Gli studenti hanno lavorato alternandosi tra le aule dell’Università e la sede della ong alla Giudecca a Venezia, dove hanno prima inventato, poi materialmente costruito una serie di giochi da tavolo didattici. Non prima di avere consultato documenti, fatto ricerche, letto libri, interrogato gli operatori, per conoscere le storie di chi scappa dalla guerra, dalla siccità, dalla povertà. Rischiando tutto nella traversata del Sahara, del Mediterraneo o dei Balcani.
Il risultato del corso sono questi “giochi da tavolo umanitari”, ora in mostra nella sede di Emergency di Venezia in una esposizione intitolata The Game. “Il gioco” infatti è il nome in gergo con cui molti migranti chiamano con amara ironia il tentativo di superare i confini evitando sofferenze, respingimenti, violenze. Una coincidenza semantica troppo significativa per non essere sottolineata. E chi partecipa alla mostra si deve infatti mettere in gioco e immedesimare in situazioni anche drammatiche, non sempre facili da descrivere a parole.
Tabelloni, pedine, segnaposto, carte: tutti gli elementi classici dei giochi di società sono usati per un percorso ludico che informa, insegna, istruisce. Come ad esempio Denied, sui diritti negati in Afghanistan, con i ritratti delle donne sulle carte da gioco che via via diventano sfocati quando le imposizioni dei talebani cancellano le identità. Fai qualcosa si dipana nel labirinto della rotta balcanica, e si diventa profughi siriani in fuga attraverso Turchia, Grecia, Bosnia-Erzegovina, puntando all’Italia e all’Europa. The Jungle è ambientato in un campo profughi, mentre in Scandalosamente bello si deve riuscire a costruire l’ospedale di chirurgia pediatrica di Entebbe in Uganda. Drago-muro racconta l'odissea dei profughi con gli occhi dei bambini. Oggi sono prototipi, bozzetti, pezzi unici, domani chissà: magari qualcuno potrebbe entrare nel catalogo di qualche azienda di giochi di società.
Ad ambientare la mostra è un allestimento con materiali di recupero - sacchi di juta, tubi di cartone – per una ambientazione evocativa dei luoghi rappresentati nei giochi. Materiali di scarto, in risonanza con gli esseri umani respinti da Fortezza Europa come “scarti umani”. Il percorso è reso suggestivo da suoni - rumori di boschi e acqua alternati a voci umane – che aiutano a immedesimarsi nelle situazioni oggetto dei giochi, che descrivono anche i contesti in cui Emergency opera e allo stesso tempo l’idea di cura e uguaglianza promossa della ong.
La mostra sarà aperta fino al 30 marzo 2023, dal mercoledì al venerdì, dalle 11.00 alle 16.00. Per concordare visite in altri giorni e orari: infovenice@emergency.it
avvenire.it
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