Giro di vite in Vaticano per chi, complice la calda estate, veste in modo succinto: da oggi non è più possibile entrare nel territorio di Città del Vaticano vestendo pantaloncini corti e canottiere. A tutti coloro che lo fanno verrà richiesto di potersi coprire prima di accedere nei confini dello stato più piccolo del mondo. Il divieto veniva in precedenza applicato solamente all'ingresso nella Basilica di San Pietro, ma le guardie che si trovano nei punti principali di ingresso di Città del Vaticano, compresi i Musei Vaticani stanno da oggi intervenendo segnalando tutti quelli che accedono con abbigliamento inappropriato. Molti che si presentano con abbigliamento idoneo a passeggiare per le vie di Roma si ritrovano invece respinti all'ingresso del Vaticano.
Il nuovo decreto, in particolare sembra volto a “colpire” coloro che utilizzano shorts e abbigliamento che lasci le spalle nude, e sta costringendo numerosi turisti ad arrancare alla ricerca di negozi per comprare scialli, sciarpe e paia di pantaloni più idonei al superamento del “blocco di frontiera”. L'Impudico abbigliamento era stato specificatamente escluso da San Pietro per decenni ed i funzionari del Vaticano sono particolarmente allenati nell'individuare gli abbigliamenti inappropriati tra il grande flusso di fedeli e visitatori che acce nella Città del Vaticano. C'è comunque un po' di malumore tra gli abitanti della zona intorno al Vaticano, dato che anche solo per accedere in farmacia, ufficio postale è ora richiesto un abbigliamento più formale, e molti romani sono rimasti sconcertati da questo giro di vite a reprimere alcune forme di abbigliamento estivo.
ilturista.info
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Sorpresa: tra le Eolie e la costa calabra c’è il ventinovesimo vulcano italiano
Non ha ancora un nome, ma in compenso ha una storia lunga centinaia di migliaia d’anni, durante i quali ha fatto la sua comparsa a largo di Capo Vaticano, in provincia di Vibo Valentia, e oggi, silente e sommerso dal mare, sta spingendo gli studiosi a formulare nuove ipotesi scientifiche. È il ventinovesimo vulcano italiano, scoperto dall’Università della Calabria e dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
Assolutamente inoffensivo, e dalla forma oblunga, l’ultimo arrivato potrebbe in futuro riservare importanti sorprese alla regione. A cominciare dai suoi ricchi giacimenti di manganese, un metallo insostituibile in alcune produzioni siderurgiche, e che solitamente abbonda negli abissi oceanici dove, però, è difficile e costoso estrarlo.
Qui, a 120 metri soltanto dal pelo dell’acqua, gli studiosi sono ottimisti su un suo possibile impiego nei prossimi anni. Fondi permettendo, ovviamente: per continuare a studiare il vulcano servono, infatti, risorse. Ma se non dovessero arrivare, il rischio è che l’intera ricerca sia portata all’estero. E speriamo proprio non vada così. (V. D.)
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