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Turismo responsabile, incontro dedicato al Nepal

E' in programma venerdì il terzo incontro del progetto "Turismo Responsabile: viaggi dal Nord al Sud del mondo" promosso dal Centro Interculturale di Cervia in collaborazione con l'Associazione ravennate Il Villaggio Globale e con l'Associazione T-ERRE di Faenza.


Dopo le prime due serate dedicate all'Africa, in questa occasione i partecipanti saranno trasportati in un altro continente, sulle vette innevate del Nepal.
Più della metà dell'estensione del territorio dello stato asiatico è infatti occupato dai rilievi montuosi dell'Himalaya, e la vetta più alta del mondo, quel Monte Everest sogno e ossessione di generazioni di alpinisti, è situato proprio al confine tra Cina e Nepal.
Nel ruolo di relatore Pierangelo Fabbri dell'Associazione T-Erre, che sarà lieto di fare conoscere in modo originale e "sostenibile" le bellezze naturali e la peculiarità culturale e religiosa del paese con capitale Kathmandu, non deludendo chi voglia assistere a un racconto stimolante.
Il progetto, giunto alla sua quarta edizione, si propone di continuare il percorso iniziato nel 2007, dedicato al Turismo Responsabile e al Commercio Equo e Solidale e ha previsto tre incontri nella sede del Centro Interculturale in via Monte Nero 2 a Cervia. In questa quarta edizione l'itinerario si snoda attraverso l'Africa e l'Asia, andando a toccare Benin, Mali e Nepal, per favorire una conoscenza più profonda e meno consumistica del divertirsi viaggiando, lontana da superficiali fenomeni di massa e più attenta alla cultura e alle peculiarità delle destinazioni.
Gli incontri hanno infatti lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza locale al tema del Turismo Responsabile, dando consapevolezza di come anche un modo di viaggiare possa farsi portatore di principi universali come equità, sostenibilità e tolleranza.

Il Turismo Responsabile è caratterizzato da una particolare attenzione sia per i luoghi visitati dal turista, sia per la cultura tradizionale, le abitudini e i valori della popolazione locale. Inoltre i benefici economici derivanti da questo tipo di turismo sono condivisi con gli autoctoni e prevedono ove possibile finanziamenti a progetti di sviluppo locale, per far sì che i proventi del viaggio possano incidere positivamente sulla popolazione del Paese di destinazione.

Confermando una piacevole consuetudine legata a questa iniziativa, sarà presente una bancarella di prodotti alimentari e di artigianato equo-solidale curata da Il Villaggio Globale, nonché una degustazione dei prodotti tipici del luogo.
L'appuntamento è dunque alle 20.30 presso la sede del Centro Interculturale in via Monte Nero, 2 a Cervia.
Per info. 338-2196514.

fonte: cervianotizie

In aumento i turisti russi in Italia

Nella prima metà del 2010 i flussi turistici dalla Russia verso l'Italia sono aumentati del 35% sul 2009. Il nostro Paese si conferma la prima destinazione del turismo culturale per la Russia e la quinta destinazione per i turisti russi dopo Turchia, Egitto, Cina e Finlandia. I numeri sono stati al centro dei colloqui bilaterali tra il Ministro del Turismo italiano, Michela Vittoria Brambilla e l’omologo russo Anatolij Yarochkin, presidente dell’Agenzia Federale per il Turismo, nell’ambito del vertice intergovernativo di Sochi. Un anno fa era stata sottoscritta una dichiarazione congiunta di cooperazione nel settore turistico. Tra le motivazioni del successo della destinazione sul mercato russo: l'approvazione del nuovo Codice visti, in vigore da aprile, in base al quale le autorità consolari italiane ora rilasciano anche ai turisti russi i visti di validità semestrale o annuale destinati a chi ha già richiesto in passato un visto per l’Italia. Sono aumentati inoltre i collegamenti aerei diretti e sono state inserite nuove destinazioni italiane nelle rotte, è stato introdotto poi da parte del Ministero del Turismo italiano un servizio telefonico di assistenza al turista anche in lingua russa (Easy Italia) e promossi scambi sia a livello istituzionale che tra gli operatori turistici.

La Prima della Scala di martedì trasmessa in 90 cinema


(Apcom) - Martedì la Prima del Teatro alla Scala di Milano verrà trasmessa in diretta in 90 sale cinematografiche italiane. La 'Valchiria' di Richard Wagner a partire dalle 17 entrerà nei cinema grazie al network digitale Microcinema e Rai Trade, andrà in onda in diretta anche sul neo canale digitale Rai 5. Secondo capitolo della tetralogia de 'L'Anello del Nibelungo', è l'inizio di un viaggio straordinario nel mondo dei miti e delle leggende antiche. L'allestimento, popolato di personaggi immaginari e di figure oniriche, è firmato da Guy Cassiers, artista che ha fuso la tradizione con la multimedialità. Daniel Barenboim dirige il cast che comprende Nina Stemme nel ruolo di Brünnhilde, Waltraud Meier nei panni di Sieglinde, Vitalij Kowaljow interpreta Wotan e Ekaterina Gubanova sarà Fricka.

No ragazzi, l'Italia non è Disneyland

C'è da rimanere francamente stupiti ma soprattutto preoccupati del fatto che, per la maggioranza di un campione di ragazzi milanesi delle scuole medie e superiori, il turismo costituisca il volano e la colonna portante della nostra economia. Che è quanto emerge da un'indagine condotta dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli per iniziativa di Assolombarda.

Se nella capitale della regione più industrializzata d'Italia i giovani ignorano per lo più che l'industria manifatturiera con il suo indotto è il nerbo del nostro sistema economico, è dato infatti dedurre che una così scarsa conoscenza della realtà economica e sociale del nostro paese sia, a maggior ragione, largamente diffusa fra i loro coetanei nel resto della Penisola.

Naturalmente, c'è da augurarsi che cresca l'apporto del settore turistico, in particolare quello alimentato dall'afflusso di visitatori stranieri nei nostri luoghi di vacanza e nelle nostre città d'arte. E che intanto si provveda a tutelare meglio di quanto non si faccia (come, purtroppo, si deve constatare sempre più di frequente) l'inestimabile patrimonio artistico e culturale, unico al mondo, che abbiamo la fortuna di possedere.

Tuttavia il rischio che gran parte delle nuove leve non sappiano o misconoscano quale sia la spina dorsale dell'economia nazionale non va sottovalutato, se è vero che esse sono il futuro del paese. Da un lato, infatti, seguita a dominare, nella didattica e nei programmi scolastici, una pressoché totale mancanza d'informazioni sullo scenario economico e sociale in cui i giovani vivono e si troveranno prima o poi ad agire; dall'altro, sta prevalendo nella cultura sociale la tendenza a considerare il mondo della fabbrica alla stregua di un'entità residuale, in via di progressiva emarginazione. E, quindi, a ritenere che in un prossimo avvenire il nostro paese ne possa anche fare a meno, perché sarebbe in grado di reggersi su altre risorse e attività succedanee più gratificanti, sebbene non si sappia esattamente quali mai potrebbero essere.

Prima che questo miraggio finisca per contagiare i giovani, attraverso quella cassa di risonanza di tante suggestioni illusorie che sono certi media più in voga, bisogna correre ai ripari. A questo riguardo non bastano, naturalmente, le pur lodevoli iniziative, come quelle assunte di recente, durante la rituale «Settimana della cultura d'impresa», per incontrare i giovani e talora per aprire le porte di alcune imprese facendo vedere loro come e cosa si produce.

Occorre fare assai di più: che le rappresentanze industriali s'impegnino, nel territorio di loro pertinenza, a instaurare, attraverso efficaci strumenti di comunicazione, un dialogo più intenso e ravvicinato con il pubblico dei giovani, in base a programmi di maggior consistenza e continuità nel tempo che valgano a coinvolgerli, ad aiutarli a cogliere la complessità delle cose e a crescere con punti di riferimento certi e credibili. D'altra parte, si tratta di un'esigenza oggi avvertita e condivisa da varie associazioni industriali, come ho avuto modo in questi giorni di riscontrare. Tutto sta a tradurla in pratica in forme adeguate.

Del resto, solo così è possibile far capire che l'impresa è tuttora il nucleo propulsivo della nostra economia sgomberando il campo da certi stereotipi e pregiudizi apparentemente convincenti quanto di più facile maneggio. E promuovere, inoltre, una maggiore attenzione per l'istruzione tecnica, spiegando ai giovani e ai loro famigliari quanta importanza abbia una formazione professionale specialistica sia per un inserimento non precario nel mondo del lavoro, sia in considerazione delle sfide, sul fronte delle innovazioni e della competitività, che il nostro paese deve affrontare per poter sopravvivere nell'ambito del mercato globale.

Puglia: 'Festival Innovazione' alla Fiera del Levante dall'1 al 3 dicembre

Bari, 28 nov. - (Adnkronos) - Saranno oltre 100 gli stand per la seconda edizione del Festival dell'Innovazione, promossa dalla Regione Puglia, dall'Agenzia regionale per la Tecnologia e l'Innovazione, dalle cinque universita' pugliesi, dal Cnr, dall'Enea con la collaborazione della Fiera del Levante, che si svolgera' a Bari dall'1 al 3 dicembre nei padiglioni della Campionaria. Finanziata dal programma operativo Fesr 2007-2013 per 500mila euro, la manifestazione si snodera' attraverso quattro macro aree tematiche: Innovention (Innovation+Invention), che racchiude i temi dedicati alla meccatronica, all'aeronautica, all'Ict e ai nuovi materiali; Land, dedicata alle biotecnologie, alle scienze della vita, all'agroindustria, all'energia e all'ambiente; Imagination, in cui trovano spazio le innovazioni legate all'industria della creativita', al turismo, ai beni culturali, alla formazione, alla comunicazione, alla pubblica amministrazione; InnovAbilia, dedicata alle innovazioni per la qualita' della vita. Ad illustrare il Festival i tre assessori regionali Loredana Capone (sviluppo economico), Nicola Fratoianni (Politiche giovanili) ed Elena Gentile (Solidarieta' sociale) e i due presidenti, dell'Arti Giuliana Trisorio Liuzzi e della Fiera del levante Domenico Lacirignola. ''Un lavoro straordinario realizzato con strumenti finanziari insufficienti e per questo ci impegneremo nelle pieghe del prossimo bilancio a trovare ulteriori risorse', ha commentato Fratoianni che ha anche parlato del Festival come di ''una grande occasione per discutere e per rappresentare una rete di interventi che altrimenti non avrebbero alcuna relazione tra di loro. Il fattore competitivita' e innovazione quale fattore di crescita strategica per la regione Puglia - ha continuato - e' l'elemento chiave delle politiche di sviluppo della giunta regionale che attraversa trasversalmente i diversi settori, dalle tecnologie alle imprese, dai diversamente abili alle politiche giovanili e alla creativita'''.

Il turismo per gli italiani: solo vacanze a chilometri zero

Ormai è un dato di fatto: il 60% degli italiani preferisce le microvacanze e sta dicendo addio alle vacanze “lunghe”.In questi ultimi anni, infatti, le ferie classiche, da quattro notti e oltre, stanno definitivamente lasciando il passo al microturismo territoriale cambiando radicalmente gli orizzonti turistici italiani. Un fenomeno in continua crescita che, oltre a mettere in luce nuovi protagonisti e aprire le porte a settori commerciali definiti finora di nicchia, richiede necessariamente un coordinamento di tutti coloro fra istituzioni, associazioni e produttori che agiscono sul territorio. Il tutto per arrivare a realizzare un’alleanza per il territorio”.

Claudio Nardocci, 54 anni, Presidente dell’Unpli (Unione Nazionale delle Pro Loco) a capo di un’organizzazione di 600 mila iscritti che operano in seimila sedi sparse in tutto il territorio italiano, spiega in questa intervista al nostro giornale la nuova politica della più potente e diffusa organizzazione di volontariato che opera in Italia.


Secondo Lei quali sono i fattori che hanno determinato questo nuovo modo di fare vacanza?

“Inizialmente si pensava che questo fenomeno fosse legato alla bassa congiuntura economica ma con il passare del tempo ha svelato un lato per nulla congiunturale. Nel 2008, secondo il dato ufficiale Istat, gli italiani alle vacanze tradizionali hanno preferito le vacanze brevi, quelle che durano da una a tre notti fuori casa”.

Da cosa nasce questa scelta?

“Da una parte abbiamo la minore attitudine dei turisti a concentrare aspettative e investimenti nelle vacanze lunghe e dall’altra la voglia di riappropriarsi del proprio territorio”.

Quindi possiamo parlare di vacanze a “chilometri zero”?

“Proprio così anche se è bene precisare che con questa definizione si intende sia il raggio di distanza limitato che la tendenza culturale dei turisti a riscoprire e rivalutare i territori vicini. Secondo quanto segnalato dagli albergatori a Pasqua 2010 il 17,5% dei clienti proveniva dalla stessa regione in cui era situato l’hotel, il 35% da una regione confinante per un totale del 53. Non si tratta di un dato occasionale visto lo scorso Natale era il 54%. Inoltre sempre nel 2009 i microvacanzieri non hanno fatto solo una vacanze a chilometri zero: il 26% ne ha fatte oltre 5 ed il 7% almeno 10. Insomma l’Italia, come il resto dell’Europa, sta dicendo addio al modello tradizionale di vacanze”.

E’ possibile fare un l’identikit del “microvacanziere”?

“Direi proprio di no, perché il microturismo è una tendenza generale che taglia trasversalmente tutti i ceti sociali partendo dai lavoratori autonomi fino ad arrivare ai più giovani. Grazie alla nuova spinta venuta dai protagonisti del territorio come enogastronomia, associazionismo e tutela del territorio, i microturisti possono avere accesso all’immenso patrimonio culturale materiale e immateriale del nostro Paese costituito da borghi riscoperti, ambienti, prodotti enogastronomici di nicchia. Il tutto unito dalla riscoperta, da parte dei turisti, dello stare insieme in modi diversi e più gratificanti”.

Ma quali sono i protagonisti del microturismo?

“Questo tipo di offerta turistica che vede le Pro Loco in prima linea ha portato alla ribalta nuovi protagonisti, come ad esempio, i Bed&breakfast, gli agriturismi o i produttori di miele. Allo stesso tempo si sono aperte nuove frontiere nel settore commerciale a cui si aggiunge il proliferare di mercatini di fine settimana. Purtroppo questo tipo di fenomenologia sociale ed economica è cresciuta in modo creativo ma disordinato, insomma a cespuglio”.

Quale strategia è necessaria per fare decollare definitivamente le “vacanze brevi”?

“E’ indispensabile che le istituzioni nazionali e locali mettano a punto nuove politiche e che, nello spirito della sussidiarietà, diano all’associazionismo privato e alle forme di imprenditorialità diffuse nel territorio, la chance di nuove forme di collaborazione per la promozione del territorio. E’ arrivato il momento che questo tipo di turismo nato per lo più in forma occasionale si sviluppi strutturalmente”.

E questa alleanza per il territorio nascerà?

“Abbiamo fatto le prove generali a Trapani durante un convegno al quale hanno partecipato amministratori locali, dirigenti delle Pro Loco provenienti da tutto il Paese, studiosi di alcune università italiane, produttori di tipicità e le nuove professioni nate intorno al micro turismo territoriale: Bed&breakfast, agriturismo, produttori di conserve ed altro. Ne è nata una proposta operativa: costituire il tavolo permanente degli “attori del territorio” intanto per alcune cose operative come il calendario degli eventi, le informazioni e la comunicazione. Il resto verrà da se. La nuova alleanza è partita”.