Palermo con lo striscione "Lo Stato è più forte della mafia perchè lo Stato siamo noi". Se Fabrice Moireau non dimentica le sue origini e la tradizione dei viaggiatori di un tempo lo si capisce dall' acquerello del portale di Villa Valguarnera: "Stendhal è passato da qui" ha aggiunto a matita nella didascalia.
ansa
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