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Nel nuovo mondo wireless con il clone IA di Marconi. A Via Asiago una mostra celebra il genio inventore


L'appello di D'Annunzio per la questione fiumana trasmesso via radio dal panfilo Elettra, sul quale Guglielmo Marconi era arrivato a Fiume mandato però dal governo italiano per convincere il Vate a rinunciare alla sua impresa. E poi il primo "silent party" della storia, avvenuto sul ponte della nave, con i ballerini che danzavano in cuffia ascoltando in mezzo al mare la voce del soprano Melba. O ancora il primo esperimento di "wireless" quando l'inventore accese da Genova le luci di Sidney o il primo di navigazione alla cieca, tramite le micro-onde, con cui l'inventore della radio, memore del disastro del Titanic, pose le basi per la nascita del radar. Sono alcuni dei frutti del genio inventore della radio che si scoprono alla mostra "Guglielmo Marconi. Prove di Trasmissione", inaugurata dalla Rai in via Asiago, la "casa" del genio della radio. E dove ad accompagnare il visitatore è lo stesso Marconi, ricostruito digitalmente grazie all'intelligenza artificiale. Grazie al materiale audio e fotografico d'archivio e alle tecnologie deep fake e voice cloning, è infatti il volto dell'inventore con la sua mimica facciale, ma anche la sua parlata e il suo timbro vocale, che conduce lo spettatore alla scoperta di quello che è stato il nuovo mondo in versione "wirless". Senza il quale non ci sarebbero non solo la radio e la tv ma neppure "gli attuali smartphone, il Gps i satelliti, internet, il radio soccorso o le comunicazioni con le navi, gli aerei e le sonde spaziali e in cui non avremmo esplorato la luna o marte" ci dice il clone di Marconi che dedica le sue invenzioni alla "passione, dedizione, perseveranza grazie alla quale semplici essere umani riescono talvolta a cambiare il mondo e la storia dell'umanità". Promossa dalla Rai nel 150/o anniversario dalla nascita del pioniere delle telecomunicazioni e in concomitanza con i 70 anni dalla nascita della televisione e i 100 anni della radio, la mostra, patrocinata dal ministero della Cultura e visitabile dal 4 maggio prenotandosi sul sito del Fai, è nel Palazzo della Radio di Via Asiago, il luogo dal quale sono partite le onde di trasmissione radio che hanno portato informazione e intrattenimento in tutto il Paese. E dove è conservata anche quella che fu la scrivania di Marconi, che per anni lavorò in quel palazzo e ne percorse i corridoi. La mostra si focalizza, in particolare, sul periodo che va dai primi anni Venti alla prima metà degli anni Trenta, prima della scomparsa di Marconi, ovvero sugli esperimenti e sui viaggi che egli fece a bordo della fidatissima nave-laboratorio Elettra. "La storia è fatta di snodi che le consentono di cambiare direzione e Marconi è stato uno di questi. E l'ha fatto facendosi anche portatore di una visione etica della scienza e del progresso, con l'ottimismo e la speranza nel futuro" ha detto il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, inaugurando l'esposizione assieme, tra gli altri, al nipote dell'inventore, il principe Guglielmo Giovannelli Marconi ed Umberto Broccoli.
ansa.it