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E ora è il clima a guidare le scelte di viaggio

 

“I cambiamenti climatici influiscono sul turismo? A quanto dicono i dati di una nota agenzia di viaggi online olandese nel rapporto ‘Travel prediction’ sembra proprio di sì. Lo studio rivela come il 51% dei viaggiatori nel mondo sceglieranno le proprie destinazioni in base al clima. Se prima era una un fenomeno consolidato soprattutto per gli abitanti delle zone fredde e gli inverni rigidi, la tendenza sarà quella opposta: cittadini che scappano da zone di residenza di caldo torrido per cercare almeno una settimana di frescura”. Lo ha detto Giuseppe Giaccardi, esperto di strategia, web economy e pianificazione, nel suo intervento all’Economic Forum Giannini di Chiavari.

A confermare quanto i cambiamenti climatici incideranno, e incidono tuttora, sulle scelte del turismo e sui relativi sviluppi strategici, è intervenuto Paolo Grigolli, ex direttore del turismo della Val di Fassa: “In Francia stanno già ragionando su come allontanare di almeno 150 metri dalla costa le attività turistiche in vista dell’innalzamento del mare. E la Corte dei Conti, sempre in Francia, sconsiglia alle municipalità di investire su impianti sciistici al di sotto dei 1800 metri”.

travelnostop.com

L'ITALIA E IL MONDO DI NUOVO IN PIAZZA PER IL CLIMA





TORNANO I FRIDAYS FOR FUTURE, QUARTO SCIOPERO GLOBALE Quarto sciopero globale per il clima di Fridays For Future, il movimento di Greta Thunberg. In Italia cortei, presidi ed eventi in 139 Comuni per fare pressing sulla conferenza Onu sul clima che inizia lunedì. La scelta di far coincidere le manifestazioni in tutto il mondo con il Black friday è stato anche un modo per denunciare lo sfruttamento dell'ambiente e dei lavoratori per produrre merci superflue a prezzi bassi. 
ansa

Belize, la Terra "soffre" già dai tempi dei Maya


I Maya hanno dovuto affrontare importanti pressioni ambientali, compreso l’innalzamento del livello del mare, da 3.000 a 1.000 anni fa, e la siccità da 1.200 a 900 anni fa
Belize, maya, America centrale

fonte: turismo.it
PERCHE' SE NE PARLA
Già da qualche tempo si parla di come l’Antropocene, l’era geologica caratterizzata da significativi impatti dell’uomo sul territorio e il clima, sia partita molto prima di quanto pensassimo. Una ulteriore conferma è arrivata pochi giorni fa: l'ultima ricerca a disposizione è stata condotta nella zona paludosa del Belize, su 250 chilometri quadrati, tramite immagini laser ad alta precisione. Il lavoro ha studiato l'area e i sistemi di canali utilizzati dai Maya per l’agricoltura, per i trasporti e per il commercio. Metodi, questi, che hanno probabilmente inciso sull’innalzamento del livello del mare e sulla siccità.

I Maya hanno dovuto affrontare, infatti, importanti pressioni ambientali, compreso l’innalzamento del livello del mare nei periodi Preclassico e Classico, da 3.000 a 1.000 anni fa, e la siccità da 1.200 a 900 anni fa. Il lavoro svolto dal team di specialisti dimostra che tale popolo ha risposto a tali pressioni convertendo le foreste in campi paludosi e scavando canali per la gestione dell’acqua.

PERCHE’ ANDARCI 
Nel Belize, il Paese affacciato sul mar dei Caraibi, si possono esplorare giungle lussureggianti con animali esotici e praticare attività sportive quali pesca d'altura, nuoto, snorkeling e immersioni. Si tratta di uno dei Paesi con il più alto tasso di biodiversità grazie alla conservazione delle sue risorse naturali: oltre il 90% del territorio è ricoperto da foreste incontaminate e protetto da una delle barriere coralline più belle al mondo. Circa il 40% del territorio, inoltre, è coperto da riserve di vario tipo, per un totale di 94 aree protette, compresi 16 parchi nazionali. 

DA NON PERDERE
Da un punto di vista archeologico, invece, Xunantunich è uno dei siti più interessanti, costruito dalla civiltà Maya, a 130 km da Belize City. Il suo nome significa donna di pietra nella lingua Maya, e fa riferimento al fantasma di una donna dagli occhi infuocati, che sembrerebbe abiti nel sito sin dal 1892. Molte delle strutture vennero costruite tra il 200 e il 900 e furono danneggiate da un terremoto, che probabilmente causò l’abbandono della zona. Conta ben 26 templi e palazzi, ma la piramide conosciuta come El Castillo è la struttura principale: la seconda più alta del Belize, dopo il tempio di El Caracol, con i suoi 40 metri d’altezza. 

PERCHE’ NON ANDARCI 
E’ fortemente sconsigliato recarsi nelle zone a ridosso del confine con il Guatemala, dove si sono verificati negli ultimi anni scontri a fuoco. È in ogni modo sempre opportuno aggiornarsi localmente sulla situazione della sicurezza.

COSA NON COMPRARE 
Molto particolari le penne dal design maya e le stoffe ipercolorate. E poi ancora piccole borse in tessuto, cimeli tribali e grandi conchiglie. Tra le cose più brutte da comprare, i bicchierini per l'alcol con la mappa geografica.