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Siracusa: l’anno Luciano entra nel vivo































“Noi siamo fieri di Santa Lucia! E siamo certi che, come intercede per la Chiesa e per il mondo, è particolarmente vicina a noi siracusani. Santa Lucia ha vissuto a Siracusa, conosce la nostra Chiesa e la nostra città e la nostra Sicilia”. Mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa, nella lettera pastorale di apertura dell’anno luciano “In luce ambulamus”, così descrive il particolare rapporto che lega la città di Siracusa e Santa Lucia.

Un legame antico che si rinnova ogni anno nella festa del 13 dicembre e nella presenza di tante persone nelle strade della città lungo l’antico percorso processionale che dalla Cattedrale, in Piazza Duomo nel cuore di Ortigia dove è custodito il Simulacro argenteo, giunge a Piazza Santa Lucia nel luogo dove, secondo la tradizione, Lucia venne uccisa e sepolta e che, quest’anno, trova un forte momento di condivisione con la presenza del corpo che arriva il 14 dicembre da Venezia per la terza volta in vent’anni dopo 965 anni di assenza.

Un sepolcro vuoto ha accompagnato per lunghi secoli la devozione dei siracusani che troverà, nei giorni compresi tra il 14 ed il 26 dicembre, nuove emozioni ma soprattutto nuovi approfondimenti sulla testimonianza e sul martirio di Santa Lucia che mantiene, nonostante sono trascorsi 1720 anni, freschezza, originalità ed attualità.

Non esiste tempo per la testimonianza di libertà e coraggio di Lucia che diventa, per ogni siracusano, simbolo di riconciliazione.

Sarausana je, Siracusana è, risuona come invocazione nelle strade della città al suo passaggio ed in ogni momento devozionale come segno identitario di una comunità che vede la luce di Lucia come luce che riconosce il Signore vero ed unico maestro e che cerca di seguire con coerenza la Sua parola.

La peregrinatio delle Reliquie di Lucia per l’intero anno luciano, dai piccoli paesi di montagna sino alle grandi città, segna i passi di un cammino e di una attesa accanto a momenti di studio e approfondimento delle origini del culto, dei documenti storici, delle forme artistiche e dei luoghi luciani ad ulteriore dimostrazione che la pietà popolare non deve ritenersi manifestazione di mero folklore ma autentica espressione comunitaria che riesce a comunicare valori da custodire con il linguaggio ed i tempi della contemporaneità.

Il corpo di Santa Lucia visiterà, in continuità ad una devozione comune, la città di Carlentini e Belpasso, dove è Patrona da oltre 400 anni, e la città di Catania dove, il 5 febbraio del 301, sul sepolcro di S. Agata dopo la guarigione della madre, manifesta il si incondizionato ed assoluto a Cristo.

Agata e Lucia, due donne che non hanno avuto paura a sfidare il loro tempo, che sono state oltraggiate, anche nel loro corpo, prima di essere uccise ma che hanno dimostrato coerenza con i valori nei quali credevano e rappresentano, per il mondo contemporaneo, esempi veri e vivi di libertà, di bellezza e di luce. In luce ambulamus diventa, come per Lucia ed Agata, progetto di vita.

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