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A Lecce Mario Schifano e la pop art

LECCE - da sabato 1 luglio a lunedì 23 ottobre le sale del Castello Carlo V di Lecce ospiteranno la mostra Mario Schifano e la pop art in Italia. Promosso da Theutra e Oasimed, in collaborazione con Galleria Accademia di Torino, con il patrocinio del Comune di Lecce e il sostegno di Axa Cultura, il progetto espositivo - a cura di Luca Barsi e Lorenzo Madaro - è dedicato a quattro maestri di primo piano della storia dell'arte italiana e internazionale del secondo Novecento: Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni. Il gruppo, denominato poi Scuola di Piazza del Popolo, è riuscito a far transitare nel mondo dell'arte motivi e oggetti provenienti dall'immaginario comune, dalla storia dell'arte e della vita, fornendo un contributo fondamentale all'arte contemporanea.
Un dipinto dell'artista Tano Festa, datato 1969 e composto da sei riquadri, è intitolato "Per il clima felice degli anni Sessanta". All'interno campeggiano i nomi di sei artisti: Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Franco Angeli, Mario Schifano, Enrico Castellani e quello dello stesso Festa. È il 1969 ma c'è già nostalgia di un decennio mitico che per l'arte italiana - tra Roma e Milano - ha rappresentato un punto di riferimento, anche nel clima culturale internazionale, anche grazie ad artisti stranieri che all'epoca frequentavano molto l'Italia. Dalle esperienze astratte e informali degli anni precedenti, si transita verso ricerche sfaccettate e complesse che riflettono, in contemporanea rispetto alle esperienze americane, sui concetti di riferimento della Pop Art. Naturalmente non si tratta di una rielaborazione passiva del grande movimento americano, che tra l'altro era sbarcato alla Biennale di Venezia nel 1964 provocando un certo scalpore. Al contrario, i protagonisti di questa rivoluzione artistica, tutta italiana e con tangenze internazionali, riflettono su temi e immaginari legati alla loro cultura visiva di riferimento. Al centro di tutto c'è Roma, città densa di stratificazioni, di prospettive sul presente e il futuro, vero e proprio laboratorio aperto di fermenti, anche grazie a gallerie come La Tartaruga e critici come Alberto Boatto, Palma Bucarelli e Maurizio Calvesi. È qui che si svolge l'esistenza - e la fervida esperienza artistica - dei quattro protagonisti della mostra.
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Weekend a Parma Cinque motivi per scegliere l’accogliente città emiliana in queste settimane estive

 Parma punta sull’arte, sulla bellezza dei suoi monumenti e sulla qualità dei prodotti gastronomici; ecco 5 buoni motivi per scegliere di trascorrere un weekend in città e nei suoi dintorni a partire dal prossimo fine settimana, quando si festeggiano san Giovanni e l’inizio dell’estate.
Festa di san Giovanni
Il 23 giugno si celebra san Giovanni che, secondo i riti cristiani, battezzò Gesù nelle acque del Giordano; il fuoco e l’acqua sono i suoi simboli, entrati nella tradizione popolare che festeggia il santo con i falò, accesi nei campi di notte come riti pagani propiziatori, con i piatti della tradizione e con i benauguranti fuochi d’artificio. Il 23 giugno corrisponde anche al solstizio d’estate, alla vittoria della luce sulle tenebre: è una notte magica, la notte delle streghe come la chiamano a Parma e nel parmense, piena di prodigi e di condivisioni. Durante la rozäda äd San Zvan, infatti, si cena con i piatti della tradizione all’aperto, sotto la rugiada notturna che scaccia il male e purifica: tortelli di erbette a base di pasta fresca ripiena di ricotta e bietole verdi, condita con burro fuso e, ovviamente, formaggio parmigiano. Tante sono le sagre in città, che per l’occasione apre i piazzali (da piazza Garibaldi alla nuovissima Ghiaia) con i tavolini all’aperto e chiude le vie al traffico per permettere a tutti di partecipare alle tortellate d’estate. Per l’occasione INC Hotels Group ha una proposta originale: navigare un tratto del fiume Po sulla motonave “Stradivari” con una gustosa cena, musica dal vivo e pernottamento a Parma (Best Western Hotel Farnese e Holiday Inn Express Parma) a partire da 77,50 euro per persona. La sera di sabato 24, invece, si naviga e si cena a bordo della motonave, da dove si gode lo spettacolo pirotecnico. Info: www.inchotels.com

Visite al Duomo
E’ uno dei più importanti monumenti del Romanico padano, eretto alla fine dell’XI secolo; ha tre navate e una cupola rinascimentale affrescata dal Correggio con il capolavoro “L’Assunzione della Vergine circondata dagli Apostoli”; assolutamente da non mancare. E per conoscere meglio la sua storia è bene recarsi nell’attiguo museo Diocesano, che conserva aneddoti e documenti; merita una visita anche il vicino battistero, d’origine romanica con influenze gotiche, con una struttura ottagonale rivestita di marmo rosa di Verona.

In giro per monumenti
A poche decine di metri dal Duomo si visita il monastero benedettino di san Giovanni, che risale al secolo X ma ha una facciata barocca; bellissime sono la chiesa romanica interna con le opere del Correggio e di un giovane Parmigianino e la storica Spezieria di san Giovanni, gioiello duecentesco con arredi lignei e vasi di ceramica di grande pregio. Tra le chiese più belle di Parma ci sono anche san Francesco del Prato, con un rosone in marmo rosso; l’Oratorio della santissima Trinità, con una facciata neogotica, e sant’Antonio Abate, ricostruzione settecentesca di un edificio antico. 
Immancabile, poi, è una visita alla Pillotta, grandiosa costruzione mai completata che ospita la Galleria Nazionale, la biblioteca Palatina con volumi inestimabili e il Teatro Farnese. Tra gli ultimi gioielli della città merita una visita il Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione, polo museale con ricche opere d’arte, di fotografia, di design e architettura, ricavato dall’abbazia di Valserena, che ispirò la Certosa di Parma, celebre protagonista del romanzo di Stendhal. Da non perdere, infine, il chiostro del Conservatorio Arrigo Boito, e per chi ama la lirica l’opera in due atti di Mozart, “Così fan tutte”, in programma la sera del 24 giugno.

I dintorni
Se il centro storico della città si visita comodamente a piedi o in bicicletta, è sufficiente fare pochi chilometri a nord della città per rimanere stregati dalla bellezza della reggia di Colorno, maestoso palazzo ducale con più di 400 sale riccamente affrescate e numerosi cortili, circondati da un grande giardino alla francese; l’imponente Versailles in miniatura era la residenza estiva di Maria Luisa d’Asburgo, seconda moglie di Bonaparte e figlia dell’imperatore austriaco Francesco I; qui e nel giardino, all’indomani della caduta di Napoleone, la nobildonna, anche venerata dai parmigiani, impresse il suo raffinato gusto. Alle spalle della reggia si visita la Cappella di san Liborio, costruita tra il 1792 e il 1796, e restaurata per volere della duchessa; all’interno si trova uno dei più pregiati organi antichi tuttora esistenti al mondo. 
A sud di Parma, invece, si visita il borgo di Fontanellato che si sviluppa intorno alla Rocca Sanvitale, eretta nel XII secolo, al cui interno sono conservati pregevoli affreschi manieristi del Parmigianino. A Fontanellato, ogni terza domenica del mese si tiene un delizioso mercato dell’antiquariato, e per chi ama i giardini c’è il labirinto della Masone a forma di stella, il più grande al mondo con 3 chilometri di percorso; al suo centro una piramide ospita una cappella, tre ristoranti, una libreria, una sala da ballo, due suites e spazi espositivi per mostre temporanee. 
Nel comune di Fontanelle si visita gratuitamente il museo del Mondo Piccolo, dedicato a Giovannino Guareschi, visionario creatore della serie di romanzi sui personaggi don Camillo e Peppone; e a Busseto la casa-museo di Giuseppe Verdi, nato nel 1813 nella frazione di Roncole Verdi.

Eccellenze gastronomiche
Parma è la culla del buon cibo, dichiarata dall’Unesco “città creativa per la gastronomia”: immancabili, dunque, sono le visite nei dintorni ai caseifici e alle aziende di produzione del miglior parmigiano e dei salumi, in particolare il culatello e la spalla cotta, altre eccellenze gastronomiche. Non è un caso che Parma insieme a Modena sia la prima provincia italiana per l’impatto economico delle produzioni Dop e Igp: dal parmigiano reggiano al prosciutto di Parma, dall’aceto balsamico di Modena al salame di Felino. Parma è la vera capitale della Food Valley emiliana: l’antico Ducato si è trasformato, infatti, nel moderno regno dei salumi (Antica Ardenga, An.fo.ra, Antica Corte Pallavicina e Podere Cadassa), mentre a Colorno, in quella reggia dove già Maria Luigia d’Austria aveva portato grandi chef, oggi c’è Alma, la scuola internazionale di cucina italiana che ha come rettore Gualtiero Marchesi e che ogni anno diploma 1.200 tra cuochi, sommelier, pasticcieri, maître e manager della ristorazione. Infine, nel parmense ci sono numerosi musei gastronomici: a Langhirano quello del prosciutto di Parma; a Soragna il museo del parmigiano reggiano; a Collecchio quello della pasta e pomodoro, mentre l’arte olearia è rappresentata nel museo di San Secondo. 
In città si mangia bene un po’ ovunque; tra i migliori ristoranti di specialità locali si segnalano La Greppia, Angiol d’Or, vicino al Duomo, Antica Cereria, accanto al museo Toscanini, Antica Osteria della Ghiaia, Il Cortile, Sorelle Picchi,Trattoria Corrieri. 
Ogni venerdì e sabato mattina, inoltre, è previsto un tour “Parma nel cuore del gusto” che parte da piazza Garibaldi e per tre ore tocca i principali luoghi storici della città con degustazioni nei ristoranti e locali che aderiscono all’iniziativa. Il costo è di 20 euro, 15 per i giovani fino ai 10 anni, gratis fino ai 3 anni.

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Farm Cultural Park, così rinasce paese


 A Favara, il paese dell'agrigentino conosciuto fino a qualche anno solo per gli l'abusivismo edilizio dilagante, lo chiamano il notaio 'pazzo', ma se di pazzia trattasi di sicuro è follia redentrice. Lui è Andrea Bartoli, ha scommesso in un sogno: ha scelto Favara, paese d'origine della moglie Florinda, invece di Parigi per provare le condizioni per vivere bene nella comunità di appartenenza. E così hanno fondato il centro culturale indipendente Farm Cultural Park il primo 'parco turistico culturale' made in Sicily, un esempio tangibile "di rigenerazione urbana" riconosciuto persino dall'UE. La Farm ha ridisegnato il volto della cittadina che da luogo da cui fuggire - dove dice scherzando Bartoli "chi vive ad Agrigento fino a qualche tempo fa, non sarebbe andato nemmeno per sbaglio" - s'è trasformato in attrattore di energie e talenti, dove i giovani restano per provare a creare un futuro possibile. Già, perché in sette anni, secondo un primo studio sugli impatti economici legati alla nascita del centro culturale 'innestato' nel centro storico, sono stati investiti più di 20 milioni di euro. La Farm, e quindi Favara, è diventata meta turistica da 120 mila visitatori all'anno. Sono nate nuove attività economiche, create opportunità di lavoro (150 occupati stabili) oltre l'indotto. Ma c'è di più, perché la Farm, che annovera tra le altre cose una scuola di architettura per i più piccoli, spazi espositivi e residenze per artisti, non è solo un luogo di 'produzione', sperimentazione e fruizione di Cultura, punta a creare un nuovo senso di comunità e con il recupero dell'intero centro storico a trasformare il Paese in meta turistica per diventare la seconda attrazione della provincia di Agrigento, dopo la Valle dei Templi.
    "Io e Florinda - racconta Andrea Bartoli - abbiamo scelto Favara, invece di Parigi. E qui adesso stiamo facendo delle cose che forse all'estero non avremmo mai fatto. Il nostro desiderio era restare nella nostra comunità e stare bene. All'inizio ci consideravano degli 'alieni', c'era diffidenza, poi ci sono stati i primi riscontri. Stiamo mettendo le nostre idee e competenze a disposizione di tutti - prosegue - la scommessa era dimostrare che con arte e cultura si può". "In questo forse sta nostra follia - aggiunge - le molla sono state la fiducia e l'entusiasmo. E poi qui succedono proprio cose belle. E' una piccola capitale di rigenerazione urbana: è una comunità di persone che sta provando a cambiare lo status quo creando un modo nuovo di stare nel futuro". E se persino dagli States pensano all'apertura di sede dell'ambasciata culturale americana proprio a Favara, nella factory della cultura a 'ridosso' della Valle dei Templi, prenderanno il via sette giorni di festa per i sette anni di Farm Cultural Park con un calendario di eventi dal 23 giugno al 1 luglio. Il primo appuntamento ai Sette Cortili è venerdì 23 giugno alle ore 20 con l'Architetto Raul Pantaleo dello studio TAMassociati, già curatore del padiglione Italia della quindicesima Biennale di Architettura di Venezia, che dopo aver incontrato i bambini di Sou della scuola presenterà "La sporca bellezza, indizi di futuro tra guerra e povertà". (ANSA).

Il primo e l'ultimo Tiziano a confronto

E' un confronto tra capolavori la mostra che affianca due monumentali pale d'altare di Tiziano, allestite dal 30 giugno al 30 novembre negli spazi della Pinacoteca comunale 'Podesti' di Ancona. Realizzate una nello splendore della pienezza rinascimentale, l'altra alla fine della lunga produzione del genio cadorino, le due opere riunite per la prima volta in un'unica sede (e affiancate da dipinti di altri maestri coevi quali Lorenzo Lotto e Sebastiano del Piombo) segnano un occasione di sviluppo per la città e l'intera regione.
Un'iniziativa di grande rilevanza, messa a punto grazie alla partnership di Regione, Autorità Portuale e MSC Crociere. Fin dal 2005, infatti, il Porto di Ancona accoglie oltre 50.000 croceristi l'anno, di cui ben circa 40.000 sono passeggeri delle navi MSC, nella cui promozione (e comunicazione) rientrerà quindi l'importante esposizione anconetana.
Con il titolo 'Tiziano & Tiziano, due capolavori a confronto', la mostra della Pinacoteca è uno degli eventi della ricca stagione culturale alle porte. Se la meravigliosa Pala Gozzi, prima opera firmata e datata dall'artista, quale culmine della sua Rinascenza, fa parte della collezione permanente del museo civico, l'imponente Crocefissione, realizzata dal maestro cadorino 40 anni dopo, è sempre stata nella Chiesa di San Domenico, dove però attualmente sono in corso verifiche sulla statica, fattesi necessarie dopo il terremoto. Ecco quindi la straordinaria occasione di vedere accostate una accanto all'altra le due opere che in sé, ha detto il curatore Stefano Zuffi, riescono a sintetizzare i momenti salienti del percorso creativo di Tiziano, "artista travolgente che lavorò fino in fondo alla sua lunga vita". Il suo strumento principale, ha ricordato lo studioso, è stato il colore "usato pieno e in grande quantità", sia sulla tavola sia sulla tela. E quello della tavola Gozzi, dipinta a 30 anni, "è un colore entusiasmante", che plasma l'intera opera in cui il Vecellio, con una scelta rivoluzionaria, rinuncia alla prospettiva architettonica per puntare, per la creazione dello spazio, soltanto "sugli sguardi e le relazioni". Nel caso della Crocefissione, 40 anni dopo, opta invece per la tela, che quasi risucchia quel colore denso che il vecchio maestro lavora direttamente con le dita. Il risultato è "una pittura sfaldata, sfibrata", grazie alla quale Tiziano riconsegna una dimensione umana alla religiosità.
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A Roma il ministro Alfano, Eraldo Affinati e padre Spadaro hanno presentato il XXXVIII Meeting di Rimini

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Roma - Il Meeting di Rimini è sempre occasione di una ripresa. Non solo perché si colloca al termine della pausa estiva, quando ci sia appresta a riprendere l’attività in tutti i settori della vita del nostro Paese. Ma perché con i suoi temi trasversali (in passato a volte anche di decodificazione piuttosto impegnativa) «vuole favorire un dialogo senza barriere», come spiega la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri, «e lanciare messaggi costruttivi, mettendo in relazione mondi diversi». 

La presentazione 

Così l’appuntamento di giovedì 22 giugno alle 18 alla Pinacoteca del Tesoriere di Roma, la presentazione della XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli ha visto dialogare il presidente del Meeting con tre protagonisti quali il ministro degli Esteri Angelino Alfano, il direttore de La Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro ed Eraldo Affinati, insegnante e scrittore. 

Punto di partenza, il titolo dell’edizione 2017 del Meeting, tratto dal Faust di Goethe, “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”. 

«Ma noi cosa abbiamo ereditato? E che cosa dunque dovremmo riguadagnare?», ha detto in apertura Emilia Guarnieri. «In questo crollo generale delle evidenze, delle certezze, riguadagnare significa tornare a qualcosa di passato? L’immagine del manifesto, dell’albero, radicato a terra nelle solide radici e slanciato nella fantasia variopinta dei suoi rami, è l’immagine plastica che riguadagnare ha a che fare col nuovo, con la creatività con la libertà di un nuovo inizio. Che ogni uomo sia consapevole di ciò che ha ereditato, della ricchezza di cui è portatore, è fondamentale perché ci si possa lanciare verso un nuovo inizio». Cosa c’è quindi da riguadagnare? Per la presidente del Meeting «la speranza, il desiderio del bene, la solidarietà, c’è da riguadagnare un’esperienza reale di Europa, un’idea certa di costruzione comune, di politica, un interesse reale ai giovani e al loro futuro… tutte cose che abbiamo ereditato!» 

Padre Spadaro si è buttato a capofitto nel tema della rassegna riminese: «Il modo per riguadagnare l’eredità ricevuta dei padri è la libertà», così è iniziata la sua riflessione, «niente è scontato nel passaggio tra le generazioni. Ciò che ricevo è mio se attraversa la mia libertà. E dove c’è libertà, c’è inquietudine. Nulla è mio se non attraversa la mia personale inquietudine. Se questo non avviene la mia vita diventa una “bottega di restauro” o un “laboratorio di utopie”». Ciò che mi appartiene, ha spiegato ancora il direttore de La Civiltà Cattolica, «mi appartiene perché si è avvicinato alla mia inquietudine e l’ha attraversata impastandosi con me e lanciandomi verso il desiderio di un futuro da costruire». 

Per questo motivo, prosegue la riflessione del gesuita, l’eredità, che si trasmette di padre in figlio, è una eredità di inquietudini che la storia ha plasmato e modellato anche nella vita dei popoli. «Sorprendentemente per papa Francesco i padri, gli “anziani” sono coloro che sognano», ha osservato Spadaro. «I giovani invece sono coloro che hanno visioni. Per Bergoglio, in questa catena di sogni e visioni, se i padri sono incapaci di narrare i loro sogni non permettono alle giovani generazioni di avere visioni, di fare progetti, dal momento che il futuro genera insicurezza, sfiducia, paura. Questo ci serve oggi: riappropriarci della “pace dell’inquietudine”, quella che non ci inabissa nel vortice delle paure, ma ci fa respirare la statura della nostra umanità». 

A don Lorenzo Milani, a due giorni dalla visita di papa Francesco a Barbiana, si è richiamato Affinati, citando una frase del suo recente L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani (Mondadori, 2016). «C’è un punto in cui l’educatore accetta la propria impotenza, esce dal tribunale della storia e torna alla lavagna chinando il capo», così lo scrittore ha aperto la sua riflessione sul tema del Meeting. «Fu in seminario che Lorenzo cominciò a capire come si dovrebbe sentire chi insegna agli adolescenti difficili: un po’ sconfitto, un po’ vittorioso. Non significa forse questo essere padri?» 

La parola infine al ministro Alfano: «A Rimini, con il Segretario Generale Nato Stoltenberg, ho scelto di affrontare il tema della sicurezza», è la sua dichiarazione. «L’Italia è stato, finora, un Paese sicuro. Abbiamo dimostrato che si può coniugare solidarietà e sicurezza in un mondo in cui – è bene ricordarlo - il rischio zero non esiste, impegnandoci a contrastare quelle visioni populistiche che vorrebbero minare i valori fondamentali su cui è fondata la nostra società». 

Filoni e personaggi 

Guarnieri infine ha presentato a grandi linee i filoni principali del Meeting di quest’anno, che si terrà da domenica 20 a sabato 26 agosto. La giornata di apertura vedrà l’intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, mentre l’incontro di presentazione del tema si terrà martedì 22 con Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme. Elemento centrale della giornata conclusiva del Meeting, sabato 26, sarà invece l’intervento del segretario di stato di Sua Santità, cardinale Pietro Parolin. 

Tra gli ospiti di questa edizione (quasi impossibile fare una cernita tra i quasi trecento relatori, per un totale di circa 120 incontri), oltre al già citato Stoltenberg, Gherardo Colombo, Antonio Tajani ed Enrico Letta, gli economisti Erik Jones, Dennis J. Snower, Jeromin Zettelmeyer e Domenico Lombardi, l’inviato UE per la libertà religiosa Ján Figel’ e l’intellettuale francese Olivier Roy. Sul fronte del dialogo tra religioni e paesi ci saranno il rabbino David Rosen dell’American Jewish Committee, così il libanese musulmano Mohammad Sammak, ma anche Nassir Abdulaziz Al-Nasser, in rappresentanza del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Ascolteremo testimonianze quali quelle dello chef venezuelano Sumito Estevez, della suora ugandese Rosemary Nyirumbe e del nuovo Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, ma anche dei sindaci di Aleppo, Parigi, Tel Aviv e Damasco. Di integrazione e nuove generazioni parlerà la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e di emigrazioni il noto demografo Massimo Livi Bacci dell’Università di Firenze. Sul fronte scientifico ci saranno tra gli altri l’allievo di Noam Chomsky Andrea Moro, insieme a Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, e un esperto internazionale di intelligenza artificiale quale Nello Cristianini. Largo spazio come sempre ai temi dell’economia e del lavoro con il presidente Confindustria Vincenzo Boccia e la segretaria generale Cisl Annamaria Furlan, ma anche l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, il sociologo Mauro Magatti, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e il suo collega allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, l’ad di Wind Tre Maximo Ibarra, Ernesto Ciorra, direttore innovazione in Enel e Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Ha confermato la sua presenza anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, così come il presidente emerito della Camera Luciano Violante, che parlerà di crisi delle democrazie e il presidente di Cercare ancora Fausto Bertinotti, mentre il sottosegretario Gabriele Toccafondi interverrà sui temi della scuola. Il Meeting è anche arte, con la direttrice della Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma Cristiana Collu e Adrian Paci, artista di fama internazionale 

Le mostre 

Sul fronte delle mostre per una presentazione in dettaglio rimandiamo al sito internet www.meetingrimini.org. Si toccheranno comunque i temi delle nuove generazioni e dei volti giovani dell’Italia multietnica, ma anche del lavoro, a partire dalle domande poste dai giovani che si affacciano nel mondo delle professioni. La mostra “Il passaggio di Enea” presenterà opere di importanti artisti contemporanei che riflettono sull’eredità, e quindi il debito, con il passato, mentre Fondazione Russia Cristiana in occasione del centenario propone un’esposizione su “Russia 1917. Il sogno infranto di un mondo mai visto”. A cura dei francescani di Terra Santa invece la mostra “La terra più amata da Dio. La Custodia di Terra Santa”. 

Gli spettacoli 

Per quanto riguarda gli spettacoli, si esordirà domenica 20 con un’edizione con oltre 170 persone in scena della Madama Butterfly di Puccini con la China National Opera House. Il Meeting “incontrerà” tre cantautori che con la loro traiettoria umana e musicale hanno lasciato il segno: Fabrizio de Andrè con “Come una specie di sorriso”, con Neri Marcorè e il GnuQuartet, Enzo Jannacci con lo spettacolo “Le scarpe del tennis” ma anche il forlivese Claudio Chieffo con “Canzone per te”, a cura del figlio Benedetto. “Solaris” porterà la fantascienza a teatro con la regia di Paolo Bignamini, mentre un grande attore come Massimo Popolizio proporrà “Padre e figlio”, un testo di Fabrizio Sinisi che prende spunto dal tema del Meeting parlando di personaggi biblici come Caino e Abele, Abramo e Isacco, Giacobbe ed Esaù. “SdisOrè”, inoltre, proporrà la riscrittura dell’Orestea di Eschilo ad opera di Giovanni Testori con la regia di Gigi Dall’Aglio e l’interpretazione di Michele Maccagno, vincitore del premio Nazionale Franco Enriquez come migliore attore proprio per SdisOrè. “Un sussulto al cuore”, infine, è il titolo del concerto per orchestra e coro, con musiche e direzione del maestro Emmanuele Lo Russo. 

Sport e Villaggio ragazzi 

Non mancherà poi certamente lo sport, con tornei e manifestazioni rivolte a persone di tutte le età, in collaborazione con CSI e con le Scholas Occorrentes, progetto per i giovani di respiro internazionale nato a Buenos Aires nel 2001, quando Jorge Bergoglio era arcivescovo. Nel Villaggio ragazzi infine i più piccoli sono attesi da laboratori creativi con attività manuali, giochi da tavolo, teatrino delle marionette, la libreria “animata” per far volare la fantasia, ma anche le mostre “Con gli occhi di Marcellino”, che ci farà scoprire l’attualità del film “Marcellino pane e vino”, “Io Pinocchio” e “Presepe… che meraviglia”. 

«Questo Meeting», conclude Emilia Guarnieri, «vorrà essere anche la scommessa sul fatto che la consapevolezza dell’identità apre all’altro, alle nuove sfide, alle questioni drammatiche che abbiamo di fronte, al lavoro, alla sfida delle nuove tecnologie, alla giustizia, alla educazione, alle migrazioni, alla convivenza civile, al dramma di paesi più poveri del nostro, al vuoto esistenziale che genera violenza, alla libertà religiosa e civile che manca in tanti paesi, alle guerre. Non parleremo di tutto, ma questo è l’orizzonte che vogliamo portare nel cuore».
fonte: comunicato stampa

Addio afa. Le 5 piscine che rinfrescano l’estate


Il caldo estivo mette a dura prova. Ecco gli indirizzi giusti per un tuffo rigenerante


1. UN TUFFO NEL VERDE DELLA CIOCIARIA NELLA TENUTA ESDRA AGRI-SPA
La Tenuta Esdra Agri-Spa, sita in quel di Pontecorvo (Ciociaria), è una dimensione bucolica inserita in un contesto incontaminato. Pace e tranquillità accolgono nella sua piscina esterna, un’area attrezzata con lettini e sdraio che regala un vista privilegiata sulla Valle del Liri. 


2. BAGNO SENZA TEMPO ALLE TERME DI DOBRNA
Un tuffo di benessere quello che si prospetta all’orizzonte facendo tappa alle Terme di Dobrna, antico centro termale sloveno che ha alle spalle 600 anni di tradizione. L’estate è il momento ideale per farle visita e trovare refrigerio concedendosi una nuotata nel complesso di piscine (interne ed esterne) con acqua termale site al III piano dell'Hotel Vita. 


3. PISCINE AD ACQUA TERMALE ALLE TERME LUIGIANE
Le Terme Luigiane, site in provincia di Cosenza tra il territorio di Acquappesa e Guardia Piemontese, attendono la clientela al Parco Termale Acquaviva, una location avvolta nel verde là dove rilassarsi tra lettini e le tre piscine ad acqua termale fluente e non trattata e i distributori di fango che permettono di purificare e disintossicare la pelle. 

4. BAGNO CON VISTA AL CHIA LAGUNA RESORT
Benessere con vista quello offerto dal Chia Laguna Resort, un eden mozzafiato avvolto nella macchia mediterranea dove pace e privacy sono all'ordine del giorno. Il suo microcosmo invita a tuffarsi nella piscina panoramica Bioaquam dove mettersi comodi, sorseggiare un cocktail e rilassarsi a tu per tu con una vista mozzafiato sulla laguna popolata da fenicotteri rosa.


5. LAUGARVATN FONTANA: IN ISLANDA ALLA SCOPERTA DELLA BALNEOTERAPIA
Oltre a Blue Lagoon c’è di più. In Islanda si scoprono le miracolose acque di Laugarvatn Fontana, una zona geotermica posta a sud della capitale Reykjavik là dove sperimentare la balneoterapia con acqua minerale calda. Immergersi nelle piscine naturali è il modo migliore per godere dei benefici effetti di queste acque ricche di preziosi minerali: quel che ci vuole per ritrovare l’equilibrio fra mente e corpo.




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