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Torino, tentazioni golose alla Confetteria Avvignano

Interni


LA STORIA
Tra i locali storici di Torino dove assaporare vere prelibatezze c’è la Confetteria Avvignano, nata nel 1883 come liquoreria e tutt’ora nella sua sede originaria. A quell’epoca nei suoi locali si era stabilita la vendita di liquori di Antonio Prunotto, artefice della ricca cornice in stucco della facciata. Nel 1926 i locali vennero rilevati da Silfredo Avvignano che li trasformò nella Confetteria Avvignano con lavori di abbellimento come l’aggiunta di lastre di marmo nella facciata esterna, la bussola d’ingresso in noce con pannelli intagliati, l’insegna tabella tra la vetrina e l’ingresso. Nel 1989 subentra la famiglia Ferraro che, rilevando il locale, affida i lavori di restauro al laboratorio di Nicola di Aramengo, noto restauratore torinese che grazie alla cura dei lavori vince il 1° premio nell’ambito di un concorso indetto dal comune come miglior restauro conservativo.

LA LOCATION
La confetteria si trova sotto i portici della bella Piazza Carlo Felice e fa bella mostra di se con gli arredi esterni ed interni che sono a tutti gli effetti un capolavoro artigiano di fine Ottocento e primi del Novecento. Splendidi sono la facciata in marmo, i pannelli di legno intagliato dell’ingresso, la vetrina, i banconi in legno con ripiani in marmo verde.

IL MENU’
L’offerta prevede un’ampia selezione di specialità artigianali quali pralineria e dolci di vario genere, non solo tipici piemontesi ma anche di tutto il territorio nazionale. A dominare su tutti sono però le specialità locali. I cioccolatini sono disponibili sia incartati, che in versione nuda, mentre dei gianduiotti vengono proposte 3 versioni, quello tradizionale, quello antico modellato a mano e uno fondente. La scelta di pralineinclude i liquorini, i tartufini, le scorzette ricoperte, gli speziati. Non mancano le tavolette, che si possono acquistare in versione fondente, extra, al latte, alle nocciole e speziate, i marron glacées e le creme spalmabili in vari gusti. Il settore pasticceria da tè propone la tradizione antica piemontese, con le paste di meliga, i krumiri di Casale Monferrato, i nocciolini di Chivasso, i bicciolani di Vercelli e la torta alla nocciola. Ad arricchire ulteriormente l’offerta gastronomica specialità come il panforte, i cantucci e il torrone, dolci stagionali come il panettone basso e le uova di cioccolato. Da provare il classico liquore alla gianduia che si ritaglia un posto da protagonista nella selezione di bevande.

Visitare Torino significa quindi andare anche alla ricerca di quei locali storici che hanno fatto epoca e che continuano anche oggi, generazione dopo generazione, ad essere simboli cittadini. Non è da tutti, ad esempio, vantare la paternità del tramezzino: è quanto accade al Caffè Mulassano.

Se invece è proprio il caffè a dettare le ispirazioni di visita non si può non andare alla scoperta della storia della Lavazza e di tutta la filiera della lavorazione del caffè, come succede al Museo Lavazza
turismo.it.

Turismo e sport / Europei 2020. Per il Gran Tour del calcio l'Italia trova Turchia, Svizzera e Galles

Il prossimo campionato continentale non vedrà più una nazione ospitante, ma si giocherà in 12 città di altrettanti Paesi. Fischio d’inizio a Roma il 12 giugno, finale a Londra il 12 luglio
Prossimi avversari agli Europei. Da sinistra: gli allenatori di Svizzera, Vladimir Petkovic,  Turchia, Senol Gunes, Italia, Roberto Mancini, e Galles, Ryan Giggs. Si sfideranno nel gruppo A, si stringono la mano dopo il sorteggio dei gironi a Bucarest (Ansa)
Prossimi avversari agli Europei. Da sinistra: gli allenatori di Svizzera, Vladimir Petkovic, Turchia, Senol Gunes, Italia, Roberto Mancini, e Galles, Ryan Giggs. Si sfideranno nel gruppo A, si stringono la mano dopo il sorteggio dei gironi a Bucarest (Ansa)
da Avvenire
Il giro d’Europa in 30 giorni, attraversando 12 città di altrettante nazioni, dormendo in otto capitali e smaltendo quattro fusi orari. Sembra un Grand Tour ottocentesco, in realtà è il piano di battaglia per il prossimo Campionato Europeo di calcio
Addio unica nazione ospitante, stadi nuovi sovradimensionati e rifacimento di aeroporti e autostrade. L’Euro 2020 nasce rivalutando l’esistente e costringendo squadre e tifosi a un mese di viaggi lungo il vecchio continente. 
Si comincia il 12 giugno alle 21 allo stadio Olimpico di Roma con l’Italia di Roberto Mancini opposta alla Turchia, si finisce il 12 luglio sempre alle 21 italiane con la finalissima in calendario allo stadio Wembley di Londra. In mezzo altre 49 sfide sparse dalla Spagna all’Azerbaigian, dalla Danimarca alla Romania, dalla Scozia alla Russia, passando anche per Olanda, Germania, Ungheria e Irlanda. 
Il festival paneuropeo del calcio ha preso forma nella fredda e piovosa Bucarest, dove l’urna è stata benevola con gli azzurri. Dopo la Turchia l’Italia affronterà infatti sempre all’Olimpico la Svizzera e il Galles
Potevano arrivare la Francia e il Portogallo ci siamo ritrovati invece avversari alla portata, i quali dovranno fare avanti e indietro tra Roma e Baku. Transalpini e lusitani, rispettivamente campioni del mondo e d’Europa in carica, faranno invece compagnia alla Germania, in quello che si annuncia il gruppo più spettacolare. 
Per il resto il Belgio troverà Russia e Danimarca, l’Olanda affronterà Ucraina e Austria, Inghilterra se la vedrà contro Croazia e Repubblica Ceca, la Spagna sarà opposta a Polonia e Svezia. Passano le prime due più le migliori quattro terze. A fine marzo, dopo gli spareggi, si conosceranno le ultime quattro nazioni ammesse alle nozze di diamante della competizione continentale (prima edizione datata 1960).
L’idea dell’Europeo itinerante balenò nella mente di Michel Platini nel 2012 e fu accolta con entusiasmo tanto che un anno dopo il lancio della proposta a Nyon giunsero 32 manifestazioni di interesse, confluite poi dodici mesi più tardi nei 19 dossier recapitati in Svizzera: due sia per il pacchetto standard (4 partite) sia per quello finale (tre match), 17 solo per lo standard. 
La scelta avvenne a Ginevra nel settembre 2014, quando furono svelati i nomi delle allora 13 città coinvolte. I piani iniziali prevedevano il match d’apertura a Bruxelles, la città simbolo delle istituzioni europee, ma i ritardi nella progettazione del nuovo stadio (che alla fine non sarà più costruito) portarono l’Uefa a escludere la capitale belga dalla manifestazione nel dicembre 2017.
Così le quattro partite finirono a Londra (che tra giugno e luglio prossimi, nonostante la Brexit, sarà teatro di sette sfide), mentre l’inaugurazione prese la via di Roma. L’alfa e l’omega nelle due città più popolose tra quelle coinvolte. Mentre per sette Paesi sarà la prima esperienza organizzativa, per l’Italia si tratterà della terza volta, dopo il 1968 e il 1980. 
In entrambi i casi a Roma toccò il match conclusivo, stavolta le spetterà il capitolo iniziale, allestendo lo spettacolo introduttivo dal maggiore impatto mediatico. Dopo il percorso netto nella fase di qualificazione la truppa del Mancio dovrà confermarsi nelle partite che contano. Se due anni fa il mancato accesso al Mondiale russo segnò l’Apocalisse del calcio azzurro, tra sei mesi la pattuglia tricolore è attesa alla prova del nove, per capire se di vero Rinascimento si tratti.

Expo 2020: Valle d'Aosta sarà presente a Dubai

L'Esposizione Universale Expo 2020 Dubai si terrà negli Emirati Arabi Uniti dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, con il tema Connecting Minds, Creating the Future (Collegare Menti, Creare il Futuro). Secondo le stime del progetto, il Padiglione Italia - secondo quanto riferisce una nota della Regione - verrà visitato in media da oltre 28 mila persone al giorno per un totale di oltre 5 milioni di presenze nell'arco dei sei mesi dell'evento. "Siamo particolarmente lieti di partecipare a questa importante vetrina internazionale - dichiara l'assessore al turismo, Laurent Viérin - che permetterà di promuovere il brand Valle d'Aosta con particolare riguardo alla rappresentazione delle eccellenze territoriali regionali e della sua offerta turistica".

(ANSA).


L'ITALIA E IL MONDO DI NUOVO IN PIAZZA PER IL CLIMA





TORNANO I FRIDAYS FOR FUTURE, QUARTO SCIOPERO GLOBALE Quarto sciopero globale per il clima di Fridays For Future, il movimento di Greta Thunberg. In Italia cortei, presidi ed eventi in 139 Comuni per fare pressing sulla conferenza Onu sul clima che inizia lunedì. La scelta di far coincidere le manifestazioni in tutto il mondo con il Black friday è stato anche un modo per denunciare lo sfruttamento dell'ambiente e dei lavoratori per produrre merci superflue a prezzi bassi. 
ansa