Nell’ambito dei lavori in corso a Termini Imerese all’interno della Chiesa di Santa Maria della Misericordia,
per la sistemazione dei nuovi spazi museali del locale Museo Civico
dedicato a “Baldassare Romano” – progetto dei lavori di restauro della
chiesa realizzato dall’Ufficio Tecnico del Comune, diretto da Loredana
Filippone e di cui rup è Pietro La Tona e dl Antonio Callari -, la
Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo ha realizzato uno scavo
archeologico che ha dato modo di mettere in luce manufatti di grande
interesse che certamente arricchiranno il quadro delle conoscenze
dell’archeologia urbana termitana.
La sinergia tra le varie Unità Operative, caratteristica delle Soprintendenze siciliane,
infatti, ha consentito di prevedere, all’interno dei lavori di
consolidamento e recupero strutturale della chiesa, un intervento di
scavo archeologico, poichè l’edificio monumentale, come è noto, ricade
in una parte molto importante della città, in prossimità di un’area
destinata a spazi e a edifici pubblici fin dal IV sec. a.C., poco dopo
la fondazione della città.
Lo scavo archeologico ha consentito di mettere in luce interessanti dati legati alla storia della chiesa e in particolare il rinvenimento di una lastra databile all’inizio dell’età moderna che reca una interessantissima ricostruzione con la pesca del tonno,
attività marinara che da sempre ha costituito una fonte primaria di
approvvigionamento alimentare e di ricchezza commerciale per la Sicilia.
La lapide funeraria, rinvenuta all’interno dell’edificio, nei pressi
dell’abside, reca incisa una scena nella quale sono rappresentate, in
modo ancora vivido le fasi della pesca e della lavorazione del tonno,
compreso il momento della tradizionale “mattanza”.
La lapide era stata riutilizzata come copertura di una delle numerose cripte
che si sono rinvenute all’interno della chiesa. La scena è resa a
incisione; all’interno di un complesso sistema di reti da pesca
collegate tra di loro e sostenute da galleggianti (?) semilunati, si
muovono barche e tonni di varie dimensioni, oltre a figure umane
realizzate schematicamente ma tratteggiate con sicurezza e vivacità.
Tuttavia, forse la parte più interessante della scena si trova nella
parte inferiore della lastra, dove sono illustrate la varie fasi della
lavorazione del pescato: da sinistra a destra, infatti, si individuano
il momento della pulizia e della scolatura dei tonni, appesi
ordinatamente a testa in giù nei locali della tonnara e quindi preparati
per la conservazione. Sembra sovraintendere le operazioni di pesca e di
lavorazione un personaggio posto in una posizione di rilievo,
all’interno di un piccolo edificio fortificato rappresentato con i
particolari architettonici (cupole, guglie, finestre, portali) ben
caratterizzati.
Potrebbe trattarsi del Rais citato nell’interessante iscrizione in latino tardo,
dove sono riportati il suo nome, quello dei figli e la data della
morte. La pesca del tonno, come è noto, è una delle attività
tradizionali e millenarie della marineria della Sicilia: a titolo di
esempio, si vuole ricordare l’interessante cratere siceliota a figure
rosse, vanto del Museo Mandralisca di Cefalù, nel quale è rappresentato
un banco di vendita al dettaglio delle carni del rinomato pesce; senza
dimenticare il fatto che, fino a qualche anno addietro, la mattanza dei
tonni era uno spettacolo, bello e violento, che attirava il turista
interessato alle suggestioni etnografiche dell’isola.
L‘intervento di scavo – realizzato dagli archeologi della Soprintendenza Stefano Vassallo e Monica Chiovaro,
con la collaborazione in cantiere della Cooperativa archeologica
R-Evolution e in particolare di Giusi Scopelliti – ha in questo modo
dato la possibilità di mettere in luce una nuova testimonianza della
tradizionale pesca del tonno che, in base a un’analisi preliminare dei
dati, risale alla seconda metà del XVI secolo e conferma l’importanza
degli interventi di archeologia urbana, che pur tra molte difficoltà, la
Soprintendenza di Palermo – diretta da Marilena Volpes –, in stretta
collaborazione con le Amministrazioni Comunali, ritiene valga la pena di
attivare soprattutto in siti pluristratificati come la città di Termini
Imerese.
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