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Coronavirus, Codacons: rimborsabili spese per treni e aerei per causa forza maggiore



“Tutte le spese sostenute dai cittadini per treni, aerei, hotel, ecc. e relative a viaggi di piacere, concorsi pubblici, partite di calcio, manifestazioni, feste ed eventi vari possono essere integralmente rimborsate qualora si rinunci alle partenze a causa dell’emergenza coronavirus”. Lo afferma il Codacons, che in queste ore sta ricevendo le richieste di aiuto di centinaia di utenti che non possono o non vogliono più intraprendere spostamenti per la paura di possibili contagi.
“Allo stesso modo – spiega il presidente Carlo Rienzi – chi aveva programmato viaggi e visite in aree diverse dai focolai, e quindi non interessate da provvedimenti limitativi dell’autorità, ma a causa della situazione determinatasi vuole rinunciare alle partenze, può richiedere il rimborso delle spese sostenute”.
Questo anche perché le varie società stanno procedendo in ordine sparso: mentre ad esempio Trenitalia riconoscerà il rimborso integrale “ai clienti che hanno acquistato fino al 23 febbraio 2020 un biglietto per viaggi su Frecce, Intercity, Intercity Notte e Regionale”, Italo sul proprio sito informa che potranno fruire di un bonus solo “coloro che rinunciano ai viaggi, da realizzarsi entro il 1 marzo p.v. nelle zone interessate dal contagio epidemiologico”, aggiunge.
Entro oggi il Codacons pubblicherà sul proprio sito il modulo attraverso il quale i cittadini possono chiedere il rimborso integrale di quanto speso per treni, aerei, hotel, biglietti vari e altri costi sostenuti.
travelnonstop.com

Coronavirus, Franceschini: impatto su turismo mondiale e italiano, stiamo individuando misure



Travelnonstop.com

Coronavirus: il turismo congressuale perde un miliardo e mezzo di euro

Grido di allarme da parte del turismo congressuale e degli eventi, settore trainante e fondamentale del turismo che incide nella sua totalità per il 13% del Pil. É stimata in oltre un miliardo e mezzo di euro la perdita economica che le imprese del settore dei congressi e degli eventi subiranno nell’arco di un solo mese a causa dell’allarme coronavirus che ha spinto Regioni quali l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto a vietare sul proprio territorio lo svolgimento di eventi e manifestazioni pubbliche e private. A queste misure si aggiungono altri provvedimenti, come quello adottato dal Comune di Roma di sospendere i concorsi pubblici nazionali in programma nei prossimi giorni presso Fiera di Roma.
Si confida che la decisione di includere tra gli eventi interdetti anche congressi ed eventi aziendali sia stata presa perché ritenuta fondamentale e necessaria per ragioni di salute pubblica e che abbia una durata circoscritta: l’organizzazione di congressi ed eventi coinvolge, infatti, un’intera filiera produttiva (alberghi, centri congressi, agenzie organizzatrici, aziende di trasporti, società di catering e di servizi tecnici) che sarà fortemente penalizzata dall’eventuale perdurare delle ordinanze.
“Il nostro è un grido di allarme che chiede risposte immediate e precise - sostiene Alessandra Albarelli, presidente dell’associazione italiana dei congressi e degli eventi Federcongressi&eventi -. Siamo chiaramente consapevoli di come sia indispensabile adottare tutte le misure necessarie per tutelare la salute pubblica e siamo stati pronti ad attuarle. Alle istituzioni chiediamo, però, di aprire urgentemente un dialogo con la nostra associazione affinché le eventuali successive ordinanze tutelino il settore della meeting industry: cancellare lo svolgimento di eventi e congressi significa infatti arrecare un ingente danno economico non solo alle imprese direttamente coinvolte nella loro organizzazione, ma anche alle città e ai territori che li ospitano alla luce dell’indotto generato”.
Albarelli sottolinea che “occorre mettere in campo immediate misure fiscali, ammortizzatori sociali adeguati e la rimodulazione delle imposte per le imprese del settore chiamate ad affrontare una crisi di mercato generata da cause di forza maggiore. Per raggiungere tali obiettivi ci stiamo attivando per lavorare congiuntamente con le altre associazioni di settore”, conclude Albarelli.
Per ottemperare all’ordinanza emessa dalla Regione Veneto, e per permettere ai professionisti della meeting industry di presidiare le proprie aziende che si trovano a fare fronte a un’emergenza non preventivabile sino a pochi giorni fa, Federcongressi&eventi ha rimandato a data da destinarsi la propria Convention annuale che si sarebbe dovuta svolgere a Treviso il 24 e 25 febbraio.


guidaviaggi.it

Coronavirus, turismo italiano in ginocchio: «Situazione drammatica»

Coronavirus, turismo italiano in ginocchio: «Situazione drammatica» 

«Le ultime gravi notizie relative alla diffusione del coronavirus nel nostro Paese hanno messo in ginocchio l’industria del turismo italiano. Le stime più prudenti prima della diffusione parlavano di una perdita di 5 miliardi di euro, ma adesso ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l’impatto a causa della drammatica evoluzione in corso». È l’allarme lanciato dalla vicepresidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli.
«Anche nel caso di una rapida soluzione del problema per il nostro settore la stagione - spiega Lalli - è compromessa: oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell’anno. Alla luce di questi recenti sviluppi e a nome di un comparto che rappresenta oltre il 10% del pil e oltre 4 milioni di lavoratori, abbiamo scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo lo stato di crisi per il settore del turismo e di attivare tutte le misure di supporto a tutela dei posti di lavoro e della vita stessa delle nostre imprese».

«Siamo molto preoccupati. In pochissimo tempo la situazione è precipitata. Sino a qualche giorno fa, l’Italia risultava sostanzialmente indenne dall’epidemia, con un numero limitatissimo di pazienti sotto osservazione, per contagi contratti all’estero. Oggi siamo nell’occhio del ciclone e il danno d’immagine si è già trasformato in danno economico». Con queste parole il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commenta con l’Ansa l’impatto del coronavirus sull’economia del turismo. «La posta in gioco - aggiunge Bocca - è molto alta. Basti considerare che durante i mesi di febbraio e marzo gli esercizi ricettivi italiani ospitano 14,5 milioni di turisti italiani e stranieri, per quasi 40 milioni di pernottamenti. Al contrario di quel che si potrebbe credere, non siamo in bassa stagione: per alcune aree del Paese, questo è un periodo di intensa attività. Penso ad esempio al carnevale, alle settimane bianche, alle gite scolastiche e ad importanti manifestazioni fieristiche».
corriere.it