AFFITTI BREVI, CELANI A.D. ITALIANWAY; BENE STOP STRETTA MA SERVE CABINA DI REGIA NAZIONALE

L’EXTRA ALBERGHIERO VALE CIRCA 2,5 MILIARDI, MIOPE E CONTROPRODUCENTE PER IL PAESE PENSARE DI AFFOSSARLO.
Celani, AD Italianway e portavoce Associazioni nazionali “Italia Startup” e “Startup Turismo”: “Bene che l’emendamento del PD sia stato ritirato. Pronti ad incontrare il Governo, Sindaci ed Assessori per dimostrare che il nostro modello di sviluppo fa bene al Paese e che gli strumenti per contrastare il nero ci sono già, basterebbe saperli utilizzare”.

Milano, 29 gennaio 2020

“Bene che l’emendamento al dl Milleproroghe presentato dal Pd alla Camera sia stato ritirato, visto che presupponeva che il legislatore nazionale abdicasse al suo ruolo di indirizzo strategico e di vision orientata a far crescere le colonne su cui si regge il PIL Italiano (ed il turismo con il comparto dei cosiddetti affitti brevi che vale circa 2,5 miliardi di euro è una di queste colonne) a vantaggio di sindaci sceriffi, magari sensibili a corporazioni locali, che legifererebbero in maniera difforme uno dall’altro rendendo impossibile a qualsiasi azienda italiana crescere a livello nazionale. Ma ora serve una cabina di regia a livello nazionale. Non si può stressare così il settore”.

Così in una nota Marco Celani, AD Italianway azienda protagonista del settore extra alberghiero italiano che ha chiuso il 2019 con un consuntivo di 15 milioni di euro e portavoce delle Associazioni nazionali “Italia Startup” e “Startup Turismo”.

“Spesso ci si lamenta che in Italia - continua Celani -  non esistano grandi aziende nazionali in grado di contrastare i colossi stranieri che traggono profitto dal turismo giocando in casa nostra: ma come può un’azienda italiana anche di medie dimensioni fare il salto e diventare grande di fronte a principi secondo cui ogni Comune è libero di mettere barriere normative verso gli operatori, magari per tutelare interessi di amici e parenti come avviene soprattutto nei centri più piccoli che sarebbe invece cosa buona aprire al turismo diffuso di qualità anche per diversificare rispetto alle solite Top Destination?

La verità è che se si vuole davvero far volare il settore regolamentandolo in maniera buona al fine di far emergere il nero che ancora oggi c’è, e che avviene quasi tutto off line, e se davvero si vogliono supportare le imprese innovative italiane che ogni giorno lottano per creare ricchezza, occupazione e migliorare le condizioni di vita di tanti per esempio attraverso lo sviluppo di infrastrutture necessarie per l’offerta turistica, serve una cabina di regia nazionale. Il nostro auspicio è che la politica ascolti e tenga conto delle indicazioni preziose di chi lavora in questo settore nel pieno rispetto delle normative vigenti e della fiscalità prevista, producendo reddito per i proprietari che investono sulle loro seconde case inutilizzate, portando in Italia un turismo di qualità che cerca proprio questo tipo di esperienza di soggiorno e non sarebbe attratto in nessun caso dalla ricettività tradizionale.

Così com’era, l’emendamento presentato al Milleproroghe da due esponenti PD si configurava come un vero e proprio attentato alla libertà di impresa nei confronti di aziende che portano turisti, pagano le tasse e producono occupazione e ricchezza sui territori, oltretutto ledendo in maniera incostituzionale il diritto di proprietà della famiglie italiane.

Sbagliato il metodo e sbagliato l’intento: limitare l’esercizio d’impresa affidandosi all’arbitrio dei Comuni non serve a far emergere il nero, tutt’altro lo favorisce. La ricerca condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale sul Turismo del Politecnico di Milano presentata ieri e di cui come Italianway siamo parte attiva ha registrato che il 75% delle prenotazioni nel settore extra alberghiero non passa dal web, quindi non è tracciabile. In altre parole il digitale non è affatto terreno fertile per il nero, tutt’altro”.

Quanto alle accuse ricorrenti verso l’extra alberghiero come causa di overtourism e desertificazione dei centri storici, Celani chiarisce: “Chi fa business strutturato in questo settore lavora con viaggiatori internazionali alto spendenti che portano ricchezza e stimolano i proprietari di seconde case sfitte ed inutilizzate a rimetterle a nuovo, dando respiro all’edilizia e lustro all’urbanistica. I nostri viaggiatori sono cittadini temporanei che sognano un’esperienza di soggiorno all’italiana e per questo sono disposti a spendere immergendosi nella realtà locale che hanno scelto. Cercano case belle, cultura, enogastronomia, lifestyle, itinerari alternativi ai soliti inflazionati e non pizza surgelata da mangiare seduti su qualche scalinata fronte monumento.

Ciò non toglie - continua Celani - che il problema dei grandi flussi esista e che vada regolamentato il fenomeno con una legislazione armonica, omogenea a livello nazionale; ma la cosiddetta desertificazione dei centro storici non si può certo imputare ad un settore come il nostro, sempre più vero traino dell’economia nazionale, bensì alla mancanza di servizi, soprattutto nelle grandi città, con residenti sempre più anziani e senza giovani generazioni cui tramandare la proprietà, per via del costante calo demografico, che preferiscono trasferirsi dove la vita è più facile e costa meno. Certamente non per colpa di un vicino di casa australiano che sta magari trascorrendo il suo anno sabbatico nel Belpaese”.


COS’È ITALIANWAY Italianway (https://www.italianway.house/) è una start up innovativa prop-tech del settore turismo-hospitality fondata da Davide Scarantino e guidata da Marco Celani, AD; conta su un Team di 100 under 30 laureati e plurilingue e ha contrattualizzato finora circa 1000 immobili di cui oltre 700, tra appartamenti, ville e residenze d’epoca in tutta Italia, già prenotabili direttamente dallo stesso portale Italianway.

Gli ultimi bilanci hanno fatto registrare un giro d’affari di oltre 11 milioni e il 2019, anno d’oro per l’azienda, si è chiuso con un consuntivo di 15 milioni di turn over ad un tasso di crescita del +30,6% rispetto al 2018.

Italianway ha mosso i primi passi nel settore turismo-hospitality alla fine del 2014 accogliendo viaggiatori da tutto il mondo nelle seconde case inutilizzate degli italiani, iniziando da Milano. Grazie ad un modello operativo ben strutturato e a un software integrato, sviluppato internamente con circa tre milioni di investimento ed in grado di gestire l’intero processo del vacation rental, Italianway è rapidamente diventata il più grande property manager di Milano. E sul fronte incoming i risultati sono altrettanto brillanti: nell’anno che si è chiuso ltalianway ha accolto in Italia oltre 45mila viaggiatori di 164 Paesi (26mila prenotazioni, 130mila notti vendute) un vero e proprio record reso possibile grazie al suo modello di accoglienza diffusa.

A fine gennaio 2019 ha lanciato il primo franchising italiano del vacation rental attivando in pochi mesi, a partire dalla primavera 2019, oltre 40 destinazioni in tutta Italia, tra borghi, città d’arte, località di mare, di montagna o in collina.

Sempre nel 2019, e come già accaduto nel 2018, Italianway ha ricevuto il secondo certificato di eccellenza dalla Commissione Europea, che riconosce il suo progetto di sviluppo tra i migliori 400 a livello europeo in considerazione della capacità di impatto sui borghi e sulla capacità di attrarre turisti. Italianway si è inoltre aggiudicata la 31esima posizione su 400 nella classifica delle 400 aziende italiane che crescono di più, redatta da Statista in collaborazione con Il Sole 24 Ore. 
fonte: comunicato stampa

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