di Ida Bini
E’ inaspettata l’accoglienza di Palma, la capitale della maggiore
delle Baleari, famosa per la sua industria delle vacanze e buen retiro
di tedeschi e nord europei: musei, fondazioni, gallerie, laboratori e
centri creativi invadono strade e parchi, viali e i vicoli intorno alla
centralissima e magnetica cattedrale gotica e contagiano la vita dei
borghi e dei villaggi sparsi sull’isola. Mentre scemano i turisti estivi
della movida, dei trekking e delle corse alle spiagge caraibiche che
ricoprono Maiorca, arrivano i vacanzieri dei soggiorni brevi e
tranquilli, gli amanti dell’arte e del buon cibo e gli escursionisti
delle passeggiate in una natura che non conosce inverno.
La concentrazione di monumenti, castelli, chiese, edifici storici,
centri di cultura e gallerie d’arte è sorprendente – si contano più di
100 siti visitabili - quasi da far invidia alle grandi capitali del
mondo: ovunque si respira creatività e arte, innovazione e libertà
d’espressione. La stessa che provarono durante la dittatura franchista
intellettuali e artisti, attratti da quel senso di emancipazione che si
respirava sull’isola: nei borghi di Deià, Valldemossa e Pollença si
rifugiarono poeti e scrittori come l’inglese Robert Graves e l’argentino
Gabriel García Marquez e pittori da tutta Europa, attratti dalla luce e
dai colori di Maiorca, che regala scorci e paesaggi da mozzare il
fiato.
Il primo a organizzare una mostra pittorica fu Josep Pinya, che fondò
nel 1969 la galleria Pelaires: chiamò tutti i maggiori colleghi invisi
al regime, da Mirò a Tàpies, da Barcelò a Calder, e li convinse a
esporre le proprie tele e sculture. Le stesse che oggi ritroviamo nei
giardini, nei palazzi e nelle gallerie di Palma. L’elenco dei musei in
città è lungo ma meritano un’attenta visita Es Baluard, il museo d’arte
contemporanea, edificio lineare dalle grandi vetrate e dalla
spettacolare vista sulla baia tra le mura rinascimentali del bastione di
Sant Pere, che circondano la città; oltre alle mostre temporanee e agli
spazi dedicati a quei giovani artisti che desiderano farsi conoscere,
dal 2004 sono esposte opere di Picasso, Mirò, Calder e Barcelò. E’ uno
spazio molto ambito anche quello di Casal Solleric, allestito in un
edificio del 1770 con un cortile maestoso in pietra e una scalinata con
stucchi che fanno da contraltare alle mostre moderne e contemporanee dei
suoi saloni.
Non lontano l’ex Grand Hotel, palazzo modernista di Domènech i
Montaner, allievo di Gaudì, è stato trasformato nel Caixa Forum Palma,
che ospita su 5 piani la collezione privata del pittore catalano Anglada
i Camarasa, che visse sull’isola, alcune mostre fotografiche, una
libreria specializzata in volumi d’arte e una caffetteria. Anche Joan
Mirò, uno degli artisti più interessanti del secolo scorso, contribuì ad
arricchire l’isola di nuovi artisti e scelse di viverci dal 1956 fino
al 1983, anno della sua morte, affidando all’architetto Josep Lluìs
Sert, collaboratore di Le Corbusier, la realizzazione del suo studio.
Oggi l’atelier e l’abitazione fanno parte della Fundaciò Pilar i Joan
Mirò, museo inserito in un edificio a forma di stella progettato da
Rafael Moneo, dove sono esposte le opere del celebre artista catalano.
La Fondazione – con ingresso gratuito di sabato - ospita anche un
giardino botanico con sculture di Mirò e il laboratorio vista baia con
graffiti sui muri e pennelli sul pavimento, dove sembra che l’artista di
Barcellona stia ancora dipingendo le sue tele.
Maiorca non è solo sinonimo di creatività: ogni villaggio e ogni
angolo della capitale sono imperniati di storia e di testimonianze di
dominazioni, dai primissimi conquistatori Romani al dominio degli Arabi e
alle conquiste dei pirati berberi fino ai possedimenti dei vicini
catalani. Al sovrano Jaime I si devono la fine del dominio musulmano e
la costruzione dei più bei monumenti di Palma che si affacciano sul
porto; come la cattedrale, la Seu, maestosa chiesa gotica eretta su
un’antica moschea con altissime volte, il rosone gotico a vetri colorati
più grande del mondo, il famoso baldacchino in ferro battuto di Antonio
Gaudí e l’originale cappella del Santissimo Sacramento, dipinta da
Miquel Barcelò. Dentro le mura del XVIII secolo, che difesero la città
da pirati e corsari, sorge il centro storico dove si susseguono chiese
antiche, palazzi come quello reale dell’Almudaina, dimore nobiliari dai
famosi cortili e alcuni mulini a vento, uno dei quali trasformato in
museo. Fuori le mura, a dominare il centro abitato, Jaime I fece
costruire il Castell de Bellver, il più grande maniero gotico a pianta
circolare d’Europa: maestoso, sorge in cima a una collina alberata da
cui si gode la splendida vista sulla baia di Palma.
Tornando in città merita una visita un altro luogo importante per
i maiorchini, un tempio ricco di creatività e convivialità: il nuovo
mercato gastronomico di San Juan, che sorge in un enorme edificio
modernista, trasformato in un mercato dove si fanno acquisti e
soprattutto dove ci si delizia con le prelibatezze gastronomiche locali e
nazionali. Seguendo la tendenza di molte capitali e città che sfruttano
gli ampi spazi per creare mercati come ristoranti, anche Palma ha
creato il suo spazio, annesso a un cinema, al centro di cultura
S’Escorxador, e a uno spazio per gli show cooking e altri eventi legati
al cibo. In effetti il cibo maiorchino meriterebbe da solo un viaggio:
verdure, formaggi, pesce, crostacei e dolci a base di mandorle e miele –
le gustose ensaïmadas –insaccati, le sobresadas, ottime carni e la
paella con gli spaghetti, la fideuà; e anche l’ottimo vino che si
produce dai vitigni della fertile campagna isolana. Per provare tutte
queste delizie c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre all’ottimo
mercato di San Juan e a quello più piccolo e informale di Santa
Catalina, si può pranzare al ristorante Taronja Negre Mar per deliziarsi
con piatti innovativi proprio davanti al Club de Mar, il porto di
Palma; oppure, in pieno centro storico, al Bon Lloc, il primo ristorante
vegetariano e vegano di Palma, dove a ricevere i turisti italiani c’è
Andrea, giovane sous-chef del locale. Si può anche scegliere di pranzare
– o cenare – al ristorante Es Baluard Restaurant & Lounge, il
locale del museo d’arte contemporanea, con una magnifica vista sulla
baia.
Palma di Maiorca è una città che si gira facilmente a piedi o con
comodi autobus, ma c’è un modo ancor più semplice e divertente di
spostarsi, soprattutto se si vuole vedere tutto il lungomare e magari
salire fino al castello: noleggiare una bici elettrica al civico 15 di
avinguda de Joan Mirò o sul sito www.portbikemallorca.com e
seguire le piste ciclabili o i diversi itinerari turistici organizzati
su misura. E’ anche un modo per girare l’isola stessa, spostarsi verso
nord e scoprire altri borghi, altre bellezze e altre storie. E’
sufficiente un’ora di autobus o un paio d’ore di bici elettrica o di
treno, quello storico a scartamento ridotto, per recarsi a nord, verso
la Serra de Tramuntana, patrimonio Unesco per i suoi paesaggi selvaggi
plasmati dall’uomo, e scoprire borghi incantevoli, punti panoramici
mozzafiato e una campagna fertile, dove abbondano colline ricoperte di
mandorli, che qui fioriscono già a gennaio, aranceti, carrubi e uliveti.
La Serra, che sale dal mare fino a 1.500 metri d’altezza, è il
paradiso di chi ama fare trekking e arrampicate su canyon e costoni
pietrosi ma è anche la destinazione per chi vuole visitare Sóller e i
suoi edifici modernisti e magari salire a bordo del trenino turistico
che parte dalla stazione che ospita opere di Picasso e Mirò e arrivare
al suo incantevole porto per una caldereta di langosta, una zuppa
d’aragosta, comodamente seduti al sole. Lungo la strada panoramica che
regala luoghi unici come il belvedere di Son Marroig, indimenticabile al
tramonto, si attraversano i borghi di Deià e Valldemossa: bellissimi
villaggi che confermano che un tempo si costruivano abitazioni
rispettando il paesaggio. Entrambi i borghi furono il rifugio di tanti
artisti e pittori, molti dei quali ancora vivono negli laboratori
scavati nella roccia gialla. Vi arrivarono Jorge Luis Borges, Gabriel
Garcia Marquez e George Sand con il suo giovane amante Frédéric Chopin
che abitarono nel monastero certosino del 1600 di Valldemossa e dove il
musicista cominciò a comporre i famosi preludi. Sono luoghi che
incantano e che rispettano la privacy, allora come oggi; non è un caso
che siano scelti da celebrities come Jack Nicholson, Mick Jagger, Mark
Knopfler, Richard Branson e Michael Douglas con la moglie Catherina
Zeta-Jones che vivono nella residenza di S’Estanca.
Se ora la movida estiva è solo un ricordo, non è di certo
terminato il divertimento, soprattutto a Palma, dove si fanno le ore
piccole da Hogans con musica dal vivo, da Gimbo e nella discoteca
Sabotaje. Chi invece, preferisce la tranquillità e magari un’atmosfera
più romantica può salire in uno dei tanti rooftop degli alberghi del
centro con vista sulla cattedrale illuminata d’oro.
Info. E’ vasta la scelta degli alberghi; ecco comunque tre consigli:
il centralissimo HMJaime III è comodo ed elegante; l’Hotel Hospes
Maricel and Spa è a 4 chilometri da Palma e quando si prenota è bene
chiedere dell’edificio davanti al mare. Poi c’è il sofisticato Sant
Francesc Hotel Singular che sorge proprio vicino all’omonima chiesa e
alla cattedrale. Chi può spendere, prenoti la suite 303, panoramica ed
esclusiva. Per il viaggio, la compagnia Air Europa, che ha la sede
proprio sull’isola, vola da Roma e da Milano a Palma via Madrid.
ansa