SS24

Street Art, in Abruzzo c'è il lupo buono. Scritta Cappuccetto Rosso 'In bosco per lui, ora diffidi uomini'

 © ANSA
ansa

CIVITELLA ALFEDENA (L'AQUILA) - Natura, Arte e Cibo si incontrano il 24 agosto a Civitella Alfedena, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, per la seconda edizione di "Civitella Street Art". Tra musica, laboratori di live painting e degustazioni dei prodotti locali i cittadini e i tanti turisti che ancora affollano la montagna abruzzese potranno ammirare i numerosi murales che sono stati realizzati. In particolare un murales è diventato virale nell'ultimo periodo in virtù della sua particolare storia.
    Realizzato da Nicola D'Amico la pittura, ispirata ad uno scatto fotografico di Nadia Navelli, è stata realizzata in onore del Lupo, simbolo cardine di questo borgo appenninico e in concomitanza dell'inaugurazione della "nuova" via dei Lupi: trekking che partendo da Tivoli (Roma) esplora tre aree protette che tutelano il pre-Appennino e l'Appennino e che si conclude proprio a Civitella Afedena, luogo che ha scritto uno dei più significativi capitoli in merito al recupero dell'habitat del lupo, inaugurando già negli anni '70 una delle primissime aree faunistiche di questo grande predatore. Il murales di D'Amico rappresenta un lupo con Cappuccetto Rosso e la scritta "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli essere umani". Il messaggio vuole far riflettere su come spesso l'essere umano possa interagire negativamente con la Natura e come al giorno d'oggi sia necessario ristabilire una giusta connessione con essa.
    "L'idea della Street Art a Civitella Alfedena - racconta Nicola D'Amico - nasce successivamente alla realizzazione di alcuni murales che dipinsi per riqualificare delle aree degradate all'interno del borgo con l'utilizzo di pitture a tema naturalistico in accordo con le architetture del paese. Oltre ad essere una forma d'arte oramai di tendenza la Street Art rappresenta di per sé un biglietto da visita ed una propaganda per un luogo. L'aneddoto sulla storia di questo murales è riconducibile ad un episodio della mia vita, quando avevo all'incirca 6 o 7 anni sono stato attaccato da un lupo all'interno del centro abitato del paese ed oltre ad aver riportato alcune cicatrici devo riconoscere di aver rischiato davvero la vita se non fosse stato per il tempestivo intervento di mio padre. Ebbene a distanza di molti anni non solo non nutro timore o rancore verso questo fantastico animale ma al contrario ho acquistato stima e fiducia tanto da onorarlo con un murales".

West e cowboy, un insolito Andy Warhol. La passione dell'icona della pop art in un museo della Georgia

 © ANSA


CARTERSVILLE - Andy Warhol e la sua passione per il West. Per la prima volta una mostra esplora un insolito Warhol, l'artista affascinato dal mondo dei cowboy. 'WARHOL and the WEST' sarà inaugurata il 25 agosto e rimarrà aperta fino al 31 dicembre al Booth Western Art Museum di Cartersville in Georgia.
    Co-curata da Faith Brower del Tacoma Art Museum e Seth Hopkins, tra le altre cose anche direttore esecutivo del Booth Museum, 'WARHOL and the WEST' è la prima mostra museale che esplora a fondo l'amore dell'icona della pop art per il West, un sentimento espresso sia nella sua arte, nei suoi film, i suoi viaggi, gli oggetti collezionati nonché il modo di vestire. "WARHOL and the WEST - ha spiegato all'ANSA Hopkins - cerca di mettere in un unico contesto tutta l'arte di ispirazione Western prodotta da Warhol, oltre agli oggetti che collezionò o gli abiti che indossò. Tutto in un unico posto. E' la prima grande mostra che si focalizza sull'arte western per inquadrarla nel contesto di tutta la sua carriera".
    La mostra comprende oltre cento pezzi e apre una finestra su alcuni aspetti poco studiati della sua carriera artistica.
    "Anche i suoi fan più appassionati - continua Hopkins - probabilmente non sono a conoscenza del fatto che l'artista fosse attratto dal West. Tuttavia il West fu un'influenza costante per quasi tutta la sua vita. Warhol indossava stivali da cowboy e spesso amava fare viaggi a Taos (cittadina nel deserto del Nuovo Messico, ndr), Forth Worth (luogo rinomato per i cowboy in Texas, ndr) e in Colorado. Accumulò, inoltre, una quantità enorme di oggetti e manufatti degli indiani d'America".
    Non a caso, uno dei progetti più significativi poco prima della sua morte nel 1987 fu la serie 'Cowboys and Indians' (cowboy ed indiani) con 14 soggetti western iconici. Tra questi una serigrafia di John Wayne. In mostra anche una riproduzione del famoso 'Triple Elvis', in cui per la prima volta Elvis Presley appare nelle opere realizzate da Warhol. Il cantante e attore viene rappresentato in posa da pistolero, proprio per cogliere le caratteristiche principali della sua carriera cinematografica e sintetizzarle ma anche per ricordare il celebre movimento di gambe dell'artista.
   ansa

Clooney e il mirto, "mi fa ringiovanire" Attore e regista testimonial delle eccellenze della Sardegna

George Clooney © ANSA


OLBIA - George Clooney considera il mirto il suo elisir di giovinezza. Durante le riprese a Olbia della serie "Catch-22", andata in onda su Sky Atlantic, sia lui che lo staff della Paramount sono stati omaggiati del tipico liquore sardo nel catering del set che era stato allestito dalla squadra del festival Mirtò: Nicola Mancini, l'ideatore, Salvatore Pinducciu e Giovanni Pirina.
    "Clooney è un amico di Mirtò - raccontano gli organizzatori dell'evento - ed è diventato un ottimo testimonial: non solo le bellezze della Sardegna, dunque, ma anche le sue eccellenze agroalimentari hanno fatto breccia nelle passioni dell'attore e regista". Il primo 'amore' è stato il pecorino sardo, che ora Clooney punta ad importare negli Usa. Dopo averlo assaggiato in Sardegna dal pastore Peppino, ne avrebbe già spediti 32 chili a Los Angeles per farlo assaggiare agli amici e ai futuri clienti.
    Ma la sua seconda passione è il mirto. In un'intervista al settimanale Oggi in occasione delle riprese della serie Sky all'aeroporto di Olbia, Clooney aveva raccontato il suo amore per i cibi prodotti in Sardegna. "Adoro il pane Carasau! Ne mangerei a quintali. E poi il mirto: lo conosco da 20 anni, ma bevendolo tutti giorni per mesi, guardami: non mi ha fatto ringiovanire?", aveva scherzato con il giornalista. Il mirto e Mirtò hanno quindi conquistato nel tempo palcoscenici nazionali e internazionali. In questa quinta edizione del festival il modello del Vinitaly in salsa gallurese è stato affinato, con gli stand e gli espositori che si sono ritrovati lungo il Corso Umberto: un formidabile mezzo di promozione per le aziende partecipanti. (ANSA).

Viaggio tra i siti Unesco d’Italia, l'Umbria alla scoperta di Assisi e dei luoghi francescani, tutelati per l’alto valore artistico e culturale

null © Ansa

ASSISI - Due sono i siti che l’Unesco ha individuato in Umbria e che ha inserito tra i beni dell’umanità: Assisi e i luoghi legati a san Francesco, che tutela dal 2000, e dal 2011 la basilica di san Salvatore di Spoleto e il tempietto del Clitunno a Campello, come luoghi del potere dei Longobardi.
La città di Assisi, la chiesa di san Damiano, l’Eremo delle Carceri, il santuario di Rivotorto, la basilica di santa Maria degli Angeli e palazzo del capitano sono meraviglie storiche, artistiche e architettoniche da preservare. Meta ogni anno di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, Assisi è il luogo di nascita di Francesco, il celebre santo e patrono d’Italia, dove ebbe origine l’ordine dei frati minori. Tutto nella città umbra riconduce al Santo: fin dal Medioevo la storia di Assisi è associata al culto e alla diffusione del movimento francescano e alla trasmissione del suo messaggio universale di pace e di tolleranza. Religiosi, viaggiatori e turisti visitano ogni anno la città umbra, trasformata in un maestoso santuario all’aperto, e percorrono ogni anno la strada francescana che parte proprio dalla basilica dove riposa il Santo e dove Giotto raffigurò mirabilmente la sua vicenda umana e spirituale. La basilica, eccezionale esempio di complesso architettonico, ospita due chiese sovrapposte, quella inferiore del 1228 e quella superiore del 1253, e una cripta, scavata nel 1818 con la tomba del Santo, dove riposano le spoglie in un semplice sarcofago poggiato sulla roccia. Dal luogo sacro si passeggia verso il centro o lungo le mura cittadine, tra vie medioevali e scalette ricche di romantici scorci con panorami mozzafiato sulla vallata umbra. Fanno parte del patrimonio anche la chiesa di santa Chiara del XIII secolo, fondatrice dell’ordine delle Clarisse, il duomo di san Rufino, con una facciata del XIII secolo, la chiesa di san Pietro del XIII secolo, santa Maria Maggiore e la Chiesa Nuova del 1615. Tappa fondamentale per avvicinarsi alla vita del Santo è la chiesa di san Damiano, dove avvenne la conversione del giovane Francesco davanti a un grande crocifisso, che oggi si trova nella Cappella delle reliquie di santa Chiara e dove intorno al 1226 scrisse il celebre poema Cantico delle Creature. Altro simbolo della spiritualità francescana e sito tutelato è la Porziuncola, piccola cappella fondata nel IV secolo da alcuni pellegrini di ritorno da Gerusalemme, racchiusa nella basilica di santa Maria degli Angeli, a circa 5 chilometri da Assisi, dove il frate umbro costituì il primo convento stabile dell’ordine francescano. Qui accanto, la sera del 3 ottobre 1226, il frate morì in una semplice capanna che divenne la Cappella del Transito, trasformata nel 1569 in basilica per volere di papa Pio V. La visita dei luoghi sacri dedicati al frate umbro deve contemplare anche un pellegrinaggio alla basilica di santa Chiara, la fondatrice dell’Ordine delle Clarisse, e all’Eremo delle Carceri, immerso tra le querce, i casolari e gli eremi solitari del monte Subasio, a circa 4 chilometri dalla cinta muraria dove il Santo si ritirava in meditazione.
A Spoleto la basilica di san Salvatore, capolavoro d’architettura sacra antica, è temporaneamente chiusa al pubblico ma dal portone principale è possibile sbirciare all’interno e ammirare le tre navate e gli affreschi dell’abside.
Non lontano, a Campitello del Clitunno, invece, è possibile visitare un artistico tempietto, preso a modello dai maestri rinascimentali come luoghi del potere dei Longobardi. Si tratta di una piccola chiesa a forma di tempio corinzio su un’antica struttura romana. L’aspetto più interessante del tempietto è la sua suggestiva posizione, già descritta da Plinio il Giovane come un luogo coperto da “antichi e ombrosi cipressi ai cui piedi scaturisce una fonte che forma un laghetto”. All’interno, cui si accede da due scalinate laterali, ospita un’abside decorata e affrescata.

ansa

Pippa Bacca, 11 anni dal sogno spezzato l'artista viaggiatrice protagonista del doc di Simone Manetti

 © ANSA

MILANO - Il sorriso timido ma assieme forte, la grazia del suo abito da sposa bianco che non temeva la polvere delle strade in autostop, il messaggio potente di pace interrotto da una cieca e brutale violenza. Undici anni fa un uomo orco uccideva in Turchia Pippa Bacca, l'artista viaggiatrice ma non il suo messaggio di amore verso il prossimo.
    Assieme alla collega Silvia Moro Pippa Bacca portava la performance Spose in Viaggio - Brides On Tour come simbolo di condivisione, scambio e apertura attraverso i paesi sconvolti dalle guerre e dalla povertà: dall'ex Jugoslavia alla Bulgaria, dalla Turchia alla Siria, dal Libano all'Egitto, dalla Giordania alla Cisgiordania e Israele. Il 27 agosto alle 22.00 su Crime+Investigation (in esclusiva su Sky al canale 119) arriva "Sono innamorato di Pippa Bacca", il documentario diretto da Simone Manetti che racconta la storia di questa straordinaria donna.

Pippa Bacca, ti amo
Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca, nipote dell'artista Piero Manzoni, era cresciuta a Milano in una famiglia anticonformista. Lavorava in un call center per finanziare i suoi progetti artistici. Era partita l'8 marzo del 2008 da Milano, assieme alla Moro, vestita da sposa. Un viaggio di 6000 km da percorrere per celebrare il matrimonio tra i popoli e dimostrare che dando fiducia al prossimo si riceve solo bene. Tappa finale: Gerusalemme, dove le due spose avrebbero concluso l'impresa con una performance che le avrebbe viste lavare i loro abiti per eliminare simbolicamente le scorie della guerra. Un progetto complesso, con le protagoniste in scena 24 ore su 24, nei loro abiti nuziali. Pippa aveva anche riservato alle ostetriche il rito della lavanda dei piedi, asciugandoli con la mantellina dell'abito nuziale, in un rituale di omaggio e gratitudine poiché aiutano con il loro quotidiano lavoro la nascita e la vita anche in mezzo all'orrore. In Turchia le due artiste si erano separate temporaneamente. Avrebbero dovuto riunirsi a Beirut ma a Gebze Pippa viene violentata e uccisa il 31 marzo del 2008 a 33 anni.
ansa

Beni culturali: oltre 5.000 visitatori al Chateau Vallaise



Sono stati più di 5 mila i visitatori del cantiere evento organizzato al Chateau Vallaise di Arnad. Concluso domenica scorsa 25 agosto, l'iniziativa si è svolta per otto giorni, nell'ambito della rassegna culturale Chateaux Ouverts. Attraverso visite guidate gratuite è stato possibile percorrere alcune delle sale della raffinata dimora signorile, ammirare i ricchi cicli pittorici barocchi che ne rivestono le pareti e conoscere la storia della famiglia nobiliare che vi abitò per ben sei secoli. Le visite hanno fatto registrare una media giornaliera di circa 600 visitatori. Il picco si è registrato domenica 25 agosto con mille presenze, durante la Festa del Lardo. 

"La Restituton di Chateau Vallaise - spiega l'assessore ai beni culturali Laurent Viérin - è un percorso che non ha interessato solo l'acquisizione e la tutela, ma anche la sua conservazione e con la logica dei cantieri-evento permettiamo così alla comunità e ai turisti di beneficiare di tale opportunità". (ANSA).

C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio.


DANIELA COLLU, 'VOLEVO SOLO CAMMINARE' (A. Vallardi, pp. 176 - 14,90 euro). C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio. Ancora di più, forse, se si sceglie di farlo da soli, a piedi, sul Cammino di Santiago di Compostela. ''Io - racconta all'ANSA Daniela Collu - avevo 15 giorni 'liberati' da un lavoro che avevo rifiutato. Quel tempo volevo riempirlo di qualcosa che avesse senso. Non solo una vacanza, ma un'esperienza''. In tutto 370 chilometri in 11 giorni, sui passi dei pellegrini che nel Medioevo erano diretti dalla tomba dell'Apostolo Giacomo il Maggiore (sulle strade francesi e spagnole oggi Patrimonio Unesco), con uno zaino di sette chili sulle spalle, che ora la Collu, classe 1982, conduttrice televisiva, speaker radiofonica e autrice del blog Stazitta, racconta in ''Volevo solo camminare'', divertente vademecum-diario di bordo personale, edito da A. Vallardi.
''Non sono una super sportiva, ne' avevo motivazioni religiose a spingermi'', racconta lei, atea patentata, natura-resistente, camminatrice poco convinta e, per chi lo sospettasse, neanche in crisi sentimentale. '''Non fa per me, come mi salta in mente?', me lo sono ripetuta mille volte prima di partire - ammette - Fino a che ho trovato una motivazione più semplice di quanto si possa pensare: lo faccio semplicemente perché ho le gambe. Sono partita pensando che non ce l'avrei fatta. Ma mi sono lanciata e ho fatto bene''. Ecco allora che il libro raccoglie, con grande ironia, il ''suo'' Cammino di Santiago, scelto, riflette, ''forse un po' per vigliaccheria: non avendo mai sperimentato un'esperienza del genere è un percorso molto ben segnalato e organizzato''. Primo passo, il bagaglio. Indispensabili per la ''sopravvivenza'' di piedi, ginocchia e schiena, alcune piccole accortezze, dalle scarpe giuste allo zaino tattico. ''Per questioni di tempo io ho percorso 'solo' un pezzo del cammino francese, da Leon da Santiago di Compostela - prosegue l'autrice - Non si prenota niente. Sai da dove parti e sai dove arrivi.
Tutto quello che c'è in mezzo è una sorpresa, nel bene e nel male. Basta concentrarsi sul proprio corpo, puntare sul proprio coraggio, aggiungere un pizzico di incoscienza e scopri, ad esempio, di avere una piccola parte avventurosa, anche se sei nata e cresciuta a Roma. Quando viaggi da solo, poi, sei davvero tu il metro della tua esperienza. Non hai ritmi, esigenze o umori altrui cui adattarti''. Sul cammino si recupera il ritmo, il senso della distanza, il passo giusto, e si respira a pieni polmoni, fino a sentire un vento nuovo dentro. Soprattutto si incontrano persone e storie che diventano importanti almeno quanto la freccia che ti accompagna al traguardo. Come Domenico e Vittorio, catanesi di 70 e 76 anni, uno cieco e l'altro sua guida da sempre. O Falk, che sul cammino di Santiago ha incontrato la futura madre di suo figlio; Leon e Luigi, diventati inseparabili; Simone che ha ''il dono della socialità'' e arriva sempre con il rimedio giusto a ogni problema. ''Siamo stati gli uni per gli altri compagni silenziosi e rumorosissimi - racconta la Collu - Siamo stati fidanzati e amici quando quelli erano troppo lontani, siamo stati famiglia quando bisognava farsi carico della stanchezza e del dolore fisico. Questi ragazzi sono stati per me il motivo e il motore dell'arrivo a Santiago. Oggi - prosegue la Collu - ho il camminare come linguaggio. Non ragiono più in tempo, ma in distanze: 'quanto ci vuole per arrivare? Sono solo cinque chilometri '. Ed è come se ogni viaggio si adattasse a me.
Accetterei anche di andare a dormire per venti giorni nella foresta amazzonica. Soprattutto - conclude - sto cercando di capire quando avrò tempo per gli altri 500 chilometri del Cammino che mi mancano''. (ANSA)

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

Turismo: avventura e sport conquistano gli italiani. Dal Brasile al Canada, dalla Francia alla Norvegia, alla scoperta di itinerari inconsueti

Turismo: avventura e sport conquistano gli italiani

Ma quali sono le “avventure” preferite dai viaggiatori dello Stivale? Prima tra tutte, come rivela uno studio condotto da momondo.it l’escursionismo, scelto da quasi un quarto degli italiani (19%), seguito da campeggio (11%), viaggio in bicicletta (10%), vacanze dedicate allo sport (10%), e infine l’interrail ovvero viaggi in treno (7%), partire zaino in spalla (4%) o il pellegrinaggio (6%). Ecco le mete alternative per i viaggiatori più temerari.

Rio delle Amazzoni - Coloro che sono alla ricerca di una vacanza alternativa dove unire natura e sapore di avventura, possono scegliere il Brasile e risalire il Rio delle Amazzoni, con una suggestiva crociera lungo le rive della giungla. Questo viaggio affascinante permette di ammirare foreste fitte di vegetazione e animali esotici… addormentandosi su un’amaca risveglierà l’Indiana Jones che è racchiuso in ogni viaggiatore.

Nicaragua - Chi vuole assaporare una buona dose di adrenalina può volare verso il Nicaragua, dove è possibile scendere le pendici del vulcano Cerro Negro con una slitta in legno ad una velocità di 95 km orari. Il vulcano, infatti, negli ultimi anni, è diventato la location ideale per lo slittino estremo.

Norvegia - Il campeggio è uno dei metodi migliori per trascorrere le vacanze, in grado di mettere d’accordo tutti, adulti e bambini, risparmiando anche sui costi. I Paesi scandinavi sono tra i più attrezzati in Europa per chi sceglie una vacanza in campeggio. Il fiordo Fennefjorden - vicino a Molde, nella costa ovest della Norvegia - dispone di un’area camping fornita di elettricità, Wi-Fi, servizi igienici, bar e tutto l’occorrente per avere ospiti in ogni periodo dell’anno.

Finlandia e Svezia - In Finlandia, invece, è possibile campeggiare all’interno del parco nazionale dell’arcipelago, mentre in Svezia il governo consente di accedere liberamente ai luoghi pubblici, dando quindi la possibilità di soggiornare praticamente ovunque.

Francia – Per chi ama la forma fisica, circondati da panorami unici ecco prospetarsi un viaggio in bicicletta: per i più temprati, i 684 km della Route des Grandes Alpes, in Francia, portano dalle rive del lago Lemano fino alle spiagge della Costa Azzurra.

Inghlterra - Per chi invece vuole unire la visita ad una città e una gita fuori porta in sella alle due ruote, aLondra è possibile esplorare la campagna circostante in bicicletta. Costeggiando le rive del Tamigi e il fiume Wey si incontra la London Cycle Route che collega Putney con Weybridge, un itinerario di 3 ore per sfuggire allo smog e al traffico cittadino.

Svizzera - Il Glacier Express, che attraversa le Alpi svizzere, è il treno più lento al mondo ma in grado di offrire una vista spettacolare sulle montagne. Collega Zermatt a St. Moritz e consente di ammirare panorami incredibili tra cui la gola del Reno, conosciuta anche come il Gran Canyon della nazione scudocrociata.

Norvegia - Chi vuole ammirare in prima fila le bellezze che la natura norvegese offre, può farlo dai finestrini di un treno, sulla ferrovia Flåm. Lunga appena 20 km, la tratta consente di ammirare i panorami di montagna a ovest del Paese, attraversa l’Aurlandsfjord - tra i più caratteristici al mondo - e raggiunge la stazione di Myrdal, da cui si può poi proseguire verso Bergen o Hønefoss.

Canada - Per coloro che invece decidono di recarsi oltreoceano, in Canada c’è la possibilità di assaporare uno dei percorsi a rotaie tra i più belli al mondo, che parte da Vancouver e arriva sino a Banff. In due giorni di viaggio, questo treno con finestrini che arrivano sino al soffitto dei vagoni, consente una visuale panoramica da brividi sul parco nazionale e sulle Montagne Rocciose.
tgcom24

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

Il Turismo e la Smart Technology



La Smart Technology, applicata al turismo, sta cambiando il modo in cui vediamo il mondo, dalle app delle compagnie aeree fino ai servizi negli hotel. Immagina una stanza d’albergo così smart che trasmette in wi-fi 5G attraverso il proprio sistema d’illuminazione, ti permette di caricare il tuo smartphone appoggiandolo semplicemente sul tuo comodino, e ha una macchina del caffè che si ricorda che tipo di miscela hai preso l’ultima volta, prima di preparartene uno esattamente uguale quando senti la necessità di un’altra dose di caffeina. Anche se potrebbe sembrare fantascienza, questo tipo di tecnologia è già in fase di test in alberghi e aziende turistiche in tutto il mondo, per migliorare il modo in cui viaggiamo. I viaggiatori si stanno facendo furbi nei modi in cui ricercano, prenotano, e fanno esperienza dei loro viaggi. Negli scorsi anni, le aziende turistiche sembravano spesso spaventate dal fatto che i propri clienti fossero armati di informazioni e competenze acquisite dal web, ma col tempo hanno intuito che ciò poteva essere a loro vantaggio e si sono organizzate per fornire il migliore servizio possibile. Ormai è sempre più in crescita il numero di hotel ‘smart’, alberghi in grattacielo incentrati sul design, fino ad arrivare a pionieristici hotel hi-tech, presenti nelle catene sparse per il mondo. Si utilizzerà la tecnologia in maniera intelligente per semplificare l’esperienza dell’ospite e per dare un tocco più familiare, ma si deve evitare di adottare la tecnologia fine a se stessa, o di usare sistemi hi-tech, app, o altri sistemi che possano complicare più che facilitare la «guest experience». La battaglia per il turismo più intelligente si estende oltre la terraferma e i cieli. Anche le navi da crociera stanno cominciando a offrire braccialetti intelligenti ai propri ospiti. In un eco di tecnologie già introdotte nei parchi a tema, i bracciali possono funzionare come chiavi delle stanze, e immagazzinare i dettagli della carta di credito o di debito per effettuare acquisti online. Per attrarre una nuova audience, e per offrire un’esperienza di viaggio più snella e in definitiva più gradevole, le crociere di linea stanno utilizzando tecnologie moderne on-board. L’app a supporto, può anche essere utilizzata per prenotare escursioni, cene, e attività a bordo. Un’altra faccia della medaglia sono tutti i siti e le app che con clamore annunciano l’uso dell’hi-tech per offrire viaggi a basso costo. Bene, non ci resta che navigare e trovare le migliori soluzioni all’avanguardia come per esempio, quello dell’Henn Na Hotel, entrato nel Guinness dei primati in quanto primo hotel interamente gestito da robot. Inaugurato nel 2015, l’hotel si trova nella prefettura di Nagasaki, in Giappone, e può contare su un personale di quasi 200 robot dalle sembianze di uomini. Gli umanoidi sarebbero in grado di parlare fluentemente 6 lingue e di svolgere tutte le mansioni legate all’accoglienza dei clienti: trasportare le valigie, dare informazioni sulla camera o sulle località turistiche, e gestire le prenotazioni. Io fin che posso continuo a farmi vacanze normali, approfittando, dei territori ancora naturali come Reykjavik in Islanda, dove mi piacerebbe trascorrere la prossima vacanza. Buon viaggio a tutti.

Guido Cristofaro

(I-TALICOM)
Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Il ritorno degli europei in Tunisia traina il turismo

Il ritorno degli europei in Tunisia traina il turismo

Non si arresta la ripresa turistica della Tunisia. Il numero dei visitatori in arrivo al 10 agosto scorso ha raggiunto i 5 milioni e 438mila con un incremento del 12,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

I dati arrivano dal ministero tunisino del Turismo e dell’Artigianato che precisa come questo risultato sia dovuto principalmente al ritorno degli europei (+18,8% a fine luglio), in particolare inglesi (+110,3%), francesi (+18%), tedeschi (+6%) e russi (+0,9%).

Si registra anche un aumento dei turisti maghrebini, cresciuti del 12,4% rispetto allo stesso periodo del 2018, in particolare del +15% quelli provenienti dall’Algeria e del +26,3% i libici.

Le entrate finanziarie derivanti dagli ingressi turistici sono aumentate del 44,2%, raggiungendo i 3,16 milioni di dinari tunisini (circa 1 milione di euro). Le notti in hotel a fine luglio hanno fatto registrare un aumento del 13,3%.

L’obiettivo del ministro del Turismo tunisino, René Trabelsi, è superare i 9 milioni di visitatori entro fine anno.
lagenziadiviaggi.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale