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Sud Italia: progetto Expo 2015 per un ruolo da protagonista

Fare si che Expo 2015 non sia solo una questione lombarda ma una opportunità anche per tutto il sistema turistico meridionale. E’ il messaggio che parte da Reggio Calabria dove, nel corso del convegno  “Expo 2015, il Sud protagonista” ospitato nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e organizzato da Federturismo Confindustria, è stato presentato un progetto per la creazione di un sistema di offerta turistica unico e coordinato per tutto il sud Italia.
Chiari gli obiettivi: superare la mancanza di unità e l’incapacità di sintesi strategica che hanno favorito in questi anni l’affermarsi di una visione prevalentemente negativa del Mezzogiorno che, unita all’insufficienza di infrastrutture, penalizza il territorio nel circuito del turismo mondiale.
“Come imprenditori siamo chiamati a rompere quello schema che per troppo tempo ha fatto prevalere nell’opinione pubblica solo le negatività del Sud Italia, riaffermandone il volto positivo che poi è quello conforme alla realtà – ha dichiarato Giuseppe Nucera, presedente di Federturismo Reggio Calabria – L’Expo non può essere un evento solo lombardo. Per questo abbiamo voluto confrontarci, per segnare l’inizio di una svolta in grado di far recuperare e valorizzare tutto l’orgoglio e la dignità di un patrimonio, culturale e paesaggistico, unico. Il progetto che abbiamo predisposto e che porrà Bronzi di Riace come testimonial d’eccezione del nuovo corso per il turismo del Sud, intende perseguire questi obiettivi”.
Il piano è già pronto anche perché, ha sottolineato lo stesso Nucara, “il 2015 è già passato e non ce ne siamo accorti”. Bisogna fra presto quindi, se si vuole puntare al coordinamento e all’integrazione dell’offerta turistica nel Sud Italia. Il progetto si chiama “Expo 2015, il Sud protagonista – Percorsi, tradizioni e dieta mediterranea” e si pone come obiettivi l’incremento sostanziale degli arrivi e delle presenze turistiche nel Sud, un effetto traino e di legacy grazie a Expo 2015, forte a stabile nel tempo, il miglioramento sostanziale della reputazione del Mezzogiorno e l’incremento della considerazione del Sud Italia quale sistema di destinazione nei mercati a lungo raggio.
Una reputazione che potrà far leva su asset tradizionali propri del territorio e andare anche oltre, proprio grazie ai temi dell’esposizione. “Intorno alla cultura e al paesaggio – ha infatti sottolineato il presidente di Federturismo Confindustria, Renzo Iorio – dobbiamo strutturare un modello di crescita alternativo a quello prevalente basato sul manifatturiero. L’Expo in tal senso sarà un forte catalizzatore. Serve una nuova consapevolezza circa il peso che il turismo ha sull’economia del Paese e dei singoli territori. Accanto a ciò – ha poi concluso – anche il contrasto all’indifferenza diffusa riguardo all’impiego delle risorse pubbliche destinate allo sviluppo e, in particolare, al settore turistico”.
A rassicurare gli imprenditori turistici meridionali è intervenuta Marina Geri, responsabile Marketing del Padiglione Italia di Expo 2015 che, illustrandone nel dettaglio gli allestimenti e gli spazi espositivi, ha rimarcato come l’esposizione universale non sia affatto un evento esclusivamente milanese. “Al contrario – ha aggiunto – si tratta di una manifestazione italiana che ha sede a Milano. Al suo interno vengono messi a disposizione degli strumenti di promozione territoriale che ogni regione è chiamata a sfruttare a dovere. Penso alla Calabria e alla sezione dedicata al vino e all’olio in cui poter veicolare tutte le eccellenze che vengono prodotte. E poi ci saranno le piazzette tematiche e i vari eventi utili non solo a veicolare i flussi turistici nell’immediato, ma a fidelizzarli anche per il futuro. Al centro di tutto in ogni caso, ci sarà la riscoperta dell’orgoglio italiano. Basta piangersi addosso. Oggi vedendo per la prima volta i Bronzi ho pensato che se gli americani avessero delle meraviglie simili, ne farebbero immediatamente delle icone mondiali”. Affermazioni che trovano una sponda nelle parole diLuca Mazzone, presidente della sezione Turismo Confindustria Benevento, che ha sottolineato come “spesso siamo noi per primi a parlare troppo di negatività. Condivido lo spirito di questo progetto, d’altro canto quando i cinesi programmano un viaggio pensano all’Europa e non ai singoli territori. Fondamentale, quindi, fare sistema”.
Una proposta interessante per creare condizioni di viaggio agevolate per i visitatori dell’Expo che intendono conoscere l’Italia del Sud, è stata avanzata da Massimo Salomone presidente della sezione Turismo Confindustria Bari e BAT, che ha ipotizzato la concessione di biglietti gratuiti per i trasferimenti a chi volesse raggiungere le nostre regioni meridionali per toccarne con mare le meraviglie.
fonte: http://webitmag.it/

Giovani a piedi con il 'passaporto' della Via Francigena

Non è un vero e proprio passaporto, ma una sorta di taccuino di viaggio dove riportare le impressioni ricavate nel corso della visita, annotare un indirizzo, fare uno schizzo oppure attaccare una foto: per fissare nella memoria un ricordo e per fermare una suggestione. E' questo l'obiettivo del 'Passaporto della Via Francigena', progetto che CTS - Centro Turistico Studentesco e Giovanile e la Regione Lazio hanno deciso di realizzare soprattutto per incentivare la fruizione della Via Francigena laziale da parte del pubblico più giovane in occasione del XX Anniversario della Via Francigena - Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa. 


Il 'passaporto' contiene l'identikit dei luoghi e delle eccellenze imperdibili per i giovani turisti: basiliche e santuari, ma anche ville storiche e suggestivi manieri, e indicazioni di feste e sagre locali in cui degustare i prodotti della tradizione. E come si fa con il vero passaporto, anche con questo è possibile collezionare i timbri di ciascun hot spot scoperto lungo la Via. Chi riuscirà a percorrere a piedi almeno gli ultimi 140 km della Via Francigena (da Acquapendente) potrà ricevere, presentando la credenziale o il passaporto con i vari timbri delle strutture di accoglienza che si trovano lungo il percorso, il Testimonium, un documento che testimonia l'avvenuto pellegrinaggio.

Per ottenerlo bisogna entrare in San Pietro e recarsi all'Opera romana Pellegrinaggi (Piazza Pio XII 9) o agli Uffici della Canonica di S. Pietro (Piazza S. Uffizio). I timbri si possono effettuare presso le parrocchie, nei comuni, nelle pro loco e presso gli ostelli. Il Passaporto sarà distribuito, gratuitamente, presso tutti gli uffici CTS del Lazio, ed eventuali altre strutture individuate in accordo con la Regione Lazio. Può essere consultato all'url www.ctsassociazione.it/passaportoviafrancigena. Per info: ambiente@cts.it.
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Turismo ecosostenibile in Tennessee

(di Gina Di Meo)

Il turismo eco sostenibile trova casa in Tennessee. Lo stato del sud, nonostante i luoghi comuni lo associno al cibo fritto e ad uno dei tassi di obesita' piu' alti degli Stati Uniti, sembra prendersi una rivincita sfruttando la formula, ormai piu' che collaudata oltreoceano, de 'dalla terra alla tavola. Anzi, andando oltre, sembra quasi che il concetto di slow food vs fast food stia sempre piu' prendendo piede. Succede in particolar modo a Knoxville, nel Tennessee orientale (East Tennessee), alla fine del 18/mo secolo la prima capitale dello stato, e terza citta' dopo Nashville e Memphis, che sfruttando la sua posizione ai piedi delle Great Smoky Mountains nella catena dei monti Appalachi e attraversata dal Tennessee River offre lo scenario naturale per la buona tavola.

Questo scenario ha ispirato quello che puo' essere a tutti gli effetti definito un agriturismo ad alti livelli come 'Blackfarm', appena fuori Knoxville, localita' bucolica, quasi d'altri tempi, estesa su 17/mila ettari dove tutti viene prodotto 'in loco', dalla carne, alle uova ai formaggi al vino, sfruttando solo cio' che la natura offre. Ed e' cio' che viene servito nel caratteristico ristorante dell'agriturismo 'The Barn', un antico fienile recuperato in Pennsylvania e poi riassemblato integralmente in Tennessee. Ma Knoxville offre anche altre esperienze di contatto diretto con la natura e tutto nel raggio di pochi km. La citta', infatti, denominata anche 'The Marble City' per essere stata uno dei maggiori centri di distribuzione del marmo nel paese agli inizi del 20/mo secolo, e' circondata da centinaia di ettari di terreno dove e' possibile praticare le piu' svariate attivita' all'aria aperta.

'Ross Marble Quarry', ad esempio, da vecchia cava di marmo abbandonata e' stata trasformata in un'area che puo' vantare km e km di sentieri ciclabili e percorsi per trekking. Knoxville e' inoltre ricca di attrazioni, come il 'Women's Basketball Hall of Fame', e festival, soprattutto musicali date le influenze della musica country e bluegrass, nonche' del caratteristico 'Biscuit Festival' che dal 2010 si svolge ogni anno in tarda primavera.

E' il trionfo di uno dei prodotti che non mancano mai nelle tavole del sud, il biscotto salato che assomiglia ad un scone e che viene imbottito con ogni sorta oppure mangiato anche solo al naturale. Dal punto di vista artistico, vale una tappa al 'Knoxville Museum of Art' dove, tra le altre cose, si rimarra' estasiati di fronte ad una scultura monumentale in vetro, 'The Cycle of Life: Within the Power of Dreams and the Wonder of Infinity' di Richard Jolley. L'opera e' stata commissionata all'artista dallo stesso museo e e' un'installazione permanente. E' lunga oltre 30 metri, alta quasi quattro e pesa oltre sette tonnellate. Puo' essere considerata la piu' grande opera figurativa in vetro al mondo. Composta di migliaia di elementi in vetro, la scultura rappresenta diverse fasi del ciclo della vita. "Ho impiegato cinque anni per completarla - ha detto all'ANSA Jolley, 62 anni, originario del Kansas e trapiantato a Knoxville, con una grande passione per l'Italia e in particolare Murano - e ho usato otto tonnellate di materiale. La mia scultura e' un racconto dell'essenza dell'esperienza umana e ho usato il vetro perche' ritengo che sia un materiale non convenzionale che puo' prendere qualsiasi forma artistica". http://www.visitknoxville.com/ 
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Boom turisti russi in Italia, raddoppiati in 5 anni Spesa media giornaliera di 170 euro, +65% rispetto altri turisti

Da 461 mila del 2009 a 1 milione e 88 mila del 2013: in cinque anni sono più che raddoppiati i turisti russi che visitano l'Italia, e rappresentano un segmento molto ricco dato che la loro spesa media giornaliera nel 2013 è stata di 170 euro, superiore del 65% a quella degli altri turisti stranieri in Italia. E' quanto si legge nell''Indagine sul turismo internazionale dell'Italia' realizzata da Banca d'Italia e presentata a Milano all'Università Bicocca.

Negli ultimi 5 anni sono in crescita anche i pernottamenti, passati da poco meno di 3 milioni e 600 mila a quasi 8 milioni con la spesa che è salita da 623 milioni a 1 miliardo e 328 milioni di euro. Ma come valutano l'Italia i turisti russi? Dai dati dello studio 'Le opinioni dei turisti: come i russi vedono l'Italia e gli italiani la Russia', elaborato da Giovanni Tonini e Olga Dyakonova, è emerso che, in una scala da 1 a 10, il voto medio dato all'Italia dai viaggiatori russi è 8,88.

Nel 2013, i primi tre aspetti maggiormente apprezzati dai russi in Italia sono l'arte (9,29), l'ambiente (9,10) e il cibo (8,91). Viceversa, i tre aspetti meno apprezzati sono le informazioni (8,46), gli alberghi (8,01) e soprattutto i prezzi (7,38). Tra le destinazioni, il turismo dei viaggiatori russi si concentra in Emilia Romagna, seguita da Lombardia, Lazio, Veneto e Toscana.
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In Normandia, sulla costa della storia Ripercorrere i luoghi dello sbarco degli Alleati, tra arte e natura

(di Ida Bini)

Il 6 giugno di 70 anni fa, alle prime luci dell’alba, sulla costa della Normandia, nella Francia del nord, decine di migliaia di soldati inglesi, americani e canadesi sbarcarono per liberare l’Europa dal nazismo. Sulle spiagge tra l’estuario del fiume Orne, nel Calvados, e le coste orientali della Manche – chiamate in codice Sword beach, Juno beach, Gold beach, Omaha beach e Utah beach - si svolse la più grande battaglia della storia moderna che cambiò drasticamente il destino di Paesi e popoli. Il contributo di vite umane fu altissimo e, in questi giorni di celebrazioni, i ricordi sembrano ancora più pesanti ma oggi le bellissime spiagge dorate normanne, i borghi e l’entroterra costituiscono un gigantesco museo a cielo aperto e una storica testimonianza di libertà e pace. Ha una valenza ancor più importante ripercorrere quest’anno i luoghi dello sbarco sulle cinque spiagge, distese di sabbia fine affacciata sul mar della Manica, negli innumerevoli e piccoli spazi espositivi dedicati al D-Day, nel porto artificiale di Arromanches, nel bunker del Memoriale di Caen, utilizzato come quartier generale dal maggiore von Richter e che oggi racconta i principali conflitti del XX secolo. E ancora nell’Espace Historique de la Batalle de Normandie, scandito da numerosi percorsi tematici, nel museo dei radar ospitato nelle fortificazioni naziste recuperate e nei commoventi cimiteri affacciati sul mare che contano, solo in quello americano - Cimetière américain - ben 9.387 croci bianche nei sui 70 ettari di giardino. E’ un viaggio della memoria e della storia dove si percepisce il sacrificio di chi combatté per la nostra libertà ma anche la bellezza struggente di una natura selvaggia e irresistibile, un angolo di Francia che continua a omaggiare quei soldati e che accoglie i suoi visitatori con borghi e tesori culturali. Prima tappa del viaggio è la bianchissima scogliera di Falaise d’Amont che, affacciata sul canale della Manica e battuta da venti fortissimi, fu testimone del grande sbarco di settant’anni fa. Si raggiunge percorrendo un ripido sentiero dal villaggio di Étretat e ospita un memoriale eretto nel punto in cui i due aviatori, Nungesser e Coli, furono visti l’ultima volta mentre tentavano di effettuare una traversata dell’Atlantico senza scalo nel 1927. Dalla cappella dei marinai dedicata a Notre-Dame de-la-Garde, inoltre, si ammirano Étretat e i suoi dintorni, immersi tra campi punteggiati di fiori gialli che digradano verso le spiagge dorate e il mare blu scuro. E’ da panorami come questi che si comprende il motivo per cui i grandi artisti del secolo scorso amavano quest’angolo di Francia. A partire da Claude Monet, padre dell’Impressionismo francese, che viveva a Giverny, nell’entroterra, dove l’abitazione del pittore è stata trasformata in una casa-museo circondata da un giardino bellissimo, simile a una tavolozza, che merita una visita. Verso il mare si arriva a Rouen, la cui cattedrale è stata immortalata da Monet innumerevoli volte, mentre Camille Pissarro amava dipingere il suo mercato e il vecchio porto. Nei dintorni e lungo l’estuario della Senna si attraversano Le Havre, Deauville, Trouville-sur-Mer e Honfleur, piccole porti di charme e pittoreschi villaggi di pescatori, mirabilmente dipinti da altri grandissimi artisti, da Renoir a Sisley, da Degas a Boudin. Sono scorci e panorami che conosciamo grazie all’arte e che ogni volta regalano grandi emozioni e visite indimenticabili. Ultima tappa, che si consiglia di raggiungere verso il tramonto, è Mont Saint-Michel, rocca affascinante e dal grande potere evocativo sull’oceano. E’ sempre pieno di turisti quest’incantevole sito Unesco: l’ideale è visitare la sua abbazia, costruita per l’arcangelo Michele, e le mura di cinta medioevali al mattino prestissimo e godersi all’ora del tramonto la sua bellezza struggente, quando sale la marea e la rupe diventa un’isola magica, spirituale. Ci si avvicina a piedi, lungo i sentieri dei doganieri, sospesi sulla costa, esattamente come facevano i pellegrini nel Medioevo. L’arte e la cultura di questa sorprendente regione si completano con una cucina di altissimo livello: qui, dove vivevano i grandi artisti e i nobili parigini si ritiravano in vacanza, gli chef fanno a gara per creare piatti unici a base di pesce, carne – anatra e maiale soprattutto - e formaggi stagionati. Le ostriche, le capesante e le cozze – marinate o bollite - sono un antipasto obbligatorio, portate a tavola su letti di ghiaccio e alghe, accompagnate da patatine fritte e annaffiate dall’immancabile Calvados, mentre in un tripudio di profumi si gustano dolci a base di mele e panna. Per maggiori informazioni e conoscere tutte le celebrazioni per i 70 anni dello sbarco: http://it.rendezvousenfrance.com o www.normandie-tourisme.fr ANSA > In viaggio > News > Francia > In Normandia, sulla costa della storia
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Turismo culturale: Pallanza

Per soggiornare a Verbania
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Affacciata sul Lago Maggiore, in una posizione privilegiata di fronte al Golfo Borromeo, Pallanza è un elegante cittadina che insieme a Intra, costituiscono i due principali nuclei abitativi del comune di Verbania.
Questo antico borgo di origine romana, come documentato da un cippo votivo marmoreo del I secolo d.C. custodito nella Chiesa di Santo Stefano, è oggi un rinomato centro turistico ricco di alberghi, ville e parchi.
Il centro storico è percorso da antiche contrade e piazze fiancheggiate da signorili palazzi d'epoca decorati da portali, portici, capitelli e archivolti. Il lungolago di Pallanza, tra i più belli del Lago Maggiore, offre una suggestiva passeggiata tra l'arcipelago delle Isole Borromee da un lato e facciate colorate, porticati, balconcini fioriti, terrazze e caffè dall'altro: animato giorno e notte dai turisti, rappresenta il principale punto di ritrovo cittadino.
Nella parte superiore del paese, percorrendo Viale Azari, si giunge alla Chiesa di Madonna di Campagna, graziosa basilica romanica decorata da elementi cinquecenteschi.
Anticamente la cittadina si divideva in due nuclei medievali denominati "la Villa" e "la Piazza".
La Villa, situata sulle pendici del bel promontorio della Castagnola, da cui godere di un panorama mozzafiato sul Lago Maggiore, vanta la presenza della meravigliosaChiesa di San Remigio e dell'omonima Villa. La Piazza, invece, include la fascia bassa del paese, quella a ridosso del lago. Tra gli edifici più caratteristici vi sono qui la Chiesa di San Leonardo con la sua bellissima scalinata, l'ottocentesco Palazzo di Città, il cui portico è formato da 32 pilastri in granito rosa di Baveno e Villa Giulia, una splendida villa ottocentesca fatta costruire nel 1847 dal padre dell'amaro Fernet, Bernardino Branca, al cui interno e nel circostante parco vengono allestite tutto l'anno mostre ed esposizioni.
Anche altri palazzi che decorano la cittadina sono divenuti importanti centri d'arte, come Palazzo Viani-Dugnani, costruito a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, che dal 1909 ospita il ricco Museo del Paesaggio, e Palazzo Biumi-Innocenti, edificio di origine medievale, oggi sede della sezione staccata di religiosità popolare del Museo del Paesaggio.
Tra le più importanti manifestazioni turistiche che hanno luogo a Pallanza ricordiamo il Corso Fiorito e il Palio Remiero, che nella stagione estiva riempiono le strade della cittadina e la illuminano con grandiosi spettacoli pirotecnici.

COME ARRIVARE


In auto: dalla A26 prendere l'uscita per Verbania. Si raggiunge Pallanza proseguendo lungo la SS34.

In treno: dalla stazione di Verbania-Pallanza servirsi dei mezzi pubblici che costeggiando il lago portano a Pallanza.

fonte: http://www.illagomaggiore.com/