Il Museo dell'Emigrazione italiana racconta una parte importante della nostra storia e cultura

New York

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I fenomeni migratori sono sempre esistiti. Anzi, sono alla base dell'evoluzione umana. Oggi il tema è ampiamente dibattuto, e occupa molto spazio nell'agenda politica di ogni nazione. In Italia, l'argomento è caldo, caldissimo, e spesso chi si accende particolarmente quando afferma che il fenomeno migratorio verso l'Europa va arrestato, dimentica di discendere da un popolo che è emigrato massicciamente, a più riprese. La storia dell'emigrazione italiana è complessa, e non si dovrebbe dimenticarla tanto facilmente: è per mantenere viva la memoria che in Umbria, a Gualdo Tadino, è nato il Museo Regionale dell'Emigrazione Pietro Conti, luogo espositivo ma anche centro di ricerca. 

Il museo nasce per valorizzare il patrimonio storico, culturale e umano dei grandi esodi migratori nostrani. Dalla fine dell'800 si stima che siano partite ben 27 milioni di persone solo dall'Italia. Siamo stati noi gli 'extracomunitari', gli 'invasori' di Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, e anche di Francia, Svizzera, Germania. E l'integrazione non è sempre stata rose e fiori, anzi. Grazie a coinvolgenti proiezioni video (il museo si avvale dell'esclusivo materiale documentario di Rai Teche e della Radio Televisione della Svizzera Italiana) si può percorrere a ritroso la vicenda di molti nostri antenati.

L'arrivo, il viaggio, la partenza sono raccontati in tre fasi attraverso immagini, documenti e racconti di persone che provenivano da tutte le regioni italiane. Il percorso espositivo è un racconto corale, che parla di addii, nostalgie, difficoltà a mantenere le proprie radici e difficoltà ad inserirsi in un nuovo contesto, tutt'altro che ospitale. Un luogo di memoria, intitolato a Pietro Conti, primo Presidente della Regione dell'Umbria. La popolazione umbra, sebbene nelle prime ondate migratorie partecipasse con numeri trascurabili, arrivò ad essere la settima regione in Italia per partenze tra il 1911 e il 1913. E Gualdo Tadino, insieme ai comuni della fascia dorsale appenninica, è stata protagonista di questa importante vicenda storica e umana.

Secondo la Fondazione Paolo Cresci, che ha messo online una sorta di 'museo virtuale' dell'emigrazione italiana, gli emigrati italiani - considerando una media delle varie ondate - erano prevelentamente originari di Veneto, della Campania, della Sicilia, della Lombardia, del Piemonte e della Calabria. L'eredità degli Italiani emigrati si traduce oggi in numeri piuttosto precisi se si calcolano gli 'oriundi' attualmente presenti nei cinque continenti, ovvero i discendenti degli italiani, che in alcuni paesi costituiscono percentuali altissime della popolazione.

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