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Annie Ernaux "Nei miei libri c'è tanto cinema italiano"

Premio Nobel a Festa Roma con docu nato da filmini famigliari

LIBRI DI ANNIE ERNAUX >>> /SCHEDA ONLINE DA AMAZON


(ANSA) - ROMA, 22 OTT - Il cinema italiano "è fra quelli che mi hanno più segnato e ispirato.

Penso a film come il posto di Olmi di cui parlo nel mio libro L'evento.

Un altro film molto importante per me è stato La strada di Fellini, che ho visto da giovane. Mi sono resa subito conto di quanto il cinema italiano parlasse attraverso il realismo. Mi colpiva molto di più di quello francese che trovavo spesso troppo al di sopra delle cose che raccontava e troppo parlato". Lo dice la scrittrice francese Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022 alla Festa del Cinema di Roma, dove ha incontrato il pubblico dopo la presentazione di Annie Ernaux: I miei anni Super-8, documentario da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot (con lei protagonista dell'incontro) che sarà distribuito prossimamente in Italia da I Wonder Pictures.
    Un viaggio nel tempo attraverso i filmini famigliari senza voce in super 8, girati dagli Ernaux tra il 1972 e il 1981, che prendono vita nel testo sul filo dei ricordi scritto dall'autrice, anche voce narrante. Il legame tra cinema italiano e letteratura della scrittrice c'è anche per uno dei suoi romanzi più celebri, Gli anni: "Una fonte d'ispirazione è stata Ballando ballando di Scola. Dopo aver visto il film mi è venuta l'idea di scrivere un libro con quel tipo di racconto, ma mi serviva la formula giusta. La scelta è stata di utilizzare quello che avevo sentito dire durante la mia infanzia".
    Arrivano anche le domande del pubblico, fra le quali una su quale libro di un altro autore avrebbe voluto scrivere: "Avrei risposto facilmente 30 anni fa, oggi è più difficile. E' come se invecchiando sentissi che il mio percorso sarebbe potuto essere solo in una direzione, un po' come in quel libro di Kafka (il processo, ndr) dove si apre per uno dei personaggi una porta destinata solo a lui. Tra i libri che ho ammirato di più ad esempio c'è Le cose di Georges Perec ma questo non vuol dire che avrei voluto scriverlo io". Fra le domande invece per il figlio della scrittrice c'è quella su come lui abbia reagito alla notizia del Nobel: "E' stata una cosa molto naturale non c'è voluto molto per abituarsi - dice sorridendo - anche perché lo considero pienamente meritato". (ANSA).

(segnalazione web a cura di Turismo Culturale - https://viagginews.blogspot.com/

Cultura: 10 poeti italiani del Novecento da leggere assolutamente

Proprio per soddisfare la curiosità di chi legge e ama le poesie, abbiamo preparato una lista di 10 poeti italiani del Novecento, alcuni più noti (perché spesso studiati a scuola), e altri meno conosciuti (ma non per questo meno importanti). Certo, questa nostra breve selezione non ha la pretesa di essere esaustiva (ci sarebbero moltissimi altri nomi da citare e ricordare), ma ha la speranza di diffondere un po’ di bellezza e di meraviglia, se è vero che, come diceva Walt Whitmanla poesia salverà il mondo.

E se poi a qualcuno venisse voglia di approfondire altre figure di questo periodo storico, rimandiamo alla lettura di una nuova raccolta, Il verso giusto. 100 poesie italiane (collana i Robinson/Letture, Laterza), scritta dal grande linguista e filologo Luca Serianni, che ha scelto cento poesie del Novecento per valore assoluto, rappresentatività e, naturalmente, gusto personale.

eugenio montale Getty novembre 2020

Satura, Eugenio Montale

  Nato a Genova nel 1896 da una famiglia di commercianti, Eugenio Montale (Premio Nobel nel 1975) inizia a frequentare fin da giovanissimo gli ambienti culturali e letterari. La sua prima raccolta di liriche, Ossi di seppia, risale al 1925, e subito si fa notare per l’originalità del linguaggio e dei temi trattati. A questa pubblicazione seguono poi Le occasioni, in cui è evidente l’adesione alla poetica dell’ermetismo, La bufera e altroLa farfalla di Dinard e Auto da fé. È nel 1971 che esce Satura, che contiene gli Xenia, un gruppo di liriche dedicate al ricordo della moglie, Drusilla Tanzi, deceduta nel 1963, e chiamata con l’appellativo affettuoso di “mosca”. Tra queste compare la celebre Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale, una poesia dal sapore diarisitico e prosaico, che esprime tutto il dolore della perdita e della mancanza attraverso un linguaggio scorrevole e diretto. Giorgio Caproni

Il seme del piangere, Giorgio Caproni

È il 1912 quando Giorgio Caproni nasce a Livorno. Ancora bambino si trasferisce a Genova con la famiglia, e qui compie i suoi studi. Diventa maestro elementare e inizia a pubblicare i primi volumi di poesia, tutti rivolti alla ricerca di una musicalità della parola, come tipico della sua scrittura: è il periodo in cui nascono Come un’allegoriaBallo a FontanigordaFinzioni e Cronistoria. Dal 1945 si stabilisce a Roma dove continua a insegnare e a scrivere. Nel 1959 esce Il seme del piangere, centrato sulla costruzione del personaggio della madre defunta, Annina. Sempre caro gli fu infatti il tema del lutto e della comunicazione con essenze invisibili (morti, ricordi, figure fantasmagoriche), uniche possibili interlocutrici con cui affrontare la tranisitorietà e la provvisorietà della vita umana.

Antonia Pozzi

Desiderio di cose leggere, Antonia Pozzi

È sempre del 1912 Antonia Pozzi, poeta di origini milanesi, venuta a mancare all’età di ventisei anni, quando decide di togliersi la vita avvelenandosi con barbiturici. Ipersensibile, dolce e dotata di un’intelligente brillante: l’autrice ha attraversato un’esistenza piena di conflitti, dapprima quello con il padre, che le vieta di proseguire una relazione amorosa con il suo insegnante di italiano, e poi quello religioso. Praticamente sconosciuta al grande pubblico per molto tempo, Antonia Pozzi ha lasciato più di trecento composizioni, mai pubblicate in vita. Tutte le sue poesie sono state raccolte e pubblicate postume in diverse antologie, attraverso le quali possiamo conoscere la voce unica, “leggera, pochissimo bisognosa di appoggi, che tende a bruciare le sillabe nello spazio bianco della pagina“, come scrisse Eugenio Montale.  

Nel magma, Mario Luzi

Mario Luzi nasce a Firenze nel 1914. Si laurea in letteratura francese e inizia a insegnare in varie scuole, medie e superiori, e poi presso l’Università di Firenze. Esordisce con la raccolta di poesie La barca, nel 1935, nel pieno degli anni dell’ermetismo, che condiziona all’inizio molto il suo stile di scrittura. Si sposta però poi verso espressioni più aperte, colloquiali e discorsive, in un raro equilibro fra recitativo e canto. È di molto tempo più tardi una delle sue opere più memorabili, Nel magma, del 1963, da cui emerge tutto il suo tratto malinconico e drammatico: i versi si esprimono in una forma più ampia e immediata, assumendo le forme di un pensiero poetante su istanze essenziali della natura e sugli interrogativi dell’umano.

Pier paolo pasolini

Poesia in forma di rosa, Pier Paolo Pasolini

Nato a Bologna nel 1922, Pier Paolo Pasolini è uno degli intellettuali più splendenti del Novecento. Romanziere, poeta, giornalista, regista, drammaturgo, pubblica all’età di vent’anni la sua prima raccolta, Poesie a Carsara, che confluiranno poi nel volume La meglio gioventù, e poi ancora ne L’usignolo della chiesa cattolica. Nel 1947 si iscrive al Partito comunista ed esercita un’attiva militanza politica, nel frattempo inizia a insegnare, ma quasi subito viene sospeso dal mestiere ed espulso dal PCI perché accusato di corruzione di minori. Si trasferisce quindi a Roma ed entra a contatto con la vita del sottoproletrariato: è questo il momento in cui viene alla luce uno dei suoi romanzi più celebri, Ragazzi di vita, e a seguire, Una vita violenta. Intanto inizia a lavorare come sceneggiatore cinematografico, ma non abbandona la scrittura di versi: escono Le ceneri di GramsciLa religione del mio tempo e Poesia in forma di rosa. Quest’ultima è un vero e proprio romanzo autobiografico in versi che – osservava l’autore in un’intervista – “racconta punto per punto i progressi del mio pensiero e del mio umore” in quegli anni. È in questa antologia che compare l’indimenticabile Supplica a mia madre: “Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data”. Tutte le poesie (>>>Pasolini in offerta su Amazon)   (Giovanni Giudici - Tutte le poesie in offerta su Amazon)

La vita in versi, Giovanni Giudici

Poeta prolifico, poeta del quotidiano: Giovanni Giudici nasce a Le Grazie (La Spezia) nel 1924. Come Pasolini, anche lui si dedica all’attività politica e intanto si guadagna da vivere come giornalista. Lavora per molto tempo nell’ambito pubblicitario della Olivetti e si afferma come autore con L’educazione cattolica e La vita in versi, due raccolte che mostrano la capacità dell’autore di rappresentare il reale, con assoluta grazia, delicatezza e semplicità. Quest’ultimo, in particolare, è un libro che esprime alla perfezione il disagio dell’intellettuale e dell’uomo rispetto ai modi di vita del neocapitalismo nella Milano del boom, e soprattutto l’urgenza di vivere di poesia come unica via per sopravvivere davvero: “Inoltre metti in versi che morire è possibile a tutti più che nascere. E in ogni caso l’essere è più del dire”.  

Gli strumenti umani, Vittorio Sereni

Anche Vittorio Sereni, nato a Luino (Varese) nel 1925, condivide con i colleghi poeti il mestiere dell’insegnante. Durante gli anni della maturità, si trasferisce a Milano e frequenta circoli letterari che fanno capo alla rivista Corrente. Nel 1941 viene pubblicato il suo primo libro, Frontiera, ma è del suo terzo volume che vogliamo parlarvi, Gli strumenti umani, opera che segna in Italia il definitivo superamento della corrente ermetica e l’apertura verso un modo di scrittura sospeso ed errante, continuamente forato dai disvelamenti, epifanie, segreti ed ombre.  Una poesia fatta di bisbiglii, voci e vibrazioni, dove la tradizione viene conservata e rielaborata per aprire la strada alla sperimentazione degli anni successivi.

Laborintus, Edoardo Sanguineti

Tra i più noti nomi del gruppo ’63, Edoardo Sanguineti nasce a Genova nel 1930. Docente di letteratura italiana e studioso di Dante, è un critico e poeta della neoavanguardia. Le sue opere di versi sono il manifesto della sperimentazione poetica di cui parlavamo poc’anzi, mostrando la disgregazione del linguaggio e del senso. Come la prima, Laborintus, del 1956, raccolta audace ed estrema, che rivela già la vocazione profonda di quello che Romano Luperini definisce “l’ultimo intellettuale del Novecento”.  

La Terra Santa, Alda Merini

Nata nel 1931, il 21 marzo, in primavera, come fa notare in una delle sue poesie più celebri: Alda Merini è milanese doc, ed è proprio nel capoluogo lombardo che cresce e studia, appassionandosi fin da subito alla poesia. Esordisce infatti all’età di 15 anni, grazie ad un’insegnante delle medie che ne scova e ne apprezza il talento. La raccolta La Terra Santa (Scheiwiller), del 1979, la rivela come grande autrice e segna l’inizio del suo successo, con un’opera che racconta l’esperienza vissuta in ospedale psichiatrico. In questo volume, la scrittrice utilizza la vicenda dell’esodo del popolo ebraico in Terra Santa come metafora del periodo trascorso in manicomio, tracciandolo con toni esasperati, e ossessivi che restituiscono una sensazione di tormento e claustrofobia. Con La Terra Santa, Alda Merini vince nel 1993 il Premio Librex Montale.   poeti italiani novecento

Cento quartine e altre storie d’amore, Patrizia Valduga

Poetessa e traduttrice, Patrizia Valduga nasce a Castelfranco Veneto nel 1953. Studia medicina, ma cambia percorso per intraprendere gli studi letterari. Vive a Milano e si dedica allo studio di Mallarmé, Valery, Donne, Molière, Céline, Cocteau e Shakespeare. Intanto si afferma come autrice, attratta da una poesia che molto ha a che fare con il teatro: la sua raccolta Cento quartine e altre storie d’amore è del 1997 e ospita cento quartine che raccontano, senza censure, quello che succede fra un uomo e una donna nel “tempo reale” di un incontro d’amore. Nel finale, mille versi per raccontare la metamorfosi di una sopraffazione erotica in un’esperienza o visione iniziatica: due storie diversissime e complementari, racchiuse entrambe nello spazio di una sola notte.

Libri: il fotografo Geppetti tra Dolce vita e terrorismo

  © ANSA

Ha immortalato il mito della Dolce Vita negli anni '60, con gli scatti di Anita Ekberg e dei 'bacio dello scandalo' tra Liz Taylor e Richard Burton, ma negli anni '70 Marcello Geppetti si trova anche all'Idroscalo di Ostia, dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di PIer Paolo Pasolini e 4 anni dopo in via Caetani, il giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro. A raccontare la storia di uno dei re dei paparazzi romani è Vittorio Morelli con il libro 'Fotoreporter. Marcello Geppetti da via Veneto agli anni di piombo' (edizioni All Around).
    Macchina fotografica al collo a cavallo della Vespa ad inseguire le star del cinema, Geppetti faceva parte di quel gruppo di fotografi d'assalto romani che Federico Fellini ha consegnato alla storia nel suo film. Nel 1960 riprende Anita Ekberg che si difende dai fotografi nel 1960 armata di arco e frecce davanti alla sua villa romana. Nel 1961 ferma su pellicola Audrey Hepburn in una panetteria romana; nel giugno del 1962 a Ischia riprende il bacio tra Taylor e Burton con il suo teleobiettivo Novoflex da 400mm raddoppiato e montato sulla Nikon F. Tutti 'colpi' messi a segno da un giovane fotoreporter arrivato da Rieti all'inizio degli anni Cinquanta e che aveva mosso i suoi primi passi nella professione iniziando da fattorino in un giornale della Capitale.
    L'1 marzo del 1968 la reflex di Geppetti è in azione a Valle Giulia, sede della facoltà di Architettura dell'Università di Roma, dove riprende con vividezza gli scontri di piazza tra i manifestanti e le forze di polizia.
    L'archivio fotografico di Geppetti, tenacemente conservato dal figlio, conta circa un milione di negativi. Pezzi di storia italiana. Che meritano di essere riscoperti. Assieme alla figura di un uomo che, come racconta il figlio, aveva una integrità morale tale da rifiutare i 12 milioni di lire (cifra astronomica nel 1962) da parte dell'avvocato di Richard Burton per ritirare le foto del bacio. La risposta di Geppetti fu no, perché "io lavoro per la stampa e non per i privati, e poi cosa si direbbe, di me, in giro?". (ANSA).

C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio.


DANIELA COLLU, 'VOLEVO SOLO CAMMINARE' (A. Vallardi, pp. 176 - 14,90 euro). C'è sempre un motivo per cui si parte per un viaggio. Ancora di più, forse, se si sceglie di farlo da soli, a piedi, sul Cammino di Santiago di Compostela. ''Io - racconta all'ANSA Daniela Collu - avevo 15 giorni 'liberati' da un lavoro che avevo rifiutato. Quel tempo volevo riempirlo di qualcosa che avesse senso. Non solo una vacanza, ma un'esperienza''. In tutto 370 chilometri in 11 giorni, sui passi dei pellegrini che nel Medioevo erano diretti dalla tomba dell'Apostolo Giacomo il Maggiore (sulle strade francesi e spagnole oggi Patrimonio Unesco), con uno zaino di sette chili sulle spalle, che ora la Collu, classe 1982, conduttrice televisiva, speaker radiofonica e autrice del blog Stazitta, racconta in ''Volevo solo camminare'', divertente vademecum-diario di bordo personale, edito da A. Vallardi.
''Non sono una super sportiva, ne' avevo motivazioni religiose a spingermi'', racconta lei, atea patentata, natura-resistente, camminatrice poco convinta e, per chi lo sospettasse, neanche in crisi sentimentale. '''Non fa per me, come mi salta in mente?', me lo sono ripetuta mille volte prima di partire - ammette - Fino a che ho trovato una motivazione più semplice di quanto si possa pensare: lo faccio semplicemente perché ho le gambe. Sono partita pensando che non ce l'avrei fatta. Ma mi sono lanciata e ho fatto bene''. Ecco allora che il libro raccoglie, con grande ironia, il ''suo'' Cammino di Santiago, scelto, riflette, ''forse un po' per vigliaccheria: non avendo mai sperimentato un'esperienza del genere è un percorso molto ben segnalato e organizzato''. Primo passo, il bagaglio. Indispensabili per la ''sopravvivenza'' di piedi, ginocchia e schiena, alcune piccole accortezze, dalle scarpe giuste allo zaino tattico. ''Per questioni di tempo io ho percorso 'solo' un pezzo del cammino francese, da Leon da Santiago di Compostela - prosegue l'autrice - Non si prenota niente. Sai da dove parti e sai dove arrivi.
Tutto quello che c'è in mezzo è una sorpresa, nel bene e nel male. Basta concentrarsi sul proprio corpo, puntare sul proprio coraggio, aggiungere un pizzico di incoscienza e scopri, ad esempio, di avere una piccola parte avventurosa, anche se sei nata e cresciuta a Roma. Quando viaggi da solo, poi, sei davvero tu il metro della tua esperienza. Non hai ritmi, esigenze o umori altrui cui adattarti''. Sul cammino si recupera il ritmo, il senso della distanza, il passo giusto, e si respira a pieni polmoni, fino a sentire un vento nuovo dentro. Soprattutto si incontrano persone e storie che diventano importanti almeno quanto la freccia che ti accompagna al traguardo. Come Domenico e Vittorio, catanesi di 70 e 76 anni, uno cieco e l'altro sua guida da sempre. O Falk, che sul cammino di Santiago ha incontrato la futura madre di suo figlio; Leon e Luigi, diventati inseparabili; Simone che ha ''il dono della socialità'' e arriva sempre con il rimedio giusto a ogni problema. ''Siamo stati gli uni per gli altri compagni silenziosi e rumorosissimi - racconta la Collu - Siamo stati fidanzati e amici quando quelli erano troppo lontani, siamo stati famiglia quando bisognava farsi carico della stanchezza e del dolore fisico. Questi ragazzi sono stati per me il motivo e il motore dell'arrivo a Santiago. Oggi - prosegue la Collu - ho il camminare come linguaggio. Non ragiono più in tempo, ma in distanze: 'quanto ci vuole per arrivare? Sono solo cinque chilometri '. Ed è come se ogni viaggio si adattasse a me.
Accetterei anche di andare a dormire per venti giorni nella foresta amazzonica. Soprattutto - conclude - sto cercando di capire quando avrò tempo per gli altri 500 chilometri del Cammino che mi mancano''. (ANSA)

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

LetterAltura viaggia sull'acqua e sale in battello

Presentata nei giorni scorsi, la XII edizione di LetterAltura, festival della letteratura di montagna, viaggi e avventura spiegherà le vele dal 27 al 30 settembre. "Racconti sull'acqua e viaggi in battello" il tema scelto quest'anno, prove di galleggiamento in mari sempre più difficili per le associazioni di promozione culturale. Grazie però alle numerose collaborazioni con enti e associazioni, LetterAltura è riuscita a costruire un programma corposo che agli incontri con gli autori abbina mostre, visite ed esperienze sul territorio, appuntamenti riservati ai bambini, proiezioni e da quest'anno anche un concorso letterario aperto a tutti sul tema Viaggi in battello (informazioni e dettagli del programma su www.associazioneletteraltura.com). 

Cuore pulsante del festival letterario, sarà il Maggiore: sede degli incontri, dei punti di accoglienza e, nel foyer, la libreria gestita da Libraccio, l'edicola con pubblicazione sulla montagna e gli stand dei partner e degli sponsor tra cui: il Parco della Val Grande, il CAI, il CNR ISE, Amnesty International. 

Giovedì 27 settembre con l'inaugurazione delle mostre nel foyer, salpa il Festival (ore 17). Seguiranno il momento dei saluti (ore 17.30), la musica de Il Bandino (ore 18), il brindisi di augurio sul terrazzo del Cem (ore 19).

Il fotografo Ignacio Maria Coccia e il giornalista Matteo Tacconi, sono gli autori de reportage dedicato all'Adriatico "Mare corto", allestito in forma di mostra fino a sabato 28. I due (ore 20.30) incontreranno il pubblico attraverso una conversazione condotta da Roberto Spagnoli. A seguire le proiezioni di due film dal repertorio di Corto e Fieno, il Festival del Cinema Rurale del Lago d’Orta, due film che documentano due diverse situazioni umane, in luoghi sulla Terra dove l’acqua è poca. 

Venerdì 28 giornata intensa. mattinata dedicata ai più giovani con laboratori e proposte di Cnr, Casa del lago e Cooperativa pescatori. Alle 14.30 nel foyer, il pianoforte di Alessio Lucchini che eseguirà temi barocchi e rinascimentali ispirati all'acqua. Riroveremo il maestro anche in apertura delle giornate di sabato e domenica. 

Alle 15 lo storico Leonardo Parachini parlerà delle rogge che son dal medioevo caratterizzavano i borghi di Intra e Pllanza, mentre alle 16 aprirà la mostra proposta da Fins terrae di opere ispirate al mondo liquido. Alle 17 il festival si sposta a Palazzo Flaim con l'incontro promosso dall'ordine degli Architetti "Open cities" con Alessandro Scandurra, uno degli architetti italiani di nuova generazione più interessanti. Seguirà, alle 18.30 nel foyer del Maggiore, l'apertura della mostra dedicata ai suoi progetti. 

L'idrovia da Venezia a Locarno è il filo conduttore dell'incontro (ore 19) con l'architetto Elisabetta Bianchessi; mentre a Villa Giulia apre la mostra realizzata da Fotoclub e Navigazione su "Battelli e Acque". Sempre a Villa Giulia, alle 21, di scena l'attrice ticinese Stefania Mariani con "Endurance. Storia di un viaggio straordinario", narrazione dedicata all'esploratore polare Ernest Shackleton. 

E arriva la giornata di sabato 29, che si apre alle 9.30 nel foyer del teatro con l'incontro curato dai ricercatori dell'Ise Cnr dedicato a "Il mondo segreto dei laghi alpini"; alle 10.30 lo studioso Paolo Dolcini presenterà "La Vega brilla ancora a Nord-Est", pubblicazione dedicata all'epopea del "passaggio a nord est". Alle 12, uno degli eventi centrali del Festival, l'incontro con lo storico Alessandro Barbero su la battaglia di Lepanto (prenotazione obbligatori, ingresso gratuito); sono invece i torrenti alpini i protagonisti del libro inchiesta di Elisa Corazzini "Radici liquide", che sarà presentato alle ore 15; alle 16 Emanuele Bompan e Marirosa Iannelli, autori di "Water grabbing" parleranno de le guerre per l'acqua.Hans Tuzzi, autore de "Il vento dell'oceano" incontrerà il pubblico alle 17 per parlare del suo giallo ambientato su un transatlantico. La poesia di Fabio Pusterla di scena alle ore 18, mentere alle ore 21 nella sala teatrale arriva il teologo e filosofo Vito Mancuso, a parlare del messaggio spirituale dell'acqua. 

E arriva domenica 30, ultima giornata per questa ediozne 2018 di LetterAltura, ad aprire gli incontri con gli autori sarà, alle 10 nel foyer "Rais. La solitudine della libertà", il libro di Simone Perotti che racconta l’incredibile vicenda di un pirata del Mediterraneo, Dragut Rais, kapudan pascià di tutta la flotta ottomana. Alle 11 l'incontro è con Cristina Cattaneo; l’anatomopatologa più nota in Italia parla del triste compito di restituire un'identità agli annegati nel Mediterraneo. Esperienza che riporta nel libro "Diritti annegati". Si cambia scenario alle ore 12, quando il giornalista Enrico Martinet intervisterà le guide valdostane Marco Camandona e François Cazzanelli, alpinisti reduci da una serie di scalate sulle cime e i ghiacciai immacolati dell’Himalaya. Alle 14.30 il festival si sposta a Villa Giulia, per l'incontro con Annalisa Porporato e Franco Voglino gli autori del libro "Passeggiate in battello. Nord  Italia, Savoia e Svizzera". Sempre a Villa Giulia, alle 15.30 "Filosofia e acqua" con Fracesca Rigotti, mentre alle 16.30 reading di e con Antonio Pascale "Il viaggio del Sapiens". 

24newsonline

Libri in vacanza, anche le letture dello spirito Da Papa Francesco ai monaci, anche nuove guide per pellegrini

iStock © Ansa

CITTA' DEL VATICANO - Sotto l'ombrellone o al fresco delle montagne, l'estate è la stagione dei libri. Gialli, romanzi ma non solo. In libreria ci sono anche una serie di novità dedicate allo 'spirito'. Da Papa Francesco alla vita dei monaci, dalle guide per pellegrini alle storie di giovani di fede in vista del Sinodo di ottobre a loro dedicato, molte le proposte per chi sceglie letture legate alla religione.
    Don Marco Pozza, il cappellano del carcere di Padova ripropone una lettura del 'Padre Nostro', al quale aveva già dedicato una trasmissione su Tv2000 coinvolgendo in una intervista a più puntate Papa Francesco. Ora ne "Il contrario di mio" (edizioni San Paolo) offre, come lui stesso dice, delle "sfumature randagie" sulla preghiera insegnata dallo stesso Gesù ai suoi, come raccontato dal Vangelo.
    "Cambiare se stessi per cambiare il mondo" (edizioni Mondadori) è invece una raccolta di discorsi di Papa Francesco che hanno come filo conduttore la chiamata a rimettere al centro della propria vita, il Vangelo, la carità, l'attenzione agli altri. "Contro la ricorrente tentazione di girare la testa dall'altra parte e di rinchiudersi in se stessi - scrive Giuliano Vigini che ha curato la scelta dei testi - il magistero del Papa si è fatto negli anni sempre più accorato e pressante".
    Un'esperienza di meditazione del tutto particolare è invece raccontata in "Monastero senza mura" (San Paolo). L'autore è John Main, monaco benedettino, morto nel 1982, che diede vita ad una comunità mondiale di preghiera oggi presente in 126 Paesi.
    Guarda invece al prossimo Sinodo dei vescovi di ottobre, che sarà dedicato ai giovani, "L'alleluja di Susanna" (Enrico Rufi, edizioni San Paolo) dedicato alla giovane romana, stroncata, neppure diciannovenne, da una meningite fulminante durante il viaggio di ritorno dalla Gmg di Cracovia del 2016. A raccontare l'eredità di quella giovane vita è il papà. "Alla vigilia di un Sinodo in cui Papa Francesco chiede alla Chiesa di porsi in ascolto dei giovani, auguro a chiunque legga queste pagine - scrive nella prefazione il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti - di essere ispirato dalla stessa 'nostalgia', dai motivi che hanno spinto Susanna e anche la sua famiglia, a cercare Dio in tutte le strade del mondo".
    È in libreria poi la "Guida al Cammino di sant'Antonio", una coedizione Edizioni Messaggero Padova e Terre di Mezzo Editore, scritta dai frati del Santo e dai volontari camminatori dell'associazione Il Cammino di sant'Antonio. Quattrocentotrenta chilometri in 23 giorni alla scoperta della spiritualità e della vita di uno dei principali seguaci di San Francesco d'Assisi. Da Camposampiero alla "sua" basilica di Padova, e poi attraverso gli Appennini fino al santuario della Verna, crocevia dei cammini francescani.
    Pensa ai pellegrini che faranno vacanze alternative anche "Sulle orme di Gesù - Guida ai santuari di Terra Santa" (edizioni Ets) scritta dai frati francescani, biblisti e archeologi, della Custodia. (ANSA).

Al via IV edizione 'Torino che legge' Dal 16 aprile. Pinto 'nel dna della città c'è il libro'


TORINO - Una ventina di giorni prima del Salone del Libro, Torino darà il via ad un altro evento importante per la promozione della lettura, la quarta edizione di 'Torino che legge', dal 16 al 23 aprile, formula che vede lavorare insieme tutto il mondo del libro, dal Forum del Libro alle librerie, alle Biblioteche civiche, dalle Circoscrizioni al Comune, alla Fondazione per la Cultura.
    A presentare il programma, 300 incontri che coinvolgono 78 scuole e laboratori, 31 biblioteche, 27 librerie e 73 associazioni, sono stati oggi, all'Urban Center, di fronte al Municipio, Rocco Pinto, infaticabile fondatore del Forum del Libro e l'assessora alla Cultura del Comune di Torino, Francesca Leon. "Nel dna di questa città c'è il libro - ha detto Pinto - in questa piazza nel 1861 c'erano tre librerie e oggi Torino è la città con più librerie indipendenti". Leon ha annunciato che entro ottobre verrà firmato il Patto per la Lettura, con tutti i tanti soggetti che in città si occupano di libri, compreso il Salone del Libro".(ANSA).

La pasta, da popolare a gourmet

 ELEONORA COZZELLA, PASTA REVOLUTION.   LA PASTA CONQUISTA L'ALTA CUCINA (Giunti Editore, pp.160, 18 Euro). Altro che Un americano a Roma: scordatevi l'immagine del mitico Alberto Sordi che, armato di forchetta, ingaggia una piacevolissima lotta con un'enorme zuppiera di spaghetti, anzi 'maccaroni'. Oggi infatti la pasta non è più soltanto qualcosa di popolare ed economico, ma anche oggetto di ricerca e sperimentazione. Forse non tutti sanno che ormai la pasta si può mangiare anche a colazione, trasformandola in un condimento da spalmare su una bruschetta, da abbinare a tè o caffè e spremuta d'arancia; oppure, che si può usarla come un dessert, magari unendola alla nocciola, al cioccolato bianco e alla crema d'arancia. Un sacrilegio? No, perché è arrivato il momento di capire che il 'piatto nazionale' è anche un ingrediente complesso, le cui enormi potenzialità ancora non sono state del tutto sfruttate.
    Lo spiega benissimo nel libro Pasta revolution (Giunti editore) la giornalista enogastronomica Eleonora Cozzella, che svela i segreti dell'alimento italiano più famoso, rompendo più di un tabù. Di Cozzella ci si può fidare, non solo perché è una 'globetrotter del cibo' e ha condotto per dieci anni 'Identità di pasta', il convegno show-cooking che all'interno del congresso gastronomico 'Identità golose' lancia proprio le nuove tendenze della pasta, ma perché è evidente che a guidarla nella scrittura sono l'amore e il rispetto per questo alimento celebratissimo e simbolo non solo del nostro patrimonio gastronomico ma anche della nostra tradizione culturale. Con la prefazione di Oscar Farinetti, il libro compie un approfondito viaggio nella storia della pasta: da Marco Polo alla genesi del 'primo', dall'uso della pasta nell'alta ristorazione, in osteria e in famiglia fino alle ultime rivisitazioni più audaci, mentre di pagina in pagina si svelano segreti, cresce la conoscenza e viene anche l'acquolina in bocca. C'è dunque davvero una rivoluzione tutta da scoprire e ancora in atto nel mondo della pasta, portata avanti dai professionisti più apprezzati della ristorazione. E mentre Cozzella spiega quale formato scegliere e come reidratare la pasta, chi volesse cimentarsi in un piatto mai mangiato prima, può farlo grazie alle 40 ricette che occupano la seconda parte del libro. Ma attenzione, le ricette sono firmate da chef stellati, come Massimo Bottura, Carlo Cracco e Davide Scabin, quindi nessun problema se sulle prime magari il risultato non sarà perfetto: in fondo si può sempre riprovare e poi nel frattempo rimediare con un buon sugo, come quello che faceva la nonna.(ANSA).

Scaffale Basso / Vacanze, giochi e altri segreti degli amici animali

da Avvenire
Le vacanze della famiglia di Topo Postino non sentono il vento della crisi: il programma prevede una sorta di giro del mondo che spazia dai Tropici al deserto al Polo. E anche oltre. Chiuso l’ufficio, l’indefesso postino approfitta del viaggio di famiglia per consegnare gli ultimi pacchetti ad amici e parenti poi si dedica all’assoluto relax. Così facciamo conoscenza con zia Paolina che abita nei pressi di un bosco in una roulottina che sembra una casa di bambola, possiamo soffermarci a osservare il castello vista mare del signor Granchio, salire sulla nave da crociera che pare una lussuosa e mle vacanze degli animali.jpgoderna arca di Noè, approdare sull’isola vulcanica dove signor Tarzan abita una casa sull’albero e visitare la residenza estiva dell’amico Drago. 
E poi ancora ci possiamo infilarci nella carovana di dromedari che attraversa il deserto dove i grandi cactus sembrano b&b per lucertole, proseguire per la savana, visitare le grandi città e infine toccare le estreme lande del profondo Nord dove si può ammazzare il tempo prendendo amabilmente il tè nella dimora brinata del signor Polare… Insomma, giratele come volete ma Le vacanze degli animali (Orecchio acerbo; 13,90 euro) raccontate e illustrate con dovizia di particolari da Marianne Dubuc assomigliano molto a quelle degli umani, solo sono molto più divertenti e rilassate. Si capisce quanto Dai 4 anni 

Cosa fanno gli animali quando piove? Bè, se immaginate che i giorni bigi siano pieni di noia, fastidi e tristezze, sbagliate di grosso. Con i suoi inconfondibili disegni Soledad Bravi, illustratrice francese di fama, racconta quante cose si possono fare quando il maltempo costringe a stare al chiuso. 
cosa fanno gli animali quando piove.jpgIn questa sorta di catalogo dei tempi piovosi, per esempio, i leoni giocano a carte e gli struzzi approfittano per scatenarsi in un ballo di gruppo, il piccolo toro ritaglia le figurine mente lupo e giraffa si svagano con il calcetto. C’è chi sente musica e chi si legge una storia, chi si mette lo smalto alle unghie, chi fa merenda, chi dipinge e chi coglie l’occasione per improvvisare un bel tuffo o una bella nuotata… Cosa fanno gli animali quando piove? (Edizioni Clichy; 17 euro) è un albo che bene si presta a una lettura condivisa con i più piccoli i quali apprezzeranno i disegni divertenti, ben definiti a tinte forti e piene, contornati di nero. Dai 4 anni. 
E' mio.jpg


La firma di Leo Lionni non teme confronti. Con la sua consueta tecnica a collage, ci regala con questo E’ mio!(fatatrac; 15,90 euro) un racconto sulla tumultuosa relazione tra pari, amici o fratelli che siano. Non c’è pace per le tre rane litigiose che dall’alba al tramonto si contendono di tutto gracidando ad alto volume. E sbraitando l’odioso ritornello “è mio!”. È un grosso rospo a rimproverare le tre rane discole. Non si può vivere litigando, cercando di accaparrarsi ogni pezzetto di mondo. La soluzione è semplice: se, invece di sopraffare il prossimo, si provasse a condividere? Dai 3 anni. 

Credere alle favole non vuol dire negare l’evidenza. Dunque perché concludere sempre con quel ritornello fisso “… e vissero tutti felici e contenti” quando non è per nulla così? Giulia, lettrice appassionata di favole, ha capito che il drago non è affatto felice e neppure contento.giulia e il drago.jpg
Anzi, è piuttosto triste e depresso. Il re lo odia per colpa di quella incapacità a controllare il suo fiato spargi fiamme. E lui ne soffre. Se soltanto si riuscisse a trasformare un problema in una risorsa il gioco sarebbe fatto. Giulia, bambina intuitiva, ha un progetto ambizioso e furbo per il Drago. Le raffinate illustrazioni di Lesley Barnes fanno di Giulia e il Drago (Gallucci; 18 euro) un albo prezioso che costringe anche i più piccoli a ragionare sui talenti di ciascuno. Un patrimonio che, riconosciuto e bene incanalato, fa sì che ogni individuo possa realizzarsi in pieno. Dai 5 anni.

Viandanza, viaggiare a piedi per conoscersi

E' dedicato a tutti coloro che hanno avuto il coraggio o l'incoscienza di scegliere il cammino come altro modo di stare al mondo, sposando la filosofia della condivisione, della gratuità, dell'apertura all'incontro: Viandanza, il libro di Luigi Nacci edito da Laterza, è un inno alla gioia di scoprirsi pronti a un'esistenza semplice e piena di poetiche meraviglie grazie ai piedi e alla loro forza di portarci ovunque la mente e il cuore scelgano di andare.
La via Francigena o il cammino per Santiago sono molto più che semplici strade che ogni anno migliaia di persone percorrono: quelle strade rappresentano vie maestre per conoscere se stessi, prima ancora che il mondo, un "luogo" infinito di ricerca per guardarsi dentro (guardando anche il fuori che ci circonda) con altri occhi. Occhi nuovi, più luminosi, che non sono ansiosi di trovare la meta, ma solo di esplorare e vivere il viaggio in una autentica "viandanza" (termine che lo stesso autore ha inventato). Il punto infatti non è semplicemente camminare tanto per fare un passo dopo l'altro, ma predisporsi a una rivoluzione interiore.
"Dentro ognuno di noi c'è Abele. La nostra parte nomade, il deserto in cui abbiamo vagato e che poi, divenuti stanziali, abbiamo rinnegato. E' il baratro sul quale non vogliamo affacciarci", scrive Nacci. Ecco perché per viaggiare ci vuole coraggio. Non capita spesso infatti di riuscire a perdere le proprie certezze, di preferire la fatica al posto alle comodità per godersi poi il gusto della scoperta, di prendersi il giusto tempo per sentirsi vivi, assaporando con lentezza ogni emozione. Se l'obiettivo è costruire sogni con la mente e con gli occhi, allora neppure la lingua ha più importanza: viandante diventa sinonimo di camminatore, pellegrino, nomade, transeunte, anche migrante perché no. Ciò che conta è vivere storie antiche con la consapevolezza del "qui e ora", e non avere paura del caos o del fallimento, ma stringere in mano la certezza di riuscire a rialzarsi.
Scritto con un linguaggio evocativo che introduce alla particolare condizione emotiva del viaggio, il libro sollecita continuamente il lettore attraverso domande antiche che rimandano alla condizione dell'uomo, alla sua fragilità, al suo desiderio di trovare il proprio posto nel mondo. Sullo sfondo di splendidi paesaggi e strade che mai trovano una fine, c'è la poesia che prende per mano il viandante: Nacci con la sua Viandanza fa viaggiare e riflettere, portandoci alla scoperta di ciò che siamo stati e che forse, un giorno, potremmo diventare.
LUIGI NACCI, VIANDANZA. Il cammino come educazione sentimentale (Editori Laterza, pp.142, 14 Euro).
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Una biblioteca per hotel, in vacanza con un libro. Dieci alberghi da scoprire per la Giornata Mondiale del Libro

Unire il viaggio alla lettura, perdersi tra le pagine di un romanzo in un luogo di vacanza diverso dallo scenario quotidiano: ecco dieci hotel da scoprire in occasione della Giornata Mondiale del Libro, dove i lettori possono trovare un'oasi di tranquillità e dedicarsi alla loro passione. Tutte le strutture alberghiere sono su Booking.com.
    Book and Bed, a Tokyo, dispone di quasi duemila libri in giapponese e in inglese. Chi vi soggiorna può scegliere cosa leggere da una vasta collezione posta nella hall, accendere la lampada da lettura e lasciarsi trasportare nella magia del proprio romanzo.
    Una zona benessere, una piscina sul tetto, un panorama mozzafiato sulla città. B2 Boutique Hotel + Spa, nel centro di Zurigo, offre tutto questo ai visitatori ma, soprattutto, una biblioteca privata con ben 33 mila volumi. Il Carlisle Bay, nell'arcipelago delle piccole Antille, unisce il piacere del mare caraibico a quello della lettura, con una biblioteca ricca di volumi e un ambiente illuminato adatto a chi vuole soffermarsi ore a leggere un buon libro. Mobili d'antiquariato di alto pregio e dettagli storici ricordano l'epoca di Charles Dickens e Jane Austen nell'Hazlitt's, antico edifico di inizio '700 di Londra. Non c'è nulla di meglio che lasciarsi coccolare dalla lettura di un romanzo davanti al camino. Costruito su antiche rovine inca, il JW Marriott El Convento Cusco, in Perù, è la base ideale per esplorare il magnifico Machu Picchu ma anche per leggere i romanzi di Mario Vargas Llosa sotto i suoi soffitti a volta peruviani. Filosofia, tecnologia, arte: ce n'è per tutti i gusti al Library Hotel di New York, la cui biblioteca dispone di oltre seimila libri di dieci categorie diverse. Non da meno il Taj Falaknuma Palace, a Hyderabad, antica residenza di uno degli uomini più ricchi dell'India: anche qui, in un'affascinante biblioteca costruita in vetro e quercia, migliaia di volumi a disposizione di chi vi soggiorna. Si chiama, invece, The Library l'hotel thailandese dedicato ai libri: è stato ideato, infatti, per offrire spazi di lettura in una struttura moderna corredata da una piscina di design.
    Situato nel campus dell'università del Minneapolis, The Commons Hotel è il posto ideale in cui rilassarsi lontano dal caos della città: la biblioteca interna è di certo un buon aiuto. Non può mancare, infine, l'Italia. Il Salviatino è una villa quattrocentesca in stile rinascimentale, annidata tra le dolci colline toscane, luogo perfetto per trovare tranquillità e abbinare una buona lettura a cibo gourmet, vini doc e a una vista panoramica su Firenze.
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Amanti della letteratura, 15 luoghi da non perdere. Una speciale selezione per i divoratori di libri

Dall'Acqua Alta di venezia dove anche le scale sono fatte sono di libri al Mangiaparole a Roma o a Cuclia a Firenze dove tra i libri si mangia, dallo storico balcone di Giulietta alla chiesa dove si incontrano Dante e Betarice. L’Italia, culla di un ricchissimo patrimonio culturale, può essere viaggiata cnhe attraverso le storie e le emozioni regalate dai libri. Ecco una selezione della community di Yelp di imperdibili per gli amanti dei libri, dove poter saziare la propria fame di conoscenza e rivivere le magiche atmosfere dei luoghi protagonisti di alcuni dei più grandi capolavori letterari di tutti i tempi.

1) A Firenze è d’obbligo una visita alla chiesetta medievale di Santa Margherita dei Cerchi (valutazione dagli utenti: 4.5/5), teatro del primo incontro di Dante e Beatrice, musa ispiratrice del celeberrimo personaggio poetico di Vita Nuova e Commedia.

2) Anche la Porta San Frediano (4/5) merita di rientrare tra le tappe di una passeggiata “letteraria” per il capoluogo toscano: il monumento trecentesco conduce infatti all’omonimo Borgo e rione fiorentino in cui Vasco Pratolini ha ambientato il suo romanzo “Le ragazze di San Frediano”.

3) In una città che, come Firenze, ha dato i natali ai più grandi scrittori italiani non possono mancare le librerie: tra queste spicca Libri Liberi Sit'n'Breakfast (4.5/5), al tempo stesso caffetteria e punto vendita, oltre a spazio per il co-working e, grazie alla presenza del suo piccolo teatro, ambiente ricreativo a 360 gradi.

4) Altro indirizzo da includere in un itinerario letterario nella splendida città d’arte toscana è la libreria con cucina Cuculia (4/5), rinomata per i raffinati brunch domenicali, per la ricercata selezione dei testi in esposizione e per la varietà degli eventi che è solito ospitare, tra cui mostre fotografiche, presentazioni di libri e rappresentazioni teatrali.

5) I cinefili romani apprezzeranno sicuramente Altroquando (4/5): la specialità della libreria è infatti il cinema e sugli scaffali è possibile trovare testi cinematografici introvabili e manifesti originali, mentre immagini delle icone del grande schermo popolano pareti e pavimenti. La competenza del personale è garantita, dal momento che il processo di selezione degli addetti alla vendita prevede anche un test su cinema e letteratura.

6) Il luogo ideale per saziare la propria fame (di conoscenza e non!) è il caffè letterario Mangiaparole (4/5) di Roma, dove è possibile gustare insalate e panini con nomi di poeti e romanzi, partecipare a gare di poesia e seguire corsi di scrittura creativa. Il Mangiaparole, inoltre, premia la curiosità: se sfogliando le pagine di uno dei testi esposti ci si imbatte in un biglietto con la scritta “Sorpresa”, il libro è in regalo.

7) Unica nel suo genere anche la Libreria Acqua Alta di Venezia (4.5/5), dove i libri diventano, insieme a remi e timoni, complementi di arredo: i gradini delle scalinate sono stati realizzati con voluminose enciclopedie, mentre gondole e canoe decorano l’ambiente e fungono da originali scaffali per i testi in vendita.

8) Nella Serenissima è possibile soddisfare anche un gusto più classico visitando il lussuoso Caffè Florian (4/5): l’elegante locale di Piazza San Marco vanta ospiti del calibro di Carlo Goldoni, Giuseppe Parini e Silvio Pellico, oltre al titolo di caffè più antico d’Europa.

9) I più romantici e gli estimatori del genio shakespeariano non possono esimersi da una visita alla Casa di Giulietta a Verona (3.5/5): l’antica residenza ospita sia la statua della protagonista femminile di Romeo e Giulietta che il celeberrimo balcone, sfondo di una delle scene più iconiche e amate della letteratura.

10) Anche Milano ha molto da offrire ai “divoratori di libri”: in zona Porta Genova, ad esempio, l’appuntamento è da Gogol&Company (4.5/5), libreria indipendente dal catalogo ampio e accuratamente selezionato, ma anche bistrot e galleria d’arte, dove è possibile prendere parte a degustazioni, workshop, rassegne cinematografiche e mostre.

11) A Napoli c'è Archeobar (5/5), caffé letterario su due livelli gestito da studenti di Archeologia. Il piano superiore ospita una biblioteca molto fornita (anche di testi in lingua straniera), un balcone che affaccia su Via Mezzocannone e salottini con tavoli a forma di orologio. Sulla parete spicca una citazione in ferro battuto dall’Odissea. Il locale, inoltre, mette a disposizione alcuni tablet per sfruttare la rete WiFi aperta.


12) A Torino si va al Fiorio Café (4/5), caffé fondato nel 1780 e frequentato da personaggi di spicco della vita pubblica e politica (tra cui Carlo Alberto di Savoia e Camillo Benso conte di Cavour) e da intellettuali, tra cui il filosofo Friedrich Nietzsche, il quale apprezzava particolarmente il celebre gelato del Fiorio.


13) A Torino imperdibile Baratti & Milano (4/5), pasticceria e caffetteria celebre per i suoi gianduiotti e le sue caramelle, molto amate dal poeta Guido Gozzano, il quale compose “Le golose” ispirandosi proprio a questo storico locale torinese. Il Baratti&Milano è citato anche nel romanzo di Fruttero&Lucentini “La donna della domenica”.


14) Ad Agrigento c'è ovviamente il parco archeologico della Valle dei Templi che è attraversato dalla “Strada degli Scrittori” (5/5), che corrisponde alla SS 640 e segna uno splendido percorso culturale e paesaggistico attraverso i luoghi dei grandi scrittori siciliani, tra cui il premio Nobel Luigi Pirandello, Giovanni Verga, Andrea Camilleri, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Leonardo Sciascia. I 30 km del viaggio on the road collegano Racalmuto (ovvero la “Regalpetra” di Leonardo Sciascia) a Porto Empedocle, che ha dato i natali ad Andrea Camilleri. La strada scorre tra case natali, ritiri di scrittura, ristoranti e luoghi descritti nelle opere dei grandi autori, come il giardino della Kolymbethra, nel cuore della Valle dei Templi, presente in “La Pazienza del Ragno” di Camilleri e in “I Vecchi e i Giovani” di Pirandello.


15) Alle Cinque Terre ci si ferma a Comune di Monterosso (4.5/5), splendido paese Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco, da cui è possibile scorgere Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Il poeta premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale ha abitato e trascorso numerose estati proprio a Monterosso, alla Villa Montale nella zona di Fegina.

"Per vivere appieno la propria passione, gli amanti della lettura possono contare su Yelp, forte di una solida conoscenza delle migliori attività su base locale e di un’attivissima community sempre pronta a offrire consigli e suggerimenti su nuovi locali, piccole chicche nascoste tra le vie cittadini e le attività più rinomate" afferma Francisco Rabano, Director South Europe, Yelp. "Inoltre, grazie alle numerose iniziative promosse dai suoi utenti, come gli eventi dedicati al bookcrossing o gli appuntamenti mensili del Book Club milanese, trovare altri appassionati con cui confrontarsi e condividere le proprie opinioni non è mai stato così semplice e divertente".
ansa

Grand Tour della memoria. La nostalgia come arma contro la rassegnazione e il disincanto

di Angela Majoli

  (RAFFAELE LA CAPRIA, ULTIMI VIAGGI NELL'ITALIA PERDUTA (BOMPIANI, PP. 188, EURO 13,00).
    I 'sacri siti' di un tempo, Positano, Ischia, Procida, l'amatissima Capri, la stessa Napoli e tanti luoghi dell'Italia meridionale e della Sicilia, ripercorsi attraverso le pagine di autori come Norman Douglas, Giovanni Comisso, Norman Lewis, Giuseppe Ungaretti e poi rivissuti attraverso i ricordi, in un ideale pellegrinaggio tra l'immensità azzurrina dei Faraglioni, sprazzi di villeggiature ischitane, estati di "abitudini e modesti svaghi", spesso insidiati da "una sottile malinconia".

Raffaele La Capria ci guida in questo Grand Tour della memoria, tra paesaggi mediterranei e autobiografia intellettuale, sul filo della nostalgia, "che non è più un sentimento romantico abbellito dal ricordo", ma diventa un'arma "contro la rassegnazione e il disincanto, e serve a non lasciar andare le cose come vanno, cioè verso l'inesorabile degrado". Il viaggio si muove sulle tracce di autori come George Gissing, che si spinge 'Sulle rive dello Jonio' da Napoli verso la Calabria e scopre "la presente dolorosa realtà" del Sud, o Norman Douglas, autore di una serie di monografie su Capri in cui si intrecciano storia, religione e piacere di vivere. E poi l'incontro tra Giovanni Comisso e Napoli, in cui scocca "la scintilla di un'attrazione reciproca", o il 'Viaggio nel Mezzogiorno' di Giuseppe Ungaretti, in cui il poeta fa nascere "accostamenti, associazioni, intuizioni e metafore che sono vere e proprie 'illuminazioni' sulla Storia e sul Mito". E la visita nella villa di Curzio Malaparte a Capri, con le mattonelle di ceramica dipinte da Savinio, il ritratto fatto da Campiglio "bellissimo e stilizzato" o il camino con il fondo di vetro attraverso il quale si intravedevano i Faraglioni. Un percorso alla riscoperta della 'grande bellezza' perduta.


    Una bellezza, precisa La Capria, che "non è un fatto puramente estetico, ma ha a che fare con la nostra più segreta identità e con la nostra memoria immaginativa che, come ognun sa, è quella che ci accompagna nelle varie età della vita ed è legata ai nostri ricordi più cari, ai nostri sogni, alla nostra fantasia e alle nostre facoltà creative, alle nostre energie spirituali. Le linee di un paesaggio, il verde di una collina, uno specchio di mare, ci parlano nel tempo, restano impressi in noi, diventano pensiero e parola, fan parte della nostra esistenza". La Capria indugia poi sulla sua 'geografia personale', con il golfo di Napoli conteso tra la visione omerica, fatta di roccia a strapiombo sul mare, e quella virgiliana, fatta di tufo, caverne stillanti, verde campagna che degrada verso la costa, Positano, la costiera, Ischia, Procida e soprattutto Capri, capace di ispirare a chi la visita "uno stupore e un timore come quello che si prova quando entriamo in rapporto col mistero".

    Capri fatta di rocce e balze alla Jurassic Park, Capri marina con le sue grotte e insenature, Capri agreste "dove la vegetazione infuria e il lavoro del contadino è ancora visibile nei gesti antichi", Capri cittadina e paesana, artistica e archeologica, alta e bassa. Ed è struggente cercare con lo scrittore, da lontano, da una barca in mezzo al mare, la casa caprese sotto il monte Solaro abbandonata per sempre e scorgerla lassù, una macchiolina bianca nel verde. Nostalgia, sì. Ma "oggi la funzione del nostalgico - conclude La Capria citando un passo del suo 'L'occhio di Napoli' - è quella di ripetere ostinatamente ai disincantati com'era pulito il mare quando era pulito, com'era bella la giornata quand'era bella, e com'era vivibile la città quando era vivibile. Com'era chiara l'acqua a Posillipo quando era chiara, non è solo il ricordo di un 'nostalgico', perché la chiarezza di quell'acqua è simbolica, è un momento creativo della memoria che invoca una possibile rigenerazione".
ansa

Giuseppe Lorin: cultura e storia nel primo romanzo postfantastorico

Tra le Argille del Tempo, il primo romanzo postfantastorico all'Isola del CinemaVenerdì 24 luglio alle ore 19,00 la presentazione del libro "TRA LE ARGILLE DEL TEMPO" di Giuseppe Lorin all' Isola del Cinema. Modera Vittorio Lussana, direttore di Periodico italiano magazine e di Laici.it. Letture a cura di Valentina Ghetti. La suggestione del rito propiziatorio di CVLTVS DEORVM aprirà l'evento.

Tra le argille del tempo è il primo romanzo di genere postfantastorico che sottolinea la fragilità delle esistenze e della storia dei luoghi da esse abitati e modificati. Partire con la storia dell'area intorno a Roma è inevitabile per chi a Roma è nato e vi risiede. L'amore per la città e la ricerca dei suoi segreti sono stati gli incentivi per affrontare e sviluppare un argomento che l'autore aveva lasciato maturare nei meandri della sua conoscenza.
Dagli Etruschi a Enea e a Romolo e Remo, dalle vestali ai sette colli, dalla Fides alle società segrete, dall'inquisizione ai libri al rogo, dai Templari ai Cavalieri di Malta, dalle chiese dell'Aventino ai segreti nascosti in esso, dai riti mitriaci al Castello della Magliana, dal "biondo Tevere" il racconto dell'ultima notte di Pier Paolo Pasolini... e altro ancora.
Dopo la fantasia e la storia c'è la realtà che va descritta e raccontata minuziosamente nel rispetto della verità. I personaggi descritti, le loro storie e i luoghi rispecchiano l'autenticità narrativa.
Questa settimana vi consigliamo “Tra le argille del tempo” di Giuseppe Lorin (David and Matthaus Edizioni). Giuseppe Lorin è un giornalista e scrittore amante della storia.
La Storia

Il primo romanzo postfantastorico, un genere inedito tutto da scoprire. Un plot coinvolgente nel quale la storia viene abilmente mescolata ad alcuni spunti fantastici. Tra le argille del tempo troviamo elementi nuovi per valutare e denunciare situazioni poco chiare. L’amore per Roma e per le zone circostanti emerge in tutta la sua autenticità, così come si percepisce la rabbia verso chi, sfruttando il proprio potere, si approfitta delle circostanze per occultare dettagli fondamentali. L’autore di questa avventura non si lascia però intimorire dalle varie forme di ostracismo con le quali si deve scontrare. I protagonisti della storia sono infatti pronti ad affrontare ogni tipo di situazione e di pericolo, coltivando la speranza di trasmettere questo spirito ad ogni singolo lettore. Solo così si potranno infatti diramare le nubi che avvolgono alcuni eventi del passato e inondare di luce i riscontri del presente. Solamente con questo spirito si potrà evitare di accrescere il numero di ombre che minacciano il nostro futuro prossimo. Dagli Etruschi a Enea ed a Romolo e Remo, per arrivare al “biondo Tevere” con il racconto dell’ultima notte di Pier Paolo Pasolini. Giuseppe Lorin mette a disposizione del lettore la sua grande cultura e il suo amore per la storia, tracciando un percorso fascinoso e ricco di mistero. Un libro che assomiglia ad una pietra preziosa non ancora catalogata.

La “Voce” dello Scrittore

“Io ho grande rispetto per la conoscenza e per la verità storica, elementi indispensabili per affrontare bene il presente e proiettarsi positivamente verso il futuro. Una comunicazione completa e trasparente ottimizza ogni tipo di contesto”.

Ricordiamo anche la pagina Facebook “La voce degli scrittori” e l’applicazione ufficiale. Il programma va in onda ogni martedì e giovedì alle 20,15 su LazioTv (ch12) e in diretta anche in streaming sul sito di Lazio tv.
tratto da opinione.it e today.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@simail.it



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Libri, piccoli globetrotter in viaggio tra le pagine. Dall'Irlanda di Siobhan Dowd alla Siberia di Mario Rigoni Stern

di Cinzia Conti

Portano il pannolino ma sono già "pratici" della giungla grazie a Mowgli e Bagheera, non vogliono mollare il ciuccio ma conoscono la Cina per via di Mulan, sono alti meno di un metro e venti ma già hanno fatto "Il giro del mondo in 80 giorni", sono andati "Ventimila leghe sotto i mari" e sognano già di combattere in Malesia a fianco di "Sandokan".

La lettura da piccolissimi è uno dei regali più grandi che la famiglia possa fare a un bambino ma lo è ancora di più quando aiuta a scoprire seduti sul seggiolone e o sdraiati su un tappetone mondi lontani. E anche quest'anno in libreria sono tante le idee per far preparare i piccoli globetrotter a un bel viaggio o anche farli solo muovere con la fantasia.

Si comincia muniti di panini con marmellata d'arance e cioccolato dalla Londra dell'eroe del momento L'ORSO PADDINGTON (Mondadori, 17 euro) e poi ci si sposta di poco per un viaggio nel tempo nella Liverpool e nel mondo dei quattro ragazzi che hanno cambiato per sempre la musica, e non solo con THE BEATLES (Gallucci, 16,50 euro). Per chi è appassionato del freddo si vola alla periferia di una grande città in Siberia con una storia vera raccontata dal grande Mario Rigoni Stern.

In COMPAGNO ORSETTO (Einaudi Ragazzi, 9 euro) c'è l'indimenticabile vicenda di un pomeriggio di giochi nella neve tra un gruppo di bambini e un orso bruno. All'opposto tanto caldo, rinoceronti e giraffe e soprattutto la bellezza, la poesia e la lentezza del grande scenario africano neLE VACANZE DEL SIGNOR RINO (Valentina Edizioni, 16,90 euro).

L'ultimo romanzo della serie della scrittrice anglo-irlandese Siobhan Dowd, IL RISCATTO DI DOND(uovonero, 14 euro), trascina i più grandicelli nel piccolo mondo di smeraldo dell'isola dove vive Darra, battuta dalle onde increspate di bianco, alla mercé del dio dell'oscurità, Dond.

Per chi ama volare ecco LINDBERGH, L'AVVENTUROSA STORIA DEL TOPO CHE SORVOLO' L'OCEANO (Orecchio Acerbo Editore, 19,50 euro), che racconta la storia di un piccolo topo che riesce a fuggire volando dalla pericolosa Germania infestata dai gatti a New York, dove lo aspettano i suoi amici e riesce a incantare con la sua storia il bambino Charles Lindbergh.

In VIAGGIO di Aaron Becker (Feltrinelli, 15 euro) i percorsi immaginari di una bimba che disegna sul muro della sua cameretta una porta magica che si apre su un meraviglioso mondo ricco di colori, avventure, pericoli. C'è poi il racconto lieve, esilarante e filosofico de IL VIAGGIO DI MISS THIMOTY (Topipittori, 15 euro), dove la protagonista è una pecora dello Yorkshire che non ritrova più se stessa ed è costretta a mettersi in viaggio per il giro del mondo. E come ogni pecora che si rispetti è accompagnata dalle altre 99 pecore del suo gregge.

L'amatissimo Geronimo Stilton aiuta come al solito i piccoli lettori viaggiatori in tutti i modi: dal manualetto PARLO SUBITO INGLESE (Piemme, 18,50 euro) che raccoglie 3000 mila frasi utili (oltre alla basilare "vorrei una fetta di formaggio") al IL CASTELLO DELLE 100 STORIE (Piemme, 17,80 euro) che fa scoprire le origini di Topazia e il gioco delle 100 carte. Chi viaggia solo con la fantasia ed è un po' più più grande non può perdere UN NUOVO RE. OSSIDEA (Salani, 14,90 euro) che racconta le avventure di David, Mac'roc, Ohedìn e Lilo per riconquistare il trono della Città di Pietra.

Un carrellata del genere non può che chiudersi con i due viaggi più lunghi e più natalizi di tutti: neL'UFO DI NATALE (Coccole Books, 12 euro) Sandrino, grande lettore de Il Piccolo Principe, vive una notte magica tra mondi lontani, alieni, regali e ovviamente Babbo Natale. E una grande classico di Gianni Rodari letto da Anna Finocchiaro per scoprire IL PIANETA DEGLI ALBERI DI NATALE(Emons Audiolibri, 13,90 euro) viaggiando nello spazio in groppa a un cavallo a dondolo.
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