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FRANCIA | "César à Gergovie": nel Museo Archeologico in Auvergne aperta la mostra che racconta l'eroe. Fino all'8 maggio 2023

“Cesare a Gergovia” è il titolo della mostra temporanea che nel Museo Archeologico in Auvergne, in Francia, fino all'8 maggio 2023 racconta da un altro punto di vista le manovre di Giulio Cesare per conquistare il potere a Roma e che porteranno alla fine della Repubblica. L'evento arriva dopo quello che ha messo in evidenza varie rappresentazioni "artistiche" di Vercingétorige lo scorso anno.

Il destino porta Giulio Cesare alla primavera del 52 a.C. ai piedi dell'oppidum di Gergovia dove vivrà, contro Vercingetorige, una delle sue principali sconfitte durante le guerre galliche. Ideata in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Saint-Germain-en-Laye, Inrap e la Maison des Sciences de l'Homme di Clermont-Ferrand, questa mostra “César à Gergovie” offre una valutazione aggiornata del lavoro archeologico passato e attuale studi che hanno permesso di ritrovare i resti dell'assedio romano di Gergovie, e in particolare le più recenti realizzazioni di questa ricerca a lungo termine.



Da scoprire lungo il percorso: le raffigurazioni di Cesare sulle antiche monete o sotto forma di busti, antichi documenti che testimoniano il meticoloso lavoro degli archeologi commissionato da Napoleone III, l'operazione dell'artiglieria romana. Si può anche osservare il risultato dri recenti scavi e i rilievi che hanno rivelato l'eccezionale insieme di resti legati all'assedio posto dai Romani sull'altopiano di Gergovia. Gran parte della mostra èdedicata alla vita quotidiana del legionario romano e riguarda forniture e cibo, condizioni fisiche, viaggi e attrezzature... compreso un campo ricostruito in immagini virtuali.

Intanto una squadra di archeologi guidata da Yann Deberge (Inrap) e Marion Dacko (Msh Clermont-Ferrand) sino alla fine di luglio conduce un'operazione di ricerca programmata sull'opidum di Gergovia. L'intervento è condotto, sotto la vigilanza dello Stato francese, in partenariato con il Consiglio Dipartimentale del Puy-de-Dôme e il Museo di Gergovie sul cosiddetto settore del "Quartiere Artigianale", vicino alla Porta Sud. Questo sito è un'area chiave dell'oppidum poiché era uno dei principali punti di accesso ed è stato oggetto di diverse campagne archeologiche tra il 1861 e il 1949. Quindi l'interesse di questo progetto di ricerca è riconsiderare quest'area utilizzando nuovi metodi di ricerca archeologica (fotogrammetria, prospettive geofisiche Lidar e drone) e ampliare l'ambito delle indagini. È anche un'opportunità per giovani studenti di archeologia di essere formati sul campo nelle modalità di scavo.
(Fonte: TurismoItaliaNews) 

Tesori da terre Etruria, in mostra reperti collezione Passerini. Riunita per la 1/a volta a Museo Archeologico Firenze

 

- Vasi ateniesi con iconografie rarissime e uno dei più antichi importanti vasi etruschi della produzione a figure rosse, insieme a oltre 290 reperti, esposti a 'Tesori dalle terre d'Etruria. La collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona', mostra ospitata al Museo Archeologico nazionale di Firenze fino al 30 giugno 2021.
    Per la prima volta dopo circa 150 anni è esposta al pubblico, interamente riunita nei suoi nuclei principali, la collezione archeologica che fu del conte Napoleone Passerini (1862-1951) e della sua famiglia, in gran parte conservata nei magazzini dello stesso museo fiorentino e ora completata da altre 82 antichità, consegnate da una donatrice fiorentina nel 2016 al comando carabinieri tutela del patrimonio culturale di Firenze. In mostra ci sono vasi, ossi, avori, ferri, paste vitree, oggetti domestici e funerari in bronzo e anche 18 ricordi e cimeli di Napoleone Passerini, tra cui la sua pipa personale, concessi in prestito dai pronipoti.
    Il conte di nobile di stirpe cortonese, figlio del facoltoso Pietro Passerini da Cortona, fu appassionato collezionista. Una parte dei reperti proviene da una trentina di tombe etrusche con splendidi corredi, rinvenute nei suoi vasti possedimenti di Bettolle e di Sinalunga, e da una grande necropoli di 60 tombe della collina di Foiano della Chiana (ANSA).

Etruschi, artigiani raffinati e innovativi. Nei musei archeologici di Tarquinia e di Cerveteri, patrimonio dell’Unesco

la coppa di Eufronio, esposta nel museo archeologico di Cerveteri © ANSA

CERVETERI - Etruschi maestri artigiani. Nuove prospettive da Cerveteri e Tarquinia: è la mostra che i musei archeologici delle due cittadine del Lazio settentrionale ospitano fino al 31 ottobre e che raccontano con l’esposizione di pezzi d’arte unici al mondo la loro raffinata e innovativa abilità artigianale, in particolare nella produzione metallurgica e tessile. La doppia esposizione, a cura di Andrea Cardarelli e Alessandro Naso e organizzata dal Polo museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è una straordinaria opportunità per scoprire i musei - palazzo Vitelleschi a Tarquinia e castello Ruspoli a Cerveteri - e le necropoli delle due antiche città etrusche, strettamente connesse. 
I nomi di Cerveteri e di Tarquinia, infatti, sono uniti storicamente agli Etruschi e alla loro millenaria cultura grazie ai tanti reperti archeologici rinvenuti e alle testimonianze epigrafiche accumulate nei secoli in entrambe le cittadine. Questa peculiarità è valsa alle necropoli di Cerveteri e di Tarquinia la tutela dell’Unesco, che 15 anni fa le ha inserite nella lista del patrimonio culturale dell’umanità.
Gli Etruschi abitarono questo territorio, tra Lazio e Toscana, dal IX secolo a.C.; la loro cultura raggiunse il culmine nel VI secolo a.C. prima di scomparire sotto il dominio della civiltà romana. I siti archeologici e le necropoli delle due città hanno consentito agli studiosi di conoscere e di approfondire la storia etrusca e di apprezzare la loro arte attraverso reperti, vasi, statue, tombe, gioielli, iscrizioni e decorazioni. Molte opere sono visitabili tutto l’anno nelle necropoli e nei musei archeologici, ma oggi nell’esposizione aperta da martedì a domenica, dalle 8.30 alle 19.30 in entrambe le sedi, è possibile ammirare oggetti di raro pregio, come per la prima volta il corredo della tomba tarquinese con la cenere situla, una specie di vaso cilindrico del VII secolo a.C. recante il nome in caratteri geroglifici del faraone Bocchoris; o la tromba-lituo, uno scudo e una scure in bronzo finemente decorati; oppure, ancora, il famoso calice “cratere di Euphronios”, e una prestigiosa spada e un elmo bronzeo della prima età del Ferro, esposti accanto a due campioni, realizzati secondo le antiche tecniche degli etruschi, riprese in un video che mostra le diverse fasi della produzione.
Oltre alla mostra sull’artigianato etrusco, che mette in risalto l’alta qualità e la straordinaria perizia raggiunta dagli artigiani nella loro produzione metallurgica e tessile, è stata organizzata fino al 7 settembre la rassegna “Immaginario etrusco” con musica, arte, teatro, visite a tema e spettacoli che celebrano i 15 anni di tutela dell’Unesco e che aiuta a conoscere meglio Cerveteri e Tarquinia con i loro musei e le misteriose necropoli.
Civitavecchia separa le due cittadine: a nord, verso la Toscana, si arriva a Tarquinia attraverso lunghi tratti di vegetazione mediterranea e saline, che già nell’antichità rifornivano Roma e i borghi limitrofi. Alle spalle grandi e preziosi borghi d’arte, adagiati nell’entroterra con le loro chiese e basiliche, si susseguono a necropoli e a piccoli porticcioli di etrusca memoria, rendendo questo tratto di mare un suggestivo museo all’aperto. A sud, invece, c’è Cerveteri, a una trentina di chilometri da Roma. L’antica Caere etrusca è un’accogliente cittadina circondata da testimonianze etrusche e da grandi necropoli, in particolare dalla monumentale Banditaccia, la più imponente, nel tratto di terra tra il fosso Manganello e il fosso Vaccina, in direzione di Monte Romano.
ansa