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Natura & arte: un itinerario tra i musei "en plein air" del Belpaese

 Natura & arte: un itinerario tra i musei "en plein air" del Belpaese

Repubblica Viaggi

Da Todi al Pollino, dal Grossetano alla Val Gardena. Un viaggio alla scoperta dei parchi dedicati alla mostra di opere di scultura o installazioni d'autore. All'insegna della lentezza

"E poi, ho la natura e l’arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più?" Lo diceva Vincent van Gogh, lo penserete anche voi visitando uno dei Parchi en plein air sparsi in tutta Italia che ospitano sculture e installazioni da ammirare in paesaggi d'eccezione. I primi sono nati negli anni Sessanta, ma continuano a spopolare e soprattutto in questo periodo di Covid-19, complice il distanziamento fisico e il clima mite, sono un piacere da girare. Per molti non si paga il biglietto d'ingresso e sono aperti ventiquattro ore su ventiquattro.
 
È un vero e proprio museo a cielo aperto Braida Copetti a Premariacco, a una decina di chilometri da Udine. Un sorprendente Parco Sculture - “braida” in friulano è il podere annesso alla casa colonica con la vigna, i sentieri e gli alberi da frutta - creato di recente, nel 2018, dopo dieci anni di ricerca, grazie all’amore per l’arte di una famiglia di antiquari. Tutto scaturisce da un lavoro di ricerca parallelo all’attività della Galleria d’arte dei Copetti: le opere di grandi dimensioni difficili da tenere in galleria, sono state portate all’aperto. La raccolta muta e si arricchisce di continuo: se una scultura viene venduta non si vede più, ma al suo posto ce ne sarà un'altra, oltre a venticinque sculture che costituiscono la collezione permanente. Si gira tra alberi da frutto, gelsi, carpini, roseti e ciliegi, fermandosi di qua e di là per ammirare le varie opere, vedere da vicino la brillantezza dell’acciaio, cogliere l'incisione di un masso. Ci sono Giacomo Manzù e Mario Negri, ma anche Pinuccio Sciola, l'artista delle pietre sonore, oltre a scultori di fama internazionale come Dušan Džamonja. Fino al 20 settembre, si può godere anche della mostra "Organismi en plein air. Kim Seung Hwan” che espone alcuni lavori dell'artista coreano visibili per la prima volta. In totale ci sono venti opere fatte con diversi materiali (bronzo, pietra, acciaio) e intitolate tutte Organism, tranne i due inediti, lunghi otto metri e larghi quattro: curiosamente e a dispetto della mole si chiamano “nuvole”, Clouds-Organism. Il Parco è sempre aperto su appuntamento (tel. numero 392 5598729) con accesso gratuito.
 

Il Giardino di Kränzelhof, a Cermes, in Alto Adige, è un luogo speciale in cui natura e creatività umana si incontrano, un posto dalla particolare atmosfera in cui vivere la sorpresa e l’inatteso, verso cui l’animo umano è naturalmente ricettivo. A volerlo il Conte Franz Von Pfeil, proprietario della tenuta vinicola Kränzel, una personalità piuttosto riservata e culturalmente rappresentativa, testimone vivente del fermento creativo di questa zona (siamo nei dintorni di Lana) e amante dell’arte e della natura. Ha deciso di dedicare due degli ettari che erano destinati alla tenuta vinicola per realizzare un suo sogno personale: la creazione di un giardino, in continua evoluzione, aperto a ogni nuova idea. La sua volontà è che ciascun visitatore possa dare una libera interpretazione delle parti di cui è costituito il giardino e che possa anche trovare una direzione da seguire, un’ispirazione per la propria vita. Ogni angolo offre un’esperienza particolare. Così in questo ampio spazio si alternano installazioni e sculture di artisti contemporanei (Elisabeth Pfeil; Leonard Schlögel, Sigi Geiser, Gianluca Ranzi solo per fare qualche nome) a un laghetto e una grotta, oltre a terrazze e labirinti, uno a spirale e un altro fatto di viti al suo centro. Qui il vento suona la sua musica. Diverse campane risuonano in diverse note. Numerosi sentieri, lastricati e non, collegano tutte queste parti fra di loro. In totale sono sette i giardini: il giardino Labirinto che vorrebbe ricordare un cervello umano, il giardino della Fiducia, il Teatro, il giardino della Sensualità, il giardino dell’Amore, il prato delle Feste e il giardino Ying e Yang. E poi si può fare una sosta golosa all'annesso ristorante Miil che si basa sulla realizzazione di un altro sogno del Conte: assomigliare a un’astronave aliena, per degustare sapori mai sentiti prima. Con ingresso a pagamento, è visitabile fino a fine novembre tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.
 
Il Parco di Beverly Pepper è un'altra esperienza da vivere: un'immensa area verde, incastonata nel centro storico del borgo umbro di Todi, nella quale è stato costruito un percorso artistico-naturalistico, che permette di godere dell'interazione fra genio creativo, contesto urbano e panorami sul paesaggio circostante. Sedici grandi sculture distribuite su due ettari, con vari materiali dal ferro all'acciaio inox, passando per la pietra. A ideare il Parco era stata la celebre artista statunitense, scomparsa il 5 febbraio scorso all'età di 97 anni. Dal 1972 Beverly Pepper aveva fatto di Todi la sua seconda patria, sede di vita e lavoro. Per questo ha voluto donare alla cittadinanza alcune delle sue opere. Lei personalmente ha costruito il percorso di visita e deciso dove collocare le sculture, dopo uno studio approfondito sulle visuali e sulla situazione orografica, fedele al concetto base della ricerca dell'artista: il rapporto tra opera d'arte e luogo di fruizione. La grande area verde nella quale si sviluppa il parco congiunge due importanti punti della città: il Tempio rinascimentale di Santa Maria della Consolazione e la chiesa di San Fortunato, passando per la Rocca, punto più elevato del centro storico di Todi. Tra le opere esposte, alcune di quelle che più hanno contribuito a fare di Beverly Pepper una delle scultrici contemporanee più note in tutto il mondo, come le due San Martino Altars (1993) e la riedizione delle Todi Columns, quattro sculture monumentali alte dagli 8 ai 12 metri, che nel 1979 erano state collocate al centro della tuderte Piazza del Popolo. Accesso libero, con anche visite guidate gratuite (tel. 346 5147236; fondazioneprogettibeverlypepper.com).
 

Natura & arte: un itinerario tra i musei "en plein air" del Belpaese

Parco Todi Fondazione Beverly Peper

È un piccolo Paradiso il giardino di Daniel Spoerri vicino a Seggiano (Grosseto), un paesino maremmano sulle pendici del Monte Amiata, del resto nelle mappe antiche questo luogo era denominato "Paradiso", forse per il clima mite che favorisce una vegetazione rigogliosa di numerose specie. Voluto dall'artista svizzero Daniel Spoerri negli anni Novanta, ospita centotredici installazioni di cinquantacinque artisti su un territorio vasto circa sedici ettari, ricchi di bosco, macchia mediterranea ed olivi. Alcune sono nascoste all’ombra di fitti boschetti, come "Il Galletto e la Mantide irreligiosa" di Daniel Spoerri; altre attirano lo sguardo da lontano, come l’olivo parzialmente dorato di Dani Karavan ("Adamo ed Eva").  Altre opere si confrontano con la mitologia ("Venere e Davide tra i respingenti" di Pavel Schmidt), o richiamano l’astrologia (l’intera opera astrologica di Eva Aeppli). Le opere più curiose sono l’installazione "Dies Irae" di Oliver Estoppey con tre suonatori di tamburo e ben centosessanta oche in cemento e il "Sentiero murato labintiforme" dello stesso Spoerri. Non manca la presenza delle opere interattive, per esempio la scultura sonora di J. R. Soto e l’installazione in bronzo "Chambre No.13" che affascina e riesce a confondere i sensi.
Il giardino, con ingresso a pagamento, è aperto dal giovedì alla domenica, dalle 10.30 alle 1730.
 
Nel Parco del Pollino in Basilicata, grazie al progetto Arte Pollino ci si può immergere in un vasto patrimonio artistico permanente, con opere realizzate da artisti di fama mondiale. Da non perdere la RB Ride dell'artista tedesco Carsten Höller, una “giostra” colorata con seggiolini che girano in cerchio e allo stesso tempo si inclinano verso il suolo, composta da dodici navicelle con dodici braccia e posizionata quasi a strapiombo su una collina. Ci si può anche salire per ammirare il panorama circostante e  rappresenta uno strumento per recuperare il valore del tempo, della riflessione e della contemplazione. Tra le altre opere il "Teatro vegetale" di Giuseppe Penone nel quale la natura è protagonista assoluta: ha la forma di un cerchio dal diametro di 125 m, fatto di elementi naturali, alberi, cespugli, pietre. Ancora "Earth Cinema" di Anish Kapoor, un taglio scavato nella terra (45 m di lunghezza), in cui si può entrare dai due lati. All’interno una lunga feritoia permette di “vedere” il paesaggio, sentendosi parte di esso. L’opera apre un nuovo punto di vista artistico sul territorio, invitando lo spettatore a osservarlo dal di dentro.
 

Natura & arte: un itinerario tra i musei "en plein air" del Belpaese

Biennale Gherdëina

Infine, ci sono eventi che permettono di stare all'aria aperta e di vivere l'arte a trecentosessanta gradi come la biennale Gherdëina, curata da Adam Budak di Praga, in corso fino al 20 ottobre, che si tiene in Val Gardena, nel cuore delle “montagne pallide” delle Dolomiti, e in vari altri luoghi della città di Ortisei, tra cui l’Hotel Ladina ormai dismesso. L'edizione porta il titolo “– a breath? a name? – the ways of worldmaking” (“– un respiro? un nome? modi di fare il mondo”), e vede una significativa svolta poetica nei confronti delle esigenze vitali fondamentali dell’interazione umana, quali l’atto del respirare e la volontà di dare un nome agli oggetti. In programma workshop, artist talk, conferenze con un focus sulla resilienza che cultura e natura garantiscono.

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