La mostra a Parma. Goya e Grosz: quando la ragione dorme gli artisti vegliano

A Palazzo Pigorini si intrecciano si intrecciano i Capricci e i Disastri della guerra di Goya e una dozzina di tele (di cui una inedita) e un cospicuo gruppo di opere grafiche di Grosz
George Grosz, “A Piece of My World II The Last Battalion”, 1938

George Grosz, “A Piece of My World II The Last Battalion”, 1938 - George Grosz Estate. Courtesy Ralph Jentsch Berlin

Avvenire
Francisco Goya e George Grosz. Sembra l’uovo di Colombo, eppure nessuna mostra aveva affiancato il pittore spagnolo dell’illuminismo e l’espressionista tedesco. Accade per la prima volta a Parma dove si intrecciano – nei fatti una doppia personale in contrappunto – i Capricci e i Disastri della guerra di Goya e una dozzina di tele (di cui una inedita) e un cospicuo gruppo di opere grafiche di Grosz, tutte successive alla stagione Dada. A dare senso al progetto "Goya - Grosz. Il sonno della ragione" (fino al 28 gennaio) sono «la satira sociale dirompente, l’impegno politico, il rilievo morale e l’estrema innovazione formale che accomunano le opere dei due grandi pittori», spiegano in catalogo i curatori della mostra a Palazzo Pigorini (tra l’altro a ingresso gratuito) Ralph Jentsch e Didi Bozzini. Ma passando per le sale è chiara la fratellanza tra i due artisti che ambiscono con il loro lavoro a incidere sulla società e sul loro tempo ma che soprattutto avvertono e restituiscono contraddizioni e tragedie che appartengono come una costante all’uomo. Come chi si affida a ciarlatani invece che a scienziati e mistificatori invece che a politici. E la follia della guerra, dove l’uomo mostra il suo volto di lupo. Eppure non è un progetto nato sull’onda dell’attualità, bensì prima della pandemia. La cronaca l’ha raggiunto. Il percorso propone la sequenza integrale dei Caprichos, proveniente da Parigi, in una prova freschissima, tra le prime uscite dal torchio e con un prestigioso pedigree: venne infatti acquistata da Delacroix dietro consiglio di Baudelaire, al quale si deve per altro la riscoperta di Goya e la sua proiezione come elemento seminale della modernità. Seguendo Victor Stoichita, Bozzini riconosce nei Capricci, pubblicati il 6 febbraio 1799, l’ultimo Mercoledì delle ceneri del secolo, un grande carnevale. Questa mascherata, come in un comic novel ante litteram, mette in scena un mondo alla rovescia: ma solo in apparenza perché offre invece il ritratto di un’aristocrazia ignorante e inetta, un clero reazionario, un popolo superstizioso.
Si capisce bene allora la maschera sdegnosa dell’autoritratto (in vesti giacobine: in costume, sostanzialmente) che apre la serie e che nel bozzetto riporta questa didascalia: “Il mio vero ritratto, di umore nero e in atteggiamento satirico”. Goya nei Capricci ha una vis comica, per quanto acre, assente in Grosz. Goya interpreta l’adagio di chi castigat ridendo mores – un’espressione d’altronde non così antica a quei tempi: venne infatti composta da Jean de Santeuil nella seconda metà del Seicento per il busto di Arlecchino sul proscenio della Comédie Italienne a Parigi. Sempre nel carnevale, dunque, siamo. Il Goya pittore di corte interpreta anche il joker che si permette di sottolineare vizi e peccati. Sa di poter contare sulla protezione dell’aristocrazia progressista e più sopra ancora del re, alla quale infatti ricorre quando l’Inquisizione si mette alle sue calcagna. Ma Goya è fiducioso in un progresso. La sua satira asseconda – con un talento shakespeariano per il fantastico unito all’ironia dello scettico – una lettura senza sfumature dell’uomo: la luce dell’elemento razionale contro il buio dell’irrazionale che lo ricaccia nella sfera della bestialità. La storia gli farà cambiare idea. Lo rendono evidente i Disastri della guerra, dove l’elemento morale resta fortissimo ma ha perso ogni manicheismo: tutto accade alla luce del sole perché è buio anche il pieno giorno. E il fantastico ha ceduto il passo a un realismo che supera in fantasia ogni incubo. Da qui parte Grosz, che del Novecento assorbe e anticipa disillusione e disincanto. Il suo attacco alla società è frontale, senza vie di uscita. Prima è la Germania di Weimar. Quindi quella hitleriana, che Grosz seguirà a New York, dove è accolto a braccia aperte (ma non esiterà a metterne alla berlina le contraddizioni), dopo la fuga da Berlino nel gennaio 1933, appena prima che il Führer avvii la macchina totalitaria. Grosz appare sempre in anticipo, capta il disastro incipiente quando nessuno ancora lo vede. La sua satira è cupamente acida, anche a fronte di una tavolozza non di rado di consistente splendore cromatico e vibrata sulla tela con pennellate dense (fondamentale ad esempio per la pittura di Baselitz, e non solo la prima). Ma mentre avanza la storia Grosz è proiettato nel post-apocalisse. La terra è l’inferno, l’uomo è ridotto ai bisogni primari. «Senza dubbio – scrive in una lettera dagli Stati Uniti nell’agosto 1933 – i miei fogli sono tra le cose più forti che siano state dette contro questa particolare brutalità tedesca. Oggi sono più veri che mai e in futuro – in tempi, perdona la parola, più 'umani' – verranno mostrati proprio come oggi si mostrano le opere di Goya…».

CULTURA. DOMANI LA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE AL MUSEO

 Dopo il successo delle precedenti edizioni, che hanno richiamato in passato più di 800 musei, torna domenica 9 ottobre la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, l'evento culturale dedicato ai bambini più importante in Italia per promuovere e facilitare l'incontro tra le Famiglie e i molti luoghi espositivi che arricchiscono il nostro Paese. Per educare i bambini, ma anche gli adolescenti della fascia di età 12-16, quali nuovi fruitori culturali e rendere i Musei e le loro proposte sempre più family friendly.


L'edizione F@Mu 2022 è resa possibile grazie al contributo di Esselunga, da sempre impegnata in attività a sostegno della cultura e del sociale, e della Fondazione Cariplo, con la partecipazione della Rai come media partner. FaMu 2022 ha la medaglia del Presidente della Repubblica ed e` patrocinata dal Ministero della Cultura.

'Diversi ma Uguali' è il titolo di F@Mu 2022. Il tema di quest'anno parte dal presupposto che la valorizzazione della diversità (culturale, fisica, cognitiva) sia strumento indispensabile di inclusione sociale. F@Mu 2022 parlerà ai bambini di inclusione, unicità, accoglienza ed esorterà i musei, grazie al supporto delle Fondazioni CRT e Paideia di Torino, dell'Istituto dei Ciechi di Milano, della Cooperativa Panta Rei e della Fondazione Santagata per l'economia della Cultura, a riflettere anche su un'altra tematica di grande importanza: l'accessibilità museale.

Per trasmettere i valori di questa edizione - l'accoglienza, la gentilezza, la tolleranza, l'unicità - testimonial ufficiale dell'evento sarà Geronimo Stilton, il famoso topo giornalista amato dai bambini di tutto il mondo, nato da un'idea di Elisabetta Dami. Anche quest'anno sono moltissimi i musei, le fondazioni e gli spazi espositivi, pubblici e privati, che hanno aderito all'iniziativa e che per un giorno apriranno alle famiglie proponendo visite didattiche, giochi a tema, iniziative speciali e attività pensate appositamente per l'occasione.

Tutte le sedi espositive hanno potuto aderire all'iniziativa gratuitamente, iscrivendosi tramite la piattaforma web www.famigliealmuseo.com, consultabile anche dalle famiglie per avere informazioni sui diversi programmi delle sedi aderenti nelle varie regioni e province italiane (l'elenco completo è consultabile a questo link: https://tinyurl.com/4uy9hnfh). Sono poi le singole realtà espositive a definire le modalità di ingresso che possono essere gratuite o con un'agevolazione sul biglietto.

Tra i progetti speciali e le iniziative che accompagnano dalla prima edizione questo evento, molto apprezzato è da sempre il TACCUINO F@Mu, la piccola pubblicazione dedicata alla giornata e al tema specifico di ogni edizione, che viene consegnata gratuitamente a tutti i bambini che partecipano alla manifestazione. Il protagonista dell'edizione di quest'anno è Geronimo Stilton che accompagnerà, tra le pagine del libro, i bambini nel loro percorso esplorativo, con giochi e attività. La grafica, l'impaginazione e l'editing del libretto è a cura di Edizioni Piemme, mentre Aido (associazione impegnata da quasi 50 anni nel promuovere la cultura della donazione di organi e la conoscenza di stili di vita atti a prevenire l'insorgere di patologie) sostiene il progetto F@Mu 2022 occupandosi della stampa. FedEx Express è partner logistico ufficiale.

Prosegue anche il progetto Giovani al Museo introdotto nell'edizione 2021, per accompagnare i musei a organizzare nella giornata F@Mu attività specifiche per la fascia di età 12-16 anni. Non mancherà infine come ogni anno il concorso F@Mu, organizzato in collaborazione con FedEx Express, dedicato ai bambini che parteciperanno all'evento. F@Mu inviterà i bambini a raccontare la propria esperienza al museo attraverso la realizzazione di un disegno. La Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo è organizzata fin dalla sua prima edizione dall'Associazione Famiglie al Museo.

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Festival Urbino: anche la cultura viaggia in Rete

Chiude domani l’edizione 2022 dek Festival del giornalismo culturale di Urbino, dedicato quest’anno al tema “Dal web alla terza. La vita della cultura nel mare della rete” (festivalgiornalismoculturale.it). Nel corso della rassegna è stata presentata come di consueto una ricerca sulla fruizione della cultura: dei mille intervistati (18-54 anni), solo il 36% ritiene molto importante dedicare tempo all’approfondimento culturale; riviste, inserti culturali e televisione hanno ceduto il posto al digitale come canale di accesso primario ai contenuti, anche culturali, che sono cercati e fruiti sui social media dal 42% degli intervistati. Un ruolo importante e crescente, soprattutto tra la fascia più giovane, lo giocano i podcast, mentre l’accesso ai contenuti di approfondimento avviene principalmente a seguito di un teaser sui social; anche il più classico passaparola spinge alla fruizione, ma resta comunque significativa la quota di chi li incontra per caso e viene attratto dal contenuto.

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