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La Biennale sbarca on line con Google Cultural Institute. Grazie a partnership visitabile da oggi e anche dopo la chiusura

di Cinzia Conti

Guardare una delle oltre 4.000 opere esposte alla Biennale, scrutare le aree espositive interne ed esterne dei Giardini e dell'Arsenale, poi discuterne con amici e conoscenti e creare gallerie personalizzate da mostrare agli altri. Tutto questo non dalla Laguna ma sdraiati nella propria poltrona, oppure viaggiando o ancora passeggiando per strada da proprio cellulare. Ed essere assaliti non dall'intenzione di "saltare" la visita a Venezia ma piuttosto di organizzare un bel viaggio per vederla dal vivo, dopo esserne stati folgorati via web. Accade da oggi grazie alla partnership tra la Biennale e il Google Cultural Institute che mette on line che la mostra internazionale e le mostre di 80 Paesi in 70 padiglioni nazionali.

Su g.co/biennalearte2015 e www.labiennale.org/it/arte/esposizione2015-online/ e grazie anche ad un'app per dispositivi mobili scaricabile da Google Play sarà possibile sfogliare le opere esposte, fare tour virtuali attraverso Google Cardboard, visitare le sale grazie a più di 80 immagini Street View.

"E' un'operazione che consente di tenere viva la Biennale - dice il ministro Dario Franceschini alla presentazione del progetto presso il Mibact del progetto - anche quando è finita e questo finora non era mai capitato, se non all'interno delle pagine di un catalogo. La Biennale è un eccellenza non solo nella storia ma anche nell'innovazione". Franceschini aggiunge: "Quest'operazione consente di capire se questo tipo di collaborazioni moltiplicano, come io credo, i visitatori o invece rallentano, come sostiene qualcuno, il numero degli accessi. Ma io sono convinto che l'arte si apprezza e la si vede direttamente e io penso che anche quelle offerte dal web siano tutte occasioni per far venire la voglia di organizzare un viaggio".

"Quest'accordo che realizziamo con Google - dice il presidente Paolo Baratta - è un primo esperimento importante, e credo che possa avere sviluppi futuri per alcuni aspetti ancora imprevedibili. L'intera mostra sarà on line in modo gratuito. Non è l'accordo tra il diavolo e l'acqua santa, perché la minaccia della tecnologia diventa un'opportunità se non si è ospiti ma partner".

"Abbiamo digitalizzato - dice Amit Sood, direttore del Google Cultural Institute - non solo le bellissime storie della Biennale ma anche gli spazi per renderle accessibili a tutti e democratizzarle. Ma questo ovviamente non sostituirà certo il godimento della visita fisica alla mostra. Lavorando con il Google Institute con oltre 60 Paesi posso dirvi che l'Italia non è troppo indietro rispetto alle nuove tecnologie e soprattutto si respira una nuova energia e una spinta a livello di istituzioni culturali negli ultimi 6-8 mesi. C'è voglia di impegnarsi, fare qualcosa e correre rischi e di accogliere quello che è il nuovo ed è per questo che abbiamo deciso di concentrare le nostre risorse".
ansa